Yankees 2 – Twins 1

Un Kevin Brown 'concentrato', prima di gara 3

Troppo poco, troppo tardi.

La reazione dei Twins, in gara 3 delle Division Series, contro i New York Yankees, non è bastata a cambiare il volto di una partita cui solo a tratti, i padroni di casa guidati da Ron Gardenhire, hanno dato l'impressione di rimanere aggrappati.

Con gli Yankees in vantaggio per 8 a 1, nella parte bassa della nona ripresa, Felix Heredia combinava il più classico degli "arrosti", tecnicismo per indicare un momento di sbandamento in grado di mandare a gambe all'aria, quanto di buono fatto in precedenza.

Il pitcher, subentrato per l'ultimo out dell'ottavo inning a Paul Quantrill, cominciava infatti il nono colpendo consecutivamente, Corey Koskie e Lew Ford. Sturtze rilevava dunque Heredia, ma i Twins, mettevano a segno un punto grazie a due singoli consecutivi. Torre era così costretto a mandare in campo Mariano Rivera, non atteso in una situazione di punteggio che non comporti la salvezza, per spegnere sul nascere il fuoco (fuocherello) della rimonta Twins. Rivera incassava due punti, grazie ad una volata di sacrificio di Shannon Stewart, ma conduceva in porto la gara, con il ground out di Jones ad opera di Alex Rodriguez.

Gli Yankees si imponevano dunque con il punteggio di 8 a 4 ricavando, da una partita che alla vigilia sembrava regalare più dubbi che certezze, alcune indicazioni positive.

La prima era la prestazione di Kevin Brown. A soli trentacinque giorni dall'infortunio più stupido della stagione, Brown, si rendeva autore di una solida uscita, lanciando per sei innigs e concedendo un solo punto agli avversari, oltre che otto valide, per un totale di sessantadue strikes su ottantaquattro lanci.

Quello che impressionava della prestazione dell'enigmatico pitcher, era però la tranquillità  con cui riusciva a tirarsi fuori da alcune situazioni complicate e soprattutto, la sua capacità  di non lasciarsi travolgere dal fuoricampo subito da Jones alla prima ripresa.

"I ragazzi dovevano essere talmente spaventati, all'idea che fossi io a lanciare, che hanno immaginato sarebbe stato meglio segnare molti punti. Deve essere stato un fattore motivante per loro"" riusciva a scherzare Brown nel dopo gara, probabilmente consapevole, anche se restio ad ammetterlo, che servisse una grande prestazione per farsi perdonare il pugno al muro dato nella clubhouse, con cui si era fratturato la mano sinistra, con la squadra in piena corsa per il titolo divisionale.

La frattura alla mano non era stata l'unica, in quanto sia Torre, che diversi "senatori", avevano condannato l'episodio come un gesto infantile e di grande egoismo. Non aveva aiutato di certo, inoltre, il fatto che il suo unico "amico" e referente, in ambito Yankees, fosse Gary Sheffield il quale, in quanto già  compagno del pitcher a Los Angeles e ai Marlins, si sentiva durante la stagione rivolgere frasi tipo "Tu lo conosci" sei stato anche a casa sua"", come se questo lo rendesse in grado di leggere nella mente di un giocatore, o meglio di un uomo, quasi mai riuscito a farsi accettare per quello che è.

Da segnalare fra le buone notizie, per i tifosi della grande mela, l'ingresso nella serie di Bernie Williams, silente nelle prime due gare ma finalmente tornato a griffare da par suo, una partita di postseason: suo infatti il fuoricampo che dava il là  alla fuga Yankees, quando con un uomo in prima e nessun out nel sesto inning, girava per un batti e corri chiamato da Torre, sbattendo fuori la pallina per il ventesimo fuoricampo della sua carriera ai playoffs. "Ero concentrato per fare un buon contatto"mi ero accorto di aver colpito bene ma non pensavo così tanto"".

L'home run, oltre che consegnare virtualmente la partita agli Yankees, dovrebbe rappresentare una iniezione di fiducia per uno dei leader dei Bronx Bombers, non esattamente in fiducia, al termine di una stagione quantomeno particolare. Con le voci che si susseguono in città , circa l'eventualità  che questa sia stata l'ultima stagione in maglia pinstripes per Williams, l'arrivo di Lofton non ha certo giovato alla sua serenità , tanto che il giocatore, abituato a considerarsi titolare inamovibile, si era trovato a dover controllare quotidianamente il lineup card della squadra, per essere sicuro di venir schierato. Situazione di per sé umiliante, soprattutto quando Williams, scordatosi di passare a controllare, si era ritrovato a fare batting practice con il gruppo sbagliato (quello dei titolari).

Sembra che gli Yankees non siano intenzionati ad esercitare l'opzione da 15 milioni di dollari per il 2006, preferendo tenere d'occhio il futuro free agent Carlos Beltran, ma se è giusto identificare i trionfi degli Yankees negli ultimi anni, con i volti di Torre e Jeter, di certo non si può scordare l'apporto offensivo e difensivo fornito dal buon Bernie.

Il fuoricampo di Williams non era il solo. Hideki Matsui apriva infatti il settimo inning con una volata verso l'esterno centro. Sembrava lo scenario per l'ennesima presa over the wall di Torii Hunter, da mandare come spot per propagandare la spettacolarità  del baseball, ma l'esterno centro, con la palla ormai nel guanto, sbatteva violentemente contro il muro, perdendo la presa sulla palla (che finiva fuori) e rimanendo intontito e dolorante a terra. "Credevo che l'avesse presa - dichiarava il giapponese - stavo per tornarmene nel dugout quando ho visto i miei compagni che mi facevano segno di girare le basi" così ho pensato che avesse perso la palla"". Hunter non era dunque l'unico ad essere intontito ma, scherzi a parte, lo sfortunato episodio era la ciliegina su una torta venuta decisamente male: quella della sua partita.

Il volo contro il muro la diceva lunga sulla volontà  del giocatore di non mollare ("Mi sono fatto male al collo e alla schiena, ma non c'era modo che lasciassi la partita" non sono uno che ti lascia un home run o una valida solo perché siamo sul 7 a 1" non posso proprio farlo"") ma la mancanza di lucidità  in certe situazioni può portare a voler strafare, come proprio Hunter aveva dimostrato poco prima, cercando di arrivare in terza base, dopo aver battuto un doppio su cui Matsui aveva pasticciato, pestando la pallina.

Il giapponese recuperava la palla e assisteva perfettamente A-Rod sul cuscino di terza per il comodo out. Un errore di valutazione dunque, forzato probabilmente dalla situazione di punteggio (e ripetuto, ma con eliminazione in seconda da Koskie), ma che l'all-star dei Twins non voleva catalogare come tale: "Chiunque dica che è stata una giocata stupida, non ha idea di come si giochi a baseball" devi cercare di creare delle situazioni ed essere aggressivo" erano giocate aggressive" è così che noi giochiamo a baseball".

Tutto come lo scorso anno dunque, con i Twins ad affrontare una elimination game casalinga e gli Yankees che dopo un partenza stentata, ritrovano i propri ritmi per passare agevolmente alle Championship Series. Forse. Ma forse no"

Se gli Yankees hanno infatti abusato del pitcher Carlos Silva, in gara 3, nella partita di stanotte, si troveranno di fronte nuovamente Johan Santana, cui dovranno contrapporre, per mancanza di alternative, più che per sconfinata fiducia, Javier Vazquez.

Santana prenderà  il monte con soli tre giorni di riposo, situazione statisticamente sfortunata, se è vero che come riportato dall'Elias Sports Bureau, i pitcher che scendono in campo con soli tre giorni di riposo alle spalle, hanno un record nei playoffs di 16 vinte contro 29 perse. Tuttavia, la presenza del probabile Cy Young Award, rende fiduciosi i Twins riguardo alla possibilità  di giocarsi la serie in una gara 5 di grande fascino allo Yankee Stadium.

Se gara 4 è stata la partita della redenzione per Brown, ben di più dovrà  fare Vazquez, autore di un ottimo inizio di stagione con dieci vittorie prima dell'All-Star Game e successivamente entrato in una spirale negativa che ne ha alzato la media ERA a 7.06, minando sia la propria fiducia, che quella che in lui riponeva il management.

Consapevole della propria grande opportunità , Vazquez scenderà  in campo senza paura, cercando di regalare agli Yankees il passaggio del turno e di conquistare magari quel posto nella rotazione che al momento sembra in ballottaggio tra lui e El Duque Hernandez. "E' questa la ragione per cui si gioca a baseball" ho sempre guardato i playoffs da casa e volevo fortemente la possibilità  di giocarli con questa maglia" mi sento molto più in fiducia rispetto a qualche settimana fa" ho già  scordato ciò che è successo in passato"spero che stasera, per me, sia come un nuovo inizio di stagione"".

Lo sperano anche gli Yankees, adesso che si trovano in una situazione più comoda di punteggio nella serie e consapevoli che dal 1998, di quattordici division series trovatesi sul punteggio di 1 a 1, ben undici sono state vinte da chi si è aggiudicato gara 3.

I Boston Red Sox, nel frattempo, attendono convinti come non mai, di poter sbattere gli odiati rivali, fuori dai playoffs.

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