NFC – Week 5 Report

La gioia dei tifosi di Philadelphia è incontenebile e gli Eagles arrivano al primato di division.

NFC East

Philadelphia Eagles 43-1, Dallas Cowboys 2-2, N.Y.Giants 2-2, Washington Redskins 2-3

Lasciandovi al commento sulla partita fra Giants e Redskins alle parole di Alessandro Santini qui interessa parlare della partita fra i Cowboys e gli Eagles.

I presupposti per il Terrell Owens show c'erano tutti. Le dichiarazioni rilasciate in settimana, le parole di NcNabb, quelli di Trotter e di Parcells, i tifosi degli Eagles e anche la difesa di Philadelphia contro il prototipo del veloce e fisico wide receiver che molti danni ha causato alla secondaria coordinata da Sean McDermott.

Il pericolo per quelli di Philadelphia consisteva, appunto, nel concedere troppi spazi a Glenn e Witten per la paura di essere bruciati da Owens, oggetto di raddoppi. La soluzione stava nel mettere molta pressione su Bledsoe e qui il ruolo chiave l'aveva l'end di destra Trent Cole che si trovava di fronte il LT Adams, reduce da un infortunio al ginocchio e non ancora al 100% fisicamente.

Il sostituto di Kearse ha finito con il capeggiare la sua squadra nei tackles ( 9 ), mettendo a segni uno dei 7 sacks con cui la difesa degli Eagles ha costretto il quarterback di Dallas a "mangiarsi" il pallone oltre a disfarsene velocemente con gli 8 hurries messi a segno. Merito del sistema difensivo del coordinatore Jim Johnson che, utilizzando Trotter come giocatore in blitz al centro, ha creato uno specchietto per le allodole per la difesa dei Cowoys che, successivamente, vi vedeva piombare da ogni dove i giocatori degli Eagles.

Difesa che poi ha messo a segno il gioco partita con l'intercetto da 102 ritornato in meta da Lito Sheppard e che aveva precluso a Bledsoe la possibilità  di pareggiare la partita con un TD pass anche se Witten stava andando da una parte e il pallone dalla direzione opposta.

Dallas comunque ha tenuto il campo splendidamente, magari avrebbe potuto sfruttare enormemente meglio i vuoti difensivi di Philadelphia creati dai continui blitz ma Bledsoe non è veramente entrato in ritmo non completando mai due passaggi consecutivi riuscendo solo in parte a sfruttare la buona vena del running game ( 146 yards e 2 TDs ).

Al contrario la difesa, giovane ed aggressiva, che Parcells ha introdotto negli ultimi due anni sta iniziando a dare i suoi frutti anche se sono stati propri gli errori, chiamiamoli di gioventù, nell'aspetto difensivo a condannare la sua squadra alla sconfitta. Deficienze che non ti puoi concedere contro qualsiasi quarterback titolare, figuriamoci contro il miglior signal caller di questa stagione 2006.

NFC North

Chicago Bears 5-0, Minnesota Vikings 3-2, Green Bay Packers 1-4, Detroit Lions 0-5

Per chi scrive e si diletta con le parole, trovare nuovi aggettivi per descrivere una situazione di monotonia, nell'accezione positiva della parola, è impresa ardua. Capirete quindi le difficoltà  nel parlare dei Bears. Detto della completa panoramica fatta da Santini la settimana scorsa, parliamo un attimo della partita contro i Bills.

Soprattutto di un attacco che sta trascinando la squadra allenata da Lovie Smith. Cinque possessi offensivi, 27 punti, 13 primi downs, 211 yards, un quarterback con un rating di 128.8, 7 ricevitori con almeno una ricezione, 15 corse a 5.4 yards di media di guadagno. C'è sempre bisogno della difesa?

Urlacher e compagni non hanno comunque fatto mancare il loro appoggio, intercettando tre volte Losman e tendendo l'attacco dei Bills a 145 yards totali con un TD a segno, peraltro solo il secondo concesso da Chicago in tutta la stagione.

Il calendario di Chicago, che da 20 anni non partivano 5-0, prevede tre partite, inframezzate da una settimana di pausa, estremamente accessibili contro Cardinals, 49ers e Dolphins che potrebbero portare i Bears ancora imbattuti al trittico di gare fuori casa di novembre quando dovranno andare a far visita ai Giants, ai Patriots ed ai Jets.

Mi dispiace per Brett Favre. Per l'eroico Favre. Il guerriero che da anni cerca di andare ogni maledetta domenica in campo nonostante tutto e tutti. Mi dispiace che debba affrontare una stagione come quella in corso dove le delusioni saranno sicuramente maggiori delle gioie. Vedi la partita di questa settimana contro i Rams.

Riesci a tenere il campo ed il punteggio sotto controllo, tenendo il decimo attacco della nazione, l'ottavo sui passaggi, a tre field goals su cinque viaggi nella propria red zone e poi vedi i compagni buttare palle nel cesso, compiere errori che li puoi, forse ( ma a questo livello di competizione poco giustificabili ), capire da parte di giocatori giovani ma che non puoi accettare da giocatori come Al Harris ( 9 stagioni NFL e pallone incredibilmente lasciato cadere nonostante Bulger glielo avesse tirato nei numeri ) o come Charles Woodson ( stesso periodo di militanza NFL del collega ).

E pensare che in settimana era stato mandato via Ahmad Carroll, il " colpevole " designato della sconfitta contro gli Eagles del Monday Night scorso.

Comunque i Packers erano rimasti in partita con le corse, nel primo tempo almeno, di Herron ( 106 yards e 1 TD ) che, nella seconda frazione, vedeva il pallone con il lumicino ( 8 portate ) mentre Favre organizzava uno dei suoi miracolosi recuperi connettendo con il WR Jennings per un touchdown da 46 yards.

Due drives dopo, sotto di un solo field goal, le speranze di Green Bay di infrangevano su un fumble provato dal sack di Kennedy su Favre che veniva recuperato dal CB dei Rams Butler per il più facile degli inginocchiamenti successivi di Bulger.

Per i Packers si apre una settimana dove non mancheranno polemiche, a maggior ragione fomentate da un bye nella week 6 che potrebbe darci una sorpresa la settimana successiva a Miami. Aaron Rodgers.

Sorge spontanea una domanda: è peggio l'attacco dei Vikings oppure la difesa dei Lions ?. In una partita dalle chiare note tattiche sono stati diversi gli aspetti interessanti che sono emersi. A cominciare dai sempre più gravi problemi del sistema offensivo di Minnesota.

In cinque partite l'attacco dei Vikings ha prodotto solamente tre touchdowns e anche contro Detroit la situazione non è migliorata. Aspetto preoccupante se si considera che a Minneapolis saliva la 30° difesa NFL sui passaggi. Nella mente di Childress la vittoria passava dal controllo del campo e dallo sfruttamento delle debolezze dei Lions nelle coperture e nella passa rush.

Logico quindi che il pallone sia stato messo fin dall'inizio nelle mani di Brad Johnson, altrettanto meno che i primi otto completi del quarterback abbiano portato, alla causa, solamente un field goal.

Così i Lions, dietro ad una buona prova di squadra e nonostante la perdita, pressoché istantanea, ovvero al primo possesso, del WR Williams e della guardia Woody, sono riusciti a fare la partita arrivando a condurre 10-3 grazie alla corsa da TD di Kitna ed al calcio di Hanson a fine secondo quarto. La difesa di Detroit stava dominando l'attacco di Minnesota. Non certamente la partita che vi eravate immaginati di vedere.

Già  le corse: Marinelli, complice anche una superba difesa dei Vikings con la linea difensiva a dominare i cinque davanti dei Lions, ha visto il suo reparto guadagnare, al netto, 16 misere, inutili yards e gioco forza ha dovuto mettere tutto nelle mani di Kitna con i risultati che vedremo.

L'appunto che si può fare ai Lions è quello di non aver gestito bene il vantaggio nel secondo tempo quando anche il gioco aereo aveva mostrato segni di vita e portato il punteggio sul 19-3. In quel momento la presenza di un valido running game avrebbe consentito una migliore gestione del possesso palla ( dal TD di Campbell in poi l'esito dei drives dei Lions è stato: fumble perso e convertito in TD dai Vikings, punt, punt, intercetto riportato in meta, intercetto ).

Ovviamente gran parte del merito va ad una difesa dei Vikings che, per l'ennesima domenica, ha trascinato la squadra andando in metà  altre due volte, mettendo tantissima pressione su Kitna ( 5 sacks subiti, 8 hurries, 3 intercetti e 19 incompleti contro 23 palloni recapitati ), dominando l'offensive line avversaria.

E' stata comunque una vittoria che ha fatto classifica per Minnesota nonostante i problemi dell'attacco stile West Coast di Childress rimangano mentre ha rimandato il processo di rilancio dei Lions a data da definirsi. Un passo indietro non preventivato anche nell'ottica dell'ottimo lavoro svolto da Martz e da tutto lo staff offensivo fino a questo momento.

NFC South

New Orleans Saints 4-1, Atlanta Falcons 3-1, Carolina Panthers 3-2, Tampa Bay Buccaneers 0-4.

Alzi la mano chi, ad inizio stagione, avrebbe pronosticato i Saints in vetta alla NFC South. Certo la scelta di Bush e l'arrivo di Brees nonché quello di un nuovo capo allenatore erano stati fattori importanti che avevano dato l'impressione, a chi li vede dal di fuori, che a New Orleans le cose sarebbero cambiate in meglio. Nessuno si aspettava così velocemente però.

La partita di domenica contro i Tampa Bay Buccaneers, diventati la barzelletta della conference oramai, è servita per staccare i Falcons fermi dal turno di riposo ma anche per portare il record di division alla pari con quello di Atlanta e Panthers.

Si affrontavano due squadre il cui gioco di corsa doveva ancora stentare a decollare. Da una parte le difficoltà  di Cadillac Williams a produrre gioco dopo che negli occhi c'era sempre lo scintillante avvio di stagione 2005 ( miglior guadagno per un esordiente nelle prime 3 partite con 434 yards ). Dall'altra la mancanza di produttività  di Bush nonostante il running game dei Saints fosse migliorato rispetto al passato.

Per Tampa Bay era importante, per non dire fondamentale, imporre il proprio ritmo di gioco cercando di bilanciare fra il gioco via terra e quello aereo anche in considerazione del fatto che dietro il centro esordiva il quarterback Gradkowski, un ex-MAC che detiene tutt'ora il record NCAA per percentuali di completi con il 68.2%.

L'esordiente di Gruden ha mostrato numeri interessanti guidando i Bucs con fiducia e capacità  ( 2 TDs e un rating finale di 107.6 con 20 completi su 31 e 225 yards ), alternando passaggi a corse ( 33 finali con un Williams in ripresa finalmente ed autore di 111 yards con 5.6 di media su 20 portate ) e portando la sua squadra sopra nel punteggio con un drive ad inizio ultimo quarto vanificato solamente dal bellissimo punt ritornato in meta da parte di Reggie Bush.

Difensivamente Tampa Bay ha mostrato, ancora una volta, di soffrire Deuce McAllister ( 15 corse e ben 123 yards con una segnatura ed un guadagno singolo di 57 yards ) e più in generale di non avere una risposta al running game avversario concedendo 143 yards totali nonostante i Saints siano stati costretti a finire il drive con un punt di 8 degli undici attacchi offensivi.

In sostanza New Orleans ha saputo capitalizzare al meglio quei pochi possessi avuti in territorio Bucs mentre Tampa Bay ha pagato un po' di sfiducia nei propri mezzi e la mancanza di un playmaker nei drives a cavallo fra terzo e quarto periodo di gioco dove una segnatura avrebbe ricacciato indietro i Saints e probabilmente posto fine alla sequenza di sconfitte consecutive.

Di altra sequenza invece si parla in Carolina e, per ora, ne hanno contate tre in fila. Dopo due sconfitte di fila i Panthers tornano ad accodarsi dietro i Falcons a caccia dei Saints. Niente di trascendentale signori. Nella striscia in questione troviamo squadre non proprio ai vertici della NFL, come i derelitti Bucs, gli scarichi Saints trovati la settimana dopo l'emozionante vittoria in casa contro i Falcons, e i Browns di questa settimana. Il giudizio è ancora sospeso quindi.

Nel frattempo John Fox porta a casa un'altra vittoria e lo fa a dispetto di un passing game non entusiasmante che ha risentito delle prestazioni sottotono sia di Smith ( 3 ricezioni mancate ) che di Johnson. Gioco sorretto, e finalmente dice qualcuno, da un running game ( 119 yards e 4.3 di media ) che ha approfittato delle lacune difensive di Cleveland ( non ce ne voglia Romeo Crennel ) contro le corse ( 26° difesa NFL ) per mettere a segno un touchdown importante nell'economia della partita e per tenere la difesa dei Browns concentrata sulle corse e meno orientata sul quarterback.

Il game ball però va alla difesa, tornata su livelli d'eccezione e parte in causa della vittoria dei Panthers. Undici uomini in difesa che hanno reso la vita impossibile all'attacco di Cleveland controllando bene lo spauracchio Droughns ( affrontando Carolina nel 2004 con la maglia di Denver aveva corso per 193 yards ) e aggredendo Frye costantemente.

Il piano partita preparato dal coordinatore difensivo Trgovac è funzionato alla perfezione così dal primo intercetto su Frye è venuta la segnatura di Marshall nel primo quarto mentre dalla continua pressione della linea difensiva ( con Julius Peppers autore di una partita incredibile per intensità  ed efficacia ) sono venuti i fumbles, le giocate affrettate, le tante situazioni di terzo down ( 14 ) che Cleveland non ha saputo trasformare trovandosi costretta a calciare.

Punt che sono stati anche il pane quotidiano dei Panthers, costretti per ben 9 volte ( sui 13 possessi offensivi avuti a disposizione ) a non tenere vivo il gioco ( 0-14 nelle situazioni di terzo down ). Crisi offensiva che deve far riflettere visto che nelle ultime due partite, ma qui si torna al discorso iniziale del "peso" di queste due gare, Carolina aveva messo insieme 337 yards di media di total offense mentre contro Cleveland è rimasta sotto le 300.

Atteggiamento che può andar bene quando incontri squadre dal basso potenziale offensivo ma decisamente meno adatto quando incontri squadre come i Bengals ( 7° giornata ), i Cowboys ( 8° ) o gli Eagles ( 13° ).

NFC WEST

St. Louis Rams 4-1, Seattle Seahawks 3-1, San Francisco 49ers 2-3, Arizona Cardinals 1-4

Ragazzi che quarterback!. I Cardinals avranno anche perso la partita ma siamo sicuri che a Dennis Green, quest'aspetto, domenica sera, importasse relativamente in confronto alle sensazioni positive che la prova del rookie Leinart ha emanato? Primi sei passaggi a segno e due touchdowns nei primi due drives targati Arizona usando sapientemente il running game ( in miglioramento ) con James ( 24 portate equamente suddivise fra primo e secondo tempo con un guadagno maggiore nella seconda frazione ) e colpendo la difesa dei Chiefs con passaggi corti e centrali.

Quelli che non facevano festeggiare un wide receiver avversario nella loro end zone da ben 12 quarti, quindi, si sono trovati sotto di due segnature e con un quarterback per niente intimorito ed una difesa che li costringeva, in attacco, ad un solo field goal nei primi quattro drives offensivi.

Poi sono arrivati i soliti problemi di protezione ( siamo sicuri che fosse solo colpa di Warner dunque ? ) che assillano la squadra allenata da Dennis Green che, in settimana, non aveva fatto nomi e cognomi ma il dito verso qualche "viaggiatore " da 3 milioni di dollari l'aveva puntato. E specificamente verso qualche uomo di linea.

Leinart è finito nelle mani dei difensori dei Chiefs 4 volte, in un altro paio è stato pressato finendo per pagare sul campo l'ovvia inesperienza che ancora lo caratterizza. Per esempio con l'intercetto a metà  ultimo quarto che ha ridato palla a Kansas City sulle ARIZONA 22. Errore che ha permesso al kicker Tynes di centrare i pali ed il pareggio sul tabellone.

Fossimo in Green, quindi, saremmo altamente soddisfatti delle risposte avuta dal campo su Leinart soprattutto alla luce anche di quel splendido ultimo drive dove l'ex USC, in un minuto e mezzo scarso, era riuscito a portare Rackers in raggio di field goal ( in posizione per raggiunge i Chiefs sul punteggio di 23 quindi ) partendo dalle proprie 9 yard ed arrivando sulle 33 di Kansas City con quattro passaggi corti ed uno profondo, convertendo un quarto down cruciale e usando il cronometro benissimo.

Di Arizona ha colpito anche la difesa che è riuscita a tenere il temuto Larry Johnson e il gioco di corsa dei Chiefs a 1.8 yards a portata con una concessione di un gioco singolo massimo di 9 yards e, soprattutto, nessun primo down concesso su corsa.

Da questi dati e dalla prestazione di Leinart riparte la stagione dei Cardinals, già  domenica prossima contro nel Monday Night contro i Bears. Anche se questo potrebbe voler dire la quinta sconfitta consecutiva.

Detto di Arizona e tralasciando i Seahawks in riposo forzato a curarsi le ferite dalla scoppola rifilatagli da Chicago nel Sunday Night della settimana scorsa andiamo a vedere come se la sono cavata i 49ers contro una delle peggiori squadre NFL di questo inizio di stagione.

Premessa doverosa per introdurre gli Oakland Raiders versione 2006. Chi si aspettava una passeggiata di San Francisco è rimasto deluso. E forse anche un po' sudato perché, fedelmente alla sua indole di questa stagione, la squadra di coach Nolan non riesce proprio ad iniziare le partite con il piede giusto. Prima della sfida contro i Raiders le statistiche dicevano che nel solo primo quarto di gioco Smith e compagni avevano segnato 10 punti contro i 45 degli avversari che si tramutavano in 82 a fine primo tempo contro i 20 dei 49ers.

Anche contro Oakland non poteva essere altrimenti e il tabellone, dopo due quarti, vedeva San Francisco sotto 13-7 nonostante la linea offensiva avesse tenuto Smith immune da sack e il quarterback aveva ringraziato lanciando solo due incompleti su 12 tentativi e andando subito in ritmo ( 4/4 iniziale con un TD ) appoggiandosi a quell'Antonio Bryant finora troppo dimenticato ( solo 17 ricezioni in stagione nonostante abbia la 5° media per yards su ricezione fra i ricevitori ).

E' stata una partita strana però che ha messo dei punti di domanda dove c'erano certezze e dato conferme dove invece c'erano punti interrogativi. Mi spiego meglio. Con 25.2 punti e 226 yards a partita concessi dalla difesa dei 49ers, prima della partita di questa settimana, era fin troppo facile individuare il punto debole di un reparto difensivo che "teneva" contro il running game, specialmente sui primi e secondi downs, ma soffriva terribilmente il gioco aereo mancando di una pass rush adeguata e con un reparto dietro poco incisivo.

Ora andate a leggere qualsiasi recap, guardate qualsiasi filmato della partita, prendete anche il più semplice dei gamebook e vedrete come "escano" i nomi del cornerback Harris e di un reparto difensivo capace di provocare 5 palle perse ai Raiders, 4 intercetti, 1 sack e 5 hurries.

Mentre quello che era l'aspetto più affidabile, la run defense, di San Francisco si è sciolto contro il resuscitato reparto corse dei Raiders concedendo 154 yards e 6.7 di media a portata con guadagni singoli di 16, 19, 11 e 9 yards. Decisamente troppo per pensare di non avere problemi anche in partite di questo genere.

Così i 49ers erano sotto nel punteggio ad un certo punto, fine secondo quarto, e ci sono voluti gli errori dell'attacco di Oakland oltre ad un grande Frank Gore ( miglior prestazione in carriere le 134 yards corse domenica ) per mandare sul tabellone 24 punti consecutivi che hanno chiuso la contesa e salvato il posto al coordinatore difensivo Billy Davis, oggetto di critiche in settimana e in odore di licenziamento, evento seppur smentito dall'head coach Nolan, che avrà  la prova del fuoco la prossima settimana quando i Chargers arriveranno nella baia.

Per i Rams era importante vincere. Con Seattle ferma al palo dal bye, era imperativo non lasciarsi scappare l'occasione di mettere la testa davanti nella division e prendere fiducia per il prosieguo della stagione.

Dopo il ritorno di Martz della settimana precedente i Rams erano di scena nel Wisconsin, casa Brett Favre, alla "diecimilionesima" partita consecutiva. Il game plan di St. Louis consisteva nel mettere il football in mano al running back Jackson subito e controllare il ritmo di gioco cercando di mettere punti sul tabellone ed andare in vantaggio nel punteggio.

Con Ahman Green fuori, e con il suo sostituto, Morency, molto falloso, l'idea del conservatore Linehan era quella di costringere Favre a fare la partita confidando nella propria secondary e nella capacità  di limitare i big plays. Il punteggio di 14-13 all'intervallo, quindi, con un sostanziale 50% di possesso del pallone, favoriva i Packers nel secondo tempo. Almeno sulla carta.

Fino a quando uno, stranamente, impreciso Bulger non decideva di approfittare di una difesa Packers troppo incline a concedere ampi guadagni per via aerea ( 6 completi da almeno 16 yards, che portano il totale stagionale a 35 dall'inizio della stagione ) guidando tre drives a tre field goals anche grazie al contributo di un sempre positivo Steven Jackson ( altre 23 portate e 98 yards conquistate ), punta di un running game sopra le 100 yards.

Erano 2 anni che i Rams non vincevano tre partite. Ci sono riusciti in questo inizio di stagione 2006 con una squadra meno scintillante di quella che faceva capo a Mike Martz ma più concreta che non ha paura di sembrare conservativa nel suo approccio alla partita. Perché, alla fine, in NFL, ma come in ogni altro posto al mondo che non si chiami Milanello/Arcore, quello che conta è vincere. Se poi viene anche il bel gioco tanto meglio.

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