Marvel Wynne: la 1ª scelta del Draft 2006 è un eccelso difensore, ma New York non ha fatto il salto di qualità
Siamo alla 13ª settimana di gioco, ormai un terzo abbondante della regular season se n'è andato (anzi, siamo quasi in prossimità della metà !) ed è il momento di fare un'analisi generale su ciò che si è visto finora in campo" Buona lettura!
WESTERN CONFERENCE
La Western Conference è, fin dallo scorso anno, meno competitiva della Eastern, causa la presenza di 2 nuove squadre. La scorsa stagione furono queste 2 matricole a rimanere fuori dai play-off, come era largamente prevedibile; ma era anche prevedibile che le stesse avrebbero mosso mari e monti per uscire il più presto possibile dallo status di Cenerentole e che quindi anche le altre avrebbero dovuto adeguarsi per non trovarsi sgradite sorprese. Ma entriamo nel merito:
1 - FC Dallas 27 punti (8 vittorie, 3 pareggi, 2 sconfitte - saldo reti +9)
Si comporta in maniera egregia, ma ha giocato ben 9 gare in casa e 4 in trasferta (1 W, 2 T e 1 L), per cui il suo bilancio è condizionato da questo fattore; la squadra gioca un bel calcio, con Ruiz (8 gol e 5 assist) e Cooper (6 gol) è ben assortita in attacco e il centrocampo è solido: Valakari, Nuà±ez e O'Brien sono i veri pilastri del gioco (tutti hanno giocato almeno 12 gare su 13). Ma per mantenere la qualità a lungo termine è necessaria una rotazione intelligente degli uomini, e infatti gente come Mulrooney, Alvarez, Pitchkolan e Wilson hanno presenze importanti e si fanno sentire in campo. In difesa c'è qualità tra i titolari (Gbandi, Vanney, Moor e Rhine sono insostituibili) ma non altrettanta in panca; solo Goodson, Wagenfuhr e Yi, che non godono della totale fiducia del coach Clarke, e questo alla lunga può pesare sulla stagione. Già lo scorso anno Dallas era partita bene ma aveva mollato di schianto: la situazione sembra analoga.
2 - Houston Dynamo 22 punti (6 vittorie, 4 pareggi, 3 sconfitte - saldo reti +4)
Che Houston fosse una contender non ci volevano dei geni per capirlo: ma all'apparenza i Dynamo giocano col freno a mano. Forse, memori dello scorso anno (quando ancora si chiamavano Quakes) in cui fecero una 2ª parte di regular season straordinaria per crollare nei play-off, hanno deciso di impostare una stagione più "normale" per dare tutto quando conterà davvero. D'altro canto problemi di qualificazione non ce ne saranno, perché Ching (7 gol finora, ma è reduce dal Mondiale) e De Rosario (4 gol e 4 assist) assicurano quel quid in più che fa la differenza tra una buona squadra e una potenziale candidata al titolo. Ciò che può destare qualche punto interrogativo è un roster sottodimensionato, soprattutto a centrocampo dove giocano sempre gli stessi (De Rosario, Clark e Mullan affiancati occasionalmente da Serioux e Davis). Insomma, basta una dissenteria per riempire l'infermeria e svuotare il roster: buttare dentro qualche rookie ogni tanto potrebbe non essere una cattiva idea.
3 - CD Chivas 18 punti (5 vittorie, 3 pareggi, 5 sconfitte - saldo reti +3)
La (ex)matricola che non t'aspetti: la 2ª squadra di L.A. si sta facendo beffe dei cugini e acquisisce sempre più confidenza con la MLS. Dopo una stagione di "ambientamento" i Chivas stanno trovando il passo giusto: merito anche di uno zoccolo duro di tifosi che riempiono sempre lo stadio, e questa è probabilmente la migliore notizia che Jorge Vergara possa ricevere: perché la squadra gioca piuttosto bene, il vero grande problema è che segnano solo gli attaccanti: Razov (10 gol e 6 assist), Palencia (attenzione, il giocatore più pagato di tutta la lega!) (3 gol e 3 assist), Mendoza (2 gol e 5 assist) e Garcàa (5 gol e 2 assist). Come a dire che tutto il resto della squadra gioca in funzione di questi 4 elementi. E d'accordo che Mendoza è più centrocampista, ma l'importante è l'equilibrio: finché gli attaccanti hanno la vena in funzione è tutto ok, ma se il filone si esaurisce? La differenza-reti è troppo esigua per permettersi di sorvolare su questo aspetto: anche la fase difensiva non è delle meglio registrate, ma il reparto arretrato è pieno di sophomore e giovani, l'unico davvero esperto è Llamosa, perciò temiamo che i Chivas presto subiranno un rallentamento: drastico o solo di passaggio? Detto per inciso, se al draft avessero tenuto la 1ª scelta adesso Marvell Wynne giocherebbe con loro.
4 - Colorado Rapids 18 punti (5 vittorie, 3 pareggi, 5 sconfitte - saldo reti -3)
L'anno scorso abbiamo denunciato come la squadra del Colorado raccogliesse più di quanto meritava; quest'anno il roster sembra costruito meglio ma raccoglie meno di quanto merita. I problemi sono in larga parte riconducibili agli stessi che presentano i Chivas, ossia: segnano solo le punte (Kirovski 5 gol, Ben Dayan 3 gol e 1 assist, Beckerman 2 gol, Hernandez 2 gol, Noel, Peterson e Wasson 1 gol a testa) e non stiamo parlando di giocatori particolarmente prolifici. Anche in difesa non sono messi molto meglio: Petke e Denton fanno quel che possono, ma è il materiale umano che manca. Sulle fasce non si trova un centrocampista che salti l'uomo e proponga dei cross decenti. In mezzo al campo tutto o quasi poggia sulle spalle di Cooke, che infatti ha già smazzato 6 assist, ma è chiaro che c'è bisogno di un'alternativa, altrimenti al 1° infortunio siamo al campo delle 100 pertiche. Ma è vero che finora è mancato Mastroeni: ora che il Mondiale (per gli USA) è finito lui rientrerà a fare da collante insostituibile; basterà ?
5 - Real Salt Lake 12 punti (3 vittorie, 3 pareggi, 7 sconfitte - saldo reti -3)
Al momento fuori dalla zona play-off, ma mancano solo 6 punti; non sono pochi ma nemmeno tantissimi; potrebbero ancora rientrare in gioco, perché la qualità in mezzo al campo non è scarsa. Ballouchy è stato sempre titolare (1 gol e 1 assist, che non sono pochi per un rookie) e ciò depone a favore delle sue qualità ; Cunningham è una punta prolifica (7 gol e 1 assist) e con Kreis (4 gol e 4 assist) forma una buona coppia d'attacco, poi c'è Harris (2 gol). Il vero problema sembra l'adeguatezza della rosa. A centrocampo giocano sempre gli stessi uomini (Ballouchy, Cutler e Klein) e il sophomore Besagno ha giocato solo 1 volta, senza palesare vistosi miglioramenti dopo un anno giocato nel campionato-riserve (è vero però che ha solo 17 anni, quindi il tempo di vederlo all'opera c'è). Ma anche in difesa c'è incertezza: gli uomini sono tanti, ma per esempio Pope ha denunciato al Mondiale carenze impensabili per un giocatore della sua esperienza, e chi c'è dopo di lui non offre sufficienti garanzie; Talley e Torres giocano sempre, ma accanto a loro si alternano Forko, Brown e Novak che denunciano grossi limiti caratteriali. Ma è giusto provare a raggiungere i play-off a tutti i costi, soprattutto per fare esperienza; se non dovessero arrivare pazienza: al prossimo draft ci sarebbe comunque una scelta piuttosto alta.
6 - Los Angeles Galaxy 9 punti (2 vittorie, 3 pareggi, 10 sconfitte - saldo reti -14)
Oh-oh, ma che succede? I campioni (che da quest'anno esibiscono lo scudetto sulla maglia) all'ultimo posto della Conference: è un caso raro (certamente non inedito), ma a memoria non ricordo una catastrofe di queste dimensioni. I Galaxy (ossia storicamente una delle squadre più prolifiche della MLS) hanno segnato la miseria di 10 gol e ne hanno imbarcati 24 in 15 partite. Che manchino Donovan e Albright può essere un'attenuante ma non basta a giustificare questa completa mancanza di dignità da parte dei verdeoro, che si comportano come se non fossero loro ad andare in campo; il pareggio a reti bianche di sabato scorso è quasi da accogliere come una vittoria perché almeno non sono state incassate altre reti. È ancora presto per giudicare l'operato del nuovo coach Yallop, arrivato un mese fa in sostituzione di Sampson, ma di certo la scossa che ci si aspettava con il suo arrivo non c'è stata. L'arrivo di Glen dai Rapids può aiutare, con i suoi inserimenti dalle retrovie, ma poi? In difesa non ci sono le distanze giuste (e qui si sente la mancanza di Albright e la mancanza di esperienza di Ihemelu), ma è tutta la squadra ad apparire senza nerbo. Possibili altri movimenti sul mercato? In realtà il rientro di Donovan potrà migliorare un po' la situazione, ma nell'ombra il nuovo gm Lalas sta pensando a qualcosa. Tremate, tifosi di L.A., tremate"
EASTERN CONFERENCE
La Eastern Conference è più competitiva e lo diciamo dallo scorso anno; ma la realtà dei fatti ci dimostra che è così. Fatta eccezione per Washington (su un altro pianeta, almeno finora), ci sono 4 squadre in 4 punti. Impossibile fare previsioni ora, ma se dovessimo scommettere 5 € li punteremmo su New York fuori dalla post season. Analizziamo il tutto:
1 - D.C. United 32 punti (9 vittorie, 5 pareggi, 1 sconfitta - saldo reti +16)
È tornata. La squadra che nella 2ª metà degli anni '90 ha dominato in lungo e in largo la MLS, con 4 Finali consecutive e 3 Titoli. Questo fatto, da amanti della MLS, non ci rende molto felici. Non perché pensiamo che i United non se lo meritino, anzi, ma perché crediamo che un'alternanza maggiore al vertice accresca la credibilità della Lega. Ma siamo a metà scarsa della regular season e niente è deciso; certo, questi United mettono davvero paura; ma finora hanno giocato 9 partite in casa e 6 fuori e questo, nella MLS, conta ancora molto. Presto o tardi si dovranno giocare tutte le partite, ma intanto Washington ha messo un bel po' di fieno in cascina che tornerà utile quando servirà . Perché è scontato che nessuno può sostenere una stagione intera a questo ritmo e quando verrà il momento di rifiatare (non lontano, secondo noi) questi punti terranno a bada gli inseguitori. Moreno (9 gol e 2 assist), Eskandarian (5 gol e 2 assist) e Gomez (4 gol e 6 assist) sono le punte di diamante di questa squadra che ha il 1° attacco e la 1ª difesa di tutta la Lega. E il Fenomeno Adu? Be', lui si sta specializzando in assist: ne ha serviti 4 in 15 gare giocate, e il suo agire a ridosso delle punte come esterno sinistro gli permette di sfruttare la sua enorme velocità per prendere d'infilata le difese. Tecnicamente può insegnare il mestiere al 70% degli attaccanti che giocano in questa Lega, anche se è ancora acerbo nel leggere la partita e forse per questo Arena non lo ha portato al Mondiale (come se invece lui avesse azzeccato tutte le scelte"); ma ha solo 17 anni, migliorerà ancora. E allora saranno guai per tutti, soprattutto in Nazionale.
2 - Kansas City Wizards 20 punti (6 vittorie, 2 pareggi, 5 sconfitte - saldo reti +1)
I Wizards stanno facendo una stagione molto dignitosa, considerando le voci che circolano attorno al club (chiusura totale, riallocazione a Philadelphia o forse a San José, ecc.), ma quello che emerge dalle cifre parla di una squadra con poco equilibrio: 6 vittorie e 5 sconfitte non sono il ruolino di marcia di una squadra solida e al riparo da momenti di scarsa vena. Le punte non segnano molto (Sealy 3 gol e 1 assist, Johnson 2 gol) ma parlano troppo, l'apporto dal centrocampo è modesto (Victorine 2 gol, Arnaud 1) e alla fine chi segna di più è Burciaga, che nel roster di Kansas City risulta essere un difensore, ma visti i frequenti avanzamenti e la capacità di segnare (4 gol, capocannoniere della squadra) ci fa pensare di avere sbagliato ruolo. È vero però che Johnson, Conrad e Wolff erano in Germania con la Nazionale, e questo può aver frenato un po' la corsa dei Wizards. Ora che sono tornati vedremo cosa riuscirà a fare Kansas City. Ma pur nell'equilibrio che regna a Est i play-off non dovrebbero essere in pericolo.
3 - Columbus Crew 16 punti (4 vittorie, 4 pareggi, 6 sconfitte - saldo reti -8)
La squadra aveva iniziato la stagione maluccio. Ora non è esattamente una corazzata, ma gioca dignitosamente e corre con decisione verso un posto nei play-off; quali i motivi della (parziale) correzione di rotta? Sono arrivati un paio di giocatori di buona esperienza e tecnica (come Grabavoy dai Galaxy, 1 gol) e paradossalmente l'infortunio di Szetela (frattura al piede sinistro, tempi di recupero imprecisati) ha levato dal campo un giocatore dalla tecnica individuale invidiabile ma troppo lunatico e incostante. La squadra ora non dipende più dalle sue bizze e si affida ad un gioco prevedibile e in alcuni casi noioso ma sicuramente più redditizio: difesa e contropiede. Il problema dei Crew (e non solo, diremmo di tutta la Eastern Conference) è l'esiguo numero di reti segnate: detto che Ngwenya e Kamara, con 2 reti a testa, sono i cannonieri della squadra è detto tutto. Columbus tra l'altro ha l'11ª difesa: solo i Galaxy fanno peggio. La posizione in classifica dipende dal fatto che alterna vittorie risicate (o pareggi) a sconfitte con goleade, per cui, nonostante la pessima difesa (Kotschau, Marshall, Hejduk e Pierce non riescono a mettere insieme una fase difensiva decente), possono ancora fare la corsa verso la post-season. Sarebbe un miglioramento rispetto allo scorso anno. Comunque.
4 - New England Revolution 15 punti (3 vittorie, 6 pareggi, 4 sconfitte - saldo reti 0)
Che succede ai campioni della Eastern Conference? L'anno scorso erano una squadra che segnava a ripetizione e prendeva gol col contagocce. Oggi le parti si sono invertite. Twellman è ancora fermo a 4 gol, gli stessi di Dorman che è un centrocampista, e fa fatica a vedere la porta, che l'anno scorso invece inquadrava anche con la nuca. È mancato Dempsey per circa 1 mese (tra preparazione e girone di qualificazione al Mondiale), e la spedizione in Germania ha dimostrato che se esiste un giocatore americano dotato di talento in mezzo al campo è lui. Ma far dipendere tutto dall'assenza di Dempsey sarebbe riduttivo. C'è anche da dire che Parkhurst, centrale difensivo Rookie dell'Anno 2005, non sta ripetendo la fantastica stagione dello scorso anno, e questo si riflette in termini di tenuta difensiva. In più l'aver anticipato la preparazione per la Coppa Campioni può aver influito sui giocatori che in questo momento hanno le gambe imballate. L'obiettivo a medio termine (e vale per tutte le squadre) è centrare i play-off, e pensiamo che Boston dovrebbe ricominciare a "girare" tra non molto; ma attenzione a guardarsi bene le spalle, le distanze sono davvero minime"
5 - Chicago Fire 14 punti (3 vittorie, 5 pareggi, 5 sconfitte - saldo reti -2)
Chicago sembra una bella incompiuta: gioca piuttosto bene, ma segna poco rispetto a quanto crea e prende gol nei momenti di maggiore pressione offensiva. Il fatto è che, in attesa che il nuovo stadio (inaugurato proprio ieri sera nella vittoria su New York) fosse pronto, i Fire hanno giocato 2 sole partite in casa e ben 11 in trasferta. Poiché adesso arriverà una serie di partite in casa è facile prevedere che la classifica di Chicago migliorerà , ma sarebbe stupido ridurre a questo fattore i problemi dei Fire. La realtà parla di una squadra che fa fatica a segnare: Thiago, Jaqua e Rolfe sono i capocannonieri con 3 reti a testa, ma il resto della squadra dà un apporto minimo (a parte i rookie, Herron e Armas non penetrano come la scorsa stagione e la manovra di Chicago finisce per imbottigliarsi al centro, perché non ci sono ali che crossino i palloni dalle fasce). Anche Mapp è l'ombra dello splendido giocatore che lo scorso anno ha levato parecchie castagne dal" fuoco dei Fire. Tutto è ancora possibile, ma Chicago non aveva giocatori al Mondiale, quindi non crediamo in un salto di qualità da qui a ottobre; probabilmente i Fire rimarranno senza post-season.
6 - New York Red Bulls 13 punti (2 vittorie, 7 pareggi, 3 sconfitte - saldo reti -4)
È incredibile: cambia il gm/presidente, cambia il proprietario, cambia il nome e perfino i colori sociali! Ma New York non vince e non convince; (per ora) non bastano i soldi di Mateschitz a trasformare il destino della franchigia newyorchese. Eppure la stagione sembrava iniziare sotto i migliori auspici grazie al cambio di investitore, attraverso uno scambio si era arrivati alla 1ª scelta del draft Marvell Wynne ed era stato firmato ancora per un anno Djorkaeff. Ma quello che manca ai Red Bulls è la mentalità vincente: e questa mancanza si è palesata fin dalla 1ª giornata; avanti 2-0 contro i United, la squadra di New York si è fatta rimontare e bloccare sul pari. Di lì in poi è stata una sequela di pareggi occasionalmente intervallata da una vittoria (o da una sconfitta). Wynne, pur essendo un rookie, si sta rivelando un giocatore sopraffino: senso della posizione, eleganza, tempismo, velocità , tutto quello che deve avere un centrale difensivo moderno. Ma è giovane e si deve abituare al professionismo. Lisi e Djorkaeff sono macchine da assist (rispettivamente 4 e 3), ma se poi là davanti a sbatterla dentro c'è solo Peguero (6 gol per lui) e il centrocampo non fa filtro, è chiaro che anche un potenziale fenomeno come Wynne soffre e fa brutta figura, anche perché i suoi compagni Graham, Jolley e Mendes non sono proprio "a tenuta stagna". Non ci siamo proprio, la Grande Mela deve soffrire ancora. E intanto un'altra stagione se ne va"