Baseball & Merengue

Josè Lima: un uomo, un mito!

Il signor Josè Lima lo potete tranquillamente incontrare prima di una partita intorno al ballpark distribuendo souvenir della squadra, poi guidare il gruppo delle cheerleaders, cantare e ballare merengue con un affermato gruppo musicale, muoversi avanti e indietro per il dugout incitando i suoi compagni ed infine se siete un pò fortunati anche vederlo lanciare palle da baseball in maniera più che eccellente.

Josè Lima è arrivato con tutto il suo bagaglio di personalità  sportiva e non, al Dodger Stadium sabato 9 ottobre per l'incontro della vita. All'inizio della stagione 2004 dopo 10 anni di Baseball professionistico nelle majors il trentaduenne di Santiago, Repubblica Dominicana, non aveva certo un biglietto da visita impressionante. Un girovagare tra Detroit, Houston e Kansas City con soventi visite alle loro squadre affiliate nelle leghe minori. In verità  un paio di ottimi anni con gli Astros c'erano stati, nel 1998 e 1999 con un totale di 37 partite vinte, poi seguirono una serie di stagioni con record negativo, un passaggio nei soliti Newark Bears, sempre pronti a dare possibilità  di riscatto a chi è in crisi, nella International League ed un rientro nella MLB con un contratto firmato a Kansas City all'ultimo momento per la stagione 2003.

Nelle 14 partite disputate con i Royals il lanciatore riuscì a mettere a segno 8 vittorie e subire solo 3 sconfitte con una ERA finale di 4.91. Poi arrivò uno stiramento all'inguine a metà  luglio che lo costrinse a chiudere anticipamente la stagione. L'importante però fu per Lima ritrovare finalmente i suoi lanci migliori e la condizione psicologica ideale per poter lanciare nuovamente tra i grandi.

Lasciati i Royals con i quali aveva un contratto di una sola stagione Lima si è ritrovato nuovamente alla ricerca di una squadra e poco prima dello spring training 2004 si è unito ai Dodgers, senza però alcuna certezza di firmare con loro. Le cose sono andate per il verso giusto e Lima ha ricevuto un offerta per una cifra sotto il milione di dollari ed è arrivata la firma per l'attuale stagione.

Il lanciatore non ci ha messo molto a diventare il beniamino dei tifosi blues e per lui il Dodger Stadium è diventato il posto ideale per mettere in mostra i suoi colpi vincenti, una ottima fastball da 90 miglia orarie, un changeup con buon movimento in arrivo al piatto ed una curveball in fase di crescita. Soprattutto la sua arma migliore è il suo changeup che è in effetti una sinker lanciata intorno alle 73 – 75 miglia che gli permette di essere in assoluto un groundball pitcher. Ma il ballpark di Chavez Ravine è diventato anche il palcoscenico per un altro tipo di repertorio che fa impazzire i tifosi: le urla, i pugni chiusi, gli indici al cielo, la musica merengue diffusa nello stadio, il continuo incitamento ai compagni e tutto ciò che fa di Lima un personaggio carismatico e unico nel Baseball della MLB.

La sua regular season si è chiusa con un record di 13-5 nelle 24 partite iniziate ed una ERA di 4.07. Se però si dividono i numeri tra casa e trasferta ecco spuntare fuori un 9-1 con 3.08 di media in casa ed un 4-4 con 5.56 lontano da L.A. Insomma la vicinanza di Hollywood per uno showman come lui è a quanto pare fondamentale.

Il pomeriggio prima della partita mentre tutti i pitcher partenti sono solitamente introvabili, chiusi da qualche parte a cercare la concentrazione giusta per affrontare il match, Josè Lima lo trovi nella clubhouse pronto a ricevere i giornalisti a scherzare con i compagni e con tutto lo staff della squadra ad ascoltare musica, logicamente merengue, ad alto volume e a sprizzare voglia di giocare da tutti i pori.

La musica è la seconda passione di Lima che ha inciso diversi CD. L'ultima sua produzione è stata El Mambo de Lima, Il suo gruppo invece si chiama “la Fuga” ed alcuni singoli sono stati ai primi posti in classifica, nella sua terra, la Repubblica Dominicana, dove il merengue è cosa sacra.

Ormai delle sue capacità  canore si sa tutto, ma quando nel 1998 per l'inaugurazione del ballpark di Enron Field a Houston si presentò sul palco cantando La Bamba fu una sorpresa assoluta ed un successo incredibile. Durante l'ultima edizione del Viva Los Dodgers Hispanic Heritage festival, un'autentica kermesse dedicata soprattutto ai tifosi ispanici dei Dodgers che sono logicamente numerosissimi, l'esibizione sua e del suo gruppo è stata ovviamente quella che ha riscosso più successo. Molto spesso, società  permettendo, lo si trova al “The Conga Room” un locale da ballo di Los Angeles dove mette in mostra, oltre alle sue qualità  di cantante, anche ottime doti di ballerino.

Il 13 maggio di questa stagione prima dell'incontro con i Chicago Cubs Josè Lima ha cantato God Bless America e successivamente l'inno americano. Era accompagnato dal figlioletto Jose jr. e dalla avvenente moglie Melissa che ha fatto subito partire sui rotocalchi locali e nelle stazioni radio dedicate al pettegolezzo della mondana L.A. il dibattito su un suo eventuale ritocco al seno.

Dopo la partita della vita Josè Lima non viene più visto solamente come il giocatore che ama l'esibizione ed il centro dell'attenzione tutta per lui, ma anche come il pitcher che ha evitato con una gran prestazione il terzo sweep conscutivo in post-season per i Dodgers e tra i tifosi parlando del beniamino Lima qualcuno ha iniziato a citare un certo Fernando Valenzuela, il fuoriclasse messicano che fu capace nella Los Angeles degli anni 80 di dare vita alla Fernandomania.

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