MidSeason Rookie Report

Mehdi Ballouchy: davvero un'ottima stagione per la 2ª scelta del Draft

Dopo la sbornia post-Mondiale (grazie Azzurri, anzi forza Italia e chissenefrega di essere "politically correct"), ributtiamoci nella MLS. Siamo giunti a metà  (più o meno) della stagione regolare e sembra giusto fare un breve resoconto di quanto sta accadendo nel panorama-giovani della MLS.

Il SuperDraft di gennaio ha portato nella Lega molti ragazzi che sperano di intraprendere una carriera brillante, lunga e prodiga di risultati. Non è possibile dare ovviamente giudizi precisi né esaurienti, poiché al di là  dei risultati delle rispettive squadre non esiste un parametro univoco di giudizio.

Molti di loro sono stati scelti in alto, ma con la prospettiva di poter venire davvero utili solo tra qualche anno (2 o addirittura 3), data la giovane età  e l'inesperienza: sono i cosiddetti "prospetti", diamanti a volte grezzi ma che la volontà  e la guida esperta di coaches e GM plasmeranno (o dovrebbero farlo) in stelle di grande valore. Non sono ancora di grande utilità  per la squadra (con le dovute eccezioni, ovviamente) ma è importante per i GM sceglierli subito, per evitare che le concorrenti se li accaparrino.

C'è però un'altra categoria di giocatori; solitamente questi vengono scelti con le chiamate più basse, ma a conti fatti si rivelano quelli più pronti per giocare subito, quelli che hanno un impatto immediato con la Lega e spesso hanno già  anche una certa esperienza internazionale (a livello giovanile con le nazionali). La classe è certamente inferiore, ma non è la classe che si richiede a questo tipo di giocatori: da loro si pretende quello che sono in grado di dare, ossia sudore, agonismo e voglia di lottare.

Scopriremo però che nel SuperDraft 2006 queste categorie non sono state del tutto rispettate: spesso i giocatori chiamati più in alto hanno avuto un impatto immediato sulla loro squadra. Abbiamo preso in esame i 10 rookie più attesi e ve li presentiamo qui, a metà  della stagione, per provare a capire dove possono arrivare.

1 – MARVELL WYNNE (New York Red Bulls)
Difensore, nato il 08/05/1986
13 partite, 8 da titolare - 857 minuti

Il migliore. Un difensore così gli Stati Uniti (intesi come nazione) non l'avevano ancora avuto. Eleganza nella corsa, falcata veloce e sicura, pulizia negli interventi; c'è un momento per giocare la palla e un momento per spazzare "alla w il parroco" e lui sa sempre fare la scelta giusta. Ovviamente è inesperto e qualche errore lo fa anche lui; che diamine, nemmeno Franco Baresi alla sua età  era Baresi. I Red Bulls hanno fatto carte false (5ª scelta più Hernandez ai Chivas) per assicurarsi la 1ª scelta con la quale chiamarlo, e se l'hanno fatto vuol dire che hanno visto che il ragazzo vale tutto quello che si dice di lui. Il problema è che attorno alla portata principale (Wynne) non hanno messo il contorno giusto: la difesa di NY non ha gli uomini adatti per supportare cotanto talento e alcune prestazioni di Marvell sono sembrate inferiori alle attese, più che altro perché si capiva che il ragazzo non si fidava dei suoi compagni. Questo da una parte è indice di personalità , perché dimostra chiaramente che Marvell sa quel che vale, ma d'altra parte può essere scambiato per arroganza, perché un rookie generalmente non si dovrebbe permettere certi atteggiamenti. Ma coach Johnston (prima di venire esonerato) lo aveva messo in panchina, un po' per raffreddarne i "bollenti spiriti", un po' per non bruciare il talento del ragazzo, che in ogni caso rappresenta il futuro della franchigia newyorchese. E d'altro canto non possiamo tacere che se al posto di Wynne ci fosse stato un qualsiasi altro difensore i Red Bulls avrebbero ancora meno punti in classifica. È un sicuro candidato al posto di titolare anche in Nazionale: un difensore così gli Stati Uniti (intesi come Nazionale) non l'avevano ancora avuto. Anche per questo, oltre che per il talento, poniamo Marvell Wynne 1° candidato al premio di "Rookie dell'Anno". Promosso a pieni voti.

2 – JONATHAN BORNSTEIN (CD Chivas)
Difensore, nato il 07/11/1984
17 partite giocate, tutte da titolare - 1529 minuti - 1 gol

Scelto col n. 37, i Chivas hanno trovato uno di quei giocatori di cui si diceva all'inizio: non godono di un eccessivo credito, ma si fanno sempre trovare pronti e ripagano le scelte dell'allenatore con qualità  e quantità . Quello che incuriosisce di Bornstein è che è stato chiamato come punta (ruolo che ricopriva al college, con ottime cifre: 5 gol e 4 assist in 20 gare lo scorso anno), ma coach Bradley lo schiera come difensore. Be', davvero un bel salto, ed ecco spiegato il motivo per cui in 17 partite ha segnato solo 1 gol. Ma nel pacchetto arretrato sta facendo davvero bene, si muove come terzino di sinistra con licenza di attaccare e spesso i suoi cross risultano importanti. Non si è ancora ben capito come mai Bradley abbia visto in questo buon realizzatore un difensore di alto livello, ma sta facendo il suo lavoro egregiamente e i Chivas ne beneficiano vistosamente. Il posto di titolare è stato suo fin dall'inizio e non ha nessuna intenzione di farselo levare. Difficile che possa aspirare al titolo di "Rookie dell'Anno", ma è un discreto candidato al ruolo di "steal of the draft". Promosso a pieni voti.

3 – MEHDI BALLOUCHY (Real Salt Lake)
Centrocampista, nato il 06/04/1983
16 partite, 15 da titolare - 1252 minuti - 1 gol e 1 assist

È la 2ª scelta assoluta del Draft e tra i centrocampisti ci appare come quello con più margini di miglioramento. All'inizio veniva descritto come un grande centrocampista con la tendenza ad accontentarsi, un po' pigro, senza molta voglia di lavorare ed allenarsi. Ora, noi non siamo a Salt Lake City e non possiamo certo controllare di persona, ma da quanto abbiamo appreso il ragazzo (nativo di Casablanca in Marocco) si allena con impegno tutti i giorni. Semmai ci stupisce il fatto che finora abbia prodotto 1 solo assist visto che la sua dote migliore è proprio quella dell'ultimo passaggio; ma è anche vero che le punte di RSL non sono quanto di meglio ci sia sul mercato per cui molti potenziali assist vincenti non si sono trasformati in rete per colpa di altri. Inoltre la visione di gioco è certamente la più sviluppata tra tutti i giocatori scelti a questo draft. L'unico vero difetto che secondo noi lo affligge è il suo essere un po' "leggerino": la struttura fisica lo avvantaggia nelle situazioni di contropiede, ma a difesa schierata soffre i contrasti e perde molti palloni. La squadra in cui gioca non gli permette di rendere al meglio. Probabilmente la prossima stagione avrà  accanto Besagno (1ª scelta 2005) e allora le cose potrebbero cambiare, ma già  così Ballouchy ha i numeri per diventare una stella e aiutare la MLS a crescere ancora di più. Promosso.

4 – SACHA KLJESTAN (CD Chivas)
Centrocampista, nato il 09/09/1985
17 partite, tutte da titolare - 1485 minuti - 3 assist

Kljestan è la scelta n. 5 del Draft, ed è normale che su di lui ci siano attenzioni speciali. La scelta è caduta su di lui per molteplici ragioni: 1- la cessione della 1ª scelta assoluta a New York; 2- un centrocampista dotato di "fosforo" in mezzo al campo serviva come il pane ai Chivas, visto che il capitano Ramà­rez non ha dimostrato, la stagione passata, di poter scandire i ritmi di una squadra giovane (pur in un campionato lento come la MLS), soprattutto per limiti di età  ma anche perché gli elementi del roster non si conoscevano tra loro. Kljestan è una razza speciale, sa lanciare al momento giusto, sa dare i tempi corretti alla squadra, è veloce soprattutto di testa perché fa correre la palla senza attardarsi in tocchi inutili. Difetti? Poco coraggioso; nei contrasti tende a tirare indietro la gamba e questo causa un buon numero di palle perse. Non ha ancora segnato, ma il suo lavoro è fornire assist e per ora ne ha prodotti 3. Pochi? Non diremmo, visto che: a- è un rookie e l'esperienza è quella che è; b- gioca in una squadra che di fatto (se non di nome) è ancora una "matricola", ma sta migliorando costantemente. Il merito va molto alle scelte azzeccate del management. Kljestan è una di queste. Promosso.

5 – CALEN CARR (Chicago Fire)
Punta, nato il 04/10/1982
12 partite giocate, 1 da titolare - 222 minuti - 1 gol e 1 assist

Per ora le cifre ci dicono che Carr, scelto al n. 10 del 1° giro, non ha inciso granché sulle sorti dei Fire. Per avere 23 anni, in effetti, il ragazzo dovrebbe essere più smaliziato sotto porta. È alto e allampanato per cui non ha uno scatto bruciante, ma allo stesso tempo non sembra avere il fisico di un lottatore d'area, e la mancanza di esperienza a livello professionistico fa sentire i suoi effetti. Deve migliorare nei movimenti lontano dalla porta: se non si irrobustisce i difensori avversari lo porteranno sempre ai limiti dell'area, da dove ha dimostrato di avere problemi nel giocare spalle alla porta; d'altro canto è impensabile che acquisti velocità  col passare del tempo, perciò se vuole avere un futuro nella MLS sarà  costretto a mettere su muscoli. Ma tecnicamente sa il fatto suo, e questo lo aiuterà  parecchio una volta che avrà  acquisito esperienza sufficiente, perché potrà  alternarsi tra i 2 ruoli di punta; però al college era un'ira di Dio e Chicago lo ha scelto per quel fiuto del gol che lo ha portato a segnare 13 gol nell'ultima stagione. Da tenere d'occhio.

6 – YURA MOVSISYAN (Kansas City Wizards)
Punta, nato il 06/07/1987
7 partite giocate, 1 da titolare - 163 minuti

È una punta, ed è la 4ª scelta assoluta del Draft: ecco il classico giocatore definibile come "prospetto". Scelto a soli 18 anni, è il più giovane giocatore mai scelto dai Wizards. Dopo una sola stagione a Pasadena si è dichiarato per il Draft, stagione in cui ha segnato 18 gol in 19 partite. Non si sa nulla su quanti assist abbia fornito (molto probabilmente neppure uno), ma il ragazzo promette molto bene. Ha giocato poco ed è stato mandato a fare esperienza nella Reserve Division, ma quando ha giocato ha mostrato movimenti interessanti. Tecnicamente è superiore a molti altri giocatori scelti nello stesso Draft; è dotato di un dribbling secco che lascia sul posto il difensore, spalle alla porta trova quasi sempre la maniera di girarsi; il destro è potente e preciso, manca quasi completamente del sinistro, in compenso è temibile nel gioco di testa. Ma queste sono tutte caratteristiche che per ora non ha potuto mostrare appieno, perché la mancanza d'esperienza lo porta a strafare e quindi a combinare poco. Speravamo che Yura potesse essere più pronto, ma non dimentichiamo che ha solo 19 anni, il tempo gli darà  ragione. Da tenere d'occhio.

7 – NATHAN STURGIS (Los Angeles Galaxy)
Difensore, nato il 06/07/1987
9 partite giocate, tutte da titolare - 776 minuti

Probabilmente, se Albright non fosse stato chiamato in Nazionale, Sturgis non avrebbe ancora visto il campo se non in qualche scampolo di partita. Addossare sulle sue spalle il momento-no di L.A. sarebbe ingeneroso nei suoi confronti, ma è innegabile che la linea difensiva che comprende, oltre a lui, anche Dunivant e Ihemelu ha pagato parecchio in termini di esperienza. Sulle sue qualità  nessuno dubita; alcuni analisti si sono spinti a dire che era il miglior difensore del draft subito dopo Wynne. Detto che nella MLS spesso non si sceglie per talento assoluto ma secondo le proprie necessità , i Galaxy avevano individuato in lui un prospetto da far crescere senza bruciarlo, in attesa che mostrasse le sue qualità . Al college ha ricevuto parecchi riconoscimenti, ma non è riuscito ancora ad emergere in maniera prepotente. Però le sue qualità  sono indiscutibili. Ancorché mancante di esperienza ha evidenziato un discreto senso della posizione e una tendenza interessante a giocare d'anticipo. A volte difetta nella scelta dei tempi per i contrasti e qualche volta si deconcentra, ma è sicuramente da aspettare. Non bruciamolo, giovani talenti difensivi crescono sul suolo degli USA. Da tenere d'occhio.

8 – BRIAN PLOTKIN (Chicago Fire)
Centrocampista, nato il 03/08/1984
4 partite giocate, 2 da titolare - 162 minuti - 1 gol

Come riferito a suo tempo, Plotkin era stato inserito nella rosa delle prime 5 scelte, poi dei dubbi legati al suo caratterino un po' troppo pepato hanno pesato in maniera talmente evidente da farlo scivolare al n. 20, dove Chicago lo ha chiamato, pensando di poterlo sgrezzare e forse anche inquadrare un po'. Ma il ragazzo non sta rispondendo con fiducia agli stimoli che coach Sarachan gli propone; il suo impatto è stato fin qui quasi nullo, d'altro canto ha giocato veramente poco per riuscire a mettersi in luce. Ma è il classico "gatto che si morde la coda": gioca poco perché ha un carattere non facile o dà  in escandescenze perché gioca poco? In attesa delle risposte (che forse non avremo mai) ci limitiamo a considerare come, per essere un centrocampista, tira un po' troppo verso la porta, anche quando la situazione consiglierebbe una soluzione differente (leggi: passaggio ad un compagno smarcato). Al college ha servito 34 assist in 4 anni e segnato 21 reti (vincendo con Indiana il titolo NCAA 2003 e 2004), ma c'è il sospetto che abbia voluto fornire molti assist per un tornaconto personale più che per essere di utilità  alla squadra. A Chicago può giocare con gente come Mapp, Herron e Jaqua dai quali può imparare molto, ma deve averne voglia e finora non pare averla. Rimandato.

9 – JASON GAREY (Columbus Crew)
Punta, nato il 19/07/1984
13 partite giocate, 8 da titolare - 830 minuti - 1 gol

Scelto al n. 3 da Columbus, che aveva bisogno di una punta "pronto uso"; ma secondo noi la scelta è sbagliata: Garey è il giocatore che scegli come prospetto, per dargli il tempo di crescere. Invece gli sono stati dati subito i compiti di leader dell'attacco. Ma Jason evidentemente non è ancora pronto, e infatti dopo alcune partite giocate da titolare (in cui ha segnato 1 gol) è stato retrocesso nella Reserve Division, dalla quale comunque viene richiamato in squadra per fare panchina e giocare gli ultimi minuti per fare esperienza. Il ragazzo ha 22 anni, quindi ha il tempo di sfondare, e le cifre del college (pur se da prendersi con beneficio d'inventario) sono indicative: 60 gol e 20 assist in 4 anni a Maryland. Ma ha dei difetti, tecnici ma non solo. Non è velocissimo e questo lo limita parecchio quando agisce da unica punta; è un realizzatore, un uomo d'area, ma è più potente che tecnico quindi è più adatto ad aprire spazi per gli altri che a sfruttare quelli che gli si creano davanti. Avrebbe bisogno sempre di una spalla accanto, ma nei Crew nessuno sembra fare al caso suo. Sembra anche piuttosto immaturo, non intaccato da una reale voglia di lavorare, e questo potrebbe procurargli grane. Rimandato.

10 – TYSON WAHL (Kansas City Wizards)
Difensore, nato il 23/02/1984
6 partite giocate, 4 da titolare - 363 minuti

La scelta di Wahl sembrava oculata: il ragazzo appariva il classico giocatore pronto subito, in grado di essere una presenza importante. Invece ha giocato solo 6 partite in cui mai i Wizards hanno dato l'impressione di essere coriacei in difesa. La sua presenza non ha fornito Kansas City di una energia in fase difensiva che Wahl sembrava garantire durante il training camp. Ma la sua carriera universitaria parla per lui, è stato titolare anche ai Mondiali U-17 e U-20. A centrocampo se la cava leggermente meglio, ma la voglia di dimostrare di essere utile lo porta spesso a fare un gran casino in mezzo al campo. Fatte tutte le debite proporzioni, ricordate Edgar Davids nella sua stagione e mezza al Milan? Ecco, immaginate qualcosa di simile. Purtroppo i Wizards hanno bisogno di ordine in mezzo al campo e compostezza, altrimenti perdono le distanze tra i reparti e per gli avversari è un attimo sorprenderli. Wahl è penalizzato anche dal fatto di essere grezzo tecnicamente, per cui le sue giocate sono all'insegna dell'energia, ma non riesce a trasmettere ai suoi compagni calma e fiducia. È un peccato, perché in un altro sistema di gioco le sue caratteristiche lo esalterebbero, invece qui lo penalizzano; ma c'è tempo per recuperare e mostrare le proprie qualità . Rimandato.

alla prossima!!

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