Danny Karbassiyoon (qui con la maglia dell'Ipswich Town) sogna i Revs
Ha 19 anni e gioca per la squadra della sua città natale, Roanoke (Va.), il Roanoke Star Soccer Club, quando Danny Karbassiyoon decide di accettare l'offerta dell'Arsenal FC e trasferirsi dalla provincia americana alla Premier League. Il 27 ottobre 2004, al debutto con la maglia dei Gunners, Karbassiyoon segna al 90' il gol della vittoria (2-1) in un match di Carling Cup contro il Manchester City, entrando in campo al posto dell'italiano ex Parma Arturo Lupoli. Poco dopo viene però spedito prima all'Ipswich Town (per lui solo 6 partite giocate) e poi Burnley, che ha rescisso il suo contratto lo scorso 16 agosto. Ora, dopo aver passato tre anni a lottare per un posto in una squadra inglese, Karbassiyoon spera di far ripartire la proria carriera dagli USA, dalla MLS, e la sua prima scelta sono i New England Revolution.
Nato il 10 agosto 1984, Daniel Karbassiyoon, figlio di padre iraniano e madre italiana, nasce attaccante ma col tempo diventa un arrembante terzino sinistro. Purtroppo una serie di infortuni gli ha impedito fino ad oggi di mostrare quanto lasciato intravedere agli esordi di carriera. Per questo spera che la MLS possa rilanciarlo. Ex membro dell'Under 18 USA, vuole la MLS anche perchè punta a far parte della Nazionale ai prossimi Mondiali in Sudafrica, è però difficile che i Revs possano agganciarlo. Infatti, Karbassiyoon dovrebbe accettare una notevole riduzione del suo attuale stipendio, e dovrebbe passare attraverso il draft, riducendo ancor di più le chances dei Revolution di averlo.
La situazione è simile a quella di Taylor Twellman quando questi decise di ritornare dalla Germania, nel 2002. Twellman si era trasferito al TSV 1860 Munich all'età di 20 anni. Ma dopo aver passato la maggior parte del suo anno e mezzo in germania sulla panchina dei monacensi, decise di lasciare la Germania, anche a seguito di una disputa col suo club sulla sua volontà di indossare una fascia nera per commemorare le vittime dell'11 settembre.
Al ritorno, Twellman non ebbe molto spazio di negoziazione con la MLS, che lo "costrinse" ad accettare il salario minimo della lega, $24,000, a partecipare ad una player combine con i giocatori provenienti dai college, e ad entrare nel draft del 2002. L'ex coach dei Revolution, Fernando Clavijo scelse Twellman come numero 2 (dopo che Dallas aveva scelto Chris Gbandi), e presto il biondo Taylor si dimostrò un ottimo giocatore per la MLS, segnando 23 gol nella sua prima stagione coi bianchi, e confermandosi negli anni. Twellmann ha sempre avuto problemi ad ottenere aumenti d'ingaggio, essendo partito da un livello così basso, ed oggi è solo il 28° nella graduatoria dei più pagati, con $180,666 l'anno, nonostante i 75 gol segnati in 5 anni. È questo il motivo per cui probabilmente Taylor Twellmann, insieme a Clint Dempsey, a fine stagione lascerà i NE Revolution.
Come Twellman, se Karbassiyoon volesse davvero tornare, non avrebbe molto spazio di contrattazione. Lui, come l'attaccante dei Revs, è stato sull'orlo di farcela in Europa. L'anno scorso è stato in trattativa con gli olandesi dell'AZ Alkmaar, per poi finire ai Clarets (come sono soprannominati i giocatori del Burnley). Ma lì un infortunio al ginocchio lo ha bloccato, e ha spinto gli inglesi a rescindere il contratto prima ancora dell'inizio della stagione.
La connection Karbassiyoon-New England arriva grazie all'assistant coach di questi, l'ex centravanti della Nazionale inglese a Spagna '82, Paul Mariner.
"Paul ha parlato a lungo con Karbassiyoon prima che questi si trasferisse all'Arsenal, e in questi anni ha mantenuto i contatti“, ha dichiarato il coach dei Revs, l'ex Liverpool Steve Nicol. "Ovviamente siamo molto interessati a lui, ed è importante che lui voglia venire da noi. Certo sarà dura averlo".
A favore di Karbassiyoon c'è che è atttualmente libero ed è quindi ingaggiabile a paramentro zero, ma certo è da vedere come si riprendera dall'infortunio e se sarà in grado di tornare al livello che sembra competergli. Certo dovrà accettare di guadagnare molto poco. Infatti, nonostante il suo arrivo possa essere un ottima occasione per aggiungere ai ranghi della MLS un giocatore di qualità a poco, la lega intende continuare a lanciare un messaggio a tutti quei giovani calciatori americani che decidono di non firmare il loro primo contratto da professionista con la MLS. Il messaggio è che se non riescono a sfondare in Europa, non avranno nessun vantaggio rispetto agli altri americani nel entrare neu ranghi della lega.
Un altro giocatore dei Revolution, il centrocampista Shalrie Joseph, recentemente infortunatosi in modo grave ad una mano in una rissa in un bar di Boston, si è trovato in situazione simile, quando nel 2002 ha voluto saltare la MLS player combine per provare con alcuni club europei. AL suo rientro ha dovuto quindi accettare il salario minimo. Ma con lui la MLS dopo tre anni di ottime prestazioni, è dovuta venire a patti aumentandogli l'ingaggio (a circa $150.000 fino al 2008). Senza rinegoziazione infatti, oggi Joseph, il migliore dei Revs con Dempsey, sarebbe free agent, e la MLS non avrebbe potuto rifiutare la recente offerta di $1 milione da parte dei Celtic Glasgow.
C'è poi un altro punto. L'aver madre italiana consente a Karbassiyoon di ottenere un passaporto spendibile nell'UE, e quindi è possibile che alla fine possa essere perfino più facile trovare una squadra in Europa a gennaio, senza quindi dover passare per la selezione MLS catch-22, che ha frenato giocatori anche migliori di lui.
Ma questo è il bello e il brutto della MLS e delle regole (serie) del calcio USA, non flessibili a seconda delle situazioni e delle persone. In Italia si sarebbe sicuramente trovato un escamotage. Ma lì in America, dura lex sed lex. Speriamo comunque che Karbassiyoon ce la faccia perché certamente, se riuscisse a tornare il giocatore che si è intravisto, sarebbe un'addizione di notevole livello per una MLS che quest'anno rischia di perdere ottimi elementi come Dempsey, Twellmann e forse anche Freddy Adu (fortemente voluto dal neopromosso Reading, dove giocano già i connazionali Bobby Convey e Marcus Hahnemann).