Eddie Johnson cerca di ritrovare la via del gol; i Wizards ne hanno bisogno
Il nostro spazio sulle preview per la MLS 2007 sta volgendo al termine: oggi sotto i riflettori ci sono i Kansas City Wizards.
I Wizards sono l'ex squadra di Lamar Hunt, il magnate recentemente scomparso che più si è adoperato, fin dai tempi della NASL, per lo sviluppo del calcio negli USA.
A metà dello scorso anno, però, Hunt aveva venduto la società ad un gruppo, la OnGoal LCC, che sta operando nella direzione di ottenere i finanziamenti per la costruzione di un soccer specific stadium nella zona di Kansas City, senza dover più condividere l'Arrowhead Stadium assieme ai Chiefs della NFL (pure di proprietà di Hunt).
La chiarezza societaria fatta alla fine della stagione scorsa non ha però aiutato i Wizards a centrare i play-off, e così dobbiamo analizzare una squadra che aveva bisogno di un forte restyling per tornare a recitare un ruolo da protagonista nel campionato MLS.
La strada intrapresa sembra invece quella opposta: a parte un paio di innesti, i Wizards hanno deciso di mantenere il nucleo-base che negli ultimi 2 anni ha fallito l'aggancio ai play-off (ma che, è giusto ricordarlo, nel 2004 ha giocato la Finale MLS).
Il 1° nome da annotare è quello di Kevin Hartman, alla sua 11ª stagione MLS; arriva a Kansas City dopo 10 anni passati ai Galaxy, con cui ha vinto 2 titoli MLS (2002 e 2005). L'acquisto di Hartman si è reso necessario dopo che Hesmer è stato lasciato andare a Toronto (expansion draft), e il suo apporto può voler realisticamente dire 5-6 punti in più in classifica: l'anno scorso sarebbero bastati per i play-off.
Degli altri 2 goalies della rosa, Eric Kronberg faceva già parte dei Wizards lo scorso anno ma non ha mai messo piede in campo, mentre Chris Konopka arriva direttamente dal college: per lui prevediamo l'impiego nel campionato-riserve.
In difesa notiamo come gli elementi storici dei Wizards siano ancora tutti presenti: José Burciaga è alla sua 6ª stagione e cresce sempre di più nell'interpretazione del ruolo di terzino destro; attento alla fase difensiva, ha ancora qualche perplessità nel proporsi in avanti.
Jimmy Conrad è il capitano, la bandiera della squadra e una colonna della Nazionale: inizia la sua 9ª stagione con il fermo proposito di portare i Wizards il più in là possibile e la sua esperienza sarà fondamentale in questo senso; Nick Garcàa è un difensore centrale che all'occorrenza sa scalare a destra e all'8ª stagione nella Lega il suo valore è conclamato.
Fin qui la retroguardia "storica" dei Wizards: bene ha fatto il management a mantenere inalterata la configurazione della difesa per evitare problemi di "chimica" all'inizio della stagione; poi ci sono Tyson Wahl e Ryan Raybould, 2 sophomore che già l'anno scorso hanno dimostrato di poter dire la loro e quindi anche quest'anno torneranno utili. Michael Harrington invece arriva dal draft, è uno dei migliori prospetti ma che sia pronto subito ne dubitiamo.
A centrocampo invece c'è sovrabbondanza di uomini, sicuramente qualche elemento verrà tagliato, ma c'è molta indecisione al riguardo.
Sicuri in roster ci sono: Davy Arnaud alla sua 6ª stagione con i Wizards, infaticabile centrocampista offensivo che sa anche andare in gol (4 lo scorso anno, con 4 assist); Sasha Victorine, non molto dinamico ma con un grande senso della posizione e una visione di gioco a 360° (3 gol e 8 assist l'anno scorso); Kerry Zavagnin, ormai 33enne "portatore d'acqua" del centrocampo di Kansas City: non un realizzatore né un uomo-assist, ma se c'è da recuperare una palla chiedete a lui; anche Jack Jewsbury, ormai al 5° anno nella MLS, è un titolare fisso della linea mediana dei Wizards (1 gol e 3 assist nel 2006).
Insomma gli uomini-base del centrocampo ci sono: bisogna decidere chi saranno quelli che ruoteranno attorno a questo nucleo.
E allora troviamo: Will John, che dopo una stagione 2005 sfortunata a Chicago si è trasferito a Kansas City, dove però ha giocato solo 1 partita e la sua conferma è in forte dubbio; Matt Groenwald (19 gare e 2 assist nel 2006) e Lance Watson (11 partite l'anno scorso), 2 sophomore che hanno dimostrato di poter fare la squadra; e una valanga di rookies (A.J. Godbolt, Ryan McMahen, Aaron Hohlbein, Edson Elcock e Michael Kraus) che forse potranno giocare scampoli di partite.
Il nuovo coach Curt Onalfo vorrà capire bene cosa può dare ognuno di loro prima di prendere una decisione definitiva: di certo tutti non potranno rimanere, ma magari tra di loro si nasconde un futuro gioiello.
Arriviamo all'attacco, e qui partono le dolenti note: sì, perché (come per la difesa ed il centrocampo) anche qui si è cambiato ben poco, ma il reparto offensivo era decisamente quello che più aveva bisogno di una "sistemata".
Eddie Johnson è alla 7ª stagione nella MLS; in 6 anni ha segnato 26 gol e servito 7 assist: un po' pochino, no? E pensare che alla fine del 2005 (quando ancora giocava a Dallas) il Benfica offrì alla MLS la bellezza di 5 milioni di $ per averlo: roba da matti, ma all'epoca Johnson era reduce da una stagione da 12 reti, ossia quasi la metà di quanto ha fatto nel resto della sua carriera.
Il ragazzo non è certo scarso, ma il suo più grosso limite è la continuità e il fatto di parlare tropo (ché se segnasse quanto parla a quest'ora sarebbe a Barcellona o a Manchester); sicuri che sia la 1ª punta che serve ai Wizards?
Il suo compagno d'attacco, Scott Sealy, è molto più contenuto nelle dichiarazioni e ha decisamente un altro peso anche in fase realizzativa: 10 gol e 1 assist nel 2006 (stagione da sophomore) e in totale già 19 reti in 2 stagioni. Il suo problema è che sembra un po' leggerino e non è velocissimo, anche se è molto efficace in contropiede.
Ma può andare molto lontano Kansas City con questa coppia di punte? Consideriamo anche che gli attaccanti di riserva sono tutti rookies o poco più (Ryan Pore è più bravo a far salire la squadra che a segnare), e Yura Movsysian (4ª scelta assoluta del Draft 2006) è molto lontano dall'essere maturo per fare il titolare.
Il coach invece è cambiato: ora in panchina c'è Curt Onalfo, brasiliano naturalizzato americano, che ha giocato da professionista anche in Francia e in Messico. È un seguace delle teorie di Bruce Arena, e poiché l'ex ct della Nazionale non ci entusiasma saremmo tentati di storcere la bocca di fronte a questa scelta.
Ma bisogna ovviamente vedere come gioca la squadra: molto probabilmente vedremo un classico 4-4-2, che è la soluzione migliore in assenza di un vero e proprio uomo dell'ultimo passaggio; molto lavoro per le punte per creare situazioni e palloni giocabili, proprio il contrario di quello che ama fare Johnson…
Il nucleo della squadra è molto solido, unito e compatto, ed è cambiato molto poco; se questo sia un vantaggio o uno svantaggio lo dirà il campo. Noi possiamo solo augurare ai Wizards di tornare a recitare un ruolo di prim'ordine nella Lega, e non dubitiamo che la nuova situazione societaria sarà molto d'aiuto in questo…
Alla prossima!!