Un'altro boccone amaro da digerire per Joe Torre…
L'affronto è servito. Mai nel baseball (e mai nel basket NBA, se è per quello…) nessuna squadra era riuscita a recuperare da un passivo di 0-3 in una serie di playoff. Coloro che per primi hanno rotto questo incantesimo sono stati, all' interno di un singolarissimo disegno perpetrato dalla sorte e dal destino, proprio i Red Sox ai danni degli Yankees.
Impresa titanica per le Calzette Rosse del Massachussetts, capaci e caparbi nell' attuare la titanica impresa di invertire la inerzia della ALCS, quando dopo la disfatta per 8 a 19 a Fenway Park in Gara 3 tutto sembrava orribilmente perduto, e la Maledizione del Bambino sembrava più che mai impossibile da sconfiggere.
Ma poi la costanza di Terry Francona, la potenza di David Ortiz, la affidabilità di Tim Wakefield e di Derek Lowe, l' immenso cuore di Curt Schilling e il risveglio di Johnny Damon hanno pian piano inesorabilmente sgretolato il dominio tecnico e soprattutto mentale degli Yankees, arrivando di slancio a Gara 7 allo Yankee Stadium, facendo sfoggio di un approccio mega intenso e di una condizione straripantemente superiore.
Bravissimi i Red Sox, fedeli nel credere fino in fondo alla vittoria, ma…. gli Yankees? Che cosa è successo? Chi ha sbagliato? Perchè la squadra più vincente dell' ultimo millennio si è sciolta come neve al sole? Perchè il team più ricco e con il monte stipendi più alto si è così afflosciato proprio all' ultimo, e per giunta di fronte all' avversario più odiato e disprezzato? Con chi se la prenderà stavolta l' esplosivo George Steinbrenner? I motivi sono molteplici, e i segnali di questo cedimento sono evidenti già da alcuni anni, con il GM Brian Cashman protagonista di alcune mosse di mercato assolutamente non azzeccate (anche complice la sfortuna).
Dopo il Three-Peat a cavallo del nuovo millennio, con regular seasons, playoff e World Series dominate, nel 98 contro i San Diego Padres, 4 a 0 senza discussioni, nel 99 contro gli Atlanta Braves, sempre 4 a 0, e nel 2000 contro i “miei” New York Mets, nelle comunque indimenticabili “Subway Series”, sconfitti per 4 a 1, gli Yankees hanno dovuto giocoforza passare attraverso una sorta di rifondazione che, guardandola con gli occhi di oggi, si è rivelata un semi-fallimento.
Se si analizzano un pò più in profondità i fatti che negli ultimi quattro anni hanno portato i Bronx Bombers a delle brucianti sconfitte, ci si accorge che alcuni dei veterani grandi protagonisti delle vittorie del 98, 99 e 2000, già dal 2001 non c' erano più. Infatti le World Series perse contro gli Arizona D'Backs sono state le ultime per i grandi Paul O' Neill, Scott Brosius (Mvp delle World Series del 98 sui San Diego Padres) e Tino Martinez, da quel momento nei loro rispettivi ruoli gli Yankees hanno sempre avuto grandi problemi.
Hanno acquistato l' esplosivo Jason Giambi dagli Athletics, gli hanno fatto tagliare i capelli e il pizzetto e lo hanno calato in prima base al posto di Tino Martinez, senza ottenere da lui mai una vera e propria stagione convincente, anche se il buon Jason ha come non trascurabile attenuante alcuni gravi infortuni che ne hanno limitato di parecchio l' impiego.
In esterno destro nessuno, se non quest' anno (e poi e poi…..), è stato in grado di non fare rimpiangere O' Neill, nelle stagioni 2002 e 2003 gli Yankees hanno alternato almeno una decina di giocatori in quel ruolo, senza avere mai la solidità difensiva e il grande apporto offensivo che il vecchio numero 21 in pin stripes dava.
Stesso discorso si può fare per il ruolo di terza base, quest' anno è arrivato Alex Rodriguez (in ogni caso con un rendimento al di sotto delle aspettative e del bonifico mensile che gli viene accreditato dalla franchigia) e le cose sono migliorate, ma nelle precedenti stagioni più giocatori si sono cimentati in quel ruolo, ma complice la sfortuna e la poca professionalità di alcuni di loro (Aaron Boone, il definitivo prescelto per quel ruolo, nella off season si è gravemente infortunato giocando a basket, cosa proibita dal suo contratto, lasciando in braghe di tela gli Yankees), New York non ha mai avuto continuità di rendimento, e non è detto che la avrà in seguito con A-Rod, che sta cominciando a mostrare preoccupanti limiti caratteriali.
Ancora più grave e impressionante per gli Yankees è la situazione dei pitchers. Basti pensare che nessuno della rotazione di quest' anno aveva mai vinto un titolo con gli Yankees, infatti il veterano della rotazione era Mike Mussina, arrivato a New York dagli Orioles a metà del 2001 (ci sarebbe stato El Duque Hernandez, purtroppo assente in questi playoff a causa di un infortunio). In una sola off season tre quinti della rotazione se ne sono andati, David Wells, Andy Pettitte e Roger Clemens sono approdati ad altri lidi, dimostrando agli Yankees di non essere ancora da buttare via.
I nuovi arrivati non sono stati assolutamente all' altezza della situazione. Su tutti Kevin Brown, reduce da un disastroso finale di stagione, complice un assurdo pugno al muro costatogli la frattura alla mano e un rendimento ripugnante nei playoff. Altro assoluto flop è stato Esteban Loaiza, arrivato dai White Sox in cambio di Josè Contreras (altra mossa incauta ed infausta di Cashman, il cubano con l' arrivo della propria famiglia nella Grande Mela aveva avuto una impennata di rendimento), crollato psicologicamente sotto le pressioni dell' ambiente e soprattutto della stampa newyorkese.
Anche Javier Vazquez e Jon Lieber, pur reduci da una buona regular season, non sono stati capaci di salire di livello nella post season, mentre i rilievi Paul Quantrill e Tom Gordon, insieme al closer Mariano Rivera, hanno fatto un tremendo fiasco nella serie contro Boston, a dispetto di una regular season impeccabile.
Il problema degli Yankees in questi quattro anni sembra proprio essere questo: incapaci di salire di livello nei playoff. Sconfitti in Gara 7 dai D'Backs nel 2001, eliminati e annientati nelle Division Series dagli Angels nel 2002, dominati dai Marlins nelle World Series del 2003, ed infine rimontati e distrutti dai Red Sox pochi giorni fa, con la sola costante, nelle quattro eliminazioni, di un parco giocatori presenti fisicamente ma “assenti ingiustificati” a livello di rendimento.
Viene da dirlo sotto voce, molto sotto voce, ma se i giocatori cambiano e i risultati continuano ad essere gli stessi, con gli stessi problemi e gli stessi errori, non è che il problema è il coaching staff?
Di certo non è colpa di Joe Torre se A-Rod è indisponente e se Gordon e Rivera si fanno colpire ripetutamente al cuore, ma sembra veramente un problema di mentalità e di attitudine, ovvero le priorità di un coaching staff. Gli Yankees ripartiranno nel 2005 da un parco pitchers più competitivo, ma non è detto che questo basterà a fare ritornare un pennant di World Series al Bronx.