Il pitonato Big Baby Davis è al centro dell'attenzione a fine gara.
Erano 20 anni che Louisiana State non riusciva ad andare alle Final Four ed il momento si è finalmente ripetuto ieri sera nella partita vinta contro i Texas Longhorns grazie ad una difesa che ha saputo ripetere la bella gara di giovedì scorso e che è stata la principale ragione del parziale positivo con ci Lsu ha portato a casa il viaggio ad Indianapolis nel supplementare vincendo per 70-60, nonché grazie ad un Glen Davis in grande spolvero che ha messo una tripla decisiva in overtime dopo una prestazione di grande sostanza, come lo è stata quella del freshman Tyrus Thomas, atleta quasi abbonato alla doppia doppia che ha fatto sentire ancora una volta la sua presenza nelle partite che contano.
E dire che il finale tirato era stato emozionante tanto quanto quello visto in molte altre partite di questo torneo, che sta vivendo un momento del tutto speciale da questo punto di vista, ed i Longhorns, a momenti quasi spacciati, erano riusciti a mantenersi a galla grazie ai rimbalzi difensivi di Brad Buckman ed al tiro da tre punti coraggiosamente messo a segno da Daniel Gibson per impattare nonostante una partita passata tirando con il 30% di squadra e senza l'apporto offensivo di Lamarcus Aldrige, fermo a 4 punti con 2 /14 dal campo, e di TJ Tucker, autore di 10 punti, ovvero le armi principali di cui i texani dispongono sotto canestro.
L'azione che ha forzato l'overtime era venuta fuori da uno scenario quantomeno confusionario, ed aveva prolungato di 5 minuti la piacevole visione di questa piacevolissima partita: sotto di tre punti con meno di un minuto sul cronometro, PJ Tucker aveva provato il gancio del -1 solo per vedersi stoppare il tiro da Tyrus Thomas ma riuscendo a recuperare il possesso del pallone, passandolo poi all'eroe della vittoria di giovedì sera, Kenton Paulino; fallita la conclusione da tre, la guardia si era ritrovata il rimbalzo lungo tra le mani, riuscendo così a servire Gibson per la tripla che aveva impattato la gara prima di ben tre errori che avevano impedito a Louisiana State di chiudere il discorso già nel tempo regolamentare anche a causa di una stoppata dello spento Aldrige.
Ma Lsu è rientrata in campo con ben altro spirito e con una difesa tentacolare, che ha causato i turnovers decisivi, tutti trasformati poi in punti: con un mortifero 7-0 al passivo la partita è scivolata via velocemente per Texas, che ha subito un layup da Tasmin Mitchell, un tiro impossibile in double pump con due avversari addosso di Garrett Temple da sotto canestro, e quindi la tripla tanto avventata (nel regolamentare era arrivato un airball) quanto indovinata di Glen Davis per spaccare definitivamente in due il match, eseguita con un tiro soffice che ha schiaffeggiato solamente la retina e null'altro. "L'ho fatto senza pensarci troppo, lo chiamo pensare senza pensare. L'opportunità di prendersi quel tiro era lì, quando solitamente tiro da tre punti ci penso sopra troppo tempo, ma stavolta ero in ritmo e mi sentivo la sensazione giusta addosso, così ho tirato e la palla è andata a segno."
La difesa di Lsu ha giocato un ruolo predominante, proprio come avvenuto contro Duke: LaMarcus Aldrige, dominato da Big Baby, e PJ Tucker sono stati limitati a 14 punti in combinata con 6/25 dal campo mentre il miglior tiratore esterno, Paulino, è rimasto a secco da tre punti registrando un eloquente 0/5; nonostante questo i Longhorns sono riusciti a restare in gara grazie ad un Gibson da 15 punti ed a un Buckman da 14 e 13 rimbalzi in una partita che ha avuto 7 situazioni di pareggio ed 11 cambi di comando nel punteggio con svantaggi che non hanno minimamente sfiorato la doppia cifra, se non nel tempo supplementare quando Texas ha subito troppi turnovers consecutivi riuscendo a tirare dal campo per la prima volta quando i buoi erano già scappati.
Il giocatore selezionato come il migliore del regional è stato Tyrus Thomas, uno dei tre freshmen che compongono il quintetto base di Lsu: 21 i suoi punti con 10/14 dal campo e 13 rimbalzi, oltre a tante giocate difensive intangibili ma importanti e tanta energia messa su quello che fa; il suo amicone Davis, con il quale condivide la passione per i Tigers sin da bimbo, ha invece concluso con 26 punti e 9 rimbalzi con 11/19 dal campo, un'ottima prova difensiva contro il temuto LaMarcus Aldrige ed una varietà di movimenti offensivi che stupiscono sempre di più considerata la stazza del giocatore, a partire dal movimento di forza sotto canestro e per finire con tiri dalla distanza e cadendo all'indietro in fadeaway, altra specialità della casa di Mister mano morbida.
"E' dura fermarlo, perché è grosso e gioca in maniera molto fisica, ma poi ti spiazza con tutto il talento che ha a disposizione." ha detto di lui coach Barnes, allenatore di Texas.
La bella storia di Louisiana State continuerà sabato prossimo ad Indianapolis nella semifinale contro Ucla: per Glen Davis, che a fine gara ha intrattenuto il pubblico prendendo in mano il microfono e dedicando la vittoria alla città di New Orleans urlando a più non posso, una bella soddisfazione, una soddisfazione che l'ateneo non era riuscito a togliersi nemmeno quando la sua divisa la vestiva un altro big man dal successo Nba discreto, un certo Shaquille O'Neal.
Occhio a Big Baby, allora.