D.C. United: 2006 Preview

Freddy Adu: 2006 l'anno del fenomeno?

La stagione scorsa sembrò all'inizio una stagione da dimenticare per i DC United: dopo l'eliminazione in Coppa Campioni sembrava che la squadra avesse perso la capacità  di fare gioco. Poi tutto è rientrato nella normalità  e Washington si è issata fino al 2° posto della Eastern Conference, decisa a difendere il titolo conquistato nel 2004. Poi la storia ha deciso diversamente: il 4-0 subito dai Chicago Firenelle semifinali della Eastern Conference ha prodotto uno sconforto che poteva essere anche deleterio, determinando eventualmente anche cambiamenti drastici nella rosa, ma così non è stato. I D.C. United hanno un solo obiettivo: tornare campioni.

Legenda: D = Scelta dal SuperDraft; Sd = Scelta dal Supplemental Draft; ag = adidas generation; L = in prestito; tra parentesi gli anni di esperienza nella MLS.

HEAD COACH: Peter Nowak

PORTIERI: Nick Rimando (6), Troy Perkins (2);

DIFENSORI: Brandon Prideaux (7), John Wilson (3), David Stokes (2), Facundo Erpen (1), Bobby Boswell (1), Kenney Bertz (D);

CENTROCAMPISTI: Ben Olsen (7), Brian Namoff (5), Jamil Walker (3), Brian Carroll (2), Christian Gomez (2), Joshua Gros (2), Clyde Simms (1), Rod Dyachenko (D), Jeff Carroll (D);

ATTACCANTI: Jaime Moreno (10), Santino Quaranta (5), Alecko Eskandarian (3), Freddy Adu (2), Lucio Fiomeno (1), Matt Nickell (1).

Il management dei United ha confermato Nowak al timone della squadra e, senza incidere più di tanto sul tessuto del roster, ha scelto in sede di draft uomini di sostanza e rendimento.

In porta troviamo ancora Rimando e, alle sue spalle, Perkins: portieri di esperienza e sicurezza, non spettacolari ma affidabili. In questo ruolo i United sono più che coperti.

In difesa non ci sono giocatori che arrivano da altre squadre, e questo favorisce la ripresa degli automatismi difensivi in maniera più veloce e semplice di quando devi inserire tanti giocatori nuovi; il rookie è uno solo, Bertz, e peraltro è la scelta n. 47 dell'ultimo draft: segno che può essere un ottimo elemento ma di certo non ci sono intenzioni di affidargli compiti importanti questa stagione.

Compiti che invece si vedrà  assegnati il sophomore Boswell dopo le ottime cose fatte vedere lo scorso anno: coach Nowak si aspetta molto da lui. L'anno scorso ha giocato 27 partite (di cui 26 da titolare) e ha segnato 3 reti con 1 assist. Insomma, la difesa del futuro di Washington non può prescindere da lui; Prideaux e Wilson saranno ancora i cardini esperti su cui i United si sosterranno, ma Boswell è un leader naturale.

A centrocampo la qualità  è tanta; non c'è più Kovalenko, per problemi legati al contratto, ma Olsen, Namoff e Gros sono pedine inamovibili là  in mezzo a fare filtro, recuperare palloni e riproporli in avanti; Simms deve confermare le sue potenzialità , emerse l'anno scorso in maniera chiara ma discontinua.

In più bisogna considerare che qualche apporto i due rookie lo possono dare fin da subito. In particolar modo parliamo di Dyachenko, che tra i giovani scelti al draft (escluse le prime 5 scelte) è forse quello più pronto a incrociare i tacchetti con gli avversari e può avere un impatto immediato. Non escludiamo che anche Carroll possa recitare un ruolo, ma è il fratello di Brian (oltretutto compagno di reparto) e se vuole avere spazio e non portarsi addosso l'etichetta "fratello di"" deve dimostrare subito di avere i numeri.

In attacco c'è abbondanza di materiale e soluzioni tattiche; Moreno, Eskandarian e in parte Adu (che merita un discorso a parte) garantiscono reti ed assist in abbondanza. Moreno sta iniziando la parabola discendente della sua carriera, e certamente vorrà  far vedere di essere ancora un goleador sopraffino; Eskandarian è il suo complemento ideale, per la capacità  di fare movimento e aprire le difese attirando i difensori su di sé.

Che dire di Freddy Adu? Che deve dimostrare ancora tutto, soprattutto di essere quel fenomeno che i media (non solo americani) hanno incensato quando a 14 anni ha firmato il contratto con la Lega. È un ragazzino, per cui certe bravate e certi atteggiamenti fanno parte dell'età , ma di certo non è bello atteggiarsi a stella della squadra quando in 2 stagioni hai giocato poco e segnato col contagocce. Coach Nowak non è uno stupido e se gli ha impartito certe lezioni (esclusione dalla rosa per un certo periodo più lunghi periodi di panchina) è stato solo per il suo bene; speriamo per lui che lo capisca, altrimenti sarà  un talento bruciato ancora prima di esprimersi.

Insomma, D.C. non sembra avere punti deboli in nessuna zona del campo; oltre a questo Washington non ha giocatori impegnati con la Nazionale, perciò tutti gli effettivi possono concentrarsi sulla MLS senza distrazioni esterne, cosa che alle altre squadre non succederà . Ma in realtà  un'incognita rimane (a parte il “quoziente fortuna” che se non ce l'hai non vai da nessuna parte): il roster è un po' sottodimensionato, e in presenza di infortuni o semplicemente per far rifiatare alcuni uomini sembrano non esserci rincalzi sufficienti. Forse i DC United potrebbero soffrire di mancanza di alternative.

MODULO DI GIOCO:
Di certo Nowak ha dalla sua una rosa che conosce bene, ma che, come appena detto, ci sembra un po' scarna. Questo si riflette anche sulle varianti tattiche possibili. Chi conosce gli United saprà  che Nowak difficilmente sgarra da un 4-4-2 di ispirazione "capelliana"; ma se necessità  dovesse imporsi è probabile l'infoltimento del centrocampo, passando ad un 3-5-2 che offre maggiori garanzie nonostante il dispendio di energie fisiche.

DOVE POSSONO ARRIVARE I UNITED?
L'obiettivo di Washington è dichiarato: riconquistare il titolo. La squadra sembra attrezzata per portare l'assalto e le credenziali sono molte; nessuna sorpresa se dovesse vincere il 5° titolo della sua storia, ma la concorrenza è agguerrita. L'impressione è che nonostante tutto Boston sia più completa e Chicago sia più agguerrita. La finale di Conference è alla portata, ma non crediamo che possa andare più in là .

blackiesan74

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