Curt Schilling: riuscirà a vincere il suo primo Cy Young Award?
Con la regular season che ci sta offrendo le ultime delicatissime serie per decidere la griglia dei playoff si avvicina anche il momento in cui verranno assegnati i riconoscimenti individuali di fine anno.
Ovviamente questi premi scatenano l'entusiasmo dei tifosi, che vorrebbero vedere i propri idoli sempre in cima alle preferenze dei giurati, ma molto spesso sono anche fonte di discussione e di qualche polemica tra gli addetti ai lavori.
Non sono mancate infatti negli anni le critiche alle assegnazioni di titoli ambitissimi quali quello di MVP o di Cy Young.
L'anno scorso il premio di miglior giocatore della stagione andò quasi all'unanimità ad Alex Rodriguez, allora ancora fiero simbolo dei disastrati Texas Rangers, con un riconoscimento che probabilmente andava ben oltre l'ottima, ennesima, stagione di A-Rod.
Era anche il premio per una carriera già molto lunga nonostante i soli 28 anni del campione e costellata di grandissimi risultati personali ma avara di vittorie vere, di squadra, quelle che restano nella memoria.
Il premio di miglior pitcher della stagione, dedicato al leggendario Cy Young, andò invece al lanciatore dei Toronto Blue Jays Roy Halladay, spot starter della squadra canadese famoso per la sua 2-seem fastball e per una splitter simile a quella del grande Curt Schilling.
E proprio da Curt Schilling bisogna partire per provare ad ipotizzare quali saranno i nomi dei vincitori degli Awards di quest'anno.
Il pitcher dei Boston Red Sox è infatti un serio candidato al titolo di Cy Young 2004 nella AL, essendo l'unico lanciatore in tutte le Majors ad aver raggiunto al momento quota 20 vittorie.
La stagione molto positiva della squadra del Fenway Park non può che avvalorare la tesi di chi lo vorrebbe vincitore del prestigioso riconoscimento, che sarebbe il primo per lui.
Nella sua lunga carriera passata tra Baltimore, Philadelphia e Phoenix (dove vinse un memorabile titolo da protagonista assoluto nel 2001) il 37enne nativo di Anchorage ha già sfiorato in un paio di occasioni il Cy Young (nel 2001 e nel 2002 con stagioni da 22 e 23 vittorie), ma è stato battuto dal compagno di squadra Randy Johnson, sicuramente più appariscente e spettacolare.
Quest'anno i più insidiosi rivali per la corsa al premio saranno il mancino degli Oakland Athletics Mark Mulder ed il power pitcher Johan Santana, asso dei Minnesota Twins.
Il primo ha disputato una strepitosa stagione soprattutto fino alla metà di agosto, da quando le sue prestazioni, pur rimanendo eccellenti, sono leggermente scese portandogli qualche sconfitta e facendogli salire una media ERA sino a quel momento stellare.
Sono 17 le vittorie di Mulder in stagione (compresa quella dell'All Star Game che ha avuto l'onore di aprire per l'AL) a fronte di solo 5 sconfitte, la media ERA è ora di 4.13 e questo potrebbe essere il punctum dolens delle sue credenziali nella corsa al premio.
Chi invece fa della media ERA un punto di forza è sicuramente il terzo pretendente, il mancino dei Twins Johan Santana.
Il 25enne venezuelano aveva già disputato un finale di stagione 2003 di grandissimo livello, ottenendo 12 vittorie a fronte di sole 3 sconfitte in 18 apparizioni sul monte come partente.
Quest'anno, con 12 mesi di esperienza in più e con la fiducia totale della squadra, ha fatto di meglio: 18 vittorie, 6 sconfitte ma soprattutto una media ERA ben al di sotto dei 3 punti, 2.76.
Se consideriamo che il partente di Minnesota è anche primo nella AL per strikeout messi a segno (240, secondo in tutta la MLB dietro soltanto a “The Big Unit”) sono molte le probabilità di vederlo insignito del riconoscimento sognato da tutti i pitcher delle Majors.
I battitori sognano invece di vincere almeno una volta in carriera il titolo di MVP, che spesso viene condizionato molto di più dalle prestazioni offensive che dalla completezza del giocatore.
Quest'anno nella American League la lotta per il titolo sembra essere un “affare di famiglia” tra i due slugger dei Boston Red Sox Manny Ramirez e David Ortiz, autori di prestazioni in battuta fuori dal comune.
Il prima base/designated hitter ex Minnesota Twins sta battendo con impressionante continuità anche contro i lanciatori mancini, suo tallone d'achille quando giocava al Metrodome, e la sua efficacia con uomini in base o addirittura in posizione punto è stordente.
I 126 RBI in stagione ed i 38 fuoricampo ne sono una prova tangibile e concreta e la percentuale slugging oltre i .600 è la conferma della sua strepitosa potenza.
Non hanno nulla da invidiare a quelli dell'amico Ortiz i numeri dell'esterno sinistro dei Red Sox Manny Ramirez, autore anch'egli di un'annata strordinaria.
L'ex Indians (squadra che lasciò tra le polemiche e con il soprannome coniato dai tifosi di Cleveland di “Money” Ramirez) sta avvicinando i numeri della sue migliori stagioni al Jacobs Field, quando era un giovane membro della “Tribe” che dominava l'AL Central.
Anche lui ben oltre i 100 RBI, sono 118 fin ora, sta mettendo in fila tutta la American League nella classifica degli HR, avendone già messi a segno 41.
Ma quello che impressiona di più sono le sue prestazioni difensive, nettamente migliorate ed impreziosite da giocate spettacolari sia in trasferta (vedi HR rubato a Miguel Cairo allo Yankee Stadium) sia in casa, contro quel Green Monster tanto temuto quanto amato, soprattutto da lui che ormai ci convive da anni.
Possibili outsider potrebbero essere il già vincitore del premio in questione nel 2002 Miguel Tejada, leader MLB per punti battuti a casa, e l'esterno destro dei Seattle Mariners Ichiro Suzuki, già autore del record MLB di singoli in una sola stagione e vicino a quello di valide totali in regular season.
Per i premi minori, ma sicuramete molto importanti, di Rookie of the Year e Relief Pitcher of the Year i candidati sembrano essere rispettivamente due e tre.
Tra gli esordienti nelle Majors dovrebbero essere Lew Ford, esterno centro dei Minnesota Twins e Bobby Crosby, short-stop titolare degli Oakland A's a giocarsi il titolo: entrambi molto sicuri in difesa e produttivi al piatto hanno battuto rispettivamente 15 e 20 HR con medie più che buone (soprattutto Ford vicino ai .300) e superato quota 60 RBI giocando con personalità in formazioni di prima fascia che disputeranno quasi certamente i playoff.
Il riconoscimento di miglior rilievo se lo dovrebbero giocare invece tre super closer: Mariano Rivera, Francisco Cordero e Joe Nathan.
Tutti e tre hanno svolto in maniera eccellente il proprio compito, mantenendo il risultato con percentuali vicine al 90% e superando abbondantemente quota 40 salvezze stagionali (“Mister Closer” Mariano Rivera guida le Majors con 49).
La media ERA è sconsolante per i battitori che si apprestano ad affrontarli (Nathan 1.50 , Cordero 1.83) ed i 6 HR concessi in stagione in totale (Cordero addirittura nessuno) sono un biglietto da visita che non passa inosservato.
Ovviamente ci sono ancora due settimane di partite da disputare ed i giochi non sono ancora fatti; e poi anche se lo fossero le ipotesi sono fatte per essere smentite. O no?