Pennant Race – Parte Seconda

The Giants win the pennant! The Giants win the pennant! The Giants win the pennant!

Andiamo a rivisitare altre spettacolari corse al pennant..

American League 1949

La pennant race del 1949 merita di essere citata per la spettacolare performance di Joe DiMaggio, che, nonostante numerosi problemi fisici, riuscì a guidare i suoi Yankees al pennant, beffando i Boston Red Sox. Tuttavia, alla vigilia della stagione, i presagi non parevano particolarmente positivi per Joltin' Joe, che oltre ad una disputa con la dirigenza degli Yankees (chiusasi con la firma di un contratto da 100.000 dollari), fu costretto a saltare le prime gare a causa di un infortunio al tallone.

Gli Yankees partirono subito forte, prendendo immediatamente la testa della classifica: le avversarie furono staccate, ma a metà  giugno i Red Sox, che languivano nelle ultime posizioni della American League, completarono una striscia di dieci successi in undici incontri, avvicinandosi a New York.

Il 28 giugno a Fenway Park era in programma un'attesissima serie di tre partite tra le due rivali, e nonostante la prima posizione, gli Yankees non erano certamente dati per favoriti: DiMaggio era lontano dalla forma migliore, tanto che inizialmente decise di auto-escludersi dalla formazione; soltanto tre ore prima dell'inizio della sfida, lo Yankee Clipper raggiunse il Massachusetts.

In quelle tre partite, ovviamente vinte, lo Yankee Clipper indossò una speciale calzatura e realizzò una prestazione memorabile: le statistiche di quella serie presentano, infatti, numeri impressionanti, .445, 4 HR e 9 RBI, che spinsero DiMaggio a confessare:

“Those three days in Boston were the most satisfying of my life”

Nonostante la sconfitta, i Red Sox continuarono a macinare vittorie, tanto che, con sole due partite da disputare (purtroppo allo Yankee Stadium), sarebbe bastata loro una semplice vittoria per soffiare il pennant agli storici rivali; nonostante il doppio confronto nella tana del nemico, l'ottimismo era evidente, anche perché DiMaggio era stato colpito da una polmonite virale e non pareva in grado di giocare. Invece, Joltin' Joe compì l'ennesimo capolavoro della sua carriera e, seppur debilitato da una febbre altissima, condusse i suoi Yankees alla conquista del pennant, mandando in disperazione i tifosi dei Red Sox.

National League 1950

Dopo cinque mesi abbondanti di gioco, il pennant della National League pareva essere nelle mani dei Philadelphia Phillies (i famosi Whiz Kids), che avevano staccato le rivali in maniera definitiva: i 19 settembre, infatti, il loro vantaggio nei confronti dei Boston Braves (7 partite e ½) e dei Brooklyn Dodgers (9 partite) era ritenuto incolmabile. Inspiegabilmente, i Phillies crollarono, perdendo otto partite su undici, mentre i Dodgers, con otto vittorie in nove incontri, ridussero il margine a sole due lunghezze; la corsa al pennant si era completamente riaperta e avrebbe avuto il proprio culmine nella doppia sfida conclusiva tra le due rivali nello storico impianto di Brooklyn, Ebbets Field.

I newyorchesi vinsero la prima gara 7-2, preparando gli spettatori ad un insperato gran finale, con il duello tra i lanciatori Robin Roberts per gli ospiti, e Don Newcombe per i padroni di casa: ormai il choke pareva completato, ma invece i Phillies ebbero un moto d'orgoglio e, grazie ad un successo per 4-1 dopo dieci inning, conquistarono il primo pennant dopo un'astinenza lunga 35 anni; gli eroi della gara furono Robin Roberts, che realizzò un perfect game, ottenendo la ventesima vittoria stagionale, e Dick Sisler, che batté il fuoricampo vincente nella ripresa supplementare.

National League 1951

La lunga storia del baseball è colma di episodi e momenti memorabili, ma ben pochi eventi seppero superare lo spettacolo della pennant race 1951, che presentò il fantastico derby della Grande Mela tra i Brooklyn Dodgers di Charles Dressen e i New York Giants di Leo Durocher.

Leo Durocher fu uno dei manager più famosi nella storia del baseball: personaggio molto focoso e irascibile, guidò fino dal 1939 al 1948 i Brooklyn Dodgers, prima di essere licenziato dal proprietario Larry McPhail ed essere chiamato dai New York Giants. Durocher resterà  famoso anche per alcune frasi celebri, tra cui:

Nice guys finish last.

I never questioned the integrity of an umpire. Their eyesight, yes

It was Brooklyn against the world. They were not only complete fanatics, but they knew baseball like the fans of no other city. It was exciting to play there.

What are we out at the park for, except to win?

You argue with the umpire because there is nothing else you can do about it.

You don't save a pitcher for tomorrow. Tomorrow it may rain.

Dopo oltre quattro mesi di gioco, i Dodgers avevano guadagnato un cospicuo vantaggio sulle inseguitrici: i Giants, infatti, seguivano ad oltre 13 lunghezze di ritardo e ormai ben pochi ritenevano possibile una rimonta; il 12 agosto, Brooklyn guidava la classifica con 70-36, mentre New York era seconda con un bilancio di 59-51.

Tutto sembrava già  deciso, ma improvvisamente i Giants presero fuoco: una striscia di 16 successi consecutivi fu il preludio ad un finale di stagione portentoso che regalò a New York 36 vittorie su 43 partite; i Dodgers non riuscirono a tenere quel ritmo forsennato, facendosi raggiungere a quota 95-58, quando mancava una sola partita al termine della regular season.

I Giants regolarono 3-2 i Braves e, visto che i Phillies stavano conducendo 8-5 su Brooklyn dopo sette inning, il pennant pareva ormai conquistato dai ragazzi di Leo Durocher; i Dodgers, invece, non solo pareggiarono, ma riuscirono addirittura a sbancare Philadelphia, grazie al fuoricampo di Jackie Robinson alla 14esima ripresa. Dodgers e Giants avevano chiuso la stagione con il medesimo bilancio (96-58), quindi per stabilire la rappresentante della National League alle World Series sarebbe stato necessario uno spareggio al meglio dei tre incontri.

Il primo spareggio per decidere il pennant fu disputato nel 1946, quando St. Louis e Brooklyn chiusero la regular season a quota 96-56; vincendo la prima partita per 4-2 e la seconda per 8-4, i Cardinals si qualificarono per le World Series.

I Giants si aggiudicarono la prima partita ad Ebbets Field 3-1 (con un dimenticato HR di Bobby Thomson su Ralph Branca), ma Brooklyn vinse sorprendentemente 10-0 gara 2 in trasferta, forzando il terzo e decisivo incontro, da disputarsi il 3 ottobre sempre al Polo Grounds. All'ottavo inning i Dodgers segnarono tre volte, portandosi sul 4-1, punteggio che sembrava rassicurante con la sola nona ripresa da giocare: Don Newcombe, partente dei Dodgers, aveva dimostrato grande autorità  sul monte e nulla faceva presagire una rimonta.

Invece, nel nono ed ultimo attacco avversario, il pitcher di Brooklyn crollò, concedendo tre valide (ad Alvin Dark, Don Mueller e Whitey Lockman) e subendo il punto del 4-2; con 1 out e uomini in seconda e terza base, Charlie Dressen tolse uno stanco Newcombe in favore di Branca, il quale avrebbe dovuto affrontare Bobby Thomson: il terza base dei Giants, invece, spedì la palla sugli spalti del Polo Grounds, regalando il pennant ai Giants, che ritornarono alle World Series dopo un'assenza di quattordici anni. L'euforia tra i tifosi di New York era palese e l'esclamazione del commentatore Russ Hodges

“The Giants win the pennant! The Giants win the pennant! The Giants win the pennant!”

difficilmente sarà  dimenticata in futuro!

Dalla parte della città , invece, la delusione era evidente: quel fuoricampo, divenuto famoso come “the shot heard round the world”, rovinò la carriera sportiva di Ralph Branca, che sarebbe stato per sempre ricordato come colui che aveva condannato i Dodgers alla sconfitta.

National League 1962

Nel 1962 la National League accolse tra le proprie fila i New York Mets e gli Houston Colt 45s (ora Astros), due franchigie appartenenti alla Continental League, l'organizzazione creata da Branch Rickey qualche anno prima, che aveva lo scopo di diffondere il baseball negli stati del Sud e dell'Ovest; quando questo progetto League fallì, Mets e Colt 45s furono inserite nella National League.

Gli inizi per le due nuove squadre furono estremamente complessi, in particolare per i Mets, che perdendo addirittura 120 partite, diventarono una vera e propria barzelletta in tutta la nazione; tuttavia, i tifosi di New York, orfani dei Giants e dei Dodgers, volati in California qualche anno prima, si affezionarono alla nuova franchigia, accorrendo in massa prima al Polo Grounds e dopo allo Shea Stadium.

A parte le divertenti partite dei Mets, il vero interesse della stagione fu rivolto allo splendido duello tra Giants e Dodgers, che anche in California continuarono la loro celebre rivalità : la stagione del 1962 fu per certi versi molto simile a quella di undici anni prima, quando i Giants beffarono i Dodgers allo spareggio, dopo che questi ultimi avevano guidato la classifica per molti mesi.

A fine luglio, Los Angeles guadagnò il primo posto, e nonostante gli attacchi di San Francisco, quasi mai la posizione di testa fu messa in discussione: con appena sette partite da giocare, il vantaggio dei Dodgers era arrivato a quattro lunghezze, di conseguenza le speranze di rimonta per i Giants erano davvero appese ad un filo.

Arrivata ad un passo dal traguardo, Los Angeles crollò e, con sei sconfitte negli ultimi sette incontri (tra cui una striscia di quattro consecutive per chiudere la stagione), permise a San Francisco il congiungimento; dopo 162 partite, Giants e Dodgers erano appaiate a 101-61, quindi per determinare la vincitrice del pennant sarebbe stato necessario uno spareggio (al meglio delle tre partite).

Gara 1, disputata al Candlestick Park, fu appannaggio dei Giants, i quali si portarono sul 5-0 nella successiva sfida del Dodger Stadium: Los Angeles, invece, reagì alla difficoltà  e riuscì a capovolgere il risultato, vincendo 8-7. Come undici anni prima, sarebbe stato necessario il terzo e decisivo incontro, anche se questa volta sarebbero stati i Dodgers ad usufruire del fattore campo: nonostante l'inizio favorevole a San Francisco, Los Angeles prese il comando della partita, portandosi sul 4-2 dopo sette inning.

Nel nono inning, il pitcher Ed Roebuck era pronto per chiudere la contesa e, finalmente, regalare ai Dodgers il sospirato pennant; tuttavia, quello che doveva essere un sogno per Los Angeles si rivelò un incubo, tanto che il manager Walter Alston fu costretto a rimuovere Roebuck, che aveva concesso numerose basi su ball, subito il punto del 4-3 e effettuato una sola eliminazione.

Purtroppo, il nuovo lanciatore Stan Williams, forse memore delle vicende di Ralph Branca, non seppe mantenere la calma, rinfrescando le memorie newyorchesi di undici anni prima: San Francisco non solo riuscì a pareggiare, ma addirittura trovò i punti del sorpasso.

In svantaggio per 6-4, i Dodgers disponevano del nono inning per ribaltare la situazione, ma ormai l'inerzia era completamente passata dalla parte dei Giants, che poterono festeggiare il primo pennant californiano.

Continua…

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