Todd Dunivant: la difesa dei Galaxy per ora ruota tutta attorno a lui
Se parlassimo di un campionato di calcio europeo o extra-europeo il titolo in testa a questo articolo si adatterebbe perfettamente alla situazione che coinvolge oggi i Galaxy. Dopo 8 partite, la squadra verdeoro (campione in carica) ha infatti racimolato solo 7 punti, frutto di 2 vittorie, 1 pareggio e ben 5 sconfitte.
Di queste, 2 sono arrivate contro quei New England Revolution che probabilmente baratterebbero volentieri queste 2 vittorie in cambio della MLS Cup della scorsa stagione. 1 sconfitta è arrivata contro Columbus, che ha iniziato un break positivo proprio in occasione di quella partita ma che non sembrava avere il materiale tecnico-tattico tale da mettere in apprensione i campioni in carica.
Un'altra sconfitta è arrivata nel confronto contro Dallas (e ci può stare, visto che Dallas lotta sempre per i primi posti e non è mai un cliente semplice da affrontare), mentre l'ultima è stata davvero una sorpresa: contro i Real Salt Lake, il fanalino di coda della Western Conference (che ha potuto così festeggiare la 1ª vittoria della stagione e la 1ª vittoria in trasferta della sua ancora brevissima storia), L.A. ha offerto una prestazione incolore (per usare un eufemismo) che alla fine ha condotto ad uno 0-3 che non ammette repliche.
Ad aggiungere benzina sul fuoco, sottolineiamo che si è trattato della 3ª sconfitta consecutiva, e che nell'arco di questi 270 minuti sono stati subiti 8 gol mentre non ne è stato messo a segno nemmeno uno.
Insomma, se i Galaxy giocassero nella Premier League o nella Bundesliga potremmo già dare per scontato il loro addio ad un "back-to-back": 5 sconfitte in quei campionati sono ormai troppe per nutrire ambizioni di vittoria. Ma stiamo parlando della MLS, che, come ogni campionato strutturato su regular season e play-off, permette di ottenere risultati lusinghieri anche a chi non conduce una stagione entusiasmante.
Per limitarci allo scorso anno, ricordiamo come gli appena decenti Colorado Rapids riuscirono ad issarsi al 3° posto, giungendo poi addirittura in Finale di Conference; gli stessi Galaxy giunsero al titolo partendo dal 4° posto della Western Conference, dopo aver condotto una stagione tutto sommato tranquilla e aver rallentato vistosamente in coincidenza degli ultimi turni di regular season.
D'altro canto, abbiamo visto anche come l'atteggiamento opposto possa avere risvolti negativi: sempre lo scorso anno, i San José Earthquakes (traslocati a Houston da quest'anno) partirono male, ma poi conquistarono il miglior record della regular season, dando l'impressione di essere una corazzata: vennero però eliminati al 1° turno in maniera inaspettata; i DC United campioni uscenti, dopo essere stati eliminati dalla Coppa Campioni ed aver sofferto tutta la 1ª parte della stagione, tornarono ai loro livelli abituali concludendo al 2° posto della Eastern Conference, per venire estromessi dai play-off al 1° turno.
Proprio dai DC United prendiamo spunto per descrivere la situazione dei Galaxy. Anche i verdeoro, come Washington lo scorso anno, hanno dovuto anticipare la preparazione, in vista del 1° turno di Coppa Campioni; e come Washington sono stati eliminati, mentre le squadre avversarie, essendo a metà della stagione, si trovano in perfetta forma e sovrastano le squadre USA proprio sul piano fisico prima ancora che su quello tecnico.
A questo effetto spiacevole si aggiunge la sconfortante coincidenza che le squadre partecipanti alla Coppa Campioni soffrono più del dovuto in campionato: dopo un mese e mezzo di gare si trovano le gambe imballate, i riflessi sono ritardati e la manovra non gira come dovrebbe; gli avversari arrivano per primi su ogni pallone e in generale hanno una freschezza maggiore, così si possono creare situazioni "imbarazzanti" come quelle descritte sopra.
In generale ci sentiamo di dire che questa situazione è stata ampiamente prevista da Steve Sampson, coach dei Galaxy: che la squadra avrebbe avuto un avvio difficoltoso era stato messo in conto un po' da tutti gli addetti ai lavori, proprio per i motivi sopraelencati. D'altro canto non possiamo non sottolineare come anche l'assenza di Donovan, il faro della squadra, in occasione dei Mondiali in Germania, fosse prevista già da lungo tempo, e questo getta una luce un po' più inquietante sull'operato di Sampson.
Il motivo è presto detto: è possibile, anzi probabile, che il coach dei Galaxy, oltre ad impostare la preparazione in anticipo per forza di cose, abbia di proposito impostato un assetto che non preveda la partecipazione massiccia di Donovan alla manovra, proprio per abituare gli altri giocatori alla sua assenza durante il mese di giugno; è chiaro che si ha bisogno di tempo per assimilare un assetto nuovo, ed ecco spiegati almeno in parte i motivi di questo brutto inizio.
Questo però potrebbe rivelarsi controproducente, perché l'assenza di Landon durerà al massimo un mese, e una volta rientrato lui in squadra gli automatismi torneranno quelli di sempre; non sarebbe stato meglio tentare di fare più punti possibile adesso per evitare di dover rincorrere proprio ora che Landon non ci sarà ?
In ogni caso non sono questi gli unici motivi per i quali i Galaxy stanno facendo fatica: se analizziamo il roster ci accorgiamo che forse alcuni elementi sono stati sopravvalutati e, nonostante il titolo vinto a Novembre, la linea difensiva dei Galaxy non ci fa impazzire: Dunseth è un elemento di esperienza, ma quest'anno non ha ancora giocato un minuto, ed avrebbe fatto molto comodo; Marshall, miglior difensore dei Galaxy nel 2004 e nel 2005, non sembra essere ancora entrato in piena forma; Albright è un ottimo difensore, che si aggregherà alla Nazionale per i Mondiali di Germania, per cui il suo apporto mancherà a giugno. Questi sono gli elementi di maggiore esperienza nella difesa verdeoro.
Tutto ruota attorno a Dunivant, difensore centrale al 3° anno e di valore non sospetto. Il suo senso della posizione e la sua capacità di giocare d'anticipo non sono in discussione, ma le nuove leve con cui condividere queste responsabilità fanno al caso dei Galaxy?
Su Ugo Ihemelu dobbiamo parzialmente ricrederci. L'anno scorso ne avevamo biasimato la scelta da parte di L.A., perché il ragazzo non ci sembrava valere la chiamata n. 5 con cui i Galaxy l'hanno selezionato: il titolo vinto lo scorso anno non basta a fugare i dubbi che continuiamo ad avere su di lui, ma Ugo ci ha convinti della sua voglia di imparare e di correggere gli errori; forse non diventerà mai un difensore eccelso, ma in una linea difensiva quadrata può dire la sua.
Il problema è che per ora questa difesa non è quadrata: Sampson preferisce lasciare fuori il suo difensore più esperto per vedere come se la cavano i vari Kyle Veris, Troy Roberts e Nathan Sturgis, rookie interessanti, in assenza di Albright. In generale è un atteggiamento condivisibile, che però sta condizionando la stagione dei Galaxy.
Non abbiamo dubbi che quando Donovan e Albright torneranno i Galaxy riprenderanno la loro marcia: d'altro canto la storia ci dice che quando hanno "ammazzato" la regular season hanno poi fallito nei play-off, per cui è ancora presto per darli per spacciati. Ma perdere troppi punti all'inizio fa la differenza tra fare i play-off e non farli: e se sei campione in carica è una differenza non da poco"
alla prossima!!