Juan Pablo Montoya guarda fiducioso al prosieguo della stagione
Queste prime gare della stagione di Juan Pablo Montoya hanno palesato evidenti progressi. Dopo due stagioni in cui le prestazioni andavano e venivano, quest'anno il colombiano sembra essere più veloce e costante. La sua guida è un po' più sotto controllo, e i risultati si vedono. La sua posizione media di partenza è migliorata da 23,3 nel 2008 a 13,3. La sua posizione media finale è migliorata da 23,9 a 15,9.
Attualmente, nella classifica generale, occupa la 13a posizione, a soli 16 punti dal 12o posto, l'ultimo disponibile per la Chase. In 7 gare ha ottenuto due arrivi nella top10, ma c'è anche da dire che a Daytona ha terminato quattordicesimo ma era in grande rimonta quando la gara è stata interrotto per pioggia. Probabilmente senza l'interruzione sarebbe potuto arrivare nella top10. Anche a Martinsville, in un genere di ovale in cui in passato era sempre andato in difficoltà , ovvero quelli da mezzo miglio, ha terminato dodicesimo anche qui dopo una grande rimonta, dopo che aveva perso un giro.
Ci sono diverse ragioni alla base di questi miglioramenti. La fusione tra Chip Ganassi Racing e Dale Earnhardt Inc., che ha dato vita alla Earnhardt Ganassi Racing, col passaggio dalla Dodge alla Chevrolet, ha dato sicuramente un maggiore impulso e una maggiore competitività . Un ruolo importante svolge anche la preparazioni dei motori, per cui la squadra si appoggia ad una organizzazione di primo livello come quella di Richard Childress. Inoltre Montoya ha potuto beneficiare dell'esperienza del suo nuovo capo equipaggio Brian Pattie.
Ma il motivo principale è che è diventato un pilota più paziente. “Che ci crediate o no, è diventato molto più paziente”, ha detto Keith “Hoss” Armstrong, lo specialista dei pneumatici per la vettura n.42, quella appunto di Montoya. Armstrong conosce bene Montoya, in quanto aveva già lavorato con lui nella CART nel 1999 e nel 2000, per poi tornare a lavorare col colombiano tre anni fa quando Montoya decise di passare in NASCAR. “Rispetto ai giorni della CART, è diventato molto più calmo e paziente”, ha detto Armstrong. “Una volta avrebbe forzato certe situazioni e magari avrebbe picchiato e rovinato la macchina nella prima metà della gara. Adesso ha imparato ciò che si deve fare per ottenere dei risultati, così da salvare l'auto per il finale della corsa e cercare di giocarsela al meglio con gli avversari.”
Una riprova di questi miglioramenti sono gli arrivi nello stesso giro del vincitore. Nel 2007 Montoya aveva terminato nello stesso giro del leader in 15 delle 36 gare, il 41,6%. L'anno scorso lo ha fatto 13 volte su 36, cioè il 36,1% delle volte. Per adesso, siamo ad un 71,4%, visto che non è stato doppiato in 5 delle 7 gare finora disputate. Il suo settimo posto finale in Texas di domenica scorsa gli ha permesso per la prima volta nella sua carriera di terminare tre gare consecutive tra i primi 12. “Questa è una delle cose di cui abbiamo parlato prima della stagione, correre in modo più intelligente”, ha detto Pattie. “Non possiamo avere dei ritiri stupidi. E' consentito al massimo un solo ritiro nelle prime 26 gare, se vuoi lottare per entrare nella Chase. Lui lo ha capito, e ha dovuto dare molto di più di quello che aveva dato negli anni precedenti.”
L'unica volta quest'anno che Montoya ha cercato un approccio troppo aggressivo in una corsa, a Las Vegas, ha finito per picchiare contro il muro e portare a casa il peggior risultato della sua stagione, un 31o posto. “Bisogna essere intelligenti”, ha detto Pattie. “Mark Martin corre in modo intelligente. Quando abbiamo parlato con Juan di questo, gli ho portato degli esempi di alcuni piloti e del modo in cui loro vedono le corse, per vincere.”
“Adesso sta correndo con un atteggiamento diverso”, continua Pattie. “La sua fama lo ha preceduto. Dobbiamo essere intelligenti e forse avere un modo di correre più pulito, perché questi ragazzi combattono ogni settimana per 36 settimane. Non aiuta nessuno creare inimicizie e rivalità .”
Ciò non significa Montoya non debba tirare fuori gli artigli di tanto in tanto. Deve imparare a dosare le forze e tenere la sua aggressività per la fine della corsa. “Juan ha uno stile aggressivo”, ha detto il quattro volte campione NASCAR Jeff Gordon. “Ma lui ha anche una grande dose di talento, e dovete dargli molto credito e il giusto rispetto per questo. Quest'anno è più costante, ma non ho mai pensato che lui fosse fuori controllo. Solo un po' troppo aggressivo”.
Lo stesso Montoya è conscio dei suoi miglioramenti e dei motivi che hanno portato a tutto questo. “Ci sono diversi motivi per spiegare i nostri miglioramenti", ha detto. "Principalmente è una questione di esperienza. Sono sempre più a mio agio su ogni tipo di tracciato, e questa è una grande sensazione. Il passaggio alla Chevrolet è stato importante, ma non può essere sopravvalutata, almeno non troppo. Comunque è stato una grande cosa, sotto tutti i punti di vista.”
Questa prima parte di stagione sta quindi confermando le aspettative invernali. Erano in molti ad aspettarsi che Montoya potesse inserirsi nella lotta per la Chase, e le prime gare della stagione stanno dimostrando che ciò è possibile. Il prosieguo della stagione dirà se è un fuoco i paglia o se davvero Montoya ha definitivamente in mano la sua carriera nella NASCAR per renderla vincente come il suo passato sulle monoposto e sui prototipi.