Mo Johnston, lo scozzese coach del Toronto FC
La nascita di una franchigia di espansione nella MLS viene salutata di solito con molto calore, perché generalmente significa che la Lega è in salute e può affrontare un evento così importante, che apre nuove prospettive alla diffusione del calcio in USA.
Così è stato anche per il Toronto FC, i cui giocatori si apprestano ad incrociare i bulloni con le altre 12 squadre della MLS. Per Toronto è necessario affrontare la preview in maniera differente dalle altre: infatti la squadra è alla sua 1ª stagione, e non si possono fare paragoni con il passato che non c'è.
L'unica cosa che possiamo fare è analizzare il roster messo assieme fino ad oggi, con i pregi e i difetti che ogni operazione di questo genere comporta.
Iniziamo dunque la nostra analisi dai portieri: e, ad oggi, l'unico goalie a disposizione di coach Mo Johnston è Greg Sutton, 30enne portiere che ha giocato le ultime stagioni ai Montreal Impact della USL, ma ha anche passato un paio di stagioni ai Metrostars e ai Fire. Il valore di Sutton non è in discussione, ma è fuor di dubbio che quanto prima Toronto dovrà dotarsi di un secondo goalie all'altezza.
La difesa è un reparto giovane ma esperto, che difetta solo in quantità : Rich Asante arriva dal college, Syracuse per l'esattezza, quindi è tutto da scoprire, così come il neozelandese Andrew Boyens, anche lui ex-collegiale; invece Adam Braz ha una discreta esperienza: oltre ad avre giocato le ultime 2 stagioni a Montreal (USL), ha anche fatto parte del Vasteras SK, squadra svedese non di 1ª fila, ma che ha arricchito il bagaglio del giocatore.
Chris Pozniak ha invece giocato quasi solo all'estero; dal 2001 (ultima stagione coi Toronto Lynx) si è trasferito prima in Svezia, all'Orebro, e poi in Norvegia, all'Haugesund, e questa esperienza internazionale è un valore aggiunto notevole; così come per Marco Reda, altro ex-Toronto Lynx (e ultimo difensore in rosa) che ha giocato in Norvegia, al Sogndal, e poi in Danimarca, all'Aalborg.
Intelligente la scelta del management di Toronto, che ha deciso di puntare su giocatori domestic (cioè canadesi), che oltretutto hanno il grande vantaggio di aver giocato in Europa per qualche anno e apportano anche una dimensione internazionale al roster. L'unico problema è che si tratta di un reparto sottodimensionato: con un influenza si riempie l'infermeria e si svuota la difesa.
Dove c'è abbondanza di materiale è a centrocampo: Jim Brennan è la punta di diamante di questo reparto; ha 30 anni e ha giocato le ultime 10 stagioni nella Premier League inglese (Nottingham Forest, Norwich City e Southampton le sue squadre). Buona visione di gioco, piedi sensibili, discreto realizzatore, torna a casa per avere la possibilità di aiutare il Canada a sviluppare la visibilità del proprio movimento calcistico.
L'uruguagio 31enne José Cancela, invece, è uno dei pochi che arriva dalla MLS; preso nell'expansion draft direttamente dai New England Revolution, è un elemento forse sottovalutato dal team di Boston. Cancela unisce buona visione di gioco ad un temperamento combattivo e mezzi tecnici importanti, per cui a Toronto un simile giocatore fa più che comodo.
Lo stesso si può dire di Richard Mulrooney, 31 anni, scaricato forse troppo frettolosamente da Dallas; l'ex-Hoops, infatti, è bravo come pochi ad agire da elemento di rottura e ribaltare il fronte dell'azione: i 55 assist distribuiti in carriera stanno lì a testimoniarlo.
C'è anche Ronnie O'Brien, 29 anni, anche lui ex-Dallas, altro assist-man di lungo corso (35 in 5 stagioni), che potrà offrire un contribuito fondamentale alla stagione inaugurale di Toronto.
Forse si può obiettare che il centrocampo dei biancorossi è un po' "vecchio"; vero, ma a Toronto nelle sue prime stagioni ciò che serve è gente d'esperienza che aiuti a far maturare i giovani.
Che sono Paulo Nagamura, proveniente dai Galaxy e alla sua 3ª stagione MLS (centrocampista dal gran temperamento, gli serve una guida in mezzo al campo e Donovan non poteva esserlo); Tyler Hemming, developmental player che forse potrebbe entrare in rosa visti i discreti risultati del training camp; e ovviamente Maurice Edu, la 1ª scelta assoluta del SuperDraft 2007, colui che nei piani di Johnston dovrà diventare il leader naturale di questa squadra.
Su Edu ci soffermiamo un po' di più: viene accreditato di essere più che altro un centrocampista difensivo dal fiato inesauribile e dalla tecnica invidiabile. Non disdegna però la zona-gol, visto che ne ha segnati 10 nella sua carriera al college, a cui vanno aggiunti 11 assist.
In attacco Johnston punta tutto su 2 "delusi" della MLS negli ultimi anni: Edson Buddle, che dopo ottime stagioni a Columbus, si è parzialmente perso a New York lo scorso anno (uomo comunque da una decina di gol a stagione); e soprattutto Alecko Eskandarian, l'uomo che da solo nel 2004 ha vinto il titolo con la maglia dei DC United (MVP della Finale), ma che nelle ultime 2 stagioni ha perso un po' di smalto (complice un brutto infortunio nel 2005).
Johnston conta sulla voglia di riscatto di tutti questi giocatori, che (chi per un motivo, chi per l'altro) sembrano essere stati trattati come pacchi postali indesiderati; possiamo dire che a lui è successa la stessa cosa.
Chiamato a salvare la barca (o meglio, i Metrostars) che affondava nel 2005 (a 3 partite dalla fine della regular season), ne è stato esonerato dopo 2 mesi della stagione regolare seguente, perché i risultati non arrivavano. Siamo convinti che Johnston non attenda altro che di poter assaporare una gustosa rivincita, perché Toronto è assemblata molto meglio di quanto non sembri a prima vista.
Cercare la giusta chimica di squadra richiederà del tempo, e questo costerà parecchio in termini di punti persi soprattutto all'inizio, ma siamo convinti che la 1ª stagione del Toronto FC potrà essere foriera di soddisfazioni.
Non parliamo nemmeno di play-off, per carità : ma riuscire a creare una base solida di tifosi sarà un passo importante per il futuro della franchigia.
Alla prossima!!