Playoffs nella MLS, ultimi anni?
La maggior parte del mondo, come sappiamo, preferisce il sistema metrico decimale quale sistema base di misurazione, anche perché, semplicemente, è più facile da usare. Ma gli americani, come sappiamo, preferiscono fare le cose complicate e usano inches e feet. Stessa cosa nel calcio.
La FIFA è la federazione calcistica mondiale che regola l'attività di ben 200 federazioni nazionali. Di questi 200 paesi rappresentati, ben pochi hanno un campionato che termina con I playoff. Il nostro, come nella maggior parte degli altri paesi, è infatti un sistema che vede vincere la migliore del campionato, quell che ha accumulato più punti. Ma anche in questo gli americano hanno voluto essere diversi, e infatti la Major League Soccer, come prima di essa la North American Soccer League negli anni '70 e '80, è basata su un sistema che vede arrivare ai playoff le 8 migliori, su 12, del campionato. Le 12 nel loro insieme, in una stagione di 6 mesi, giocano 32 partite, con più della metà di esse che raggiunge i playoff. La domanda sorge spontanea: daresti il meglio di te durante l'anno quando sai che il 99% del tuo voto è basato sull'esame finale? La risposta anche sorge spontanea: "no".
La MLS si sta avviando, mancano solo tre giornate, verso i suoi undicesimi playoff, e forse dovrebbe iniziare a rendersi conto, come già fanno molti osservatori e anche alcuni calciatori, che l'attuale sistema non ha molto senso, anzi è deleterio. Deleterio specialmente in termini di (scarso) spettacolo e, conseguentemente, di (scarso) pubblico, che si affaccerà eventualmente solo per il torneo post season. Concetto questo che è stato accolto anche dalla MLB, dove di 30 squadre solo 8 accedono ai playoff, un quarto circa delle squadre della lega, e questo dà molto più interesse alla regular season. Tra l'altro le squadre sono 8 invece delle previste 6 per volere di Lamar Hunt, proprietario di FC Dallas e di altre squadre, lo stesso che ha voluto altre due squadre nei playoff NFL.
È chiaro che se la MLS vuole crescere, puntando come dice il Commissioner Don Garber anche a superare la NHL, dovrà puntare ad avere un pubblico sempre più ampio, sia allo stadio che di fronte alla TV. Ma questo non potrà certo accadere se le partite della regular season sembrano, come in molti casi avviene specie ad inizio stagioni, delle amichevoli. La MLS e la CONCACAF hanno, giustamente, tentato di aumentare l'interesse nella regular season assegnando uno spot in Champions' Cup, una sorta di Champions' League nordamericana, alla squadra prima classificata, ma il tentative sembra non dare assolutamente frutti.
Certo, il torneo a girone all'italiana ha le sue controindicazioni. Basta pensare a certi campionati in cui Juventus o Milan hanno vinto con molte giornate di anticipo, togliendo parte dell'interesse al torneo. O quando l'anno scorso il Barcelona ha vinto la Liga con 3 giornate d'anticipo. Ma la differenza sta nel fatto che la Liga, come la Serie A, assegna sette/otto posti tra Champions' League e Coppa UEFA, più altre tre squadre rischiano la retrocessione. E quindi anche se Barcelona o Milan vincono con largo anticipo, il campionato resta interessante, e il pubblico affolla gli spalti tutto l'anno.
I D.C. United di quest'anno, in testa alla MLS per tutta la stagione, non sono stati mai in grado di riempire metà del RFK Stadium, che può contenere 55,672 spettatori. Il numero massimo di presenti quest'anno per D.C. è stato di 24,159, in un match di fine agosto contro Los Angeles Galaxy.
Ok, quindi, dato per acclarato che il soccer ha ormai messo radici negli USA, se perà³ lo spettacolo che viene fornito agli spettatori è di così basso livello, come incolpare chi non va allo stadio o i bassi ascolti?
Il prossimo anno la MLS vedrà scendere in campo 13 squadre, con l'arrivo di Toronto FC, e questo potrebbe comportare una serie di problemi di calendario. Problemi che però potrebbero essere il viatico migliore verso un'europeizzazione del campionato, con girone all'italiana. Il tutto nell'attesa, di un giorno in cui, forse, la MLS avrà il coraggio di avviare un sistema di promozioni/retrocessioni, che possa renedere il calcio in America simile a quello degli altri paesi. Varie al riguardo le proposte in campo. La prima prevede un'espansione della MLS fino a 24 squadre, con a quel punto la nascita di due divisioni (con playoff cui accederebbero anche le prime due della 2nd division). L'altra, più difficile, prevede una fusione con la USL First e Second Division, che diventerebbero la Serie B e C del calcio USA. Difficile ma non impossibile. La J-League giapponese, nata nel 1992, è già riuscita ad arrivarci, passando prima per un periodo a "divisioni chiuse", per poi arrivare al sistema di promozioni/retrocessioni. Si potrebbe fare proprio così, magari passando per l'ingresso, nella seconda divisione bloccata, di squadre che magari non vorrebbero entrare subito nella MLS per evitarne i costi, ma che avrebbero già il pubblico adatto: vedi Rochester, Montreal, Seattle, Vancouver e Portland.
Al momento la i piani reali della MLS prevedono un'espansione fino a 14 team entro il 2008, uno all'anno. Ma un possibile primo cambiamento verso il girone all'italiana potrebbe arrivare solo una volta raggiunte, eventualmente, le 20 squadre (candidate: Atlanta, Philadelphia, Cleveland, Milwakee, San Jose, St. Louis e Rochester). A quel punto infatti verrebbero costituite delle conferences enormi, e molte squadre finirebbero per incontrarsi una volta sola. A quel punto le scelte sarebbero due. Passare ad un sistema a tre/quattro divisioni, tanto per cercare di fare un po' di clamore. Perché? Avrebbe senso per qualcuno a quel punto diventare division champ? Chiedete ai tifosi dei San Diego Padres della MLB dello scorso anno quanto sono orgogliosi! Quello delle division sarebbe un sistema che lascia arrivare ai playoff team più scarsi di altri, e di solito aiuta ingiustamente alcuni di essi (vedi i New England Revolution del 2002).
Personalmente sono a favore del girone all'italiana non solo perché mi sembra più giusto, ma perché avvicinerebbe sempre più la MLS ai campionati europei, che debbono essere d'esempio per gli ultimi arrivati. Ed è forse anche quello che la maggior parte dei tifosi di calcio USA vuole, oltre chiaramente ad una maggior qualità del gioco. E sono convinto che con il passaggio ad una versione europea del campionato, pian piano si perderanno le altre americanizzazioni del soccer, come gia successo con gli shoot out (peccato!), il countdown, le maglie improponibili dei primi anni di MLS, ed altro. Tra l'altro è del 28 settembre l'annuncio che dal prossimo anno apparirà uno sponsor sulle maglie delle squadre. Come in Europa. Non certo come nella NBA o nella NFL.
Aspettare e sperare"