Sconfitta choc in Gara 1 per gli Yankees…
Uno dei luoghi comuni più conosciuti, afferma che più grande è il tuo avversario, maggiore è il rumore che produrrà quando cadrà al tappeto.
Se questo fosse anche solo parzialmente vero, la caduta dei New York Yankees in gara uno delle Division Series contro i Minnesota Twins, dovrebbe aver prodotto un suono a dir poco assordante, e questo non tanto per il punteggio, in verità alquanto contenuto, quanto per le maestose dimensioni della franchigia guidata da George Steinbrenner.
Eppure Brad Radke, atteso come partente in gara 2, era stato piuttosto chiaro, nei giorni precedenti: “Ogni anno la stessa storia…ad inizio stagione ci danno tutti come secondi o terzi nella division…poi una volta che ci hanno visto giocare, si rendono conto che possiamo fare dei danni nei playoffs…”. Più o meno dello stesso tenore, le dichiarazioni di Gardenhire e della stella Torii Hunter, il quale preferiva puntare l’indice sulla indebolita rotazione partenti dei newyorkesi, orfana di Clemens e soprattutto di quell’Andy Petitte che tanto comodo farebbe a Joe Torre, in vista di una gara due senza ritorno.
Ma veniamo ai fatti:
Santana contro gli Yankees
Così almeno, sembrava annunciarsi gara uno, con il probabile vincitore del Cy Young Award per la American League, Johan Santana, atteso alla gara della consacrazione, allo Yankee Stadium, contro un lineup in grado di collezionare in stagione regolare ben 242 home runs.
Se prima della partita, come afferma Gary Sheffield, qualcuno avesse detto agli uomini in pinstripes che avrebbero collezionato nove valide, nessuno avrebbe potuto pensare ad uno shutout subito dai padroni di casa.
Santana, imbattuto dal giorno 11 del mese di luglio alla sua prima vera stagione da titolare e vincitore in tredici delle ultime quindici uscite, non sembrava da subito in gran giornata, ma la grandissima difesa esibita dagli uomini di Ron Gardenhire, rendeva sufficienti i due punti realizzati dai Twins, per quella che potrebbe essere una vittoria già decisiva, ai fini della serie.
Gli Yankees in verità , pur non esibendosi nel proprio consueto home run derby, si presentavano con grande intensità al piatto, aggredendo, come da preciso disegno tattico, i primi due lanci di Santana. Questo, sommato alla pericolosità in battuta di tutti i nove componenti del lineup e ad una mano piuttosto fredda del fenomenale pitcher, soprattutto nel momento di cercare il changeup, costringeva la difesa a superarsi, mettendo a segno quattro doppi giochi nei primi cinque innings.
Torii Hunter in particolare, da più parti indicato come il miglior esterno centro delle majors, si rendeva protagonista di due “big plays” che valevano il proverbiale prezzo del biglietto. Con Olerud che batteva una volata al centro, per l’eliminazione al volo proprio di Hunter, questi si prodigava in un’assistenza millimetrica verso casa base, per l’eliminazione di Posada, intenzionato a portare in vantaggio la propria squadra. Il pezzo migliore del repertorio però, Hunter lo mostrava nell’ottavo inning, quando derubava Alex Rodriguez di un probabile fuoricampo, volando alla sua maniera contro il muro, per una eliminazione che egli stesso, non esitava a far rientrare tra le prime dieci della sua carriera.
Santana lasciava il monte dopo sette innings per la propria prima vittoria in postseason, arrivata grazie al consistente aiuto della propria difesa in grado, con l’ingresso in campo del rilievo Rincon, di orchestrare il quinto doppio gioco della partita.
Il primo punto, per i Twins, arrivava nel terzo inning, quando Cuddyer, spinto in seconda da un bunt di Blanco, sbloccava il risultato grazie al singolo di Shannon Stewart. Un punto in perfetto stile small ball dunque, per una squadra che non dispone certo di particolari bocche da fuoco.
Di particolare importanza, se non dal punto di vista del punteggio, da quello delle emozioni, il secondo punto messo a segno dalla squadra del Minnesota, arrivato grazie al fuoricampo in campo opposto di Jacues Jones (fino a quel momento 2 su 24 contro Mussina in carriera) e da poche ore tornato dalla California, dove aveva assistito il padre nelle ultime ore di vita. Subito dopo aver toccato il cuscino di casa base, il giocatore indicava un punto in cielo, dedicando il proprio primo fuoricampo nei playoffs al genitore scomparso in seguito a grave malattia.
Giusto il tempo per un fuoricampo attribuito a Ruben Sierra e in seguito giustamente annullato (la palla era in foul…) e Joe Nathan si assicurava la salvezza, portando la serie sull’uno a zero.
Spalle al muro?
No… non si tratta della celebre canzone di Renato Zero, ma della situazione in cui potrebbero trovarsi, sin dalla fine di gara due, i pluricampioni dei New York Yankees, la più conosciuta, ricca, amata ma anche odiata, squadra di baseball del mondo. In una serie di cinque partite, ritrovarsi sotto per due a zero, potrebbe significare l’addio ai sogni di gloria e l’ennesima sfuriata del proprietario Steinbrenner a giocatori e coaching staff, soprattutto viste le precarie condizioni del resto della rotazione.
Per questo, gli uomini di Joe Torre, si affideranno a Jon Lieber (11-3 il suo record casalingo in stagione) atteso ad una prestazione che consenta di tenere sotto controllo il veloce gioco sulle basi dei Twins, magari coadiuvato da un attacco che non potrà sicuramente permettersi di restare nuovamente a secco. Serviranno punti a questa nuova versione degli Yankees, quelli che sono mancati in gara uno, quelli che dovranno strappare ad un Brad Radke, anch’egli autore di una grande stagione, troppo spesso messo in ombra dall’ingombrante figura di Santana.
Gli Yankees si sono già trovati altre volte in queste situazioni e spesso ne sono usciti indenni a dispetto dei pronostici. Molto dipenderà da gara due, ma i Twins presentatisi allo Stadium per questa due giorni, non sembrano intenzionati a farsi intimidire.
Non resta che aspettare.