Business is business…

Don Garber: con lui la MLS ha fatto passi da gigante negli ultimi 5 anni

Alla presentazione dell'accordo tra Red Bull e AEG per l'acquisto (con relativo cambio di nome) dei New York Metrostars, il commissioner della MLS Don Garber ha pronunciato un discorso inappuntabile nella forma ma (per la nostra mentalità  di calciofili europei) piuttosto discutibile nei contenuti; ma vediamo insieme quali sono state le parole del commissioner.

"Questo è un momento storico per la Major League Soccer. È il singolo investimento più significativo nella nostra Lega ed è stato fatto da un'azienda che ha una sconfinata passione per questo gioco e ha fiducia nell'opportunità  di renderlo uno degli sport più popolari negli USA. Non c'è solo l'acquisto della società , ma anche l'investimento del 50% per la costruzione dello stadio e l'acquisizione dei diritti per dare il nome allo stadio stesso. Non è solo un marchio; è una stretta interconnessione tra il calcio e la Major League Soccer nel mercato di New York".

Pur essendo consapevoli che il calcio è già  uno sport che appassiona milioni di persone negli USA (come scritto altrove ben 60 milioni di persone hanno imparato ad apprezzarlo e lo giocano regolarmente) saremmo un po' più cauti: non dimentichiamoci mai che realtà  come il baseball e il football non si faranno certo scalzare così facilmente.

Garber ha proseguito: "Mark Abbott, capostruttura marketing della MLS, ed io ci siamo incontrati 3 volte in Austria con Dietrich Mateschitz, proprietario della Red Bull e ad ogni incontro era presente Franz Beckenbauer. È stato lui ad avere la visione totale del progetto, aiutandoci anche ad agganciare la adidas; la sua conoscenza e la consapevolezza di ciò che serve alla Major League Soccer per approdare ad un livello superiore hanno fatto il resto".

Decisamente l'interessamento del più grande libero di tutti i tempi (non ce ne vogliano gli "ortodossi" di Franco Baresi), nonché figura di spicco del calcio europeo a livello dirigenziale, può dare una spinta decisiva, e poiché in Germania "non si muove foglia che Franz non voglia" è palese l'interesse europeo dei confronti degli USA come nuovo mercato per il calcio: una situazione impensabile solo 5 anni fa.

Ancora Garber: "Si è arrivati alla decisione di acquistare una squadra solo perché sapevamo che la Red Bull ha interesse ad espandere il suo marchio negli States attraverso 3 veicoli ben precisi: 1) calcio; 2) campionato NASCAR; 3) musica. È stato naturale per noi farci avanti prima di qualunque altra realtà ; dopo qualche riunione loro si sono detti interessati ad acquistare una squadra, per cui ci siamo rivolti a Tim Leiweke, amministratore delegato della AEG. Il contratto è stato siglato in meno di un mese; è chiaro che noi siamo direttamente coinvolti come Lega, ma il contratto è un'operazione commerciale esclusivamente tra Red Bull e AEG".

Il vero succo della questione sta qui: che per gli americani "business is business" è cosa nota a tutti, e del resto in tutto il mondo il calcio è prima di tutto un veicolo di marketing, poi è anche uno spettacolo, e solo in ultima istanza è uno sport; per questo ora c'è interesse anche oltreoceano: perché è un prodotto che si può vendere.

Garber ha detto anche: "Abbiamo visto il successo dei Chivas a L.A. Alcune delle nostre migliori gare sono i derby che si giocano all'Home Depot Center, e credo che la Red Bull lo sappia. Sono un'azienda europea, e conoscono l'eccitazione che si può creare quando 2 squadre operano all'interno della stessa comunità , per cui abbiamo siglato un accordo per cui potremo installare una seconda squadra a New York per il 2010, ma non prima. Ora il nostro obiettivo è assicurarci che i New York Red Bulls diventino popolari, che entrino nel nuovo stadio, e che riescano a catturare la popolarità  che i Metrostars avevano nei loro primi anni".

Già , ma i tifosi che in questi 10 anni si erano affezionati alle maglie rossonere e al nome Metrostars come reagiranno? Ecco pronta la replica di Garber:

"Sappiamo che il cambiamento sarà  disorientante per i tifosi che sono molto affezionati alla squadra; ma a San José, quando la squadra cambiò nome, ci furono un sacco di persone che la trovarono un'ottima idea. La stessa cosa è accaduta a Dallas. I cambi di nome accadono nella storia dello sport e speriamo che i tifosi dei Metrostars continueranno a sostenerli, anche se la squadra ha un nuovo nome".

Sarà : ma è un dato di fatto che noi europei non potremmo sopportare di apprendere che (per fare un esempio) il Milan potrebbe non chiamarsi più Milan solo perché Berlusconi potrebbe venderlo a Rupert Murdoch. Ma del resto noi apparteniamo ad un'altra razza: quella per cui il calcio è ancora (solo) uno sport.

Alla prossima!!

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