Eddie Johnson, l'unica luce nella buia notte della partita con la Repubblica Ceca
Dieci (forse undici) le motivazioni per le quali bisognerebbe sostenere gli USA ai Mondiali, secondo un divertente articolo di Alberto piccinini, pubblicato su “il Manifesto” del 14 giugno 2006, e che condividiamo (quasi) in toto.
A) Dimenticare la telefonata di cortesia fatta al ct Bruce Arena da George Bush, prima dell'esordio contro la Repubblica Ceca. «Sono ansioso di vedervi vincere», ha detto. Il presidente, intervistato dalla Bild, ha dichiarato due mesi fa che di calcio quelli della sua generazione non hanno mai capito niente. Per la verità , nel 1950 gli Usa batterono l'Inghilterra 1-0 in una del partite più sorprendenti del mondiale in Brasile. Poi inventarono il rock'n'roll. Bush dormiva.
B) Lo scrittore Dave Eggars, che giocava centrocampista a 8 anni, ha ricordato nel suo intervento in The thinking fans guide to the World Cup che il suo professore di educazione fisica non voleva che a scuola si portasse il pallone da soccer, perché era uno sport da comunisti (si giocava coi piedi in posti come la Polonia, l'Unione Sovietica eccetera).
C) Il soccer è uno sport per i ragazzini fino ai 12 anni, di cui si lodavano la proprietà educative del gioco di squadra, dove si facevano sempre scendere in campo anche i più scarsi ed in cui spesso le partite finivano senza vincenti né perdenti, come ha raccontato Franklin Foer nel suo libro su calcio e globalizzazione (Foer, redattore di New Republic, cura in questi giorni un ottimo blog mondiale www-tnr.com/blog/world-cup).
D) Negli anni '70, in Usa, la promozione calcistica funzionava presso le famiglie della borghesia intellettuale bianca. Mamme e papà liberal portavano i loro figli al campo. Da qui le soccer moms, influentissime nell'elezione dei presidenti democratici.
E) gli Usa hanno praticamente re-inventato il calcio femminile, e l'hanno dominato negli anni '90, con le icone gaylesbo e ultraliberal Brandy Chastain (quella che si tolse la maglietta dopo un gol – e sotto aveva un top Nike…) e Mia Hamm.
F) i New York Cosmos di Pelè, Beckenbauer (e Chinaglia, vabbé), da qualche tempo riscoperti da tutti gli appassionati di vintage calcistico, e protagonisti di Fuga per la vittoria di John Huston.
G) Freddy Adu, la grande speranza del soccer prossimo venturo, partito dalla Nigeria (dal Ghana, ndr), daperché la sua famiglia aveva vinto la green card alla lotteria. È già testimonial Nike e (forse) futuro Pelè. Con mossa trapattoniana l'allenatore Bruce Arena l'ha lasciato a casa.
H) Perché il soccer è cosmopolita, liberal e di sinistra, è un ponte lanciato verso l'Europa e ha uno stile da working-class chic che le rutilanti messe in scena del football americano hanno perso da tempo.
I) Perché nel calcio è più bello tifare per i più deboli, non per i più forti.
L) Perché il soccer è il nuovo baseball.
C'è un undicesimo motivo che annullerebbe i precedenti, scrive Piccinini: se gli USA giocano come hanno giocato contro la Repubblica Ceca, soprattutto nel primo tempo, che tifiamo a fare? Tre a zero senza repliche.
Forza USA.