Deep to left! Yastrzemski will not get it!
Questa è l'ultima puntata della serie “Pennant Race”: in questo articolo analizzeremo due memorabile momenti.
American League - East 1978
La storia principale della stagione 1978 di Major League Baseball fu la pennant race della American League East tra New York Yankees e Boston Red Sox, che rappresentò l'ennesimo capitolo della celeberrima rivalità .
Boston partì subito lanciata, prendendo immediatamente la testa della classifica, tanto che il 19 luglio la Eastern Division vedeva i Red Sox in testa con 62-28 (migliore squadra delle intere majors), seguiti dai Brewers con 53-37 e gli Orioles con 51-42; staccati di quattordici lunghezze, languivano i New York Yankees, che, dopo il titolo mondiale dell'anno precedente, parevano pronti ad abdicare.
I Red Sox, guidati in panchina da Don Zimmer, erano una squadra eccellente, ma la vera chiave del successo fu l'innesto di Dennis Eckersley, il lanciatore proveniente dai Cleveland Indians: Eck, che negli anni successivi si sarebbe trasformato in un eccezionale closer, iniziò la propria carriera come partente e proprio in quel 1978 ebbe la sua migliore stagione con 20 vittorie.
Se a Boston la situazione non poteva essere migliore, a New York si navigava in acque ben poco tranquille: il 18 luglio, il manager Billy Martin sospese per cinque giorni la propria star Reggie Jackson, il quale aveva effettuato un bunt senza rispettare gli ordini tecnici, provocando una durissima polemica non sono nei confronti del giocatore, ma anche con il proprietario, il focoso George Steinbrenner; qualche giorno dopo, Steinbrenner obbligò Martin alle dimissioni, e il 25 luglio, Bob Lemon fu nominato nuovo manager dei New York Yankees.
Tuttavia, nonostante il cambio di tecnico, gli auspici nel Bronx erano tutt'altro che positivi, e soltanto qualche sfegatato tifoso sperava ancora nella rimonta: Lemon, invece, ebbe il merito di sciogliere le tensioni all'interno dello spogliatoio, permettendo agli Yankees di rientrare in gioco.
Intanto, Boston, dopo la partenza sparata, entrò in un periodo difficile, tanto che dal bilancio di 62-28 del 19 luglio, passò ad uno di 86-52 il 6 settembre: le cause di questo calo vanno cercate nell'errore di Zimmer, che uso eccessivamente i propri titolari, provocando un logico ed inevitabile logorio: purtroppo, per i Red Sox, gli Yankees erano entrati in condizione e, con una regolare rimonta, si erano portati al secondo posto, a sole quattro lunghezze dalla vetta.
Tra il 7 e il 10 settembre, a Fenway Park era in programma un'importantissima serie di quattro partite tra le due rivali, che avrebbe avuto un ruolo decisivo nel prosieguo della stagione: in quegli incontri (divenuti famosi come the Boston Massacre), gli Yankees surclassarono i rivali, segnando addirittura 42 punti (contro i miseri 9 subiti), ma cosa più importante si erano ricongiunti alla vetta della classifica.
I Bronx Bombers avevano preso l'inerzia dalla loro parte e sembravano diretti al successo finale, anche perché, nel mese di settembre, i Red Sox avevano collezionato 14 sconfitte in 17 partite; quando tutto sembrava deciso, Boston ebbe un moto d'orgoglio, rifiutando di cedere di fronte all'odiata New York: grazie ad otto successi negli ultimi otto incontri (e alla sconfitta dei Pinstripers contro Cleveland nella giornata conclusiva), i Red Sox raggiunsero i rivali in vetta alla classifica con 99-63.
Il 2 ottobre 1978, Fenway Park ospitò l'appendice dello spareggio, che si sarebbe rivelato una delle più memorabili partite di sempre: Yastrzemski aprì le marcature nel secondo inning con un solo-HR e grazie un ulteriore punto nella sesta ripresa, Boston si portò sul 2-0; Mike Torrez, partente dei Red Sox (ex Yankee) era in controllo della situazione e per i tifosi di Fenway Park il grande nemico pareva sconfitto.
Tuttavia, durante il settimo inning si verificò il calo di Torrez, che dopo aver controllato gli attacchi degli Yankees, subì le valide di Chambliss e White: con due out e due uomini sulle basi, si presentò il battitore meno pericoloso, lo shortstop Bucky Dent; con una media di .243 (.140 nell'ultimo mese) ed appena 4 HR in stagione, il pericolo pareva scampato.
Invece" (parole del commentatore degli Yankees, Bill White)0
Deep to left! Yastrzemski will not get it!
Dent aveva spedito la palla oltre il Green Monster, regalando il vantaggio ai suoi Yankees, che, grazie ad un successivo fuoricampo di Reggie Jackson nell'ottavo inning, si portarono sul 5-2; nel nono ed ultimo attacco, Boston ridusse le distanze sul 5-4, ma quando Yaz batté un facile pop up, gli Yankees festeggiarono un clamoroso titolo divisionale.
Tra i protagonisti di quella fantastica stagione, il posto d'onore deve essere assegnato al pitcher mancino Ron Guidry, che, con con un bilancio di 25-3 (89.3% – percentuale record per i lanciatori con almeno trenta partenze) , 248 K e un'ERA di 1.74, si meritò il Cy Young Award.
Ma se nella Grande Mela si festeggiava, allo stesso tempo a Boston la delusione era enorme, mentre Zimmer e Torrez furono additati come i colpevoli della sconfitta.
National League – West 1993
Nel 1993, la pennant race della National League West fu uno degli eventi più esaltanti nella storia del Baseball: la lotta tra San Francisco Giants ed Atlanta Braves fu uno spettacolo senza eguali ed ancora oggi è ricordata con estrema emozione.
Durante la off-season, entrambe le compagini si erano rinforzate, acquisendo due eccezionali fuoriclasse: dopo aver giocato e perso tre NLCS consecutive, Barry Bonds lasciò Pittsburgh per accasarsi in California, mentre Greg Maddux, vincitore del Cy Young Award con i Chicago Cubs, si accordò con Atlanta, dove assieme a John Smoltz, Tommie Glavine e Steve Avery avrebbe formato una rotazione di partenti senza eguali.
La prima squadra a forzare il ritmo fu San Francisco, che dopo aver resistito agli attacchi iniziali degli Astros, prese decisamente la testa della classifica: il protagonista fu senza dubbio Barry Bonds, ma Dusty Baker poteva contare anche su altri giocatori come Matt Williams (38 HR), Will Clark, Robby Thompson ed un ottimo gruppo di lanciatori, che comprendeva i partenti John Burkett e Bill Swift (entrambi oltre le 20 vittorie) e il closer Rod Beck (48 salvezze).
Sebbene i Braves stessero disputando un ottimo campionato, i Giants parevano davvero lanciati verso la post-season; tuttavia, il 18 luglio, la dirigenza di Atlanta preparò uno scambio molto significativo, che si sarebbe rivelato la chiave di volta della stagione: cedendo ai San Diego Padres l'esterno Melvin Nieves e i lanciatori Donnie Elliott e Vince Moore, i Braves acquisirono “the Crime Dog” Fred McGriff, uno dei più temuti battitori delle majors. Eppure nonostante la trade, i Giants erano ancora in saldo possesso della prima posizione: il 22 luglio, la classifica vedeva San Francisco in testa con 65-32, seguita da Atlanta a 55-42.
Da quel momento, i Braves spinsero sull'acceleratore, completando alcune impressionanti strisce vincenti; tuttavia, questo non sembrava bastare, infatti, il 22 agosto, il vantaggio dei Giants era ancora superiore alle sette lunghezze, anche se si era alla vigilia di una decisiva serie a Candlestick Park tra le due rivali: guidata dai suoi eccezionali starter, Atlanta completò un clamoroso sweep in trasferta, riducendo il distacco e prendendo l'inerzia del duello.
Il 10 settembre avvenne il ricongiungimento in vetta alla classifica e, quando nelle giornate successive San Francisco incappò in una serie di otto sconfitte consecutive, il titolo divisionale era ormai nelle mani di Atlanta; invece, i Giants ebbero un eccezionale moto d'orgoglio e il 30 settembre (grazie ad una vittoria in trasferta sui Dodgers) riagguantarono i Braves a quota 103-58.
Il programma delle ultime tre giornate prevedeva altre tre partite al Dodger Stadium per San Francisco, mentre Atlanta avrebbe ospitato i Colorado Rockies; Giants e Braves si aggiudicarono i primi due incontri, ma purtroppo per San Francisco, Mike Piazza si scatenò nella gara conclusiva, condannandola ad una netta sconfitta per 12-1; nel frattempo, Atlanta aveva completato lo sweep sui Rockies e con un bilancio finale di 104-58 si qualificò alla post-season.
Per i Giants la delusione fu enorme, anche perché perdere un pennant dopo aver conquistato 103 successi è davvero difficile da digerire: al termine della sfortunata partita contro i Dodgers, molti giocatori si lasciarono andare alle lacrime.
Per gli storici, il duello tra Giants e Braves del 1993 fu l'ultima grande pennant race della storia del Baseball: per la stagione successiva, infatti, fu preparato un realignment che portò all'istituzione della Central Division, assieme alle tradizionali Eastern e Western; con il nuovo sistema, il primo posto nel raggruppamento non è più indispensabile per la qualificazione ai playoff. Indubbiamente, la Wild Card ha portato numerosi aspetti positivi e spettacolari: non va dimenticato, infatti, che in diverse occasioni una squadra aveva dominato da aprile a settembre, togliendo ogni tipo di interesse alle ultime settimane di gioco.
Tuttavia, i puristi sentono la mancanza delle grandi battaglie della regular season, che rendevano il Baseball diverso dalle altre tre specialità ; ogni tanto si leggono proposte di aumentare ulteriormente il numero di squadre per i playoff, ma se queste dovessero mai essere applicate, la regular season (e di conseguenza anche il Baseball) perderebbe non solo tutto il proprio sapore, ma anche la propria storia e tradizione.