Ilya Kovalchuk finalmente è tornato a segnare…
Un'altra settimana di hockey ha saputo rigenerare i campioni in carica, ossia quei Carolina Hurricanes che nelle prime partite erano stati a dir poco disastrosi; insieme ad essi continua il trend positivo della sorpresa Thrashers, così come ancora non riesce ad ingranare la marcia Tampa Bay. Le altre franchigie della SouthEast Division hanno confermato quanto di buono e di cattivo avevano mostrato la settimana passata con i Panthers che comunque si candidano come squadra spettacolo.
Atlanta Thrashers (4-1-1, punti 9)
La squadra della Georgia ha ormai ben impresso in mente quale dovrà essere il leit-motiv di questa stagione: correre e sgobbare su ogni puck, in ogni momento; durante i blackout della blue-line ci pensa poi un certo Lehtonen ha evitare il peggio e con la grinta di Bob Hartley in panchina il quadro pare completo e rassicurante. In settimana hanno saggiato le qualità di Atlanta prima Boston, sconfitta alla Philips Arena per 4-1, quindi Washington, sconfitta all'overtime grazie al gol del redivivo Kovalchuk, finalmente a segno.
Tra le due partite spicca la più bruciante delle sconfitte, tra l'altro la prima in stagione nei 60 minuti: contro Carolina e sul ghiaccio di casa Hossa e compagni hanno dapprima assistito allo show dei Canes, in vantaggio per 3 gol a zero con Craig Adams sugli scudi, quindi nel secondo terzo e nell'ultimo hanno completato la rimonta anche grazie alla doppietta di Sim. Fino all'ultimo secondo, letteralmente, quando Whitney ha bucato Lehtonen per il definitivo 4-3.
In definitiva sono stati comunque 7 giorni importanti per i Thrashers se non altro perché hanno confermato la solidità difensiva (solo 10 gol subiti e seconda miglior difesa della lega) abbinata ad un penalty killing fin qui perfetto (primi in NHL col 92,3%). Tra le statistiche individuali spicca il 94,3% di Lehtonen nei salvataggi, una delle migliori percentuali, condito con 2 shutout, unico tra i goalie insieme a Nabokov; Marian Hossa continua ad essere invece il re dei marcatori (5 gol e 3 assist, con ben 4 powerplay gol che lo proiettano al primo posto nella speciale classifica), ma un plauso va anche al difensore Havelid che oltre ai 2 assist ha un bel +5 nel plus/minus e a Sim: l'ex dei Cats è andato a segno 4 volte in 3 match giocati questa settimana. Atlanta c'è, e si vede.
Florida Panthers (3-2-1, punti 7)
Sei punti in due partite: tanto lauto è stato il bottino dell'anima dei Panthers, ovvero capitan Olli Jokinen. Il finlandese coi sui assist al bacio e i suoi due gol è stato determinante per i 4 punti che i Cats hanno messo in saccoccia nelle prime due partite settimanali: al BankAtlantic Center gli Hurricanes non hanno avuto scampo contro gli scatenati Bertuzzi, Weiss, Roberts e il succitato Jokinen, perdendo per 6-3 una partita ricca di emozioni. Stessa sorte nel derby della Florida per Tampa, sconfitta 3-2 sotto i colpi di Horton, Kolnik e Bouwmeester.
Nel giorno in cui si sblocca St.Louis mentre Belfour si riconferma "portasfortuna" per le pantere, la franchigia di Miami però perde malamente e s'inchina ai cuginastri di Tampa nella rivincita del derby: 4-1 senza appello con Belfour che vede sfrecciare i fulmini da tutte le parti e si busca la seconda sconfitta su due partite giocate. A tal proposito pare molto più affidabile Auld, fino ad ora, anche perché l'ex Canucks ha parato il 93,5% dei tiri ricevuti contro il miserrimo 82,2 del vecchio Ed. Martin tuttavia non rinuncia alla turnazione dei suoi goalie e, per il momento, ha desunto che Auld è il più affidabile dei due.
Florida è una squadra in cui ad andare in gol sono un po' tutti: tra i top-scorer al primo posto v'è Jokinen con 3 gol e Weiss, centro canadese di 23 anni che quest'anno potrebbe consacrarsi (d'altra parte ha il plus/minus maggiore in tutta la squadra, con un +3 significativo in confronto ai disastrosi numeri dei compagni). Qualche rimpianto per aver fatto andare via Sim, ma il Bertuzzi versione Eastern Conference non dispiace e con 7 punti è il secondo del team in quanto a punti. Splendido poi il powerplay della squadra (27,6% e secondi nella lega), discrete le statistiche con un uomo in meno sul ghiaccio. Insomma, se il buongiorno di vede dal mattino…
Carolina Hurricanes (3-3-1, punti 7)
L'avvio in sordina dei detentori della Stanley Cup era in qualche modo preventivabile: vuoi perché psicologicamente si ricomincia svuotati, vuoi per la mancanza d'umiltà tipica dei campioni a sorpresa, fatto stà che a Releigh non s'era ricominciato da dove ci si era fermati. Laviolette però non è tipo da cullarsi sugli allori e allora ha richiamato subito all'ordine i suoi giocatori che negli ultimi 7 giorni hanno sfoderato grande hockey e, di conseguenza, risultati importanti.
Dopo la quarta sconfitta su quattro partite, patita in Florida contro i Panthers, gli uragani hanno deciso di fare sul serio e dal 13 ottobre in poi non ce n'è stato per nessuno. I primi a lasciare i due punti per strada sono stati i Thrashers, beffati sulla sirena da Ray Whitney che realizza ad Atlanta il suo primo gol stagionale; quindi è toccato ai Penguins, strapazzati per 5-1 alla Mellon Arena con uno Scott Walker sugli scudi (doppietta per l'ex Preds). Infine, lunedì notte, è toccato agli impalpabili Lightning (1-5) pagare dazio in un St.Pete Times Forum umiliato dall'hat-trick di Justin Williams.
E così Carolina si rimette in carrozza e per farlo si affida anche al suo enfant prodige e cioè il goalie Cam Ward, ritornato su standard più che accettabili: 91,7% di salvataggi e 2,63 gol subiti a partita, numeri sopra la sufficienza. Anche gli special teams non dispiacciono, corroborati da ottime prestazioni in queste ultime partite che hanno elevato le percentuali di riuscita sia con l'uomo in più che con quello in meno; infine è da sottolineare come le soluzioni offensive sono tante e imprevedibili: Staal, Williams e Walker sono in cima alla classifica dei gol con 3 centri, Whitney e Brind'Amour hanno invece già fatto 6 assist. Senza contare che in infermeria giacciono giocatori del calibro di Stillman, Ladd, Letwoski (infortunatosi proprio contro i Pens), e, per la difesa (22 gol subiti non sono pochi), Wesley, Hedican e Kaberle. Insomma, gli Hurricanes sono feriti, ma vivi.
Washington Capitals (1-1-2, punti 4)
I Caps non hanno iniziato malaccio anche se, a differenza ad esempio delle 7 partite di Carolina, i capitolini sono ancora sotto osservazione perché in 14 giorni hanno giocato appena 4 gare. Dopo la sconfitta all'esordio contro i Rangers, il team di coach Hanlon non ha demeritato e nell'ultima settimana ha giocato due match coriacei contro due delle formazioni più in forma della lega: in entrambi ha perso ma in tutte e due le occasioni ha strappato comunque un prezioso punto.
Contro i Wild nell'insidiosa trasferta di St.Paul il backup goalie di Kolzig, ossia Johnson, ha dovuto fare gli straordinari per arginare gli attacchi dei padroni di casa, favoriti anche da un mucchio di penalità fischiate ai Caps. Nonostante ciò Zubrus e Semin avevano fatto paura a Minnesota la quale ha risposto ai gol dei due con una doppietta di Johnsson. Fino agli shootout finali quando Ovechkin, Semin e Zednik non sono riusciti a infilare Fernandez, mentre Koivu non ha fallito contro Johnson. E più o meno nello stesso modo è andata contro Atlanta: Heward, Clark e Zubrus non sono bastati perché sul 3-3, in overtime, Kovalchuk è stato abile a battere Kolzig per il 3-4 definitivo.
Che dire, Washington è una squadra tosta e solida che sebbene ha giocato solo 4 incontri sembra poter dire la sua in questa stagione. Ovechkin non è al momento ai livelli dell'anno passato ma 4 punti in 4 partite non sono da buttare così come è vero che quest'anno c'è pure un certo Semin a reggere la baracca, insieme al buon Clark autore di 6 punti (1 gol e 5 assist); pochi i gol fatti e pochi quelli subiti ma in questo caso la ragione va forse ricercata nei pochi minuti trascorsi sul ghiaccio, non ottimo il powerplay, discreto il penalty killing. Insomma, numeri nella media e per i Caps è già tanto!
Tampa Bay Lightning (2-4-0, punti 4)
La franchigia allenata da coach Tortorella è partita, senza mezzi termini, male. La causa di questo avvio zoppicante può essere ricercato in vari motivi ma a me preme sottolineare due condizioni chiaramente negative: primo, il powerplay della squadra è penoso e con l'8,6% di riuscita si piazza al terz'ultimo posto nella lega avanti solo ai numeri ancora peggiori di Flames e Senators; secondo, Brad Richards ha iniziato come peggio non si poteva: zero gol su 20 tiri e un terribile -4 nel plus/minus. Assunte queste due carenze che saltano sicuramente all'occhio è ovvio come la squadra ha problemi più variegati e profondi, benché sia presto per trarre conclusioni.
Nell'ultima settimana la squadra ha giocato tre partite, raccogliendo due punti frutto di una vittoria per 4-1 sui Panthers nella partita in cui, guarda caso, il powerplay è funzionato (2 gol su 6 chance) e St.Louis è tornato al gol. Per il resto però vi sono state due inequivocabili sconfitte: la prima, nel primo match contro Florida, è stata dignitosa (3-2 con game winning gol di Bouwmeester), la seconda al St.Pete Times Forum contro i Canes è stata invece umiliante (5-1 col gol della bandiera di Alexeev, ultimi tre anni passati in Russia dopo un passato proprio coi Bolts).
I problemi di Tampa Bay pare siano iniziato dall'anno passato quando Khabibulin, per altro pessimo a Chichago, lasciò ad altri la difesa della porta dei Lightning; Grahame non ha mai convinto, il neo acquisto Denis viaggia su numeri non esaltanti (2 vittorie e 88,8% di tiri parati), insieme al suo backup Holmqvist. Nonostante questo la difesa regge (Sarich e Boyle si fanno in quattro per frenare le offensive avversarie) e a parte i goalie, preoccupano di più gli special teams perché come già detto il powerplay fa acqua e altrettanto accade con l'uomo in meno (78,1% di penalty killing). E poi, inutile nascondersi, non ci si può affidare a Craig (top scorer con 4 centri) e Fedotenko, occorre che Lecavalier, St.Louis e Richards si sveglino (3 gol e 7 punti in totale). Altrimenti sono guai…