È Columbus Day, ma ora?

Sigi Schmid e Guillermo Barros Schelotto con la MLS Cup 2008. Saranno ancora a Columbus nel 2009?

Ci sarebbe voluto proprio un cattivo scherzo del destino per impedire al Columbus Crew di portarsi a casa una MLS Cup a dir poco strameritata, degna conclusione di una stagione fatta di bel gioco e continuità  di risultati. I NY Red Bulls, arriv ati non sanno nemmeno loro come alla finale, per un minuto e 20 secondi hanno cercato di mettere il bastone tra le ruote dell'oliato meccanismo messo insieme da coach Sigi Schmid, ma non è bastato. Non poteva bastare. Anche se in fondo ci era riuscita Los Angeles nel 2005, e per quegli 80'' secondi qualche brivido i tifosi del Columbus devono averlo provato. Ma ci ha pensato Chad Marshall, Defebnder of the year e giocatore ormai pronto per l'Europa, a togliere le castagne dal fuoco.

Il tutto fino alla gioia finale, un'esplosione per tremila tifosi giunti dall'Ohio (c'erano tutti i gruppi, The Union, gli Hudson Street Hooligans, la Turbina), quando il capitano Frankie Hejduk, autore anche del gol del 3-1 su uno splendido lancio passaggio-pallonetto di Guillermo Barros Schelotto, ha alzato la nuova MLS Cup dedicata a Philip A. Anschutz (patron dei galaxy), prima vittoria per il Crew e primo vero trofeo-pro per la città  di Columbus. Trofeo risultato finale di un programma costruito da Schmid con tre anni di duro lavoro, raccogliendo una squadra in pezzi fino a portarla al top. "Il nostro obiettivo di quest'anno erano i playoff – ha detto Schmid dopo la finale – ma certo i nostri obiettivi sono cambiati con l'andare di questa splendida stagione“.

Nonostante il risultato finale il match di ieri non è stato però facile. Per buona parte del primo tempo NY ha retto alla grande, con davanti van den bergh a pompare cross per uno spento Juan pablo Angel (che però aveva seri problemi all'anca e ad una caviglia) e al carneade John Wolyniec, ma con un Crew apparso alquanto contratto. New York avrebbe probabilmente preferito trovarsi davanti un team, tipo Houston e Real Salt Lake, pronto a buttarsi in avanti a testa bassa per poi infilarlo con la velocità  di Dave van den Bergh (probabile ritorno in Olanda per lui, allo Sparta Rotterdam) e Dane Richards, ma non è andata così. Columbus può infatti permettersi di far ruotare la palla grazie alla tecnica di Barros Schelotto, con improvvise folate da parte di Robbie Rogers, Eddie Gaven e Moreno a dar fastidio alla difesa dei Red Bulls.

La pessima uscita del portierino Danny Cepero su Alejandro Moreno, e il vantaggio giallonero hanno cambiato il match. La partita si è svegliata, con NY che arriva al pareggio dopo 6 minuti con Wolyniec e che però subisce di nuovo il vantaggio – gol di testa di Marshall su corner di Barros Schelotto alla prima azione – dopo 80''. Partita a quel punto praticamente finita, abbellita da due lampi di GBS: la traversa presa da 20 metri e il pallonetto per la testa di Hejduk del gol del 3-1.

A match finito Barros Schelotto, tre assist e una traversa per lui in finale, si prende così anche il titolo di MVP della finale dopo quello dell'anno vinto sabato. Il minimo dovuto al meraviglioso campionato del “Mellizo” che però, da vincente (16 titoli col Boca Juniors oltre al suo primo col Gimnasia prima di sbarcare negli USA e vincere di nuovo) aveva dichiarato: “Sono venuto qui per vincere la MLS Cup, non il titolo di MVP, non quello di Best XI. Volevo vincere la MLS Cup” .

Dall'altra parte, il coach colombiiano di NY Juan Carlos Osorio ha giustamente definito Barros Schelotto il miglior giocatore della MLS, ammettendo senza problemi la superiorità  degli avversari, e affermando comunque di essere soddisfatto della prova dei suoi, arrivati lassù dove NY non stava dall'epoca dei defunti Cosmos.

Oltre a GBS però, molto del merito di questa vittoria va sicuramente all'allenatore di origine tedesca, ma cresciuto in california, Sigi Schmid. Il suo 4-4-1-1 studiato per le caratteristiche di Barros Schelotto, e la sua capacità  di recuperare e far dare il massimo nei rispettivi ruoli a un Rogers assai spento l'anno scorso, a un Gaven che sembrava ormai perso, al rientrante dall'infortunio alla testa Marshall o anche al corridore Evans, è sicuramente da considerare uno dei capolavori tecnici della breve storia della MLS. Cui si aggiunge di aver raggiunto il risultato più grande nello stadio di chi nel 2004 lo aveva cacciato (Los Angeles Galaxy) per, secondo la dirigenza, non riusciva a dare un bel gioco alla squadra, nonostante avesse portato LA al suo primo titolo nel 2002. Ha dimostrato a tutti come il suo “solid soccer” sia assai più utile e bello del “sexy soccer” di lalasiana memoria.

Il rischio per Columbus è però ora quello di perdere i due principali protagonisti della sua prima MLS Cup. Per quanto riguarda Barros Schelotto, Columbus ha un'ozione per un altro anno a $650,000 $250k assicurati più altre entrate tipo premi) ma non sembra a spendere i soldi necessari per fare di GBS un Designated Player, nonostante l'argentino abbia dichiarato la propria volontà  di restare per un altro paio d'anni. Il team di proprietà  dell'Hunt Sporting Group farà  quindi una negoziazione al ribasso, rischiando però di perdere un giocatore che dopo un campionato a tali livelli sta già  ricevendo numerose offerte, a dispetto dei 35 anni suonati.

Per quanto riguarda Schmid, il suo contratto termina alla fine di quest'anno, e pare che non sia molto contento delle proposte ricevute dal club. Per lui pare essere pronta la panchina del Seattle Sounders FC, dove il Direttore Tecnico è un suo ex allievo in campo, Chris Henderson, e dove la società  è assai più porientata a spendere rispetto a Columbus. Inoltre, Seattle sarebbe assai più comoda per Schmid, che vorrebbe avvicinarsi alla sua California.

La conferma dei due, visti i risultati, varrebbe sicuramente la spesa. Ma è noto come la proprietà  di Columbus, come anche quella del New England, sia assai poco propensa a metter mano al portafogli. Per il momento quindi i tifosi faranno meglio a godersi la sbronza di una vittoria attesa 13 anni, perché nuvole nere sembrano già  pronte ad appostarsi sul cielo di Columbus, che però oggi sarà  blu come non mai.

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