Ben Olsen : anima e cuore.

"The Heart and Soul of Midfield"…..Olsen in azione

Benjamin "Ben" Olsen è nato a Harrisburgh, Pennsylvania, il 3 Maggio 1977 ed è stato nominato " Pennsylvania Player of the Year" e "Parade Magazine National Player of the Year" nel 1994, suo anno da senior alla Middleton High School. Nel 1995 il giovane Olsen si trasferisce fuori i confini del suo stato natale per iniziare la sua carriera NSCAA tra le fila dei Virginia Cavaliers, dove nell'arco di tre stagioni parte titolare in tutte le 69 partite giocate dalla squadra e segna 34 reti. Alla fine della sua stagione da junior, 1997, a University of Virginia Ben viene inserito nel "Nike Project-40" e firma un contratto con la Major League Soccer, che lo assegna ai D.C. United nel Dicembre dello stesso anno.

Con gli United Olsen gioca subito titolare scendendo in campo 43 volte, su 44 partite giocate dalla squadra, e segnando 6 goal che lo proiettano verso il titolo di "MLS Rookie of the Year 1998". L'impatto che Ben ha con la sua nuova squadra è immediato, provato dal suo primo goal in MLS che giunge durante una delle prime partite della stagione, il 5 Febbraio contro i Chicago Fire, e dalla prima doppietta segnata nella "CONCACAF Champions Cup", nel quarto di finale contro il Joe Public FC. Nel 1999 Olsen inizia alla grande la stagione distribuendo diversi assist nelle prime partite e risultando uno dei migliori nell'opening game contro i Tampa Bay Mutiny, vinta 5-2 dai suoi. Dopo una regular season che lo vede migliorare sotto ogni aspetto statistico, 5 goal e 11 assist all'attivo in 28 partite, Ben viene nominato "Most Valuable Player" nella MLS Cup Final vinta dai D.C. United sui Los Angeles Galaxy. Campione americano a soli 22 anni Olsen è uno dei migliori centrocampisti prodotti dal calcio statunitense e nel 2000 inizia la stagione dimostrando tutte le sue qualità  ed andando a segno contro i Chicago Fire nella quarta settimana, durante i minuti di recupero. Con questo goal che le permette di essere nominato "MLS PLayer of the Week" Ben sembra avviato ad un'altra stagione vincente ma la sfortuna incombe, e dopo 13 partite di regular season si infortuna alla spalla scontrandosi con il portiere Zach Thornton; infortunio, questo, che lo costringerà  a saltare buona parte del campionato MLS. Tornato disponibile dopo alcuni mesi, Olsen viene mandato in prestito al Nottingham Forest, squadra della First Division Inglese. Ansioso di vivere da protagonista la sua prima stagione all'estero Ben arriva nell'isola della Regina per proseguire la sua ascesa professionale, conscio della stima e dell'appoggio del manager della squadra inglese, David Platt.

L'ex centrocampista di Arsenal e Juventus, nonché capitano della nazionale inglese nei primi anni '90 punta molto sulle qualità  del ventitreenne statunitense e si rammarica quando un riacutizzarsi dell'infortunio alla spalla lo costringe a saltare tutta la stagione 2001. Con il morale sotto i tacchi e dopo quattro operazioni alla spalla, che continua a darle problemi, Olsen torna in USA e il 27 Luglio 2002 rientra nel roster dei D.C. United; il ritorno in campo del centrocampista statunitense avviene il 17 Agosto dello stesso anno, contro i San Josè Eartquakes, a due mesi dall'ultimo intervento alla spalla. La stagione 2002 viene conclusa da Olsen con un solo assist all'attivo, ma per lui la cosa non ha molta importanza, l'essenziale era tornare al soccer dopo 18 mesi passati a curarsi la spalla infortunata. Recuperata la migliore condizione Ben vuole tornare ad incidere e nel 2003 la sua volontà  nel tornare ad essere l'ottimo giocatore che la MLS aveva conosciuto lo trasforma nel vero motore del centrocampo dei United, "hearth and soul", cuore e anima, come è stato definito dagli esperti del soccer USA. Le sue ottime prestazioni nella mediana di D.C. lo portano a risultare uno tra i migliori centrocampisti della MLS, con 4 goal e 7 assist all'attivo, ma un nuovo infortunio lo allontana dai campi di gioco e dalle Final Four che vedono protagonista la sua squadra. Perdute le fasi finali della MLS Cup, e forse anche il titolo di MVP della stessa, nella stagione precedente, Olsen torna nel 2004 sempre più desideroso di prendersi una rivincita su quel destino avverso che lo ha colpito sistematicamente negli ultimi anni.

La nuova stagione di soccer vede Ben protagonista indiscusso nella cavalcata che porta i D.C. United a conquistare la MLS Cup 2004, la seconda per lui, e chiude la stagione con 3 goal e 4 assist che arricchiscono le sue statistiche stagionali. Titolare in tutte le 25 partite giocate dalla sua squadra Ben viene convocato per la prima volta in carriera nella MLS All-Stars.
Nella scorsa stagione, 2005, il centrocampista dei United ha giocato in 22 delle 23 partite disputate dalla squadra realizzando 2 goal e fornendo 4 assist che lo hanno portato ad essere considerato il miglior centrocampista centrale della lega; tra le sue migliori prestazioni stagionali spicca quella contro i Metrostars nella finale della Atlantic Cup.

In questa stagione, attualmente, Olsen è sceso in campo in 5 partite, giocando tutti i 450 minuti, arricchendo le sue prestazioni con un goal, 2 assist, e risultando sempre uno dei migliori in campo grazie alle sue straordinarie doti agonistiche.

Queste doti, unite ad una buona tecnica individuale hanno fatto si che Benjamin esordisse in nazionale maggiore ancor giovane, a nemmeno 21 anni, il 21 Febbraio 1998 contro il Cile, in amichevole. Arrivato alla nazionale USA dopo 20 presenze nella Under-20, corredate da 3 goal e 3 assist, si ritaglia subito un buonissimo spazio all'interno della stessa segnando all'esordio, appunto contro i cileni, e facendo la sua prima apparizione da titolare contro l'Australia, il 16 Novembre '98. Nel 1999 Olsen totalizza 7 presenze con gli USA, una è quella nel vittorioso match, 2-0, di Confederations Cup contro la Germania. L'anno successivo, il 2000, per Ben è una stagione lunghissima a livello internazionale, infatti a Febbraio fa parte della rosa statunitense che prende parte alla CONCACAF Gold Cup e ad Agosto aiuta la Under-23 a conquistare il quarto posto nelle Olimpiadi di Sidney. Dopo aver giocato con la nazionale in tutte le manifestazioni del primo anno del XXI secolo, il centrocampista dei D.C. United scende in campo in un solo match nel 2001, contro la Cina, prima dell'infortunio che lo tiene al palo per tutta la stagione. Ritornato alle gare oltre la metà  del 2002 Olsen riappare con la nazionale USA andando subito a segno, suo è uno dei goal che permette ai suoi di vincere 2-0 il match con El Salvador. Riconquistata la maglia statunitense con una grandissima partita e il titolo di "Chevrolet Man of the Match", Ben fa due sporadiche apparizioni nel 2003, contro Canada e Argentina, prima di rientrare assiduamente nel giro della nazionale maggiore nel Luglio dello scorso anno. Dopo quasi due anni di assenza Olsen torna a vestire la casacca della nazionale a stelle e strisce il 07 Luglio 2005 durante la CONCACAF Gold Cup contro Cuba, e da allora viene costantemente chiamato dal C.T. Bruce Arena.

Con gli USA il ventinovenne centrocampista ha totalizzato sinora 31 caps e realizzato 6 goal; midfielder che predilige occupare la fascia destra del campo si dimostra comunque sempre all'altezza anche quando viene schierato sul lato opposto. Olsen grazie alle doti atletiche e al ritmo di lavoro che ha sempre sostenuto in allenamento è un centrocampista che può dare un notevole contributo alla squadra, soprattutto quando si tratta di rincorrere gli avversari e cercare di recuperare più palloni possibili. Ben è da sempre considerato uno dei talenti statunitensi che han vinto molto a livello giovanile ma che mancano, ancora, della grande affermazione a livello internazionale con la nazionale maggiore. Olsen rimane comunque uno dei migliori talenti presenti attualmente nella MLS ed è ritenuto da tantissimi addetti ai lavori il miglior centrocampista di destra del campionato.
Sposato con una professoressa di High School, Megan Schoen, Ben dice che la cosa in cui è più portato, al di fuori del rettangolo di gioco, è danzare, anche se il suo hobby preferito rimane verniciare. Il centrocampista statunitense annovera tra i sui ristoranti preferiti l'italianissimo "Pasta Mia" e ha due idoli : suo fratello Jeremy e Jason Kidd; anche lui impegnato nel sociale ha ricevuto la nomina a "U.S. Soccer Foundation Humanitarian of the Year 2003" per le sue opere caritatevoli e di beneficenza.

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