Claudio Reyna è tornato negli USA: i Red Bulls sperano in lui per diventare grandi
A New York, tolti gli Yankees della MLB, le varie squadre delle leghe pro hanno sempre raccolto risultati molto inferiori rispetto agli investimenti profusi dai vari proprietari e azionisti di maggioranza. Il soccer non fa eccezione.
Almeno fino alla stagione 2006, infatti, la squadra di New York (una volta MetroStars, ora Red Bulls) non è mai riuscita a raggiungere nemmeno una Finale MLS, e questo purtroppo incide molto sulla diffusione e il seguito del soccer nella Grande Mela. Infatti a NY, più che dalle altre parti, vincere è più che importante; vincere è tutto.
Così, con l'avvento del magnate austriaco Dieter Mateschitz (proprietario della Red Bull) all'inizio della stagione scorsa, molti hanno pensato che subito i newyorchesi avrebbero iniziato a vincere, senza considerare che il roster della squadra era sostanzialmente lo stesso che nel 2005 aveva agguantato i play-off all'ultima giornata.
E il copione si è ripetuto uguale nel 2006: play-off centrati per il rotto della cuffia ed eliminazione al 1° turno. Ora però Bruce Arena può guidare una squadra costruita interamente da lui; quali sono le reali possibilità dei Red Bulls edizione 2007? Vediamolo insieme.
Il roster è stato rivoltato come un calzino: non c'è più Tony Meola (grande portiere ma pretendeva un posto da titolare e Arena non glielo poteva dare), e al suo posto è arrivato dall'Olanda Ronald Waterreus; non dimentichiamo che NY conta anche su Jon Conway, che a 30 anni e con 6 stagioni di esperienza alle spalle è una garanzia di affidabilità .
In difesa il perno a cui tutto ruota (e come poteva essere altrimenti?) è Marvell Wynne; il gigante d'ebano non è stato nominato Rookie dell'Anno solo a causa dei risultati deludenti della sua squadra, ma questo ragazzo difensivamente è il futuro della Nazionale USA. Crediamo che starà a NY ancora per questa stagione, ma dall'anno prossimo potrebbe essere pronto per venire in Europa.
Per il resto in difesa troviamo Todd Dunivant (arrivato da L.A. nell'ultima parte della stagione scorsa), che con Wynne costituisce un'ottima coppia di centrali; ci sono Taylor Graham e Carlos Mendes, che l'anno scorso hanno offerto un buon contributo (più il 2°, a dir la verità ); Jeff Parke è a NY da 3 anni e si fa valere in marcatura sull'uomo più veloce della squadra avversaria, e Seth Stammler si è guadagnato il posto tra i titolari grazie ad un agonismo che supplisce in gran parte alle sue carenze tecniche (ma ci sono stati vistosi miglioramenti anche sotto questo profilo). Inoltre è rientrato all'ovile Tim Regan, dopo la stagione passata ai CD Chivas; la sua presenza in difesa garantisce la possibilità di un turn-over ragionevole da parte di Arena.
A centrocampo l'arrivo di Eric Denton garantisce un "centopolmoni" di sicuro affidamento, oltre che elemento d'esperienza molto prezioso (visti i suoi 7 anni passati nella MLS); non possiamo poi non parlare del rientro di Capitan America, cioè Claudio Reyna, che torna a casa sua dopo un'intera carriera passata nella Premier League inglese e in Bundesliga. Il vero valore aggiunto di New York è proprio nei piedi di Reyna, che a 34 anni torna negli USA per giocare davanti ad un pubblico che lo adora; i Red Bulls avevano bisogno di una figura carismatica come la sua dopo che Djorkaeff ha appeso le scarpe al chiodo.
Ma proprio ora iniziano i nostri dubbi sul reale potenziale dei Red Bulls; Reyna è uno dei pochi giocatori americani della sua generazione dotati di talento cristallino, ma la sua età comincia a farsi sentire, e per quanto la MLS non sia un campionato dai ritmi pressanti come la Premier League, la carta d'identità è sempre un limite.
In più aggiungiamo che il resto del reparto è costituito, oltre che da Denton, da Blake Camp, Elie Ikangu e Joe Vide, tutti ragazzini alla 2ª stagione in MLS e che insieme arrivano a stento a 15 partite giocate; insomma il centrocampo sembra sguarnito ed è certamente poco dotato d'esperienza.
Si può forse ovviare al problema arretrando qualcuno di quelli che a roster figurano come punte, ad esempio Mike Magee: in 4 anni di MLS ha messo insieme 18 reti in 97 partite (dunque numeri da centrocampista), perché non provarlo come elemento di "rottura" in mezzo al campo col compito di ribaltare l'azione? Anche perché di elementi prettamente di copertura nel centrocampo newyorchese c'è solo Denton, e i miracoli non gli si possono chiedere.
Tra le punte invece c'è abbondanza di uomini, ma la prolificità è quella che è. Dopo l'addio di Amado Guevara (ai CD Chivas), là davanti tentiamo di individuare un uomo da una decina di gol a stagione, bottino (a nostro parere) minimo che la punta principale della squadra deve raggiungere se si vuole che la squadra disputi una stagione all'altezza delle aspettative.
E dunque chi abbiamo? Markus Schopp? L'anno scorso è arrivato dall'Austria per le ultime 5 gare di stagione regolare e non ha mai segnato, ma non gli si poteva chiedere di essere il salvatore della patria: quest'anno è in roster fin dall'inizio e il suo contributo lo potrà dare.
Per il resto c'è Josmer Altidore, splendido atleta diciottenne (in 7 partite ha realizzato 3 reti, tutte decisive, fra l'altro) che se mantiene quello che ha fatto intravedere l'anno scorso avrà un futuro davvero brillante; poi abbiamo Dema Kovalenko e John Wolyniec, alla loro 9ª stagione in MLS.
Il 1° ha giocato solo 12 partite lo scorso anno a causa di un infortunio; il 2° ha fatto il pacco postale tra Columbus, Los Angeles e New York. Nessuno dei 2 è una 1ª punta letale, entrambi sono più bravi a far salire la squadra mantenendo il possesso del pallone, per cui è difficile vederli in campo insieme, ma sono un'arma tattica importante nello scacchiere di Arena.
Poi c'è Dave van den Bergh, punta olandese (arriva dall'Utrecht) che l'anno scorso ha giocato l'ultima parte di stagione a Kansas City.
Insomma, come si può vedere il roster di New York è costituito da molti giovani, anche promettenti, e qualche veterano di sicuro valore; il mix sembra costruito in maniera abbastanza logica, ma Arena dal punto di vista tattico ci ha sempre lasciato perplessi (e le sue scelte al Mondiale di Germania non hanno fatto che acuire queste perplessità ), per cui diventa difficile prevedere come disporrà la squadra l'ex ct.
Potrebbe forse utilizzare un 4-3-1-2, ma il dubbio è sempre quello: chi affiancare a Reyna e Denton? E su questo interrogativo in realtà poggia tutta la stagione dei Red Bulls.
I play-off dovrebbero arrivare (anche solo per il fatto che la squadra è costruita in maniera più logica rispetto a prima), ma come dicevamo all'inizio i newyorchesi vogliono vincere (e una MLS Cup a New York farebbe molto bene anche all'immagine della MLS). Qualche mese fa si parlava del possibile arrivo di Ronaldo a New York: quello sì avrebbe levato parecchie castagne dal fuoco…
Alla prossima!!