Freddy Adu con la maglia della Nazionale USA under 20
Si chiama Freddy Adu, è originario del Ghana e di lui si parla come di uno dei più grandi talenti giovani del calcio mondiale. E lui giovane lo è veramente. A soli 14 anni, mentre iniziano a circolare paragoni addirittura con Pelè, Freddy ha già firmato un contratto di sei anni con la Major League Soccer, la lega calcio professionistica USA, contratto che lo rende il più giovane professionista americano in oltre 100 anni di sport. Per trovare qualcuno che abbia fatto meglio di lui bisogna risalire al 1887, anno in cui il quattordicenne Fred Chapman giocò una partita del campionato di baseball con la divisa di Philadelphia.
Il giovane attaccante, che si racconta essere nipote di Antony Yeboah, che però in questo caso non è il grande attaccante della Nazionale del Ghana dove in molti si chiamano così ma solo un istruttore di calcio di origini ghanesi, ha firmato lo scorso novembre il suo primo contratto da professionista, con i D.C. United, con la cui maglia esordirà il prossimo 3 aprile nella gara d'apertura della MLS contro i campioni in carica dei San Jose Earthquakes, ma la sua avventura è già iniziata con una spettacolare presentazione al Madison Square Garden di New York e poi con la consacrazione televisiva nei noti programma "Late Show With David Letterman" sulla CBS e "60 Minutes", programma della ABC.
La famiglia del nuovo talento del calcio statunitense vive a Potomac, nel Maryland, dal 1997, ma Freddy Adu ha ottenuto la cittadinanza americana solo nel febbraio 2002.
Con la nazionale statunitense Under 17 ha già mostrato le sue capacità , realizzando ben 29 reti nel corso del 2003 pur giocando contro ragazzi più grandi di due anni: "Sono cresciuto guardando le partite della Major League Soccer – ha detto Adu prima di sottoporsi alle visite mediche di rito, nel novembre scorso – e non vedo l'ora di iniziare questa sfida. Questo campionato mi aiuterà a crescere come giocatore, spero di lasciare il segno". Adu è una seconda punta brevilinea ma con un buon fisico, considerata l'età . Ama partire da lontano per sfruttare la gran velocità ed il dribbling ubriacante di cui dispone. Ricorda per molti versi l'interista Oba Oba Martins, dando l'idea di essere anche più tecnico.
Ma quanto è bravo realmente questo prodigio del soccer USA? Peppe Pinton, ex manager di Giorgio Chinaglia ai tempi dei Cosmos e attualmente coach al Ramapo College (NJ), afferma che si tratta sì di un buon giocatore, ma niente di più. Al contrario, John Ellinger, coach della Nazionale USA Under 17 (allenatore che ha svezzato molti dei giovani talenti USA, tra i quali Landon Donovan e DaMarcus Beasley) dice che nonostante la giovanissima età Freddy è già pronto per la MLS, e anzi lo vede già in campo con la maglia della Nazionale USA ai Mondiali di Germania 2006. Quell'anno Adu avrà 17 anni, la stessa età di Pelè ai Mondiali di Svezia 1958. Ma Ellinger non è l'unico a pensarla così, visto che l'Inter lo scorso anno (quando Adu aveva 13 anni!) ha offerto ben $350.000 ai Potomac Cougars del Maryland per averlo a partire dal 2007. Inter ma non solo, visto che le voci su Manchester United e Chelsea si sprecano, con Freddy che da giocatore giovane ma smaliziato ha già affermato che il suo sogno sarebbe di giocare con ognuna di queste maglie.
Dave Sarachan, allenatore dei Chicago Fire, e tra i candidati a sostituire Bruce Arena in Nazionale, se lo è trovato contro in amichevole e ha dichiarato di lui: "Freddy ha un'incredibile confidenza col pallone, inoltre è velocissimo. Appena gli si lascia un minimo spazio lui taglia in due la difesa in un attimo". Infatti quel giorno Adu fece due gol ai Chicago Fire.
Da quando, nel febbraio 2002, il giovane nativo del Ghana ha lasciato casa sua a Potomac, nel Maryland, per trasferirsi nella residenza della Nazionale Under 17 a Bradenton, Florida, ad oggi, è già diventato il giocatore più popolare della storia del soccer USA, impressionando per tecnica e capacità realizzative addetti ai lavori e il pubblico degli appassionati americani. La cosa incredibile è che non ha ancora giocato un minuto in un campionato professionistico!
"Freddy Adu è senza dubbio il più talentuoso calciatore della sua età che abbia mai visto", ha detto di lui Bruce Arena, "ma chissà dove arriverà di qui a due anni?". Ed è su questo che dovrà lavorare Peter Nowak, nuovo allenatore dei D.C. United, anche lui ragazzo prodigio, visto che a 16 anni già giocava da professionista in Polonia. Nowak ha sostituito Ray Hudson, ex grande calciatore dei Tampa Bay Rowdies della NASL, licenziato a fine 2003 per gli scarsi risultati raggiunti. Hudson lo scorso anno ha avuto Adu in allenamento con i rossoneri per una settimana e, dopo averlo osservato, ha detto: "Anche un cieco riconoscerebbe il suo talento. È come un prezioso uovo Fabergé, e tutti stanno cercando di proteggerlo e aiutarlo". Inclusa, naturalmente, la mamma. Quando una pioggia di offerte, da Inter, Adidas e procuratori di tutto il mondo, è iniziata ad arrivarle addosso, la sua risposta è stata sempre la stessa: "No. È solo un ragazzo", ripeteva Emelia Adu, che nel 1997 si trasferì negli USA con i suoi due figli, Freddy e Fro, dal Ghana, dopo aver vinto la Green Card alla lotteria annuale indetta dall'Immigration National Service.
E proprio il ruolo della mamma nella vita del figlio famoso ha a lungo destato molte perplessità . Com'era possibile infatti che una madre divorziata con due lavori rifiutasse offerte così importanti? "Ricevevo più di 10 chiamate al giorno, anche al lavoro", racconta Emelia, che fino alla firma del contratto di Adu con la Nike e i D.C. United faceva la cassiera da Home Depot (megastore di oggetti per la casa). La domanda per lei era sempre la stessa, tartassante: "Sei tu la mamma di Freddy? Perché non accetti l'offerta?", lasciandola spesso in lacrime. Emelia dice che l'istruzione per lei stava al primo posto, e proprio la possibilità di far avere un'istruzione ai propri figli la spinse a lasciare Tema, animata città di porto sulla costa atlantica del Ghana.
A sei anni Freddy passava ore giocando a calcio in spiaggia o sulle sassose strade del quartiere nel quale è cresciuto, facendo impazzire ragazzi che avevano tre volte la sua età . "Prima mi chiedevano di giocare, e poi mi facevano continuamente fallo, - racconta Adu - era come se volessero insegnarmi a diventare un duro".
Sin dal loro arrivo a Potomac, Freddy e Fro (che adesso ha 12 anni ed è già stato convocato dalla Nazionale USA Under 15) si sono fatti notare negli sport scolastici. E in quarta elementare, Freddy fu portato da un compagno di squadra a un provino organizzato dalla Potomac Soccer Association, dove fu notato dal coach dei Potomac Cougars, Arnold Tarzy. "In Freddy già si potevano vedere tutte le caratteristiche del calciatore, in lui il dono del talento era qualcosa di estremamente evidente", ha raccontato Tarzy, che lo prese in squadra nel giro di 48 ore.
E insieme allo zio Tony Yeboah, Tarzy è rimasto uno delle persone più vicine e ascoltate dalla famiglia Adu. "Tarzy è la sola persona in cui ho fiducia negli Stati Uniti", ha detto Emelia Adu. Fu proprio Tarzy infatti, che è titolare di una società di consulenza, a ospitare l'incontro fra Emelia Adu e due emissari dell'Inter nell'aprile del 2000. Quell'anno infatti, Freddy, che aveva 10 anni, era andato in tournée in Italia con l'Under 14 giocando un torneo che includeva anche Lazio e Juventus. Beh, l'Under 14 USA non solo vinse il torneo, ma Adu ne fu capocannoniere e nominato MVP, miglior giocatore. Nel giro di pochi giorni il telefono di casa Adu iniziò a squillare incessantemente…
All'inizio del 2002 Emelia disse finalmente di sì. Durante le finali del campionato giovanile nazionale che si stavano tenendo in Indiana, l'allenatore dell'Under 17 USA John Ellinger invitò Freddy a trasferirsi presso la residenza della U.S. Soccer Federation, ospitata all'interno della IMG Academy, in Florida. Da quel momento ebbe la possibilità di allenarsi con i 30 migliori Under 17 del paese, e allo stesso tempo potè portare avanti gli studi, i cui esami finali sono previsti per venerdì 2 aprile, il giorno prima dell'inizio del campionato MLS 2004. Alla fine dell'anno tutti, anche i suoi compagni di squadra, impazzivano per lui. "È fantastico - racconta il suo compagno Corey Ashe, 17 anni - vedere un tredicenne saltare gli avversari come birilli, come faceva Maradona. E poi ha un gran carattere, è freddo il giusto, è uno positivo e sorride sempre". E per aiutarlo a crescere umanamente e professionalmente, la IMG gli ha affiancato mentori quali l'ex Dallas Cowboys Roy Williams, la leggenda dell'atletica leggera Michael Johnson e l'attaccante della Nazionale USA, ora in germania all'Hannover '96, Clint Mathis.
La cosa incredibile è che Freddy Adu sembra eccezionale in assoluto. Quando giocò per la prima volta a basket in un torneo della Heights School di Potomac, mise a segno ben 28 punti. Nella sua prima buca a golf, 370-yard par-4, riuscì a chiuderla con i quattro del par. Nella sua prima gara scolastica, compito di arte, vinse il primo premio della contea.
Fuori dall'accademia, nelle partite giocate con la Nazionale Under 20 e, da poco, nelle prime uscite con la maglia dei D.C. United, Freddy Adu ha dovuto iniziare a scoprire la dura realtà del calcio professionistico. Nonostante la giovane età infatti, sta iniziando a subire il trattamento che gli avversari riservano in genere ai giocatori di talento come lui. E con l'inizio del campionato MLS sarà ancora peggio, con vecchi marpioni alle prese con un ragazzino di 15 anni che sguscia da tutte le parti che non esiteranno a buttare giù senza troppi complimenti. Vedremo.
Uno dei dubbi che Adu suscita in molti osservatori riguarda la sua età . "Non può avere 14 anni", dicono in molti, sia tra gli addetti ai lavori che nei forum sul calcio USA. In fondo, è notorio come le anagrafi africane (ma anche quelle sudamericane, vedi i casi Andrade e, pare, Aldair) siano alquanto elastiche. Ma Adu non sembra affatto infastidito: "Lo prendo come un complimento", dice. Al riguardo la U.S. Soccer Federation ha persino richiesto alla famiglia del calciatore, in via confidenziale, una serie di radiografie, non trovando però contraddizioni rispetto a quanto riportato sul certificato di nascita: 2 giugno 1989. Anche le indagini portate avanti in Ghana dal settimanale sportivo Sports Illustrated, non hanno dato risultati che possano mettere in dubbio la veridicità di quella data.
A questo punto rimangono un paio di questioni in sospeso: che ne sarà di Freddy Adu, e che impatto avrà sulla MLS?
Per il momento ha un contrattto da $500.000 l'anno con i D.C. United, il più alto della lega, cui va ad aggiungersene un altro da $1.000.000 con la Nike, cifre normalissime per l'Europa, ma enormi per la MLS. In realtà il giovane talento proveniente dal Ghana avrebbe dovuto iniziare la sua carriera nella MLS con la maglia dei Dallas Burn, che nel 2003 si erano classificati all'ultimo posto, sulla base del sistema delle scelte mutuato dalle altre leghe professionistiche USA. Ma i D.C. united, grazie anche alla chiara volontà espressa dal giocatore e dalla sua famiglia di restare nell'area di Washington, non hanno faticato a trovare un accordo con i Burn in cambio del diritto di scelta loro concesso dalla MLS a seguito del ritiro dal calcio giocato del boliviano Marco Etcheverry.
Fino a un mesetto fa si è parlato però di un possibile accordo fra la MLS e il Chelsea di Abramovich per lasciar andare Adu in Premier League allo scoccare del suo diciottesimo compleanno, nel 2007. Solo nel 2007 perchè le recenti regole stabilite dalla FIFA vietano ai giocatori minorenni di trasferirsi all'estero, a meno che non lo facciano per motivi familiari. Comunque il Commissioner della MLS, Don Garber, ex responsabile della NFL per il mercato europeo, ha negato con forza, respingendo ogni ipotesi di trattativa con il "Chelski". È chiaro che sarà inevitabile nel futuro una cessione di Adu a qualche squadra europea, possibilmente in cambio di una montagna di dollari, ma da ora il ruolo di Freddy sarà quello di mettere il turbo al soccer USA, che per la prima volta nella sua storia si ritrova nel proprio campionato un giovane talento a stelle e strisce con un potenziale di livello internazionale.
La speranza è che non faccia la fine di altri grandi promesse. Viene in mente quell'altro piccolo fenomeno del Ghana di inizio anni '90, Nii Lamptey, che ai Mondiali Under 17 del 1991 stupì il mondo intero con le sue doti, ma sul quale i riflettori del grande calcio si sono spenti molto velocemente. Passato anche per il campionato italiano, serie B a Venezia nel 1997, se ne sono smarrite le tracce quando si e trasferito in Cina nel 2002. Ma Freddy Adu sembra convinto che un triste paragone come questo mal gli si adatti: "Un sacco di giocatori sembravano destinati a diventare grandi - ha detto - ma poi sono spariti dalla circolazione. Io ho promesso a me stesso che questo non succederà ". Tutto il mondo del calcio americano lo spera ardentemente, compreso quello che sarà uno dei suoi principali avversari in campo, il centravanti della Nazionale USA e dei San Jose Earthquakes, Landon Donovan: "Non ci sarà invidia nei suoi confronti. Noi giocatori sappiamo quanto l'attenzione dei media sia importante per la MLS, e Freddy è una grandissima occasione per la nostra lega. Noi tutti vogliamo che lui abbia successo, che la MLS abbia successo, e sono sicuro che entrambe le cose si realizzeranno".
Ed ecco Freddy Adu in azione: