El Duque Hernandez trascinerà gli Yankees in questo difficile finale di stagione?
Il giorno seguente al terremoto Indians (La storica sconfitta 0 -22 del 31 agosto) Joel Sherman sulle colonne del polemico New York Post ha descritto perfettamente il clima nello Stato degli Yankees affermando che le speranze sono ormai riposte unicamente sul ripescato El Duque Hernandez e sulle preghiere affinché piova e si possa prendere ulteriore tempo.
L'asso cubano non ha tradito le aspettative con un paio di vittorie ed anche le preghiere hanno dato i loro frutti. Infatti il double-header con Tampa Bay è stato rinviato per il maltempo e successivamente giocato con doppia vittoria degli Yankees.
Certo parlare di crisi e problemi per una squadra che viaggia a oltre .600 di media vittorie sembrerebbe assurdo, però analizzando con attenzione l'ultimo mese e mezzo dei NYY. qualche motivo di preoccupazione per il finale di stagione dei bombardieri del Bronx esiste veramente. La squadra che mai come questo anno era stata definita da tutti un vero e proprio All Star Team, una corazzata inaffondabile, ha iniziato dalla metà di agosto a manifestare evidenti segni di debolezza che hanno avuto il loro culmine con la disfatta avvenuta nello Yankee Stadium ad opera degli Indiani di Cleveland.
Un 22-0 umiliante per gli uomini di Joe Torre che ha costretto ad un imbarazzante silenzio il proprietario George "The Boss" Steinbrenner e soprattutto ha contribuito al riavvicinamento degli arcirivali Boston Red Sox, non più semplicemente alla ricerca della Wild Card ma addirittura del primo posto nella East Division.
A metà di agosto il vantaggio degli Yankees era di 10 ½ , a fine mese era già ridotto a 3 ½ con le calze rosse trascinate dagli scatenati Ortiz e Martinez e con una rotazione perfettamente efficiente protagonisti di serie vincenti tra le più lunghe della loro storia. Le cose non sono migliorate nei giorni successivi alla partita con Cleveland dato che gli Yankees hanno dovuto subire altre due sconfitte casalinghe nella mini serie persa con gli Orioles (che viaggiano ad una media vittorie sotto i 500).
Nella prima delle due partite perse il pitcher Kevin Brown pensava bene di rendere più piccante il piatto, rompendosi la mano sinistra per un pugno dato in un gesto di stizza ad un muro della clubhouse al termine di un sesto inning che aveva portato Joe Torre a sostituirlo con Heredia dopo che il partente aveva concesso con il primo lancio a Tejada il terzo punto per Baltimora. Un gesto eloquente per quasi (diagnosi di oltre 25 giorni prima di un eventuale rientro) chiudere una stagione non proprio brillante per il trentanovenne ingegnere chimico da Georgia Tech, sei volte All Star e miglior ERA della National League nel 1996 e nel 2000 e che dopo 7 anni rientrava in American League.
Ma soprattutto un gesto eloquente per rendere l'idea dello stato in cui versa la rotazione degli Yankees, situazione talmente preoccupante che. Il primo settembre, ovvero l'indomani del cataclisma Indians, lo stesso Hernandez con la sua quarta vittoria rompeva una striscia di ben 16 partite senza alcun partente degli Yankees vincente, l'ultimo era stato infatti Lieber il 13 agosto a Seattle.
L'inserimento del cubano tra gli starting five dopo che l'aggancio a Randy Johnson era fallito è stata l'unica nota positiva per il settore lanciatori in casa newyorkese, infatti lo scambio Contreras Loaiza si era rilevato un autentico flop con il messicano di Tijuana sempre più lontano dalla stagione stellare del 2003 che gli aveva dato il secondo posto dietro ad Halladay nella corsa per il Cy Young della American League e che dopo un primo tentativo di Joe Torre di allargare la rotazione a sei uomini per diminuire la pressione anche su di lui veniva poi definitivamente relegato dallo stesso manager al bullpen con una ERA di 8.46. La decisione di far lanciare in Ottobre nei playoffs.
Kevin Brown, Mike Mussina ed il citato Orlando Hernandez viste le ultime notizie è quindi nuovamente in discussione. I tre in ogni caso sono sopra i 35 anni e tutti i tre sono da poco usciti (o appena rientrati) da infortuni abbastanza seri. Anche lo scorso anno Joe Torre si era affidato per la post season ad una rotazione abbastanza stagionata (Clemens - Pettitte - Wells) con la sostanziale differenza che i tre provenivano da una buonissima stagione e proseguirono il trend positivo dato che furono artefici di ben 12 quality starts.
Javier Vazquez che è il partente con il maggior numero di inning giocati sta combattendo una fastidiosa congiuntivite e soprattutto sta lottando per il passaggio nell'American League dove deve affrontare lineups più consistenti; inoltre il fatto che l'angolatura del movimento del suo braccio si sia abbassata ha reso i suoi lanci più facilmente colpibili e la sua ERA (4.58) lo dimostra. Infine il portoricano non ha esperienza di big match autunnali e Joe Torre non ha ancora chiarito quale sarà il suo utilizzo.
Le preoccupazioni derivano come detto precedentemente dall'andamento che gli stessi pitchers hanno avuto durante la stagione regolare, Mussina per esempio è andato poche volte oltre il sesto inning a dimostrazione che lo stesso Joe Torre non ha piena fiducia nella condizione non certamente perfetta del suo lanciatore. Lieber si è confermato un lanciatore ordinario come se ne possono trovare in tutte le squadre e più di una volta ha manifestato la sua debolezza contro i battitori mancini.
Difficilmente i partenti Yankees durano molto a lungo sul monte e devono certamente ringraziare un bullpen organizzato perfettamente che con una equa divisione di ruoli e di inning da giocare ha permesso al trio Quantrill - Gordon e Rivera di portare a casa tante salvezze.
Le statistiche dicono che i rilievi di New York sono tra i più utilizzati, che i lanciatori hanno solo tre complete games dall'inizio della stagione, con buona possibilità di stabilire il record di franchigia, un solo shutout con ovviamente altro nuovo record negativo in arrivo.
Se il calendario sembra dare maggiori chances agli Yankees rispetto ai Red Sox per terminare in testa alla division e quindi accedere direttamente ai playoffs saranno invece queste le serie dove si vedrà se veramente saranno sufficienti solamente le imprese in attacco per riportare il titolo di campioni del mondo nel Bronx.