Sconsolata immagine di Jim Edmonds e Reggie Sanders, sullo sfondo
Sembrava impossibile ed invece è accaduto: i Boston red Sox non sono riusciti a fare tesoro dei propri errori difensivi (quattro) di Gara-1 e sono ricaduti in fallo proprio come nella serata precedente, offrendo uno spettacolo “raccapricciante” per i puristi della fase difensiva.
Certo una grossa mano agli idoli del Fenway Park l'ha data il loro grande pitcher Curt Schilling, che partendo in Gara-2 è diventato il 17esimo pitcher della storia a lanciare come starting pitcher una partita di World Series in entrambe le leghe.
“Non riuscivo a muovermi né a camminare, quando ho salutato mia moglie per recarmi allo stadio le ho detto che per come mi sentivo stamattina sarebbe stato difficile riuscire a lanciare, ma il dottor Morgan ha fatto un gran lavoro; poi non so cosa sia successo sul monte, credo di essere andato bene…“, commenta il 37enne pitcher dei Red Sox, che ha chiuso la gara con la vittoria dopo sei inning lanciati in cui non ha concesso punti (il punto segnato dai Cardinals nel quarto inning è stato frutto del solito errore difensivo) ed ha limitato il temibile line-up di Saint Louis a sole 4 valide.
“Non posso dirvi ora se lo potremmo fare una terza volta“, spiega il medico che ha suturato prima delle ultme due apparizioni di Schilling sul monte i tendini della sua caviglia destra, “molto dipenderà da come reagiranno i suoi tendini e da quello che deciderà di fare Curt“.
Il cuore e la grinta di Schilling però non li scopriamo certo oggi, e sicuramente se ci sarà di nuovo bisogno di lui l'ex D-Backs non esiterà un momento a rispondere presente alla chiamata di Terry Francona.
Un Terry Francona ovviamente entusiasta della prestazione del suo asso, il quale però fa notare come la situazione di Schilling vada valutata con prudenza: “Ogni volta che un giocatore sale sul monte nelle sue condizioni ogni lancio fa storia a sé, bisogna valutare le circostanze momento per momento con buon senso; adesso non vi posso dire se ci sarà ancora bisogno di lui e se io lo utilizzerò di nuovo, però se mi chiedete se mi sembra sano vi rispondo che è stato sano abbastanza per farci vincere la partita“.
Partita che si è messa subito bene per i padroni di casa, che anche senza trovare colpi clamorosi da parte dei propri sluggers sono riusciti ad andare per primi in vantaggio mettendo così pressione a Matt Morris e compagni.
“Sapevamo che Morris lanciava con soli tre giorni di riposo alle spalle e volevamo farlo stancare il prima possibile per affrontare il loro bullpen e trovare qualche battuta importante; ha funzionato“, sono state le parole di Ron Jackson, hitting coach di Boston.
E le battute importanti sono prontamente arrivate, ancora una volta dal fondo del line-up, da quei giocatori che forse Tony LaRussa ed i Cardinals non si aspettavano di vedere così efficaci al piatto.
“Le basi-ball contro i nostri battitori di potenza ci hanno aiutato, preparando il terreno per le clutch-hits di Jason (Varitek), Mark (Bellhorn) ed Orlando (Cabrera)“, ha concluso Jackson.
In casa Cardinals c'è grande rammarico sia per lo slump offensivo che ha colpito quasi tutto il line-up in queste due gare a Fenway (tranne il solito inarrestabile Albert Pujols), sia per l'incapacità di sfruttare gli 8 errori complessivi regalati dai Sox in questi primi due scontri.
“E' molto frustrante il risultato di stasera“, commenta il manager Tony LaRussa, “perché il nostro line-up ha battuto con attenzione dal primo all'ultimo inning, toccando bene i lanci che sono arrivati, ma per questione di centimetri non siamo riusciti a concretizzare; non dico che avremmo vinto la partita, ma potevamo perdere 6-4, e per il morale sarebbe stato importante“.
Poi un'osservazione di carattere tecnico: “Abbiamo trovato qualche valida importante, ma quando eravamo in condizione di segnare dei punti Terry Francona è stato bravo a rivolgersi al suo bullpen che ha svolto bene il proprio lavoro“.
Adesso la serie si sposta a Saint Louis, dove i Cardinals dovarnno cercare di fare quello che i Red Sox hanno fatto nelle finali di AL: rimontare, disperatamente rimontare.
“Siamo sotto 2-0, ma adesso torniamo a casa e speriamo che la cosa ci possa avvantaggiare; io non sto battendo bene in queste World Series ma in fondo sono state solo due partite, perciò non mi preoccupo più di tanto“, aggiunge Jim Edmonds.
“Comunque è bello sapere che quando torneremo in campo fra due giorni saremo nel nostro Busch Stadium“, chiosa l'esterno centro di Saint Louis.
Country Roads take them home…