Charlie Davies alla presentazione con la maglia dell'Hammarby
Al 2007 MLS SuperDraft i New England Revolution avrebbero volute scegliere quel giocatore del Boston College che lo scorso 24 aprile mise a segno una doppietta (con un gol in splendida rovesciata) che consentì agli Eagles di battere 3-1 i Revs al completo in un amichevole a campionato avviato.
Quel giocatore si chiama Charlie Davies, nato a Manchester (NH) il 25 giugno 1986 e, come detto, il 12 gennaio non sarà al SuperDraft perché pochi giorni fa ha lasciato il Boston College per firmare un contratto con gli svedesi dell'Hammarby IF, che giocano nella Allsveskan, la prima divisione.
Ma Davies non è che il primo di una serie di giovani che hanno deciso di crescere calcisticamente all'estero, evitando di andarsi infilare nei contratti capestro e low cost che la MLS fa firmare ai giovani in arrivo dai college. Tra questi ricordiamo il Benny Feilhaber, all'Amburgo allenato dall'ex laziale Thomas Doll, Lee Nguyen del PSV Eindhoven e Robbie Rogers dell'Heerenveen, tutte possibili prime scelte lo scorso anno, ma tutti hanno deciso di provare a farcela in Europa. Ma questi sembrano solo dei segnali di quello che potrebbe essere un fenomeno che nei prossimi anni potrebbe prendere sempre più piede. Ma non perché i
collegiate players snobbino la MLS, ma semplicemente perché vedono più opzioni avanti a loro e perché gli osservatori europei stanno iniziando ad indirizzare le proprie antenne anche su qualche campo universitario.
A detta di Frank Dell'Apa, cronista del Boston Globe, la MLS riconoscendo il valore di Davies a fine novembre gli ha offerto un contratto top: $1 milione in sei anni più altri soldi provenienti da bonus e sponsor, facendogli capire che oltre a credere in lui intendeva promuoverlo in termini di immagine. Ma la MLS non ha volute riconoscere a Davies quello che era stato dato ad Adu nel 2004. Quando Adu partecipò al Draft, le cose furono sistemate in modo che i D.C. United fossero in una posizione tale da poterlo scegliere, e Charlie volevo giocare prorio con gli United o con i Revs, e questo per la MLS non era possibile. E per questo dopo essere stato seguito da Bordeaux, Celtic Glasgow, Zurich FC e anche AS Roma, ai primi di dicembre Davies è prima andatoa St. Louis per l'Hermann Award (dove si classificato secondo dietro Joseph Lapira di Notre Dame) e ha poi quindi preso un aereo ed è andato a fare un provino all'Ajax sotto gli occhi attenti di Aaron Winter, ex di Lazio e Inter. “E' un buonissimo giocatore, ma non abbastanza per noi – ha sentenziato Winter, responsabile delle giovanili dei “lancieri” di Amsterdam -. Noi stiamo cercando rinforzi per la prima squadra“. Vero anche che, come ha detto il coach del Boston College Ed Kelly, “Non sono così tanti i giocatori che passano dal college direttamente a squadre come Manchester United, Ajax o Chelsea”. Ma Davies è uno che non molla mai. Tagliato dalla Under 20 e ripresosi da un serio infortunio al gionocchio, è un giocatore astuto e veloce, capace di giocate spettacolari e con un gran fiuto per il gol. Come dimostrano i 15 gol in 16 partite segnati quest'anno con BC cui si aggiungono 6 in otto partite giocate con la maglia dei semi-pro Westchester Flames.
Quando l'Ajax ha deciso di non ingaggiare Davies, per lui era fondamentale fare la scelta giusta. Non poteva certo passare di provino in provino rischiando di sollevare interrogativi nocivi per la sua carriera. Per questo ha deciso di accettare la corte dell'Hammarby, che gli ha offerto un contratto simile a quello propostogli dalla MLS.
“La MLS non voleva dare a Charlie quello che voleva, e nemmeno dargli la possibilità di scegliere dove giocare", ha dichiarato Kofi Davies, il papa di Charlie. "L'Hammarby invece ha fatto l'offerta giusta, ma non solo. Lo hanno trattato come se fossse Pelé".
Uno degli aspetti buoni per Davies di essere finito all'Hammarby invece che all'Ajax è che con gli svedesi ha molte più probabilità di scendere in campo con una certa continuità , anche perché l'Hammarby sarà ben contento di vedere Davies segnare e quindi poterlo esporre sul mercato europeo. Perchè la squadra svedese non aspetta altro che qualche club della Premier League o della Bundesliga bussi alla sua porta per comprare il giovane statunitense e riempire le casse del club. Questo a differenza della MLS.
Proprio al riguardo la scelta Davies è stata sicuramente influenzata dalle esperienze di due come Chad Barrett e, più recentemente, Eddie Johnson e Clint Dempsey. Barrett due anni fa era praticamente nella stessa posizione di Davies. Titolare ai Mondiali Under 20 in Olanda, con Davies invece fuori dalla rosa, Barrett firmò con la MLS e in seguito I club europei iniziarono ad interessarsi a lui. Persino il Real Madrid si informò presso un agente USA mettendo a disposizione la cifra di $1 milione. Ma la trattativa si blocco all'origine quando l'agente spiegò al Real che primo, l'offerta andava fatta alla MLS come entità , secondo, molto probabilmente sarebbe stata respinta. Sono passati due anni, e Barrett non è che sia migliorato un granché, ed inoltre ha davanti a sé altri due anni di MLS, a meno di clamorosi cambiamenti, prima di poter eventualmente provare in Europa. Anche Clint Dempsey e Shalrie Joseph dei Revolution hanno avuto gli stessi problemi con la MLS, con Dempsey che solo ora sembra sull'orlo di riuscire a sbarcare in Inghilterra (se otterrà il permesso di lavoro) e solo dopo aver tirato a lungo la corda con la lega, minacciando di rimanere fermo un anno. L'altro caos clamoroso è quello di Eddie Johnson, per il quale la MLS ha rifiutato un'offerta di $4 milioni del Benfica, mentre nel frattempo il giocatore è praticamente sparito dal calcio giocato.
"Una delle preoccupazioni di Charlie era che sarebbe stato obbligato a rimanere nella MLS per sei anni", ha detto Ed Kelly. "L'osservatore dell'Hammarby Micke "Hella" Hellstrà¶m ha notato Davies durante il torneo dell' Atlantic Coast Conference, del quale è stato nominato Offensive Player of the Year, e lo ha cercato. Inoltre il sogno di Charlie era quello di andare a giocare in Europa. È uno che si prende i suoi rischi dentro e fuori dal campo, e questo fa di lui un giocatore speciale. Non ho dubbi che ce la farà ".
"L'Hammarby ha voluto Davies per lanciarlo e poi rivenderlo", ha dichiarato l'agente Patrick McCabe. “Lo scopo dele squadre svedesi è vendere I giocatori e guadagnarci, come hanno già fatto mandandone alcuni in Premier League".
Il 20enne Davies differisce da Adu, Barrett e Dempsey perché ha preparato il suo trsaferimento in Europa già da un po', anche grazie al ruolo giocato dal padre Kofi, nato in Gambia e trasferitosi nel New England una trentina di anni fa. “Una delle ragioni per cui Charlie ha deciso di passare pro in Europa è che punta alle Olimpiadi di Pechino 2008. E tutti quelli che giocano per l'Olimpica sono professionisti. E dopo le Olimpiadi nel 2010 ci saranno i Mondiali, e se lui fosse rimasto al college ancora avrebbe sicuramente perso il treno buono".
Alcuni critici americani avrebbero visto bene Davies nella squadra riserve o nella primavera di qualche società francese o tedesca, per consentirgli di crescere e abituarsi al calcio europeo. Ma pare che Tony Gustavsson, l'allenatore dell'Hammarby, sembra sia rimasto molto colpito dall'istinto per il gol e dalla velocità di Davies, per quanto tatticamente il ragazzo debba ancora disciplinarsi, e che dal fatto che Davies fosse proprio il tipo di attaccante che cercava.
L'Hammarby, fondato nel 1897, è uno dei club svedesi con più storia alle spalle. Dall'Hammarby arrivò all'Inter il mitico Lennart "Nacka" Skoglund negli anni '50, giocatore fantastico capace di geniali invenzioni e gol strepitosi, ma anche indisciplinato e ingenuo fuori dove si distingue per una vita piena di eccessi. Morto in casa a soli 46 anni ufficialmente lo ha stroncato un infarto, ma si parla anche di suicidio. Addirittura il cantante scozzese Rod Stewart, che giocò per un breve periodo con il Brentford FC prima di intraprendere la carriera artistica, fu così impressionato dalla stria di Skoglund che divenne tifoso e investitore della squadra. Ma l'Hammarby, che è una polisportiva, ha un investitore forse meno famoso ma molto noto nel soccer Usa e non solo: l'AEG, Anschutz Entertainment Group, proprietario di vari team della MLS. E non è chiaramente una coincidenza che l'Hammarby andrà a sostenere parte della sua preparazione precampionato presso l'Home Depot Center, di proprietà dell'AEG, dal 15 al 30 gennaio. Un maligno potrebbe anche pensare che l'AEG abbia fatto in modo di mettere Davies fuori dal Draft sì da poterlo poi prendere eventualmente in prestito, oppure venderlo e prendersi tutti i soldi, senza doverli condividere con gli altri owner della MLS. Del resto gli affari sono affari.
Con Charlie Davies in Svezia, e con Dempsey in rampa di partenza, le attenzioni degli appassionati di calcio del New England si riversano sul fratello di Charlie, Justin Davies, senior alla Brooks School, che va a finire sotto i riflettori come già successo al fratello di Freddy Adu, Fro Adu, che è recentemente entrato alla George Mason.