Djorkaeff con la vecchia maglia dei Metrostars: quest'anno le speranze di New York poggiano quasi solo su di lui…
Di ritorno con le previews per la stagione MLS 2006, ci occupiamo oggi dei New York Red Bulls, ossia i Metrostars passati sotto la nuova gestione dell'azienda austriaca produttrice della nota bevanda energetica. È ovvio che l'obiettivo a breve e lungo termine dei newyorchesi è diventare competitivi, dopo anni di vacche magre; non si può negare che nelle prime 10 stagioni il non raggiungere neppure una volta la Finale MLS ha rappresentato un fallimento. Si deve quindi ripartire da zero, pur portando dichiaratamente e fin da subito l'assalto alla MLS Cup 2006. Sarà la volta buona?
Legenda: D = Scelta dal SuperDraft; Sd = Scelta dal Supplemental Draft; ag = adidas generation; L = in prestito; tra parentesi gli anni di esperienza nella MLS.
HEAD COACH: Mo Johnston
PORTIERI: Tony Meola (10), Jon Conway (5);
DIFENSORI: Steve Jolley (9), Seth Stammler (2), Jeff Parke (2), Taylor Graham (2), Carlos Mendes (1), Marvell Wynne (D);
CENTROCAMPISTI: Chris Henderson (10), Mark Lisi (5), Amado Guevara (3), Eddie Gaven (3), Youri Djorkaeff (1), Danny O'Rourke (1), Blake Camp (D), Peter Caà±ero (ag);
ATTACCANTI: Mike Magee (3), Thiago Martins (2), Jordan Cila (2), Josmer Altidore (D), David Arvizu (ag)
Partiamo da una considerazione: se c'era un reparto che New York doveva rinforzare era la difesa. Per questo il management ha fatto carte false per aggiudicarsi la scelta n. 1 del Draft e con quella chiamare Marvell Wynne, il difensore più promettente della NCAA.
Ora, se sia stato un buon affare o no solo il campo potrà dirlo: durante la preseason Wynne si è infortunato alla caviglia ed è stato sottoposto ad intervento chirurgico, ma sta già recuperando e per l'inizio del campionato dovrebbe essere pronto; certo è che con lui lontano dal campo la fase difensiva, concepita dal tecnico Mo Johnston, non è di certo messa a punto come si deve.
Per questo sarebbe servita qualche aggiunta in panchina che potesse innalzare il tasso di esperienza di un reparto che non ci fa impazzire: da Dallas è arrivato Jolley, e dai Seattle Sounders della USL è arrivato Graham (che già aveva giocato a Kansas City per 2 stagioni). Il resto della difesa si regge però su giocatori di poca esperienza e poco talento, anche perché per arrivare a Wynne sono stati ceduti Regan e Ward, che l'anno scorso non avevano demeritato, considerando anche l'estrema difficoltà del centrocampo nel fare filtro.
In porta ritroviamo il veterano Tony Meola (37 anni) e l'ottimo Jon Conway, direttamente da Houston. Almeno per quanto riguarda il ruolo dell'estremo difensore i Red Bulls dovrebbero stare tranquilli, perché entrambi i portieri sono tecnicamente validissimi ed esperti il giusto.
Il centrocampo è il reparto più folto: sono arrivati Henderson da Columbus e O'Rourke da Houston: quest'ultimo però è un sophomore, che l'anno scorso a San José ha fatto vedere ottime cose in fase d'interdizione, per cui il problema del filtro a centrocampo è stato parzialmente risolto; dal Draft è arrivato un buon elemento come Camp, che però non si sa quanto possa dare da subito.
A centrocampo abbiamo inserito anche Djorkaeff, perché nonostante le sue indubbie doti realizzative il francese si esprime al suo meglio con la palla al piede nel momento supremo del servire il compagno meglio piazzato. Ciò ci porta a 2 considerazioni; la prima riguarda l'età : a 37 anni e con i problemi fisici di cui ha sempre sofferto, quale potrà essere l'apporto dell'ex interista alla causa newyorchese?
La seconda considerazione chiama in causa l'ultimo reparto dei Red Bulls, cioè l'attacco. Se Djorkaeff gioca a centrocampo (come pensiamo che debba fare) salta all'occhio la mancanza di un bomber di prima qualità : rispetto all'anno scorso non ci sono più Sergio Galvan Rey e Ante Razov. Non stiamo parlando di goleadores di razza purissima, ma le alternative sono Cila, Martins e Magee più i rookie Altidore e Arvizu. Di questi ultimi si parla un gran bene, ma a meno che Lalas e Johnston abbiano visto nei 2 qualcosa che tutti gli altri GM non hanno notato, pensiamo che quest'anno non potranno essere granché utili ai Red Bulls.
Si potrebbe ovviare al problema spostando Djorkaeff sulla linea delle punte; la questione si risolverebbe solo parzialmente perché comunque il francese è una seconda punta, per cui manca comunque un uomo d'area. E in questo caso manca l'uomo dell'ultimo passaggio.
Così dopo tutti i movimenti di mercato che i Red Bulls hanno operato, a che conclusione arriviamo? Che la difesa non è registrata a dovere e manca chi, prosaicamente, la sbatta dentro, scopo principale del gioco del calcio"
MODULO DI GIOCO:
Mo Johnston, che ha sostituito Bob Bradley nelle ultime partite della stagione scorsa, è stato confermato quest'anno con il compito di portare New York ai livelli sognati. Il tecnico scozzese si trova però di fronte ad un rebus non facile da risolvere; il modulo di gioco paradossalmente sembra essere il minore dei problemi perché innanzitutto bisogna individuare gli uomini adatti ad interpretare un certo modulo. La cosa più probabile sarà vedere un 4-3-1-2, con Djorkaeff centrocampista avanzato con licenza di concludere. Ma molto dipenderà dalla qualità che gli effettivi di New York possono offrire. Secondo noi, non molta.
DOVE POSSONO ARRIVARE I RED BULLS?
New York non gode dei favori del nostro pronostico, principalmente perché Alexi Lalas, il GM newyorchese, non gode della nostra stima. In un anno circa di lavoro non ha dato prova di avere un progetto, né a breve né a lungo termine; sembra piuttosto orientato ad affastellare talento per poi disfarsene e ricominciare tutto daccapo. La squadra ci sembra costruita male e senza raziocinio. Probabilmente ci sbaglieremo, ma per noi New York è la principale candidata a rimanere fuori dai play-off per la Eastern Conference.
Alla prossima!!