Garber su NASL, Cosmos e MLS

Franz Beckenbauer e Johann Cruyff, uniti nel Cosmos

Quando la MLS prese il via undici anni fa, i fondatori furono molto chiari al riguardo: la Lega sarebbe stata una sorta di “anti-NASL,” e avrebbe cercato di evitare in ogni modo quella cultura dell'eccesso che fu una delle cause del collasso della NASL, la North American Soccer League, che fu in attività  dalo 1967 al 1984.

Il simbolo di quell'eccesso erano i New York Cosmos, una squadra in grado di attirare 80.000 spettatori al Giants Stadium di East Rutherford (NJ) quando Pelè, Franz Beckenbauer e Giorgio Chinaglia scendevano in campo illuminando quello che fino allora era stato l'oscuro panorama del soccer USA. I Cosmos, senza "New York", perché la Warner Communications decise di chiamare la squadra così, cambiandone il brand perché troppo "grande" per la sola NY, a cavallo tra gli anni '70 e '80 divenirono una sorta di icona pop negli USA, un fenomeno mediatico e di spettacolo. Così però incoraggiarono i proprietari di altri teams a seguirli su una via che però sarebbe stata insostenibile per chiunque non fosse una a capo di una multinazionale e pronto a gettare milioni nello showbiz (comunque limitato) del soccer USA, oltre tutto senza essere a New York. Ma così andò, e la NASL si ritrovò ad accogliere decine di giocatori a fine carriera, grandi e meno, pagandoli uno sproposito, e così i club finirono per fallire l'uno dopo l'altro.

I Cosmos oggi aleggiano come uno spettro sulla testa della MLS. Sono diventati una memorabilia, un elemento di nostalgia che tifosi, giornalisti e appassionati di calcio di quegli anni prendono come riferimento riguardo ciò che è stato il soccer negli USA e cosa dovrebbe tornare ad essere. Per questo proprio recentemente, con lo sbarco della miliardaria Red Bull a New York, la fantasia di rivedere di nuovo i Cosmos e balenata di nuovo nei sogni di molti. I New York Red Bulls sembrano pronti a mettere in campo moltissimi soldi, in una Lega però famosa per essere molto attenta ai bilanci. I NYRB si sono infatti dichiarati pronti a spendere oltre $100 milioni in breve tempo, e hanno iniziato a contattare stele ancora al meglio quail David Beckham e Ronaldo.

Quest'atmosfera surriscaldata che circonda i Red Bulls, cui ha contribuito il match d'apertura con la presenza di giocatori ex Cosmos e di show che hanno visto cantare Shakira e altri, ma anche a causa delle voci relative al coinvolgimento di Beckenbauer nel management, ha portato a congetture relative anche ad un possibile cambio di nome (l'attuale proprietario del marchio, l'ex agente di Chinaglia, Peppe Pinton, lo ha messo a disposizione di Beckenbauer).

Secondo il commissioner della MLS però, tutto ciò non sarebbe vero.
"Conosco i proprietari e le loro intenzioni", ha dichiarato ieri Don Garber a Fox Sports. "Chiunque s'intenda di marketing sa perfettamente che due brand, quali sono Cosmos e Red Bull, non vanno mai confusi. Sarebbe un problema principalmente per la Red Bull, e quindi non succederà ".

Il GM dei Red Bulls, Marc del Grandpre, ha anche rilasciato una dichiarazione al Daily Record del New Jersey in cui afferma che "nessun ex Cosmos sarà  coinvolto nel club". "È un fatto che i proprietari del club mi hanno detto chiaramente che nessun ex Cosmos sarà  coinvolto". Possibile, ma è un fatto anche l'amicizia tra il patron della Red Bull, Dieter Mateschitz, e Franz Beckenbauer, che più volte nelle ultime settimane ha parlato con suoi ex compagni dei Cosmos sulle possibilità  di mettere mano ai NYRB, come confermato anche da Giorgio Chinaglia.

Comunque, al di là  delle voci su nome e management, la questione bilancio è estremamente seria. È pronta la MLS, o meglio i suoi investitori, a iniettare capitali freschi per l'acquisto e l'ingaggio di giocatori oltre che per gli stadi?

Abbiamo analizzato attentamente il successo e il poi fallimento della NASL", ha detto Garber. "Sia i RBNY che l'AEG, e penso anche gli altri proprietary, si stanno indirizzando sull'idea di quella che per ora marquee player rule (in pratica l'acquisto di un giocatore per squadra che non rientri nei ristretti limiti di bilancio fissati dalla MLS, ndr). Pensiamo sia qualcosa che, se gestita nel modo giusto e in modo strategico, possa essere di grande beneficio per la lega".

La differenza con la NASL è nel tipo di approccio. Allora, negli anni '70, c'era un team che non solo era il più famoso nel soccer, ma era addirittura uno dei più famosi nell'intero panorama sportive Americano. Fantastico per il proprietario Steve Ross – CEO della Warner Communications e poi architetto della fusion ecol gruppo Time -, e per i fans di New York. Ma l'apporto dei Cosmos per la NASL fu addirittura deleterio, visti i risultati. Noi abbiamo il dovere di focalizzarci sul lungo termine. Ma questo non significa che ci opporremmo sempre ad una modifica delle politiche di spesa".

"La storia dei Cosmos e il fallimento della NASL sono tra gli aspetti più interessanti della storia dello sport degli Stati Uniti", aggiunge Garber. "I Cosmos non hanno portato a benefici di lungo termine al soccer USA, e dobbiamo ricordarcene".

Garber però dimentica come la generazione di calciatori che ha portato alla rinascita del soccer USA, è cresciuta grazie all'ispirazione al mito creato dai New York Cosmos, come da molti riconosciuto. Lo stesso CT della Nazionale USA, Bruce Arena, ex portiere, è cresciuti tra i giovani del Cosmos, di cui era stato scelto al draft nel 1973, proveniente da Cornell. Continua il commissioner della MLS: "È certo che c'è bisogno di un team molto forte a New York, che possa confrontarsi con le altre città . Ad esempio la rivalità  Yankees e Red Sox è una delle chiavi del successo della MLB. Giants e Jets sono sempre stati forti, e questo ha molto aiutato la NFL. Cero, la NHL non ha mai visto la predominanza di NY, e non sembra averne sofferto".

Garber ha inoltre voluto precisare che i RBNY non hanno nessuna intenzione di ritirare il proprio investimento nello stadio di Harrison: “Non so da dove sia uscita questa voce. È finzione pura. Il giorno stesso in cui l'accordo è finito sui giornali i documenti erano già  stati firmati e i bond emessi sul mercato. Il terreno sarà  spianato tra agosto e settembre. Tutto il resto sono notizie disconnesse dalla realtà ".

Ma nel calcio e nel giornalismo, e Garber lo sa, la percezione in genere è molto vicina alla verità . Il fatto vero è che la MLS vorrebbe raggiungere lo stesso successo mediatico dei Cosmos senza però doverne sostenere i costi. E parte di quel successo era connesso al mito del Giants Stadium e dei quasi 50.000 di media a partita, con punte di oltre 70.000 spettatori in partite di campionato come quelle contro i Ft. Lauderdale Strikers (77.691 presenti) e Seattle Sounders (71.219), per non parlare delle grandi esibizioni contro le World All Stars, l'Argentina campione del mondo nel 1978 o la partita d'addio di Pelé contro il Santos.

Nella prima partita della MLS 2006 i NYRB hanno visto presentarsi al Giants Stadium oltre 34.000 spettatori, risultato assolutamente non da poco. Ma Garber, che è un realista, non si fa illusioni a breve: "Penso che una parte fosse incuriosità  dal coinvolgimento della Red Bull, un'altra era sicuramente attirata dalla cantante Shakira, e un'altra parte ancora voleva vedere gli ex-Cosmos. Ecco, non credo che il terzo gruppo tornerà  allo stadio. Noi abbiamo bisogno del primo e del secondo gruppo, e sarà  necessario usare un approccio strategico, oltre che chiaramente spendere dei soldi". Ma per stessa ammissione di Garber, la MLS deve trovare il modo di far tornare nel passato l'immagine dei Cosmos, anche perché per molti soccer fans essi sono stati l'inizio del tutto e la fine del tutto nel soccer americano. E una ragione c'è: sono stati i più grandi, almeno nell'immaginario collettivo dei tifosi americani.

Per quelli che non lo ricordano, o che semplicemente non lo sanno, alla fine degli anni '70, in una NASL con 24 team, i Cosmos rappresentarono un'era in cui il calcio era al top dello sport USA. Un po' il sacro graal dei tifosi americani, in un tempo in cui il soccer era in prima pagina e nelle news locali, in cui bastava dire la parola “Cosmos” e si schiudevano le porte del mitico Studio 54, e che era trattato come un vero sport praticato da veri atleti. Non era una semplice curiosità , ma qualcosa di reale, che suscitava l'interesse di milioni di spettatori, che non si perdevano mai le partite che nel week-end venivano trasmesse dal network ABC.

Quello che molti non ricordano è la reazione che la NASL suscitò, a cominciare dalla crociata avviata dal famoso giornalista sportivo Dick Young, che accusava il calcio di essere un gioco "comunista". Ma le reazioni peggiori arrivarono dalle altre leghe, principalmente da NFL e MLB, che avevano paura (e a ragione, visti i primi numeri) di perdere l'interesse e l'attenzione di molti nei confronti del calcio, e che iniziarono ad esercitare un'enorme pressione su giornali, radio, TV e sponsor.

La MLS ha fatto in modo di evitare problemi di questo tipo allineandosi immediatamente con i proprietari della NFL (non per niente Garber è stato a capo della NFL International in passato), anche se un po' di febbre anti-calcio nata in quegli anni è ancora diffusa, come dimostrano i velenosi articoli del giornalista Jim Rome (anche se questi aveva solo dieci anni quando Pelé sbarcò negli USA nel 1975).

Garber: "Pensiamo che i Cosmos abbiano catturato un qualcosa che non può essere ricreato. Questo però non vuol dire che non possa essere messo in piedi un team popolare o che il soccer non possa ritornare a certi livelli. Semplicemente i Cosmos non ci saranno più. Tutti, giornalisti e media, sponsor e tifosi, li rivorrebbero. Ma semplicemente non è possibile". "Ok, vorremmo forse ricrearne lo spirito, l'energia, l'eccitazione - dice ancora Garber, speranzoso - ma è anche vero che come molte alter cose retrò I Cosmos sono trendy. Un po' come le magliette dei Pink Floyd in vendita da target, che oggi sono di nuovo di moda, ma noi dobbiamo guardare avanti".

E quindi, ha ragione Garber, la storia, quella storia, è irripetibile. Non per niente la Passion Pictures, la Greene Street e la Miramax hanno realizzato un film-documentario titolandolo "Once in a Lifetime", una volta nella vita, già  presentato al festival del cinema di berlino, che ripercorre l'epopea dei "più grandi". Riportiamo dalla scheda del film: STARRING - Pelé, Franz Beckenbauer, Giorgio Chinaglia, Carlos Alberto, Johann Cruyff, Johann Neeskens" Immortali del calcio nei cuori degli amanti del calcio ed oggi, quasi trent'anni dopo, anche sugli schermi.

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