Bruce Arena: gli USA hanno perso ma per un tempo hanno realmente imbavagliato i tedeschi
Quando l'arbitro fischia la fine del primo tempo, dagli spalti del Westphalenstadion una bordata di fischi saluta l'uscita dal campo dei giocatori tedeschi. Fischi che, a dir la verità , erano iniziati già a metà della frazione, dapprima timidi, dopodiché sempre più convinti. E la ragione di quei fischi si può rintracciare in una sola parola: incapacità .
Incapacità da parte della nazionale tedesca di intrecciare, in tutto il primo tempo, una trama di gioco convincente; incapacità di trovare una quadratura in campo e di dare l'impressione che tutti sappiano cosa fare; incapacità di creare azioni pericolose, magari non belle, ma che siano il preludio al gol.
Invece, nonostante l'avvio impetuoso (con un paio di affondi di Ballack e Podolski, che tuttavia non inquadrano neppure lo specchio della porta), la nazionale di Jurgen Klinsmann si affievolisce e si conferma quel brutto anatroccolo che si parò dinanzi a noi una sera di inizio marzo quando ne prese 4 (a 1) dagli azzurri di Marcello Lippi.
Dall'altra parte ci sono 11 ragazzi in maglia biancorossoblù: vengono dagli Stati Uniti, molti giocano nella MLS, ma altri fanno parte di squadre europee (il difensore Berhalter, il portiere Keller, il laterale Cherundolo, per esempio).
Quello che fanno i ragazzi americani nel 1° tempo stasera è perfetto: riescono a contenere l'impeto iniziale dei tedeschi e ne spengono la carica; il “genietto” Ballack (che, sia detto per inciso, è un buon giocatore ma da qui a considerarlo erede della generazione di giocatori tedeschi che l'ha preceduto ce ne corre) e Miroslav Klose vagano per il campo spaesati, intrappolati dalle diagonali difensive che Bruce Arena ha predisposto per loro.
Ogni intervento difensivo è contraddistinto dalla pulizia (a parte Zavagnin che riesce a beccarsi un'ammonizione) ed è ammirevole la calma con la quale Mastroeni e Conrad si alternano al centro della difesa a comandare il fuorigioco (tattica usata con frequenza ma senza esasperazioni).
Certo, gli USA denunciano più limiti quando devono ripartire e pensare a costruire il gioco: infatti, se Keller non deve prodursi in nessun intervento, altrettanto fa Kahn, che si deve solo preoccupare di una punizione tagliata, sulla quale esce respingendo di pugno.
Ma nessuno si aspettava che gli Stati Uniti vincessero ieri sera, no? Inoltre non è il risultato che conta, quanto l'impressione che ne devono trarre gli osservatori in tribuna (tra cui Lippi, per ovvi motivi). E si sa che gli USA ci tengono sempre a fare buona impressione.
La partita è trasmessa in diretta e in esclusiva da SportItalia, ed il commentatore Massimo Callegari non perde occasione per ribadire come gli USA siano diventati, nelle mani di Bruce Arena, una realtà vera e propria e non più solo uno sparring partner; tra un'azione e l'altra riesce anche a dare precise informazioni sulla MLS. Ma soprattutto dice senza mezzi termini che gli USA hanno giocato il primo tempo meglio dei tedeschi.
Fini qui tutto bene: poi inizia la ripresa. E succede l'impensabile. Al 1° minuto di gioco Schweinsteiger, appena entrato, calcia una punizione dalla fascia sinistra, la palla attraversa l'area senza che nessuno riesca a toccarla (Klose esulta perché pensa di averla sfiorata lui, ma le immagini dimostrano che non è così) e Keller si tuffa con le braccia protese ma non c'è nulla da fare: 1-0 per i tedeschi.
E qui inizia la parte difficile per i ragazzi di Arena: finché si è trattato di contenere hanno svolto un lavoro egregio, ma ora si deve risalire la china. Entra Taylor Twellman (4 gol e 3 assist per lui nelle ultime 3 uscite della nazionale) al posto di Ching per dare più incisività ad un attacco che, con l'hawaiano e Johnson, non sembrava avere molta spinta.
E all'inizio i ragazzi di Bruce Arena sembrano prenderla col piglio giusto: subito dopo il gol, c'è un cross di Bobby Convey che Johnson corregge di testa; sembra gol, ma Kahn ci mette una delle sue manone e devia in angolo; sull'angolo Twellman spara alto di testa.
Gli USA tentano di pigiare sull'acceleratore e qui dimostrano appieno come il lavoro da fare sia ancora tanto: presi dall'ansia di risalire la china, gli americani perdono le distanze tra i reparti. Appena i tedeschi lo capiscono decidono di spingere al massimo. E iniziano a far male. Malissimo.
Al 73' un lancio dalle retrovie pesca Lamm sulla ¾, il centrocampista fa da sponda per l'accorrente Neuville che dal limite dell'area lascia partire un destro a girare che si insacca nell'angolino alle spalle di un inutilmente proteso Keller: 2-0 per la Germania. Da notare che in quest'azione sia Berhalter che Conrad hanno perso i rispettivi uomini, infatti Neuville era solo e indisturbato.
Questa però è l'indicazione che Arena temeva di avere dai suoi giocatori; non c'è ancora quella serenità mentale né, se vogliamo, quella malizia che non ti fa perdere la testa di fronte ad un doppio svantaggio. Infatti nei seguenti 5 minuti assistiamo ad una disfatta che, come detto anche da Callegari, "risultava impensabile dopo il primo tempo".
Al 75' è bravo Neuville (anch'egli entrato all'inizio della ripresa) a sgusciare tra Mastroeni e Conrad (corso in raddoppio) e a servire Klose appena fuori area; il centravanti è libero (Conrad lo ha lasciato solo), così fa una breve corsa, con una finta fa sdraiare Keller e lo batte sul primo palo. 3-0 per i tedeschi.
Ormai la disfatta è sicura, gli USA sono completamente disorientati, il centrocampo ha magicamente perso la capacità di fare filtro e gli esterni tedeschi affondano come coltelli nel burro; così al 78' Schneider serve Klose sulla fascia, il centravanti galoppa indisturbato (ancora!) sulla destra poi fa partire un cross teso su cui Ballack, solo in mezzo all'area, riesce a colpire di testa e a mettere la palla nell'angolino dove Keller non può arrivare: 4-0 e anche Ballack giustifica la sua presenza in questa partita, perché per il resto è davvero impalpabile.
Ormai non c'è più partita: l'impressione è che i tedeschi possano affondare quando vogliono e fare male, mentre gli USA cercano di rientrare in controllo del centrocampo. Le distanze tra i reparti si riaccorciano e la manovra torna ad essere organizzata (un po' come chiudere la stalla quando i buoi sono scappati, a dir la verità ), ma è ovvio che quei 6 minuti di completa confusione hanno scritto la storia di questa partita.
All'84' Kahn, che deve essere protagonista per forza altrimenti non è contento, esce a farfalle fuori dall'area su un lancio di Cherundolo che Johnson stava rincorrendo. Forse Johnson tocca la palla, forse no (per la FIFA il gol è di Cherundolo), fatto sta che Kahn gli rovina addosso mancando clamorosamente la palla che termina placida la sua corsa in rete: 4-1.
Ormai si attende solo il fischio finale, che arriva a sancire la vittoria tedesca. Le immagini inquadrano i giocatori tedeschi che tronfiamente sorridono e battono il 5, mentre gli americani escono a testa bassa. Solo i due allenatori mostrano il volto più vero di questa partita: entrambi sorridono, ma sono sorrisi differenti.
Klinsmann è contento della vittoria, ma non certo della prestazione dei suoi: ovviamente davanti alle telecamere difenderà i giocatori ma certamente è consapevole che il risultato è gonfiato da 6 minuti di follia americana, altrimenti commenteremmo ben altra partita. La prestazione tedesca è deficitaria sotto ogni punto di vista: nessuno schema realmente efficace, nessuna idea da parte degli uomini più rappresentativi, nessun animus pugnandi (e questo, detto dei tedeschi, equivale ad una bestemmia!). a coronamento di tutto questo una prestazione che, risultato a parte, è anche più inguardabile di quella (già penosa) contro l'Italia.
Arena invece è sereno: non è contento, ovviamente, perché prendere 4 pere non piace a nessuno, ma sa che momenti di confusione come quello di questa sera sono una casualità , l'importante è non piangersi addosso ora, come non era il caso di montarsi la testa dopo aver battuto Norvegia e Polonia. Teniamo conto anche del fatto che non erano disponibili Donovan e Dempsey (forse gli elementi di maggiore spicco della nazionale americana) e che Twellman è entrato quando la confusione si stava già facendo strada tra i ragazzi di Arena e non ha avuto neppure un pallone giocabile. Gli USA hanno dimostrato che, facendo la massima attenzione e mantenendo alta la concentrazione, possono giocarsela contro chiunque.
Il Mondiale dirà la verità su entrambe: gli USA difficilmente arriveranno agli ottavi di finale, visto che si trovano nel nostro stesso girone insieme anche alla Repubblica Ceca, ma daranno filo da torcere a tutti. La Germania è paese organizzatore e questo fa sì che verrà "aiutata", come sempre succede in ogni edizione del Mondiale; ma se questa squadra riesce ad andare al di là degli ottavi sarà l'ennesima conferma che nel calcio non c'è logica.
Alla prossima!!