Due dei piloti del team, Marco Andretti e Tony Kanaan
Il 2009 è stato un anno difficile per l'Andretti Green Racing. Nessuna vittoria è arrivata per il team di Michael Andretti, per la prima volta dal 2003. A causa di divergenze riguardo alle scelte di direzione ed organizzazione si è giunti poi ad un divorzio tra i soci ed alla nascita, a partire dalla prossima stagione, dell'Andretti Autosport, con Michael Andretti quale unico proprietario.
Il nuovo assetto societario cercherà così di dare nuova linfa al team che di recente sembra aver perso il passo di Ganassi e Penske, ed anzi sembra essere ormai stato raggiunto e superato da Newman Haas Lanigan Racing e KV Racing Technology nel ruolo di terza forza del campionato.
Anno tormentato in particolare per il top driver del team, Tony Kanaan, sia dal punto di vista dei risultati che da quello fisico. Il pilota brasiliano, dopo un discreto inizio, è sembrato risentire del terribile botto di Indianapolis, e le sue prestazioni sono andate via via calando durante l'anno. Il sesto posto finale è stato il peggior piazzamento in classifica da quando è entrato a far parte del team Andretti.
“Sì, è stata probabilmente la peggiore stagione della mia carriera”, afferma Kanaan. “Non ho ottenuto neanche una vittoria, cosa che non mi succedeva dal 2002, e ho ottenuto il mio peggior risultato in classifica dal 2003.”
Nonostante questo, il brasiliano si mostra fiducioso verso il futuro.
“Anche se è stato un anno negativo, non penso ci sia motivo di pensare che questa situazione duri a lungo”, aggiunge Kanaan. “In primo luogo, siamo andati bene nel finale di stagione. Non bene da stare con i primi tre, ma siamo tornati ad essere competitivi con il resto del gruppo, e questo è un passo avanti. La seconda è che eravamo andati bene ad inizio stagione. Sono arrivato ad Indy in testa alla classifica. Stavamo facendo bene, poi è successo qualche fatto, qualche incidente, che ci ha bloccati. Ma questi due aspetti mi fanno essere fiducioso per il futuro. Questa squadra sa come vincere le gare. Lo ha dimostrato in passato, e lo dimostrerà anche in futuro. Ciò che abbiamo vissuto in questa stagione può accadere ad ogni buona squadra e ad ogni buon pilota.”
La ricostruzione e il nuovo assetto societario è vista di buon occhio da Kanaan.
“Ho altri motivi per essere entusiasta per il futuro”, afferma il brasiliano. “Il nostro team è stato ristrutturato, e adesso Michael Andretti è l'unico proprietario. Michael e io ci capiamo. Avere un proprietario di un team che è stato un pilota è qualcosa di inestimabile. Lui sa di cosa ho bisogno per vincere gare e campionati. Attendo con ansia questo nuovo capitolo della storia del nostro team.”
Il migliore tra i piloti del team è risultato essere Danica Patrick.
Quest'anno la Patrick ha terminato al quinto posto in classifica, suo miglior risultato in cinque anni nella IndyCar Series. Inoltre ha concluso al terzo posto la 500 Miglia di Indianapolis, migliorando il suo quarto posto, miglior risultato per una donna, che stabilì durante la sua stagione di esordio nel 2005.
Dopo mesi di voci riguardo alla possibilità di un suo passaggio in NASCAR, in questi giorni è stato ufficializzato il suo rinnovo contrattuale per tre anni col team. “E' difficile guardare indietro al 2009 e non sentire un po' di frustrazione”, ha detto Danica.
“Questo non vuol dire che è andato tutto male. Ho finito quinta in classifica, che è il mio miglior risultato in carriera. So che è una buona cosa, e non voglio prenderla alla leggera. Ma noi desideriamo lottare per la vittoria ogni fine settimana e lottare per il campionato fino all'ultimo giro della stagione, e noi semplicemente non erano a quel livello quest'anno.”
La Patrick ha comunque mostrato dei miglioramenti nella gestione della gara, dovuti anche al fatto che Michael Andretti ha deciso di seguire durante le corse la sua vettura e non più quella del figlio Marco.
“Penso che la cosa più importante per me quest'anno è stato avere Michael Andretti a guidarmi dai box”, afferma la Patrick. “Mike ha visto quasi tutto durante la sua carriera come pilota e ora come un proprietario. Quest'anno ha studiato qualche buona strategia che ci ha portato ad effettuare qualche bella rimonta. Penso a Long Beach in particolare, e pure a Toronto. Quest'anno le qualifiche sui circuiti stradali e cittadini sono state particolarmente difficili per noi, e quindi abbiamo dovuto lavorare molto di strategia per recuperare in gara.”
Il momento migliore della sua stagione è arrivato indubbiamente ad Indianapolis. “Siamo finiti terzi ad Indy, il miglior risultato in carriera, e il miglior risultato di sempre per una donna”, afferma Danica. “Ma la cosa bella di quest'anno, anche se può suonare strano, è che la gente ha accettato questo risultato. Ho apprezzato il fatto che hanno capito quali erano le mie possibilità . Certamente non sono soddisfatta al 100% di finire al terzo posto; io vado ad Indy ogni anno, con l'idea di vincere. Questo è tutto quello che voglio fare. Terzo è un risultato decente nella gara più importante dell'anno, ma non è una vittoria.”
Alti e bassi hanno invece segnato la stagione di Marco Andretti. Alla fine non è arrivata nessuna vittoria, ma ha comunque concluso 11 delle 17 gare disputate nella top 10, ed all'ottavo posto in campionato. Non è stata una grande stagione, ma anch'egli ha mostrato dei progressi durante tutto l'anno.
“E' stata una stagione frustrante”, ha detto Andretti. “E' strano quando la gente si congratula con noi per un sesto posto. Abbiamo ricevuto pacche sulle spalle per risultati mediocri, e la squadra ha dovuto lavorare molto duramente per ottenerli. Non eravamo abituati in passato a risultati così bassi.”
Anche Andretti è però fiducioso riguardo al futuro.
“Un sacco di cose buone stanno avvenendo all'interno del team”, ha detto Andretti. “Abbiamo grandi speranze per il 2010. Credo che Kim Green e Kevin Savoree abbiano intenzione di continuare il loro business, e mio padre può essere adesso totalmente concentrato sulla squadra e su cosa abbiamo bisogno per essere al top. Quella raggiunta è davvero la migliore soluzione possibile per tutti i soggetti coinvolti. Quello che posso fare io è continuare a lavorare duro con il mio team ed i miei ingegneri, e speriamo le cose andranno meglio nella prossima stagione. Io penso che abbiamo tutti i pezzi giusti, dobbiamo solo metterli insieme nel modo giusto, ed è quello su cui stiamo già lavorando e su cui lavoreremo per tutto l'inverno.”
La crisi tecnica del team ha colpito anche il giapponese Hideki Mutoh.
Dopo una stagione 2008 positiva culminata con il premio di Rookie of The Year, il 2009 non ha rispettato le attese.
“Quest'anno è stato il mio secondo anno con il team Andretti Green Racing e nella IndyCar Series. All'inizio di quest'anno ho deciso di fissarmi un obiettivo molto alto, ovvero vincere almeno una gara quest'anno, anche se sapevo che sarebbe stato difficile”, Mutoh ha detto. “Purtroppo non ho potuto centrare il mio obiettivo e quindi devo dire che sono un po' deluso del mio risultato complessivo. Ma sono stato in grado di essere tra i primi cinque nelle ultime due gare su stradale della stagione, quindi sono convinto che sto molto più bravo a gestire e guidare una vettura IndyCar. So di avere imparato molto dai miei due anni in IndyCar e sono desiderosi di saperne di più. Il più grande rimpianto che ho di quest'anno è stato il mio incidente durante le qualifiche a Motegi. Avevo promesso a me stesso che avrei fatto vedere la mia migliore prestazione lì davanti ai miei tifosi. In gara ci siamo trovati in difficoltà , ma tutto il tifo e il sostegno che ho sentito da parte dei tifosi mi ha aiutato a finire la gara. Sono molto contento di avere questi grandi tifosi e sono grato per il loro sostegno.”
Il 2010, oltre alle già illustrate novità societarie, dovrebbe prevedere una novità tra i piloti. Mutoh sembra infatti indirizzato verso il Newman Haas Lanigan Racing, mentre al suo posto, grazie anche alla sponsorizzazione della IZOD, dovrebbe arrivare Ryan Hunter-Reay.
Una acquisizione di sicuro valore in vista di una stagione che deve segnare il rilancio per Michael Andretti e tutta la sua organizzazione.