I Dynamo a trazione anteriore

Dwayne De Rosario è il faro degli Houston Dynamo

In redazione siamo tutti frementi: domenica al Pizza Hut Park di Frisco (Tx) si svolgerà  la MLS Cup tra New England Revolution e Houston Dinamo; al di là  delle simpatie che più o meno tutti noi abbiamo, ci auguriamo di assistere ad una bella partita, spettacolare, con gol (cosa che i Revolution non hanno mai fatto nelle altre 2 Finali disputate), ma soprattutto che dia lo spunto per affrontare una nuova crescita della MLS, questa volta dal punto di vista tecnico-tattico.

Molti temi si legano in maniera consistente a questa partita: i Revs sono alla loro 3ª Finale e sarebbe importante che vincessero la MLS Cup, per dimostrare che la Eastern Conference non è solo Washington. Forse nessuno ci ha mai fatto troppo caso, ma i D.C. United sono l'unico team della Eastern ad aver vinto la MLS Cup; quando Chicago (nel 1998) e Kansas City (nel 2000) vinsero il titolo militavano entrambe nella Western Conference.

Di certo il proprietario dei Revs, Robert Kraft (che controlla anche i Patriots della NFL), si attende una vittoria dopo avere investito moltissimo; non dimentichiamo che i Revolution sono nella MLS fin dall'inizio (dal 1996) e, sebbene questi anni siano stati avari di vittorie, se la Lega è riuscita a superare l'orlo del fallimento e proporsi come realtà  in crescita il merito è anche di Kraft.

Ma da 5 anni consecutivi Boston arriva almeno alla Finale di Conference, e questo significa essere ormai stabilmente nell'élite della Lega; è possibile che, con le probabili defezioni (Dempsey, Twellman e Joseph) nel prossimo futuro, questa sia l'ultima occasione di vincere il titolo, perché ricostruire un gruppo vincente potrebbe richiedere anni.

Ma una vittoria di Houston avrebbe un valore ancora più significativo per la MLS, perché dimostrerebbe una volta di più come sia stata vincente l'idea, da parte di Don Garber, di impiantare una squadra di calcio nella 4ª città  degli USA per grandezza. Inoltre il processo di identificazione della squadra con la città  e la tifoseria subirebbe un'accelerazione, dopo una stagione già  più che soddisfacente di per sé, con la Finale raggiunta al 1° anno di vita.

Ed è proprio sui texani che ci soffermiamo in questa analisi: vediamo come probabilmente si schiereranno per affrontare una delle Finali MLS più importanti degli ultimi anni (forse la più importante).

Il coach, Dominic Kinnear, è un discepolo del 4-4-2 e dovrebbe confermare lo stesso modulo anche per la Finale: d'altro canto, perché cambiare visto che i risultati sono arrivati?

Così davanti al portiere Onstad (una sicurezza) troveremo una linea difensiva composta da Barrett, Robinson, Cochrane e Waibel in cui gli esterni sono sufficientemente abili da supportare l'azione offensiva ma al contempo veloci a sufficienza da rientrare a coprire.

Barrett di solito si dedica più a compiti di contenimento, Waibel è generalmente più portato ad avanzare, soprattutto sulle situazioni di palla inattiva dove può sfruttare un buono stacco di testa.

I 2 centrali Robinson e Cochrane si schierano in linea, come nel classico modulo a zona, ma la lentezza è uno dei loro tratti distintivi. Molto aiuto lo ricevono dal centrocampo, dove Serioux, vertice basso di un rombo di centrocampo, si trasforma in 5° difensore grazie ad un innato dinamismo; in situazioni di attacco agisce come regista arretrato che imposta l'azione: molto bravo ad evitare di scadere nel classico "palla lunga e pedalare", a volte sembra però limitarsi a servire De Rosario.

I vertici esterni del rombo sono costituiti da Mullan e Davis, che agiscono da interditori, mantenendo libere le corsie esterne su cui Barrett e Waibel possono agire da fluidificanti (se ci passate questo termine da mesozoico calcistico); Mullan a volte si concede qualche puntata offensiva, mentre Davis riequilibra recuperando molti palloni.

Il rombo si completa con Dwayne De Rosario: il canadese sta vivendo una stagione d'oro, in cui si è confermato uno splendido uomo-assist, tutto corsa, fantasia e coraggio di fare quello a cui gli altri nemmeno pensano (e non solo in America); De Rosario vede autostrade da cui far passare il pallone là  dove gli altri vedono solo un piccolo spazio tra 2 uomini.

Certo, oltre alla fantasia ci vuole la tecnica per fare certe cose, perché se tentasse questi colpi senza esserne dotato regalerebbe migliaia di palloni alle squadre avversarie ad ogni partita. Per questi motivi secondo noi oggi De Rosario è il giocatore più divertente da vedere all'interno della MLS.

È un vero peccato che sia canadese (peccato per la nazionale USA, s'intende), perché con lui gli Stati Uniti potrebbero contare su un vero degno erede di John Ramos, l'elemento più dotato di fantasia che finora abbia mai vestito la maglia a stelle e strisce.

I suoi passaggi sono fondamentali per le punte Ching e Dalglish. L'hawaiano in nazionale non sembra baciato dalla stessa grazia che lo assiste quando alle sue spalle agisce De Rosario, ma non c'è dubbio che si tratta di un ottimo centravanti, più agile e scattante che potente. Può così sfruttare appieno le sue doti di velocista, approfittando degli spazi che Dalglish gli apre.

Proprio quest'ultimo sembra essere il miglior partner d'attacco per Ching: infatti lo scozzese riesce ad essere utile in 2 maniere. Se agisce come 1ª punta è abbastanza potente per scardinare le difese avversarie e concludere, da 2ª punta si sa muovere negli spazi e far salire la squadra; inoltre ha già  contribuito pesantemente a far arrivare i Dynamo fin qui, partirà  titolare quasi certamente. Se durante la partita qualche cosa non dovesse funzionare Moreno è pronto a subentrare, anche se il venezuelano non è quanto di più simile a Vinnie "Microwave" Johnson (chi ricorda i Detroit Pistons degli anni '80-'90 sa a cosa mi riferisco) e non gradisce entrare a partita iniziata.

D'altro canto il reparto difensivo dei Revolution deve essere messo sotto pressione in maniera costante, e questo può accadere solo se tutti fanno la loro parte senza eccedere in personalismi; ecco un altro motivo per cui Kinnear preferisce partire con la coppia Dalglish-Ching.

Che altro dire? Le premesse per una buona partita ci sono tutte; noi ci mettiamo alla finestra (anzi, davanti agli schermi di Sky: a proposito, complimenti a Federico Zancan per aver azzeccato le 2 finaliste!) e ci prepariamo a gustarci un bello (speriamo) spettacolo.

Alla prossima!!

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