Perkins, miglior portiere della stagione in Major League Soccer.
Troy Perkins, attuale portiere dei D.C. United e vincitore del premio " MLS Goalkeeper of the Year" è nato il 29 Luglio 1981 a Worthington, in Ohio, dove ha iniziato la sua avventura calcistica.
Guidata la Worthington High School al titolo statale nel 2000 grazie a 39 partite senza subire reti, Perkins attraversa l'America da est a ovest per iniziare la sua carriera NCAA a South Florida.
Con i Bulls gioca 14 partite nel suo primo anno, 2001, e una ventina il secondo, 2002, conquistando diversi riconoscimenti personali; nel 2001 viene inserito nel "All-Conference USA Third Team" che raggruppa i migliori talenti che giocano nella C-USA della NSCAA; nel 2002 viene "promosso" nel "All-Conference USA Second Team" e conquista due volte il titolo di "C-USA Defensive Player of the Week", una dei quali dopo una bellissima prestazione contro St.Louis University, partita che lo vede protagonista in quattro salvataggi che aiutano i Bulls ad ottenere una striscia di nove vittorie consecutive in stagione.
Le buone prove fornite con la maglia di USF attirano l'attenzione dei team della Premier Development League viene quindi ingaggiato nell'estate del 2002 dai Cape Cod Crusaders, squadra con cui vince il national championship al primo colpo; presente in tutte le partite della squadra Troy chiude la stagione con una media di 0.81 goal subiti a partita, la più bassa della PDL in quell'anno, e aiuta i Crusaders a raggiungere un dignitoso record di 16 vittorie, 4 pareggi e 2 sole sconfitte.
Finita l'avventura nella lega minore Perkins decide di concludere la sua carriera NCAA difendendo la porta di University of Evansville, college della Division I NSCAA. Con i Purple Aces Troy scende in campo tutte le partite, giocandole per intero, e chiudendo la stagione in modo decoroso con 21 goal subiti in 19 partite.
Uscito dal college nel 2003 e andato undrafted, il portiere di Worthington ha firmato un "development contract" con i D.C. United prima della partenza della stagione 2004. Partito in sordina anche per la concorrenza di due validi portieri come Nick Rimando e Doug Warren, Perkins si ritaglia uno spazio importante con la franchigia capitolina scendendo in campo in 16 match, di cui 4 senza subire reti, e contribuendo non poco alla conquista della MLS Cup 2004.
Nel 2005 ancora la presenza di Rimando lo costringe a guardare molte partite dalla panchina, partendo da starter in solo due occasioni oppure accontentandosi dei pochi ritagli di tempo concessi, tanto che chiude la stagione con 11 presenze totali ed una media di 1.63 goal subiti a game; il poco spazio concessogli viene però alleviato dal training camp svolto in estate in Inghilterra con i Bolton Wanderers.
All'inizio di quest'anno però nei D.C. cambiano le gerarchie e fin dalla prima partita di preseason Perkins diventa il titolare indiscusso della squadra; Troy parte bene con due shootout nelle prime 4 partite e prosegue ancora meglio limitando le sconfitte dei suoi con ottime prestazioni, tanto da conquistarsi anche la convocazione nella "MLS All-Stars" che sifda il Chelsea il 5 Agosto. Tornato con i United Perkins conclude la stagione con 34 goal subiti in 30 partite, di cui 15 vinte, 8 shootout, 1.13 goal subiti a partita, e 100 salvataggi totali, intascando il già citato premio come "miglior portiere dell'anno".
Per Perkins è stata una sorpresa inaspettata la conquista di un riconoscimento così prestigioso, tanto che lui stesso si era trovato impacciato nelle prime interviste successive alla sua nomina; un premio che comunque è un riconoscimento ad uno dei portieri under 25 più promettenti della MLS, che spera di aver trovato in lui un nuovo protagonista, una nuova stella per lanciare e rilanciare l'immagine di una lega che attira sempre maggiori consensi e interessi; e poi chissà , Troy un domani potrebbe anche conquistare la maglia della nazionale USA, sempre alla ricerca di un valido portiere, oppure raggiungere l'Europa e dare una svolta alla sua carriera professionistica; carriera che dovrebbe sfruttare questo riconoscimento come trampolino di lancio.