Landon, vattene in Europa

Landon Donovan (Los Angeles Galaxy), per lui è tempo di andare

C'era anche lui sabato sera a Carson (CA), al Home Depot Center, per la partita pareggiata dai Galaxy contro gli Houston Dynamo. Ma non si è neanche cambiato, e la partita se l'è vista dalla tribuna, mentre i suoi compagni in Germania, Chris Albright e Brian Ching erano sul campo da gioco. E così ci dobbiamo soffermare sull'immagine che ci è rimasta di Donovan in azione ai Mondiali 2006, e non è l'immagine dei gol che ha messo a segno, nessuno, né del bel gioco espresso.

Nella foto della settimana su Playitusa si vede un tristissimo Landon Donovan piegato di fronte alla maglia degli avversari ghanesi. Ma noi ci ricordiamo il suo vagare per il campo, la sua inconsistenza, l'incapacità  di un guizzo. E un momento in particolare, quando nella partita col Ghana, verso la metà  del secondo tempo, lo si vede avviarsi in progressione verso la porta degli africani. Arrivato davanti un difensore che fa? Quando tutti si aspettavano il numero, la classe venire fuori e portarlo in rete, lui passa semplicemente la palla a Ben Olsen, subentrato a Claudio Reyna infortunato, senza assumersi quella responsabilità  che il campione dovrebbe prendersi nei momenti topici.

Come sappiamo, in un Mondiale il gruppo è importante, ma è il fuoriclasse, il campione, il grande giocatore che esce fuori e trascina la squadra. Lo racconta la storia dei Mondiali: da Paolo Rossi a Pelè, da Dieguito a Cruyff (non che qui si cerchi di fare confronti con questi mosti sacri, ci mancherebbe) fino a Totò Schillaci e Igor Belanov, per scendere un po' di livello. I veterani della squadra di Bruce Arena, Kasey Keller e Claudio Reyna, hanno fatto la loro parte, mentre Donovan per almeno due partite e mezzo (escludo infatti una mezz'oretta di buon livello con l'Italia) è scomparso dal campo.

A questo punto sembra chiaro che sia giunto il tempo per Landon Donovan di fare le valigie, vendere la sua bella villa nella California del sud e andare a giocare in Europa. Nell'ultimo anno "Landlova" ne ha raccontate tante sul fatto che fosse diventato un giocatore migliore avendo la possibilità  di giocare in un ambiente a lui più confortevole di Leverkusen. Ha invece dimostrato come la bella vita nella propria città  non fa crescere un giocatore.

Donovan - come ogni altro giocatore dai piedi buoni - ha bisogno di sentire la pressione per migliorarsi. Non per niente i migliori giocatori d'Europa e Sud America vivono e giocano continuamente sotto pressione: delle società , dei tifosi, dei giornali, ecc. E questa esperienza consente loro di non avvicinarsi ai Mondiali sentendoli come un qualcosa di eccessivamente grande, che sembrato esattamente l'approccio di Donovan, che in Germania è arrivato con dietro aspettative da parte di tutti , osservatori, media e tifosi, che non aveva quattro anni fa.

Se Donovan volesse continuare ad ignorare i suoi critici, potrebbe almeno ascoltare il suo allenatore in Nazionale, Bruce Arena, e il giocatore che lui è candidate a sostituire come capitano, Claudio Reyna. Entrambi hanno infatti candidamente ammesso che Donovan potrebbe diventare un grande giocatore se trovasse il coraggio di mettersi in gioco in Europa.

"In Europa vivrebbe il calcio ogni giorno, tutto l'anno", ha detto giustamente Arena. "Si troverebbe a giocare molte partite, con avversari duri e difficili. È dura lì".

"Ogni giorno ti ritrovi ad affrontare la concorrenza dei tuoi compagni. C'è pressione per vincere ogni partita, perché i campionati hanno promozioni e retrocessioni. È lì il calcio vero, ed è li che ti devi posizionare per esistere a livello internazionale".

Donovan dovrebbe forse dare un'occhiata più attenta alla carriera di Reyna. "Capitan America" dieci anni fa era visto come la stella nascente americana. Anche lui, come Donovan, iniziò nel Bayer Leverkusen. Il primo anno al Bayer fu molto difficile per Reyna, ma invece di mollare il suo sogno europeo e tornare in America, si cercò un altro club. E il resto della sua carriera di club ha quindi visti una serie di belle stagioni in Scozia (Rangers Glasgow) e Inghilterra, fino ad affermarsi definitivamente con il Manchester City.

"L'Europa ha fatto di me un giocatore migliore. E c'è bisogno di vivere tempi brutti per imparare", ha dichiarato Reyna. "Ad esempio, questi Mondiali saranno la più grande scuola per molti giocatori a questo punto della loro carriera. C'è qualcosa che l'Europa ti dà , e a me ha dato quelle lezioni che mi hanno fatto crescere come giocatore".

Non c'è bisogno di guardare lontano per comprendere. Basta rimanere nello stesso girone E dei Mondiali, quello di USA, Italia, Repubblica Ceca e Ghana. Il centrocampista ceco Tomas Rosicky, autore di una doppietta nel 3-0 contro gli USA, e il centrocampista ghanese Michael Essien, erano entrambi in campo ai Mondiali Under-17 di sette anni fa. Donovan fu la stella riconosciuta di quel torneo, ma Rosicky ed Essien sono giocatori che hanno lasciato il proprio paese per andare a giocare nei migliori campionati d'Europa, e ci sono rimasti, diventando quei campioni che oggi conosciamo. Nessuno dei due è scappato a casa quando le cose sono diventate difficili. E oggi Essien è uno dei migliori centrocampisti del mondo, titolare nel Chelsea stellare di Mourinho, mentre Rosicky è appena stato acquistato dagli inglesi dell'Arsenal, finalisti di Champions League.

Ma come Reyna ha precisato, la decisione di spostarsi, è di Donovan. È lui a dover decidere della propria carriera, in Nazionale e nel club di appartenenza. È lui a dover valutare se la carriera vale il sacrificio (!) di lasciare casa, famiglia e MLS e mettersi in discussione magari in Premier League, visto che per lui la MLS non è più una sfida ormai da anni. E questo non è un attacco alla MLS, ma solo una constatazione della realtà  dei fatti. Nonostante tutti i progressi fatti in questi anni infatti, la MLS non è certo il posto adatto dove un campioncino in erba possa crescere al meglio, migliorarsi di continuo.

Bisogna infatti considerare che i giocatori della MLS non è che subiscano tutte queste pressioni. Un sistema infatti, che vede una sola squadra per Conference venire esclusa dai play-off, fa perdere molto significato ai match della regular season. E c'è chiaramente un livello tecnico inferiore rispetto alle prime cinque leghe europee (Premier League, Serie A, Liga, Bundesliga, Ligue1). Nella MLS non c'è difensore che possa marcare, in modo da annullarlo, Donovan.

E quindi, dov'è la sfida per Donovan nel rimanere nella MLS? I club americani tra l'altro, nonostante si parli di un possibile ingresso nella Copa Libertadores, attualmente partecipano alla Concacaf Champions Cup, che non può certo essere considerato un torneo dal livello competitivo alto. E dove i club USA vengono spesso eliminati subito, principalmente perché la fase cruciale arriva quando la MLS è ancora ad un mese dalla partenza. Come se da noi si giocassero gli ottavi di Champions League l'ultima di luglio! Anche le partite con la Nazionale, non offrono a Donovan un ambiente di gioco ideale alla sua crescita. Un po' il livello della Concacaf (Messico a parte), un po' le scelte, scarse, di Arena rispetto alle amichevoli, gli impediscono di fronteggiarsi con i migliori al mondo. E così, mentre i grandi giocatori europei, sudamericani, africani e persino australiani, si misurano nell'ambiente più competitivo del mondo, Donovan continua a portare avanti la sua bella vita californiana e un torneo di sette soli mesi, senza coppe e senza pressioni.

Certo è la sua vita, e in questo caso non è ipocrita chiamarla "scelta di vita", visto che in Europa avrebbe sicuramente potuto guadagnare di più, ma se continua in questo modo a breve gli USA dovranno iniziare la ricerca della stella del futuro, con Dnovan che da possibile campione diventerà  un mai esploso. Anche se va presa in considerazione la possibilità  che forse Donovan non ha il carattere per reggere certe pressioni.

Come forse non ha il carattere adatto per diventare il capitano della Nazionale USA, non avendo mai dimostrato di essere un leader oltre che un bravo giocatore. Forse meglio di lui gente come Oguchi Onyewu, uno che si sta sbattendo tra Belgio e, forse, Inghilterra per cercare di migliorarsi giorno dopo giorno. Ancora un po' grezzo, sicuramente, ma ha dimostrato di non avere certo paura a marcare gente come Luca Toni e Ian Koller. Come e più di lui Steve Cherundolo, uno dei migliori in Germania, dove non per niente è il vice capitano del Hanover '96.

Ricordiamoci anche Landon Donovan ha solo 24 anni. Deve ancora maturare, e nel maturare deve decidere se vorrà  essere ricordato come il più grande giocatore americano di sempre. Se vorrà  essere ricordato come uno che ha preferito vivere comodo che vivere, o provarci almeno, alla grande.

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