Keyshawn Johnson riceve per il primo TD di Carolina durante la notte del Monday Night Football.
Sentire i fischi del pubblico amico, al ritorno negli spogliatoi per l'intervallo del Monday Night decisivo per le speranze di qualificazione alla postseason, non deve essere stato bello per i Carolina Panthers, orribili in attacco per tutta la durata dei primi due periodi, e sotto nel punteggio contro un team che non ha molto da chiedere a questo campionato.
Nell'intervallo quei boooh devono aver fatto riflettere i giocatori dei Panthers e coach John Fox, devono aver portato ad un confronto e ad una volontà di riscatto immediato.
E il riscatto c'è stato, fin dall'inizio del secondo tempo, e non si è fermato finchè la partita non è stata saldamente in mano ai padroni di casa, che così continuano la loro rincorsa ad un posto nei playoff di gennaio, dopo un inizio di stagione disastroso, tornando alla vittoria dopo due sanguinose sconfitte (in particolare la più recente contro Dallas, con rimonta subita nell'ultimo quarto), che avevano interrotto una striscia che sembrava aver tolto dai guai una squadra data favorita per il Super Bowl.
Sotto per 7 a 0 all'intervallo contro Tampa Bay, con il touchdown da 6 yards di Gradkowski per Ike Hilliard nato da un fumble di Keyshawn Johnson sulla linea delle 50 yards, provocato da quel diavolo di Ronde Barber, con Steve Smith debilitato da un'influenza che lo ha fatto anche vomitare sulla sideline e con Delhomme molto impreciso, per non parlare del gioco di corsa totalmente nullo, i Panthers ritornano dalla pausa completamente cambiati, e fin dal primo drive fanno capire che la musica per i Bucs sarà diversa.
Il primo drive, caratterizzato da un lancio di 43 yards di Delhomme per Steve Smith, si conclude con il field goal di Kasay e i primi punti per Carolina. Subito dopo un fumble di Gradkowski, ricoperto da Julius Peppers, permette all'attacco di John Fox di ripartire dalle 44 avversarie, e il drive seguente, con un'altra ricezione decisiva di Smith da 23 yards, si chiude con il passaggio da 4 yards di Delhomme per Johnson.
L'uno-due in pochissimi minuti galvanizza la squadra di casa e manda in totale confusione l'attacco dei Buccaniers, dove Gradkowski, fin qui sorprendentemente accurato per essere un rookie gettato nella mischia in una situazione rischiosa, dimostra tutta la sua inesperienza, regalando di fatto la partita a Carolina con i due intercetti del primo tempo, che avrebbero potuto affossare ogni tentativo di rimonta.
In aggiunta alla debacle del proprio quarterback, Gruden deve registrare l'ennesima prova negativa di Carnell Williams, incapace di superare la linea di scrimmage con le sue corse e protagonista del fumble sulle proprie 15 yards, che ha definitivamente chiuso la gara, dando la possibilità a Delhomme di dare un po' di gloria al running game, con il td di Hoover, dopo un paio di corse dello stesso fullback e una di DeShaun Foster.
Il touchdown di Steve Smith dell'ultimo periodo, serve per legittimare un'altra grande prestazione del piccolo wr di Carolina, che, nonostante l'influenza, ha chiuso l'incontro con 149 yards ricevute, un touchdown e tante giocate importantissime per la rimonta.
L'inversione di tendenza dell'attacco dei Panthers, nella ripresa, ha determinato la vittoria finale, ma il vero protagonista di questa partita è stato il reparto difensivo, che ha stoppato in tutti i modi i tentativi di Tampa Bay di scappare nel primo tempo, e ha messo le basi, con due big plays, sui drives che hanno lanciato il sorpasso nel terzo quarto.
Un immenso Julius Peppers, autore di tre sacks e velocissimo nel ricoprire il fumble forzato dal placcaggio di Chris Draft sulla corsa del quarterback di Tampa Bay, ha guidato un reparto che ha concesso ai Bucs poco più di 200 yards totali, di cui solo 95 nella ripresa, permettendo così all'attacco di entrare in partita e dare le stoccate per il 24 a 10 finale, che permette ai Panthers, approfittando delle contemporanee sconfitte di New Orleans e Atlanta, di avvicinare sensibilmente la testa della NFC South, ora distante solo una partita.
L'unica nota stonata è il running game, deficitario ancora una volta, con l'alibi di affrontare una difesa sempre solida come quella di Tampa Bay, ma incapace di dare una costanza di rendimento necessaria per dare equilibrio al reparto offensivo, sempre troppo legato all'intesa Delhomme-Smith, su cui molte difese ormai sanno creare i giusti accorgimenti. DeShaun Foster non riesce ad essere quel running back da corsa su cui puntare decisamente il proprio gioco, e De Angelo Williams era al rientro dopo un lungo stop. In attesa di vedere se il rookie da Memphis riuscirà ad inserirsi in pianta stabile negli schemi di coach Fox, come si era intravisto prima dell'infortunio, i Panthers dovranno cercare di cavalcare i soliti puledri, cioè Steve Smith e Julius Peppers, per non disattendere i pronostici di inizio stagione.
Per quanto riguarda i Bucs, la stagione era già compromessa, ma l'aver perso questa partita, dimostra che il viatico per ritornare ad essere competitivi ad alto livello è molto lungo e non risolvibile solo con un paio di mosse azzeccate. L'alibi delle tante assenze in difese è poco credibile, in quanto il reparto ha offerto una prova maiuscola, soprattutto nella prima frazione di gioco, mentre è l'attacco a salire sul banco degli imputati, stavolta col suo uomo più in forma, cioè Gradkowski, estremamente impreciso nel gioco medio-lungo, dove fin'ora aveva mostrato le cose migliori, e protagonista di tre turnovers che hanno deciso le sorti del match.
Gruden si è lamentato apertamente dello scarso coinvolgimento di Michael Clayton, lasciato spesso solo dalle secondarie dei Panthers e spesso ignorato dal proprio quarterback, ma è soprattutto Cadillac Williams a preoccupare tutto il coaching staff, dopo l'ennesima deludente prova di quest'anno, in cui solo una volta ha superato le 100 yards e varcato la linea di meta.
Gruden è sembrato molto contrariato per la prova del proprio rookie quarterback, e per l'incapacità del runner ex Auburn di girare l'angolo come succedeva spesso nello scorso anno, le accuse abbastanza dirette nel dopo gara, denotano un nervosismo che è figlio di una situazione che a Tampa nessuno credeva possibile, dopo la buona annata 2006 conclusa con la qualificazione ai playoff.
Le tre sconfitte consecutive e lo 0-5 interno alla Division significano tentativo di risalita nel Draft 2007, ma per un coach ambizioso come Gruden, tornato in auge dopo i disastri di due anni fa successivi alla conquista del titolo, questa situazione è chiaramente frustrante.