Brian Ching: l'eroe della giornata (coperto dai compagni che lo festeggiano) con 4 gol ai Rapids…
Dopo la 1ª giornata di campionato, eccoci a stilare le prime impressioni; qualche indicazione utile si piò già trarre, nella consapevolezza ovviamente che tutto è in fase di rodaggio. Entriamo nel dettaglio.
DC United - NY Red Bulls 2-2
Partita a 2 facce, che ben evidenzia il carattere fortemente da "lavori in corso" di cui è protagonista New York, ma che al tempo stesso indica come dalle parti della Casa Bianca il lavoro da fare per tornare campioni sia ancora tanto. Djorkaeff al 15' su punizione e Buddle al 18' hanno dato un doppio vantaggio (forse insperato, sicuramente inaspettato) ai Red Bulls, che però si sono fatti travolgere dalla rabbiosa rimonta di Eskandarian al 55' e di Erpen al 65'.
Partita maschia, soprattutto all'inizio, dove entrambe le squadre se le danno di santa ragione soprattutto a centrocampo. In evidenza Simms, Gros e Olsen a centrocampo nelle file dei United, mentre il portiere Perkins (oggi al posto di Rimando) non è sembrato molto a suo agio: insicuro nelle uscite, se la cava meglio tra i pali.
Il "fenomeno" Adu si mette in evidenza solo per una bella triangolazione con Filomeno, anche lui piuttosto intraprendente, ma si eclissa per il resto della gara; molto meglio Eskandarian, inserito al posto di Simms. Tra i newyorchesi ottime conferme per i veterani Djorkaeff e Meola, Marvell Wynne è elegante con la palla al piede, ma ovviamente ha ancora molto da imparare al momento di agire da regista difensivo. Dopo il pareggio di Erpen, diverse occasioni si sono presentate a entrambe le squadre, con New York più vicina a trovare il gol vincente di quanto non lo sia stata Washington.
In sostanza un pareggio giusto, che però ci fornisce qualche indicazione: i Red Bulls hanno sicuramente entusiasmo e "fame", ma per ora manca un po' di malizia; i DC United hanno evidenziato una grande condizione atletica, poiché hanno mantenuto il possesso di palla per lunghi tratti, ma denunciano ancora qualche ruggine nell'applicazione degli schemi.
CD Chivas - Real Salt Lake 3-0
La 1ª sfida tra le 2 (ex) nuove squadre si conclude in maniera perentoria; doppietta di Razov, gol di Garcia e una sicurezza generale, soprattutto in difesa, che fa pensare che la stagione 2005 appartenga definitivamente al passato. In realtà , un po' di cautela non guasta, perché se è vero che le capacità di penetrazione in area sono molto più accentuate e un anno di esperienza fa sentire il suo peso, è altrettanto vero che di fronte c'era il Real Salt Lake, che non possono contare quest'anno su bocche da fuoco particolarmente prolifiche.
Ma la coppia d'attacco Razov-Palencia ha comunque buone frecce al proprio arco, e sono una coppia ben assortita, che si integra molto bene. I Chivas USA hanno pressato praticamente per 90 minuti, coprendo bene ogni zona del campo, e togliendo punti di riferimento ai difensori di RSL.
Sugli scudi anche il centrocampo con il rookie Kljestan a dettare i tempi e offrire assist, come per esempio quello per il gol di Garcia. In difesa hanno giocato con sicurezza Suarez e Regan, che salva sulla linea l'unico pallone che i RSL riescono ad indirizzare verso la porta di Guzan.
In effetti non c'è, se scorriamo il riepilogo della gara, nemmeno un'azione degna di nota da parte della squadre del Lago Salato; male la difesa, dove il solo portiere Garlick ha tentato di salvare il salvabile; non c'è tenuta difensiva e il veterano Pope da solo non può certo fare miracoli; inconsistente il centrocampo, con il rookie Ballouchy sostituito al 73' da Johnson.
E in attacco? Male, male, male: né Cunningham, né Sequeira sono riusciti a crearsi un pallone giocabile, e non sono stati serviti per nulla dai compagni; incapacità loro di muoversi negli spazi o dei centrocampisti di servirli adeguatamente? Quesito inquietante che deve trovare una risposta entro breve tempo (già sabato a Dallas), altrimenti per i RSL si prospetta una stagione amara; sospendiamo invece il giudizio sui Chivas, ma in ogni caso la vittoria (convincente come in questo caso) fa bene al morale, anche se attendiamo una conferma sabato prossimo a Washington contro i United.
Houston Dynamo - Colorado Rapids 5-2
Che Houston dovesse essere considerata una contender era chiaro fin dall'inizio; quello che non ci aspettavamo era un'affermazione così prepotente, ai danni oltretutto di una diretta (nelle intenzioni più che nelle potenzialità ) concorrente ai primi posti della Western Conference. Ancora più notizia fa il fatto che 4 delle 5 reti dei Dinamo le abbia segnate Ching: non perché non sia un attaccante di razza, per carità ; è anche Nazionale, perciò la sua carriera parla per lui.
Però qui siamo di fronte ad una dichiarazione d'intenti, quasi a dire: "Quest'anno non abbiamo intenzione di fare prigionieri, vogliamo tutto". E bisogna dire che mai dichiarazione è stata più chiara di questa. Ching è stato comunque ottimamente supportato dall'assist-man De Rosario (un assist per ognuno dei gol di Ching), uno che, non fosse canadese, avrebbe un posto fisso tra i ragazzi di Bruce Arena: una visione di gioco assolutamente superiore, uno scatto bruciante (e anche una discreta castagna dalla distanza) completano il profilo di un giocatore che quest'anno potrebbe vincere il premio di MVP se i Dynamo faranno una regular season come quella dello scorso anno (quando si chiamavano Earthquakes).
La partita è stata comunque intensa e combattuta e almeno per un tempo c'è stato equilibrio: oltre a Ching e De Rosario, in evidenza per Houston Clark e Barrett a centrocampo, mentre per i Rapids si sono battuti con personalità Mathis e Kirovski. I Rapids non hanno tenuto il campo fino alla fine, sovrastati a centrocampo dallo strapotere fisico ancor prima che tecnico dei pariruolo texani. All'inizio però Denver riesce a ribattere colpo su colpo grazie a Beckerman (suo il gol del momentaneo 1-1).
Ma gli attaccanti dei Rapids, Mathis e Ben Dayan, sono costretti ad uscire, sostituiti da Noel e Freeman. Forse è qui che Houston prende il largo, approfittando del momento di disorganizzazione dei Rapids; Colorado è riuscita, con un moto d'orgoglio, a riportarsi fino al 3-2 con Kirovski, ma a quel punto ha esaurito la benzina e Houston ha dilagato.
Inoltre Mastroeni è stato espulso, e questo ha completato un quadro piuttosto desolante. Ma non è tutto così brutto come il risultato potrebbe far pensare: la squadra si è mossa abbastanza bene, tentando di mantenere il possesso-palla, ma ha fallito principalmente perché è sembrata a corto di fiato; problema da risolvere se Denver vuole battagliare per i primi posti, ma nonostante la sconfitta ci sono segnali positivi.
FC Dallas - Chicago Fire 3-2
Dallas ha dimostrato come quest'anno tutti dovranno fare i conti con lei; del resto rimontare da un doppio svantaggio e vincere è prova di grande carattere. Chicago invece dovrà imparare a mantenere alta la concentrazione, altrimenti la sconfitta maturata sabato rischia di essere qualcosa di più di un episodio. Barrett e Rolfe segnano i gol dei Fire, Alvarez, Mina e Cooper sono i marcatori di Dallas.
La partita inizia in maniera attendista, poi i Fire prendono il controllo della partita, attraverso il centrocampo (Rolfe e Thiago su tutti). Ma al centro della difesa di Dallas giganteggia il regista difensivo Vanney, per cui Chicago va in vantaggio ma non domina costantemente e contemporaneamente il centrocampo di Dallas cresce, con Alvarez, Mina e O'Brien che recuperano e portano avanti palloni in quantità . Barrett pareggia per Dallas e lascia la sensazione che per i Fire tutto sia da rifare.
Rolfe si sfianca in un oscuro lavoro di recupero di palloni, ma la manovra chicagoana sembra avere perso smalto, mentre invece quella degli Hoops acquista nuovo vigore ogni volta che la difesa conquista palla.
Chicago riesce ancora a portarsi in vantaggio, ma da quel momento in avanti non si produrrà più sul fronte offensivo, lasciando totalmente l'iniziativa a Dallas. Thornton fa i miracoli ma alla fine deve capitolare anche lui, sui tiri di Mina e Cooper.
La sensazione prodotta da questa partita è che ci troviamo di fronte a 2 squadre ancora alla ricerca di un'identità precisa: Chicago è più leziosa nella manovra, forse denuncia qualche carenza atletica (e si spiegherebbe il calo nella 2ª parte della gara) ma ha evidentemente anche le idee meno chiare in fase di impostazione di gioco, inoltre non si è vista una grande propensione degli attaccanti a muoversi negli spazi; per Dallas grande prova d'orgoglio, ma le cose migliori si sono viste solo una volta in svantaggio, e la rimonta non è sempre possibile"
Kansas City Wizards - Columbus Crew 3-1
Pur senza Wolff e Conrad, fuori per infortunio, i Wizards portano a casa una bella vittoria contro i Columbus Crew. Partita interpretata da entrambe le squadre con buona personalità , ma senza creare pericoli per i portieri all'inizio. I Wizards hanno raggiunto il vantaggio con Arnaud al 21' e Jewsbury ha raddoppiato al 25'. Insieme a loro, tra i migliori dei Wizards c'è Zavagnin.
I Crew provano a rientrare in partita con Kamara al 33/ su passaggio di Gaven. Adesso la partita è nelle mani dei Wizards e mentre Busch deve intervenire più volte su cross dalle fasce, Oshoniyi viene impegnato solo al 57' su tiro ancora di Kamara. Al 61' ancora Wizards in gol con Johnson, e stavolta i Crew non riescono a riportarsi sotto: Szetela non riesce a giocare un pallone decente, mentre in difesa Kotschau e Pierce sembrano avere paura del pallone, scagliandolo via senza provare ad impostare l'azione.
Il coach dei Crew Schmid butta dentro il rookie Garey e Thomas per provare a svegliare un po' l'attacco e gli ultimi 10 minuti vedono una grande pressione da parte dei Crew ma nessun reale pericolo per la porta di Oshoniyi.
Partita inconcludente per i Crew, che sembrano ancora un cantiere a cielo aperto, soprattutto perché non è stata mantenuta la distanza tra i reparti, e manca a nostro parere un giocatore che abbia la visione di gioco ampia a sufficienza: potrebbe essere Szetela, ma deve assumersi le sue responsabilità e smettere di giocare solo quando ha voglia lui. Per i Wizards, invece, un'affermazione che forse va presa con le pinze, visto l'attuale valore degli avversari (ma d'altra parte tra le fila di K.C. non giocavano Wolff e Conrad), ma che permette di lavorare sui problemi (poche alternative, troppo gioco sulle fasce, scarse penetrazioni centrali) con più serenità .
L.A. Galaxy - New England Revolution 0-1
Ecco il risultato che non ti aspetti: intendiamoci, che Boston potesse vincere a L.A. era sotto gli occhi di tutti. Nessuno dava i Revs già sconfitti. Ma qualche preoccupazione c'era, soprattutto in considerazione del fatto che i Galaxy non hanno difficoltà a segnare, mentre in preseason i ragazzi di Steve Nicol hanno fatto gol col contagocce. E invece"
Dempsey segna al 33' e la riedizione della MLS Cup 2005 questa volta vede vincere Boston: peccato che non ci sia nessun premio, anzi prima della gara i Galaxy ricevono gli anelli di Campioni MLS 2005 (e si fregiano dello scudetto sulla maglia). Ma il vero segreto dei Revs quest'anno è la difesa, dura, sicura ed ermetica: Hernandez non ha quasi lasciato toccare palla a Donovan e l'attacco losangelino è rimasto a bocca asciutta. Reis non ha dovuto intervenire molto né fare parate miracolose; anche se L.A. ha tenuto di più il pallone non ha prodotto nulla di clamoroso.
A centrocampo per Boston buona partita di Dorman e Noonan. Quando il centrocampo di L.A. ha esaurito la carica, sono venuti fuori gli attaccanti di Boston; Twellman con le sue sponde non è stato molto pericoloso ma ha messo più volte Dempsey o Noonan in condizione di tirare.
Probabilmente con qualche errore di mira in meno il risultato poteva essere più corposo, ma è pur vero che neppure Hartman ha dovuto compiere interventi eroici. Il risultato è nel complesso giusto, anche se Los Angeles ha dimostrato qualcosa di più sul piano del palleggio; Boston si è dimostrata invece cinica e ancorata attorno alla sua tenuta difensiva. È ancora presto per delle considerazioni definitive, ma il duello Boston-Los Angeles continuerà anche quest'anno"