Ducks ‘n’ Roses

LaMichael James non è più una novità …per lui 166 yards e 3 mete in partita.

The Civil War. Normalmente una gara già  di per sé molto importante, perché chiude con il botto la stagione regolare delle rispettive contendenti, Oregon ed Oregon State, gara densa di tensione agonistica nella sua veste di scontro tra rivali statali, dove la vincente, fino al campionato successivo, potrà  vantare e sventolare sotto il naso di tutti quelli dall'altra parte della barricata un successo che vale doppio, solo per la sua esclusivo concetto di battere i vicini di casa, impresa nella quale il gusto del successo ha un sapore sempre più dolce che in altri casi.

Lo scontro tra Beavers e Ducks del 2009, ha assunto connotati molto differenti, in quanto alla già  citata rivalità  si è aggiunta la posta in palio che ha raddoppiato ulteriormente le attese per questa partitissima, perché per una curiosa girandola di eventi, chi avesse vinto la sfida, avrebbe staccato in un sol colpo il biglietto per il Rose Bowl di Pasadena, evento al quale la già  qualificata Ohio State attendeva di conoscere la sua sfidante da qualche settimana, e di sollevare il trofeo della Pac 10, donando una protagonista finalmente differente dalla noiosa (non per i tifosi dei Trojans, sia bene inteso – ndr) egemonia Usc al palcoscenico nazionale.

Con tali splendide premesse, ed un equilibrio tattico poi parzialmente confermato da quanto visto in campo, la sfida tanto dipinta su carta si è tramutata esattamente nella realtà  così fervidamente immaginata, ponendo uno dinanzi l'altro due dei giovani migliori running backs della nazione, così uguali da sembrare persino due gocce d'acqua.
Se difatti i Beavers potevano schierare il letale Jaquizz Rodgers, mini-running back esile solamente in apparenza e visto macinare le gambe sul terreno con gli avversari addosso come un Brandon Jacobs qualunque, i Ducks rispondevano con l'oramai conosciuto LaMichael James, veloce, forte fisicamente, e soprattutto impossibile da prendere in campo aperto una volta superata la trincea difensiva, fattori che hanno regalato ad entrambi i reparti offensivi la possibilità  di mettere ben presto diversi punti sul tabellone, e di rendere effettivamente divertente ed incerta la partita, proprio come la si era immaginata nelle più rosee previsioni.

Alla fine ha vinto chi ha difeso meglio sbagliando meno in attacco, e qui il merito va senza dubbio ad una difesa di Oregon che ha saputo trovare le corrette contromisure nel momento più delicato della gara, fermando un importantissimo tentativo di conversione alla mano di un quarto down, proprio mentre i Beavers si apprestavano ad affacciarsi nuovamente in zona segnatura.

Nel primo tempo le cose erano cominciate in maniera capovolta: uno dei problemi di Oregon, i turnovers, avevano fatto capolino in gara troppo presto, dando la possibilità  agli avversari di avvantaggiarsi dal lato offensivo e cominciare i propri drives in posizioni assolutamente ghiotte, e psicologicamente non era una situazione facile da superare, essendosi Jeremiah Masoli (14/21, 201, TD, INT) fatto intercettare nei primi snap a causa di un passaggio calibrato male nei confronti di un compagno, che aveva fatto schizzare l'ovale in alto per poi trovare il controllo di un defensive back, e successivamente era arrivato un fumble perso proprio da James, che per tutti i primi 30 minuti era stato contenuto alla grande dalla difesa di Oregon State, racimolando solamente una cinquantina di yards. Vero, aveva anche segnato due delle tre mete totali della sua grande gara, ma le due situazioni erano derivate da possessi dentro le 5 yards avversarie.

Dai citati errori dei Ducks nascevano 10 punti a favore dei Beavers, sotto forma di meta per Jaquizz Rodgers (137 total yards, TD), nonché permettendo all'ottimo Justin Kahut di infilare uno dei tre field goals del suo primo tempo (quattro, in totale), ed una prima frazione promettente veniva chiusa persino meglio, quando con il punteggio vicino il quarterback Sean Canfield (24/36, 306, 2 TD) dirigeva una perfetta two-minutes offense, suggellando il tutto con una slant per l'altro Rodgers, James (139 rec yards, TD), fratello maggiore di Jaquizz, ed ottimo wide receiver fondamentale per il proseguimento di quasi tutti i drives decisivi di questa gara (e non solo").
In un modo o nell'altro, i Beavers rientravano negli spogliatoi sopra per 23-21, e con quella serie di giochi così lampante e priva di errori, cancellavano l'unica vera distrazione difensiva del primo tempo, che aveva permesso a Masoli di connettere con il wide receiver Jeff Maehl per una meta di ben 73 yards, a poco più di tre minuti dal termine del primo quarto.

Per due squadre che non faticavano a convertire i terzo downs, tante erano le armi che ambedue avevano a disposizione, ci voleva qualcosa che facesse quel minimo di differenza in più, e questo qualcosa si è trasformato nell'inaspettato.

Dopo la meta di Casey Kjos, seconda di serata per Canfield, i Ducks rispondevano a sorpresa con LeGarrette Blount (9, 51, TD), fondamentale per dare un cambio di passo ad un attacco che nel frattempo vedeva la lenta ma letale esplosione di James (166 yards e 3 mete alla fine per lui): Blount, sospeso per tutta la stagione per la scazzottata di Boise State e poi reintegrato a roster, non aveva praticamente visto il campo dal suo rientro proprio a causa delle prestazioni mirabolanti del più giovane collega di backfield e del sorprendente Kenjan Balmer, ma si è presentato al momento giusto con quella dose di forza bruta che mancava per rendere davvero completo il tutto, prendendosi un primo down importante a testa bassa, e segnando una meta correndo quasi indisturbato per 12 yards, riportando quasi istantaneamente a due punti di distacco una partita che stava per prendere una brutta piega.

La botta definitiva, a favore dei Ducks, proveniva però ancora dalle gambe veloci di James, che rispondeva ad un nuovo tentativo di fuga dei rivali Beavers con un touchdown dei suoi, una "passeggiata" di 52 yards che rispondeva ancora in tempo molto breve ad una segnatura avversaria, un segnale certo che Oregon non intendeva arrendersi e mollare una presa di quelle proporzioni.

Con il tutto per tutto in palio le difese si sono erette a principali attrici in un quarto periodo che, dopo un festival di segnature, regalava solamente un field goal di Morgan Flint per quello che sarebbe poi stato il 37-33 definitivo pro-Ducks, con Canfield non in grado di convertire un comunque impegnativo quarto down con 15 yards da prendere, ed Oregon a sfoderare per l'ultima volta la consistenza del proprio gioco di corse, con il solo fine di far trascorrere gli ultimi 6 minuti di partita, arrivando ad un passo dalla meta, ed inginocchiandosi per non mancare di rispetto neppure agli arci-rivali.

Per Oregon sarà  il primo viaggio a Pasadena dalla stagione 1994, un'occasione ulteriore per dimostrare davanti ad uno tra i palcoscenici più importanti del college football di meritare ciò che si è ottenuto sinora, contro una squadra molto tosta e preparata contro Ohio State che, proprio come Oregon, desidera finire l'anno in bellezza e riscattare le poche sconfitte che ne hanno minato la presenza al National Championship.

Per i Beavers degli ottimi fratelli Rodgers, una soddisfazione amara, individuale, ma pur sempre una soddisfazione: da ieri sera Jaquizz, il più piccolo dei fratellini terribili, ha riscritto il record di touchdowns segnati in singola stagione con l'uniforme di Oregon State; le sue 20 mete nel presente campionato hanno difatti superato di una lunghezza il primato precedente, che apparteneva in condivisione a Ken Simonton e ad un certo Steven Jackson.

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