Gli Yankees ci sono

Grande A-Rod in gara 4

Sei mesi di partite di baseball ed eccoci dove tutti sapevamo ci saremmo trovati: ovvero alla vigilia dell'ennesima sfida tra New York Yankees e Boston Red Sox.

Con i Red Sox che spazzavano via gli Anaheim Angels in tre partite, toccava agli Yankees mandare un segnale forte, archiviando la pratica Minnesota Twins al più presto, in vista dello scontro con gli odiati rivali bostoniani.

Con la vittoria di gara 4 al Metrodome di Minneapolis, di fronte a cinquantaduemila persone, gli Yankees non solo raggiungevano l'obbiettivo di non tirare troppo per le lunghe una serie di per sé già  molto complessa, ma se possibile, indirizzavano agli avversari ed a tutta quella parte dell'America (sportiva) che non li ama, un messaggio molto chiaro: gli Yankees sono ancora loro.

Con i Bombers sotto per cinque a uno dopo sette innings infatti, sembrava difficile pensare che la serie non si sarebbe spostata nuovamente allo Yankee Stadium per una gara 5 di grande interesse. E certo non avrebbero demeritato i Minnesota Twins, che se se ne vanno in vacanza, eliminati con lo stesso punteggio dello scorso anno, 3 a 1, di certo hanno mostrato di essere fatti di ben altra pasta rispetto alla compagine sembrata impotente nell'ottobre 2003.

La nuova edizione dei Twins infatti, migliorata sia nella pericolosità  offensiva (senza peraltro avere alcun power hitter salvo forse, in divenire, il buon Morneau) che nel pitching staff, doveva arrendersi alla corazzata messa in piedi a suon di dollari da parte di Steinbrenner, solo grazie a due sconfitte rimediate agli extra innings, al termine di partite peraltro condotte agevolmente.

Il 6 a 5 finale, con cui gli Yankees mettevano fine alla stagione dei Twins infatti, giungeva nella parte alta della undicesima ripresa, quando (a proposito di dollari") Alex Rodriguez metteva in piedi uno show personale "alla Derek Jeter".

Con il capitano degli Yankees messo strikeout, A-Rod si presentava al piatto contro Kyle Lohse, per battere un doppio in campo sinistro, sul conto di un ball e uno strike. In battuta arrivava quindi Gary Sheffield, da cui ci si attendeva il contatto che potesse almeno far avanzare il compagno sul cuscino di terza. A-Rod invece, si involava sul conto di 2-0, per rubare la base, arrivando salvo e mettendo in confusione il povero Lohse.

Il risultato si vedeva poco dopo, quando sul conto pari ai due, Lohse lasciava partire una slider bassa ed esterna che rimbalzava davanti al catcher Pat Borders che non riusciva a bloccarla, venendo scavalcato per il wild pitch che consentiva agli Yankees di mettere a segno il punto del vantaggio e a Rodriguez di completare il proprio capolavoro.

"E' così multidimensionale" può fare praticamente ciò che vuole in campo. - dichiarava Torre che aggiungeva - E' in un gran momento e speriamo che possa continuare anche nelle Championship Series"". A-Rod, dal canto suo, non sembrava troppo colpito dalla propria giocata: "Penso che ciò che fa di te un giocatore vincente, sia la capacità  di saper fare le piccole cose"non si può sempre cercare il gran giro di mazza"".

Una dichiarazione interessante, soprattutto da parte di un giocatore che proprio per la straordinaria potenza in battuta, rischia di distogliere l'attenzione degli osservatori, da quelle che sono le tante altre qualità  che possiede, come giocatore di baseball.

Mariano Rivera metteva in ghiaccio la partita, consegnando agli Yankees la serie, ma A-Rod a parte, l'eroe di gara 4 era un altro: con gli Yankees sotto per cinque a due nell'ottavo inning infatti, Ruben Sierra, approfittava di un momento difficile di Juan Rincon, fino ad allora protagonista di un'ottima serie.

Con due uomini in base, Rincon sfidava Sierra con una serie di breaking ball l'ultima delle quali, sul conto pari, restava troppo alta, diventando facile preda di un battitore della potenza del portoricano, che infatti sbatteva la palla tra il pubblico assiepato sopra l'esterno destro.

Sierra, uno Yankee a metà  degli anni novanta e ceduto per una differenza di vedute col manager Joe Torre, coglieva l'occasione per mettere la sua firma su una serie che sino a quel momento non gli apparteneva affatto e tirava letteralmente giù dall'aereo gli avversari, ormai convinti di andarsi a giocare gara 5 a New York.

Il 6 a 5 finale, dunque, dava virtualmente il via alla serie contro i Red Sox, ma su sponda Twins, segnava l'inizio di un periodo di profonde riflessioni e forse anche rimpianti. In generale però, se è vero che molti giocatori, Torii Hunter in testa, ammettevano che avrebbero pensato alla sconfitta di gara 2 almeno per tutta la offseason, le dichiarazioni del dopo gara erano improntate al rispetto per gli avversari ed alla pretesa che venissero riconosciuti i propri meriti.

"Borders avrebbe dovuto bloccare quella palla"" diceva Gardenhire, ma doveva convenire con Hunter che "non abbiamo perso per quello"abbiamo perso perché abbiamo commesso troppi errori e loro ne hanno approfittato"". "Erano alle corde"– aggiungeva l'esterno centro - avremmo potuto vincere"".
Rincon, per una volta protagonista in negativo, era difeso a spada tratta da compagni e manager e non poteva che ritrovarsi in sintonia con la linea delle loro dichiarazioni: "Non puoi fare troppi errori contro questi ragazzi"uno è già  troppo"".

Joe Nathan, a difesa del proprio collega spiegava che "c'è sempre un inning in cui trovano il ritmo in battuta"possono farlo contro chiunque"" mentre ancora Hunter, leader indiscusso della clubhouse, ricordava che "la sua (di Rincon) stagione è stata grande. Ha commesso un solo errore"è stata un annata straordinaria.".

Meriti agli avversari dunque, anche perché dopo quattro partite, la sensazione è che gli Yankees, mistica a parte, fossero davvero meglio equipaggiati, soprattutto dal punto di vista del lineup. Santana veniva fatto lavorare per 87 lanci in cinque inning, costringendo Gardenhire a sostituirlo, forse anche perché la situazione di punteggio era al momento abbastanza favorevole.

Non appena la palla è stata però nelle mani di qualcuno che non fosse Santana, durante tutta la serie, gli uomini di Torre hanno comunque dato l'idea di potere trovare il modo di muovere gli uomini sulle basi e soprattutto riuscendo a farlo ogni volta con un giocatore diverso, che si trattasse di Matsui come di Williams, di Jeter come di A-Rod.

I Red Sox però proporranno problematiche ben differenti, a cominciare da un lineup veramente in grado di far male, che metterà  alla prova l'enigmatica rotazione in pinstripes. Proprio il pitching coach Stottlemyre, era progido di complimenti nei confronti dei prossimi avversari: "Non sono una buona squadra"sono una grande squadra. Sono duri, hanno grandi lanciatori in cima alla rotazione e un grandissimo lineup. Avremo le 'mani piene' e le avranno anche loro. Sarà  una grande serie come sempre".

Sei mesi di baseball. Dallo spring training sino alle Championship Series, per una sfida che tutti aspettavano.

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