La prima volta dei Gators

Joakim Noah ha dominato la partita ed è stato il miglior giocatore delle Final Four.

Per tutti è sempre stato Billy The Kid.

Billy Donovan, già  reduce da una Finale persa contro la Michigan State di Mateen Cleaves e Morris Peterson, era da sempre considerato un giovane ed eccellente recruiter, ma lo scetticismo di molti sulla sua bravura da head coach si era fatto sin troppo largo negli ultimi anni.

Ebbene, da ieri notte Donovan è diventato il primo allenatore della storia dei Gators versione palla a spicchi a riuscire a vincere un titolo nazionale, un traguardo molto pesante se consideriamo la grande tradizione a livello di football che ha Florida rispetto ad un programma cestistico che solo grazie all'era Donovan ha fatto dei passi decisivi verso l'alto, toccando il culmine nella partita che i suoi ragazzi hanno vinto per 73-57 ad Indianapolis contro Ucla con una partita dominata dall'inizio alla fine.

Una vittoria a tratti schiacciante, impensabile, alimentata dalla straordinaria prestazione all-around di quel Joakim Noah che non è più solo il figlio del grande Yannick, ma che ora è un alto prospetto da draft Nba nonchè miglior giocatore della manifestazione.

Il ragazzo ha intimidito sotto il proprio canestro mettendo 6 delle 10 stoppate di squadra ottenendo l'effetto voluto, ovvero quello di far riflettere ed esitare Mata (irriconoscibile), Mbah a Moute e Hollins, ovvero quei lunghi che erano stati fondamentali nel fermare Glen Davis e Tyrus Thomas nella semifinale di sabato.

Ma oltre a questo ha dominato pur non segnando molto nel primo tempo, andando a rimbalzo con tempismo ed aggressività  sempre perfetti, giocando a due con l'altro lungo mettendolo in condizione di segnare facili appoggi da sotto, non ha consentito a chi lo marcava di fermarlo nemmeno quando partiva in entrata da appena fuori l'arco dei tre punti, tanto veloce era il suo primo passo in partenza.

I suoi 16 punti con 9 rimbalzi vogliono dire tutto e niente: solo numeri che riescono a dare solo una percezione limitata al tipo di prestazione a cui abbiamo assistito, mentalmente molto solida ed intelligente, di questo ragazzo che ha nel ball handling una delle sue doti migliori, dote da livello superiore soprattutto quando abbinata a 210 cm di altezza.

Le cose non erano cominciate bene per i Bruins: la difesa che ha smantellato Lsu è andata in difficoltà  con la veloce circolazione di palla degli avversari, che hanno volutamente tenuto alto un ritmo che così non era certo consono per Ucla; quindi 7 turnovers a 1 (3 del confusionario Darren Collison), con diversi punti ricavati da essi da parte dei Gators, hanno fatto il resto senza necessariamente scavare un canyon tra le squadre nel punteggio, ma facendo affiorare una tangibile differenza a livello di esecuzione.

I Bruins si sono tenuti in piedi solo ed esclusivamente grazie all'apporto di Jordan Farmar, unico a crederci nel primo tempo, dove ad un certo punto aveva registrato 12 punti con 5/6 al tiro contro i 10 del resto della compagine con 2/10.
Nessuna traccia infatti di Arron Affilalo, miglior scorer stagionale, di Mbah a Moute e di Hollins, limitati dall'ottima difesa di Brewer (11 punti, 7 rimbalzi, 4 assists, 3 steals) e Noah, nemmeno quando sono entrate in campo le seconde linee di Florida, notoriamente il punto debole del team ma stavolta condotte da un Adrian Moss in grande spolvero (9 punti e 6 rimbalzi in 10 minuti), e poche le tracce di una difesa perimetrale che ha concesso troppi tiri da fuori a Lee Humprey, protagonista di un gioco da 4 punti nonostante qualche errore di troppo nelle fasi iniziali.

Sotto per 36-25 all'intervallo grazie anche ad un paio di conclusioni bloccate da Noah, a suo apparente agio anche a fare il passo per stoppare la conclusione della guardia, Ucla ha subito un 7-0 accumulando così il più pesante svantaggio in partita, concedendo una tripla ciascuno ad Humprey e Brewer; poco dopo il gap ha toccato anche i 20 punti con 10 minuti da giocare, non troppo stranamente coinciso con la sparizione parziale di Farmar dalla gara ed esclamato da un bellissimo passaggio schiacciato da Taurean Green (male al tiro ma 8 assist contro una sola palla persa) per l'affondata ancora di Noah.

Il meccanismo difensivo dei Bruins si è messo in moto troppo tardi: con Florida in difficoltà  per via della zona press applicata dagli avversari, dal versante offensivo cominciavano ad entrare i primi canestri di Afflalo e Mbah a Moute che avevano permesso il rientro a -12, coronato da uno stupendo arresto e tiro da appena dentro l'area di un risvegliato Jordan Farmar (18 punti, 1/8 da tre).

Tuttavia i Gators non hanno assolutamente perso la testa ed hanno limitato al minimo il numero degli errori: niente palloni persi in maniera clamorosa, niente rimonte storiche concesse, solo pura ed ordinaria amministrazione di un risultato già  acquisito molti minuti prima con le ultime poderose schiacciate di Al Horford (14, 7 rimbalzi e tanta energia) quando ormai gli schemi erano saltati e con la quarta tripla della partita di Humprey, che ha chiuso con il 50% dalla distanza, a sigillare la vittoria ad 1:52 dal termine.

Il trionfo dei Gators chiude un'altra entusiasmante stagione di college basket, che ha vissuto uno dei tornei più emozionanti di sempre e che ha regalato il titolo ad uno degli atenei con i programmi di football più storici che esistano, e che per questo motivo mette in maggior rilievo lo splendido lavoro fatto da coach Donovan il quale, escludendo draft ed il senior Adrian Moss, potrà  contare anche l'anno venturo su un gruppo di giocatori davvero interessante.

Da ora in poi, quel Billy The Kid potrà  finalmente essere ricordato come Billy 1st Championship"

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