Drew Stafford, giovane stella dei Sabres
La partita
Quando si è con l'acqua alla gola, con un piede e mezzo fuori dai Play Off, sembra impossibile entrare in pista completamente scarichi, con grinta ed energia ai minimi stagionali. Eppure, è proprio ciò che è accaduto questa settimana a due squadre della Northeast Division.
Il 16 marzo i Toronto Maple Leafs erano di scena a Washington, contro una squadra da tempo in vacanza e che, oltre tutto, ultimamente sembra aver perso anche i guizzi di Alexander Ovechkin. I capitolini hanno invece giocato una partita all'ultimo sangue, come se ogni punto potesse cambiare le sorti della loro stagione, e hanno sconfitto 5 a 1 le foglie d'acero, in formato alquanto sgualcito. Una lunga serie di penalità evitabili ha rotto il ritmo (per altro piuttosto blando) di Mats Sundin e compagni. Il resto lo ha fatto il rientrante Olaf Kolzig, autore di una prestazione maiuscola.
Ancora peggio è andata il giorno dopo ai Boston Bruins, seppure contro una squadra altrettanto assetata di punti, i New York Rangers. Proprio per questo, però, è inammissibile un crollo collettivo come quello subito dalla squadra di David Lewis nel secondo tempo, concluso con un parziale di 6 a 0 a favore degli scatenati newyorchesi, che poi hanno controllato tranquillamente, chiudendo sul 7 a 0.
La lotta per le prime otto posizioni resta aperta, ma ci vorranno ben altre prestazioni.
Il protagonista
L'abbiamo già detto e ripetuto. Mai come in questa stagione i Buffalo Sabres hanno dimostrato di possedere un organico in grado di far fronte alle numerosissime assenze. L'ennesima prova è giunta questa settimana. Con l'infermeria sempre affollata, i Buffalo Sabres hanno raggranellato 7 degli 8 punti disponibili trascinati dal 22enne Drew Stafford.
Il primo impegno settimanale è quello del 15 marzo contro i Florida Panthers a Sunrise. Il giovane rookie, in pista per poco più di 12 minuti, realizza una doppietta ed è una costante spina nel fianco delle pantere. La sera successiva, le sciabole sono di scena a pochi chilometri di distanza, a Tampa: nuova vittoria (3-2) e nuova ottima prestazione di Stafford, corredata dall'assist per la rete del provvisorio 2 a 1 di Derek Roy.
La sfida alle compagini della Southeast Division continua 48 ore dopo in quel di Atlanta. I Buffalo escono sconfitti al supplementare, ma Stafford va di nuovo in rete e vede il suo minutaggio rasentare i 14 minuti. La settimana trionfale si chiude il 21 marzo in casa contro i Capitals così come era iniziata: vittoria dei Sabres e doppietta di Stafford, per un totale di 5 gol e di un assist in quattro partite. Un'arma offensiva in più sulla strada per la Stanley Cup.
La rete
Un Power Play da manuale permette ai Montréal Canadiens di realizzare la rete del temporaneo pareggio (3-3) in una partita poi persa 5 a 3 contro i Pittsburgh Penguins il 16 marzo.
Il solito Sheldon Souray manovra il disco sulla linea blu e lo porge a Saku Koivu, appostato lungo le balaustre. Il capitano cerca Michael Ryder nell'angolo opposto, attraversando in diagonale tutto il terzo con un passaggio a dire il vero piuttosto azzardato. L'assist infatti è impreciso, ma Ryder riesce comunque a controllare il puck e a ritornarlo sulla blu sul bastone di Souray.
Il forte difensore finta il tiro e serve invece di nuovo Ryder, che si accentra e imbecca ancora Koivu dall'altra parte. A questo punto, il finlandese riprova il passaggio in diagonale, che questa volta è precisissimo e permette ad Andrei Markov, inseritosi dalle retrovie, di insaccare a porta sguarnita, con tutto il pacchetto di difensori dei Penguins sbilanciato per i continui cambiamenti di fronte.
Lo spunto
A una manciata di settimane dall'inizio dei Play Off, può essere utile dare un'occhiata ai cosiddetti "tough guy" delle squadre della Northeast Division, i giocatori pronti a tutto, a dare e ricevere botte, a gettare il cuore oltre l'ostacolo, ad alzare la soglia del dolore. Caratteristiche fondamentali se si vuole avere successo nel periodo più duro dell'anno.
Con la partenza di Mike Grier e di Jay McKee e l'infortunio di Paul Gaustad, tre tra i più assidui lavoratori della NHL, i Buffalo Sabres, costruiti quasi esclusivamente su finezza e rapidità , sembrano aver perso la (poca) forza intimidatoria che possedevano lo scorso anno. A "proteggere" le stelle della squadra sono rimasti i soli Andrew Peters e Adam Mair, ma i Sabres riescono a sopperire a questa apparente lacuna con un'incredibile forza mentale, che ha permesso loro di recuperare e girare un gran numero di partite che sembravano perse.
Diverso il discorso per gli Ottawa Senators. Certo, Chris Neil e Brian McGrattan sono temibili guardie del corpo, ma nessuno ha dimenticato la rissa con Buffalo del 22 febbraio, quando il povero Ray Emery, dopo aver "duellato" con Martin Biron, venne aggredito da Andrew Peters senza che un compagno accorresse in suo soccorso. La Stanley Cup non si vince (per fortuna) picchiando più forte degli altri, ma se sul ghiaccio i senatori non si faranno rispettare, l'agognato trofeo resterà un'oasi irraggiungibile.
I Montréal Canadiens, sempre che raggiungano i Play Off, hanno un problema molto simile. In una recente partita contro i Pittsburgh Penguins, Saku Koivu subì ogni genere di provocazione da Colby Armstrong senza che Chris Higgins e Michael Ryder (i compagni di linea del finlandese) guardassero almeno in cagnesco l'ala dei pinguini. Alla fine intervenne Sheldon Souray, svolgendo un lavoro che non dovrebbe spettare a lui.
Dopo il ritiro di Tie Domi, le penalità per rissa assegnate ai Toronto Maple Leafs sono calate sensibilmente, ma le foglie d'acero trovano comunque il modo di farsi rispettare. Wade Belak è il "punitore" designato, ma giocatori come Darcy Tucker e il sottovalutato Chad Kilger (tra i primi dieci nella classifica delle cariche) sono spesso in prima fila se ritengono che un compagno ha subito un torto.
Fino a fine gennaio, i Boston Bruins erano una squadra molto "amichevole", piuttosto allergica agli scontri. Tutto è cambiato proprio il 30 gennaio, quando nei primi minuti di una partita contro i Buffalo Sabres David Krejci venne messo fuori uso da Adam Mair con una carica per lo meno dubbia e nessuno si prese la briga di chiedere spiegazioni al reo. Il pubblico contestò violentemente per tutto il prosieguo della partita, calmandosi soltanto quando, nel terzo tempo, Wayne Primeau saltò addosso a Mair. Da allora, Jeremy Reich, richiamato da Providence (AHL), ha messo in mostra regolarmente le sue doti pugilistiche e anche Andrew Alberts si è dato da fare.
La curiosità
Avete visto il thriller "Il numero 23" con Jim Carrey, basato sulla numerologia? Se avete due minuti da perdere, ci si potrebbe lanciare a raffica in un giochino con le squadre della Northeast Division.
I Montréal Canadiens hanno vinto 23 Stanley Cup. I Toronto Maple Leafs, invece, hanno alzato l'ultima coppa nel lontano 1967. Provate a sommare le cifre. Esatto, fa 23. La prima squadra NHL su suolo americano è stata fondata a Boston nel '23. Dopo 44 partite, l'austriaco dei Buffalo Sabres Thomas Vanek aveva 23 reti, 23 assist ed era +23 nella statistica +/-. Una delle cariche più discusse della stagione è stata quella di Chris Neil che ha steso Chris Drury. L'attaccante degli Ottawa Senators poco prima aveva realizzato il suo 23° punto.
Non lo farò mai più, ve lo prometto.
Le ultime
Buone notizie in casa Sabres. Tim Connolly si allena regolarmente per conto suo, pattinando per mezz'oretta prima della sessione dei compagni. Le conseguenze della commozione cerebrale dello scorso anno sembrano ridimensionarsi e la frattura da stress al ginocchio appare in via di guarigione.
In casa Maple Leafs anche Tomas Kaberle è pronto al rientro e potrebbe tornare sul ghiaccio durante il fine settimana. Nel frattempo, in occasione della sfida tra Toronto e New Jersey del 20 marzo, Wade Belak si è "preso cura" di Cam Janssen, l'autore del brutto fallo che aveva messo fuori uso il difensore ceco.
La classifica
Buffalo 101
Ottawa 94
Toronto 80
Montréal 80
Boston 73