Barry Bonds ringrazia il suo pubblico…
In questi giorni abbiamo assistito alla grande impresa di Barry Bonds, che è diventato il terzo giocatore nella storia del Major League Baseball a raggiungere la storica soglia dei 700 fuoricampo: questo risultato è stato salutato con grandissimo entusiasmo dagli appassionati, che hanno concesso meritati tributi all'eccezionale fuoriclasse dei San Francisco Giants; tuttavia, è anche necessario analizzare il contesto che ha permesso a Bonds di ottenere un simile risultato e provare a sfidare il record di Hank Aaron.
Quest'ultima decade è stata caratterizzata da un'incredibile produzione offensiva (soprattutto di fuoricampo) che non ha eguali nella storia delle majors: mai come in questi dieci anni, la potenza dei battitori aveva così dominato una partita di baseball.
Quali sono i motivi che hanno permesso dei simili risultati?
Zona dello strike
Giustamente si sottolinea che Bonds riceva un numero esagerato di basi su ball, ciononostante è anche opportuno ricordare che la zona dello strike effettivamente chiamata è molto più piccola di quella prevista dal regolamento, che recita:
“Il limite superiore è una linea orizzontale che è a metà fra la parte superiore delle spalle e la parte superiore dei pantaloni della divisa”.
Semplificando la citazione, il limite superiore della zona dello strike è all'incirca all'altezza del petto; tuttavia, gli arbitri difficilmente chiamano lo strike alto, di conseguenza i pitcher hanno un bersaglio molto più piccolo, servendo spesso ai battitori delle invitanti palline; inoltre molte posizioni di battuta (come quella di Bonds) sono eccessivamente vicine al filo interno della zona di strike, aumentando ulteriormente le difficoltà dei lanciatori.
Expansion
A causa dell'ingresso di nuove squadre, il numero di franchigie delle majors è salito a 30, un'enormità : l'expansion ha ovviamente diluito il talento, permettendo l'ingresso in American e National League a giocatori di scarso livello; Bonds e gli altri sluggers hanno quindi avuto la possibilità di affrontare dei pitcher davvero mediocri, che fino a dieci anni prima non avrebbero mai potuto giocare ai massimi livelli. Qual è uno dei motivi delle numerose basi su ball ricevute da Bonds? Molti lanciatori non hanno il talento e le abilità per andare a sfidare il grande campione.
Stadi
In questi ultimi anni, molte franchigie hanno costruito degli impianti moderni, che hanno sostituito le gloriose arene del passato: la grande maggioranza di questi i stadi ha delle dimensioni piuttosto ridotte e magari delle recinzioni non molto alte, elementi che favoriscono gli attacchi rispetto alle difese; uno di questi è proprio il Pacific Bell Park di San Francisco, che nel 2000 ha sostituito il vecchio Candlestick (3Com) Park.
I miseri 307 piedi dell'esterno destro del Pac Bell Park (contro i 328 del Candlestick) sono un invito a nozze per un eccezionale battitore mancino come Barry Bonds, che ovviamente ha visto un'impennata delle proprie statistiche con il cambio di stadio. Inoltre, il Candlestick Park era tradizionalmente uno degli impianti meno favorevoli ai battitori, in particolare quelli destri, che vedevano le loro volate dirette verso gli spalti, riportate in campo dal vento atroce.
Diamo un'occhiata a questi dati: in quattordici stagioni tra il 1986 (anno di debutto) e il 1999 (ultimo anno al Candlestick Park), Bonds aveva collezionato appena tre stagioni da 40 HR (46 nel 1993, 42 nel 1996, 40 nel 1997), mentre nel nuovo stadio quota 40 è stata una costante (con il picco dei 73 nel 2001). Non è un caso che tra i 36 e 40 anni (periodo in cui generalmente si riscontra un calo delle prestazioni atletiche) Bonds abbia battuto oltre 250 HR, più di un terzo del suo totale complessivo.
Durante la propria carriera, Mays, battitore destro, si lamentò spesso del “suo” Candlestick Park, il quale lo avrebbe privato di numerosi fuoricampo.
Mazze
Da qualche anno, i battitori preferiscono utilizzare delle mazze più leggere rispetto al passato: in questo modo, è possibile girare la mazza con più velocità e con miglior controllo.
Massa muscolare dei giocatori
Da diverso tempo, ormai tutti i giocatori passano gran parte del loro tempo in sala pesi per aumentare la loro massa muscolare, quindi è molto comune vedere molti atleti dotati di potentissimi bicipiti.
Valutando questi fattori, non sorprende che buona parte delle squadre riescano a battere almeno un fuoricampo per partita e che la soglia dei 200 HR non sia più un'esclusiva di qualche formazione; generalmente, ogni incontro prevede all'incirca due fuoricampo.
Le stagioni a cavallo tra i due secoli hanno testimoniato alcune memorabili sfide tra i più grandi sluggers delle majors: chi potrà mai dimenticare il duello tra Mark McGwire e Sammy Sosa nel 1998 oppure la trionfale cavalcata di Bonds nel 2001? Senza togliere alcun merito a questi fuoriclasse, i 73 HR di Bonds, i 70 di McGwire e le stagioni sopra i 60 di Sosa vanno per forza inseriti in questo contesto dominato dalla potenza.
Spesso Barry Bonds è stato paragonato a Willie Mays: il confronto tra i due campioni è senza dubbio affascinante, non solo perché hanno vestito la stessa maglia: la scorsa stagione, Bonds ha superato Mays nella classifica all-time, e forse potrebbe addirittura avvicinare i 755 HR di Aaron; in verità , sia Mays, sia Aaron hanno disputato parte della loro carriera in una delle decadi più dominate dai lanciatori, gli anni '60.
Quel periodo storico, che può essere fatto iniziare nel 1962, fu caratterizzato dal dominio del lanciatori, che portò a medie battute piuttosto basse, pochi fuoricampo e partite a basso punteggio: il 1968 (the year of the pitchers per eccellenza) vide Carl Yastrzemski vincere il titolo dei battitori nella American League con una media di .301, risultando l'unico giocatore del Junior Circuit sopra quota .300, mentre McCovey fu il miglior fuoricampista della National League con appena 36 botte. Al termine di quella stagione, che presentò un'impressionante serie di pitching record, furono approvate alcune regole (tra cui l'abbassamento del monte) per aiutare i battitori, in chiara difficoltà .
Oltre a questi fattori, Bonds ha potuto usufruire di un ulteriore vantaggio rispetto ai vari Mays, Aaron e lo stesso Ruth: la carriera dei giocatori si è sensibilmente allungata, infatti, mentre fino a qualche tempo fa i 35-36 anni significavano l'inizio della fase calante nella carriera di uno sportivo, ora non lo è più, visto che si possono raggiungere le 40 primavere senza particolari flessioni nel rendimento.
Dopo i 37 anni, Mays subì un evidente calo e nelle ultime annate della sua carriera era l'ombra del mitico campione ammirato in passato; Barry Bonds, invece, non sembra risentire delle numerose stagioni giocate, tanto che a 40 anni è ancora il battitore più temuto.
Per questi motivi che abbiamo citato, è logico supporre che se Barry Bonds avesse 15 anni in più, difficilmente avrebbe raggiunto quota 700, mentre si sarebbe fermato intorno ai 600: gli aiuti e i vantaggi che dispongono i battitori in questa decade hanno fatto eccessivamente lievitare il numero dei fuoricampo e questo fatto non può essere trascurato.
Nella propria tradizione, il Major League Baseball ha creato tre famosi club per celebrare il raggiungimento di uno speciale traguardo: le 300 vittorie per un pitcher, le 3000 valide per un battitore e i 500 HR per uno slugger. Mentre i primi due circoli hanno mantenuto intatto il proprio prestigio (vista la difficoltà dell'impresa), i 500 HR hanno relativamente perso parte del loro fascino: nei prossimi anni, si prevede che questa soglia possa essere raggiunta da diversi giocatori, il cui ingresso nella Hall of Fame non sarà assolutamente garantito.
Tuttavia, questo non è proprio il caso di Barry Bonds, che è una vera e propria leggenda del Baseball: nella sua fenomenale carriera, Bonds ha avuto un rendimento che lo pone sicuramente tra i migliori dieci giocatori nella storia del gioco; i sei titoli di MVP della National League (record assoluto) sono una testimonianza evidente della classe del #25 dei Giants.