Nowak da D.C. alla Nazionale

Bob Bradley e Peter Nowak, di nuovo insieme dop gli anni di Chicago, stavolta in panchina

Peter Nowak, che sulla panchina dei D.C. United ha vinto la MLS Cup 2004 e la supporters shield di quest'anno ha deciso di lasciare i rossoneri di Washington per assumere l'incarico di assistano coach dello U.S. national team.

Il contratto di Nowak sarebbe scaduto alla fine del 2006, e nonostante lui e il presidente dei D.C. United Kevin Payne avessero discusso le condizioni per il rinnovo nelle ultime settimane, il coach polacco ha deciso di accettare l'offerta arrivata dal coach ad interim della Nazionale, Bob Bradley. Nowak è stato il faro del centrocampo dei Chicago Fire guidati da Bradley nel periodo 1998-2002, e a Bradley è rimasto legato anche in questi anni di rivalità . Bradley, nominato CT ad interim della Nazionale USA ad inizio dicembre, ha effettuato le sue prime convocazioni questa settimana, avviandosi a dirigere il suo primo ritiro, che si terrà  dai primi di gennaio all'Home Depot Center di Carson (CA).

Nonostante la mancanza di esperienza in panchina, in tre stagioni Nowak era riuscito a mettere insieme uno score di 42-27-25, riuscendo a riportare al successo un team che era finito nella mediocrità  dopo aver vinto tre titoli nei suoi primi quattro anni di vita. Ma oltre a guidare la squadra, Nowak era incaricato dello sviluppo del talento del giovane Freddy Adu, che proprio Nowak aveva fatto esordire all'età  di 14 anni, nel 2004. Ma mentre il team tornava al successo, il rapporto fra Nowak e Adu è andato deteriorandosi, in particolare durante lo scorso anno, con Adu che si è spesso lamentato per lo scarso utilizzo. Le cose sembravano potersi sistemare quest'anno, ma Adu non si è mai sentito a suo agio nel giocare sulla fascia, dove Nowak tendeva a piazzarlo. Per questa ragione poco prima della fine della stagione il ragazzo nativo del Ghana ha chiesto di essere ceduto ad una squadra che gli avrebbe potuto dare la possibilità  di giocare con continuità  e nel suo ruolo preferito, dietro le punte. E così, dopo un periodo di allenamento col Manchester United agli ordini di Alex Ferguson, la scorsa settimana Adu si è trasferito al Real Salt Lake.

Nel mentre, Nowak è rimasto male di non aver ricevuto un'offerta di prolungamento del contratto durante l'estate e già  durante i playoff aveva dichiarato che durante l'inverno avrebbe analizzato altre opzioni, inclusa la possibilità  di trasferirsi in Europa ad un club non identificato. Nowak era inoltre nella lista dei papabili alla panchina della Nazionale sul taccuino del presidente della Federazione USA, Sunil Gulati, il cui comportamento nella ricerca di un coach per la Nazionale non rimarrà  negli annali del calcio, nemmeno di quello americano.

Con riguardo ai ritardi nel rinnovo, la scorsa estate Kevin Payne, CEO dei D.C., aveva dichiarato che la causa era l'incertezza connessa alle trattive per la cessione del club ad un gruppo di investitori. Ancora la scorsa settimana Payne era fiducioso in un accordo con Nowak; "Peter sa che lo vogliamo qui - aveva detto - abbiamo già  discusso al riguardo, e speriamo di risolvere la questione al più presto". E così è stato, ma non nel senso che Payne pensava. Vero che a supporto di quest'idea c'era stato anche il fatto che Nowak aveva accompagnato il direttore tecnico di D.C. Dave Kasper in Brasile e Argentina nel mese scorso per andare a d osservare alcuni giocatori.

Peter Nowak verrà  sostituito sulla panchina dei D.C.da Tom Soehn, suo secondo in questi ultimi tre anni. Soehn, 40 anni, è stato più volte candidato ad assumere una panchina nella MLS, e recentemente aveva discusso la possibilità  con FC Dallas e Chivas USA. Difensore per cinque anni nella MLS tra Dallas e Chicago, a fine carriera ha subio assunto l'incarico di assistano a Chicago, per poi unirsi all'ex compagno di squadra Nowak a Washington nel 2004.
Dello staff di Nowak rimarrà  anche Mark Simpson, ex portiere degli United e attuale allenatore dei portieri, il che, insieme all'incarico conferito a Soehn, renderà  più semplice la transizione per i giocatori di D.C.

Certo, la scelta di Nowak fa sorgere degli interrogativi. Perché diventare assistente di un CT ad interim? È per questo che Peter Nowak ha lasciato i D.C. United? Per diventare il vice di Bob Bradley?
A prima vista sembra quantomeno un passo indietro. Perché lasciare il miglior team della MLS per giocare il ruolo di secondo di un qualcuno rispetto al quale hai dimostrato di essere superiore negli ultimi tre anni? Sarebbe immaginabile uno scenario del genere negli ultimi tre anni con, ad esempio, Roberto Mancini che lascia l'Inter per diventare il secondo di Roberto Donadoni?

Comunque, con Nowak, possiamo dire che i due migliori coach della MLS sono ora in Nazionale. Cosa che rafforza non poco la posizione di Bradley nel cammino verso Sud Africa 2012. Tutto sommato, perché lasciare il tuo club per andare a fare il coach ad interim, non poteva forse fare entrambe le cose?
E così, il fallimento delle trattative con Jurgen Klinsmann e José Pekerman non è stata solo un'occasione persa, vidto che la Nazionale USA aveva bisogno di un bravo CT straniero che potesse portare esperienza e un'aria di rinnovamento, ma è stata anche un danno per la MLS. Anche perché a quanto pare è difficile portare coach stranieri nella lega, dato il difficile sistema per uno straniero relativo a drafting, allocations e playoff.

Chi può dire di aver fatto una mossa ottima è invece l'attuale U.S. National Team interim coach, Bob Bradley, che solo pochi fa ha diramato le sue prime convocazioni, puntando principalmente su giocatori giovani e anche un po' inesperti a livello internazionale. Infatti, Nowak era stato un solido candidato nella corsa alla panchina della Nazionale USA, e chiamarlo al suo fianco lo rafforza non poco, dando anche maggior spessore allo staff adeso in carico della Nazionale, mettendo insieme il giusto mix di esperienza in panchina (Bradley) e in campo (Nowak), quest'ulima molto importante in termini di credibilità  nei confronti dei giocatori, anche se non sono pochi i casi di allenatori privi di precedenti in campo (uno per tutti: Arrigo Sacchi).

La scelta, ovviamente avallata dal Presidente Gulati, che però non ha commentato, lascia anche pensare che l'incarico di Bradley non sia più a tempo. Infatti, Bradley era stato assunto con l'assicurazione che in caso di ingaggio di un coach straniero a lui sarebbe toccata l'Olimpica. Ma l'Under 23 che si avva alle qualificazioni per Pechino 2008 è stata ora assegnata a Nowak.

A questo punto non rimane che sperare che Bradley e Nowak siano in grado di mettere insieme un gruppo di giocatori in grado di non sfigurare nei due importantissimi appuntamento che la Nazionale USA sarà  chiamata ad affrontare nel 2007: Gold Cup, competizione Concacaf, e Copa America, cui gli USA sono stati invitati e dove affronteranno squadre del livello di Brasile, Argentina ed Uruguay.

Intanto, ai primi di gennaio si riunirà  a Carson, in preparazione ai match amichevoli con Danimarca (20 gennaio) e Messico (7 febbraio), i primi dai Mondiali, un team composto solo da giocatori della MLS (oltre ad un paio che giocano in Danimarca). Ecco la lista:

Portieri (4) – Joe Cannon (Los Angeles Galaxy), Brad Guzan (Chivas USA), Troy Perkins (D.C. United), Matt Reis (New England Revolution)

Difensori (9) – Chris Albright (Los Angeles Galaxy), Bobby Boswell (D.C. United), Jonathan Bornstein (Chivas USA), Jimmy Conrad (Kansas City Wizards), Bryan Namoff (D.C. United), Michael Parkhurst (New England Revolution), Heath Pearce (FC Nordsjaelland), Dasan Robinson (Chicago Fire) Eddie Robinson (Houston Dynamo)

Centrocampisti (11) – Kyle Beckerman (Colorado Rapids), Brian Carroll (D.C. United), Ricardo Clark (Houston Dynamo), Brad Davis (Houston Dynamo), Clint Dempsey (New England Revolution), Landon Donovan (Los Angeles Galaxy), Joshua Gros (D.C. United), Sacha Kljestan (Chivas USA), Justin Mapp (Chicago Fire), Pablo Mastroeni (Colorado Rapids), Brian Mullan (Houston Dynamo)

Attaccanti (5) – Kenny Cooper (FC Dallas), Alecko Eskandarian (D.C. United), Nate Jaqua (Los Angeles Galaxy), Chris Rolfe (Chicago Fire), Taylor Twellman (New England Revolution)

Qualche sorpresa (il ritorno di Reis, Eskandarian) e alcune conferme (Donovan su tutti, nonostante le delusioni del 2006). Tre giocatori mancano dalla lista: il primo è Brian Ching, che sta recuperando da un infortunio al ginocchio subito a metà  stagione e mai superato del tutto; Jose Burciaga, tra i tre candidati a Defender of the year, cui però Bradley preferisce il suo pupillo Jonathan Bornstein; Taylor Twellman, che recente si è dovuto operare per un'ernia. Fuori per scelta tecnica "vecchi" bomi quali Steve Ralston, Jeff Cunningham (capocannoniere 2006) e Ben Olsen, ma manca qualcuno impegnato con l'Under 20.
Assenti i giocatori impegnati in Europa, che i club non rilasciano per le amichevoli, ci sono invece Heath Pearce (Nordssjaelland) e Danny Califf (Aalborg) che giocano in un campionato che segue lo sesso calendario della MLS.

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