Supercross: sorpresa Grant

Josh Grant vincitore ad Anaheim

“Sarà  una guerra”: così aveva annunciato James “Bubba” Stewart nella conferenza stampa di vigilia dell’evento inaugurale dell’AMA Supercross 2009. Ad Anaheim si prospettavano scontri d’altri tempi, buona dose di agonismo e, naturalmente, un spettacolo avvincente: premesse rispettate da una giornata indimenticabile per il mondo delle ruote tassellate, tra colpi di scena, polemiche ed un nuovo volto in copertina, quello giovane (ed incredulo) di Joshua “Josh” Grant.

Doveroso nella cronaca partire dall’inizio, cominciando proprio da quella premonizione di “Bubba”. Grande favorito della vigilia, si è presentato in California in versione “new and improved”, un nuovo James Stewart. Per lui nuova squadra (da Kawasaki a Yamaha, non senza dissapori al seguito), nuovo sponsor personale (da Monster Energy al concorrente Red Bull), nuovo preparatore atletico e nuovo contratto, più da star di Hollywood: solo il Supercross, niente National, forse gli X-Games, si vedrà .

Un atteggiamento nuovo per il vincitore del 'Nazioni in carica, tanto che in molti hanno parlato nel weekend di lui più che altro per il faraonico ingaggio, circa 10 milioni di dollari comprensivi di sponsorizzazioni e premi per risultati raggiunti (questo solo per il Supercross!) che, di questi tempi, è una cifra decisamente… interessante.

Stewart è diventato così più “uomo”, più “personaggio-business” rispetto al dover ricoprire il ruolo di idolo consacrato dai e dei ragazzini. Questo, indirettamente, ha fatto guadagnare consensi di pubblico al suo rivale numero 1, Chad Reed, mai particolarmente tifato negli ultimi anni, vuoi per ragioni di bandiera (è uno “straniero”, australiano), vuoi per essersi scontrato con idoli come Carmichael o lo stesso Stewart. Reed è arrivato a Los Angels con una motivazione enorme: farla pagare alla Yamaha.

Già , perché la casa dei Tre Diapason l’ha appiedato per far spazio a Stewart, nonostante il titolo conquistato lo scorso anno. Chad è così passato in Suzuki, si è allenato duramente durante l’inverno, ha preso contatto e coscienza del potenziale della RMZ450 tanto da risultare, per qualcuno, il favorito della vigilia, anche considerando la tripletta ad Anaheim dello scorso anno.

Un pronostico che per tutti gli addetti ai lavori risultava particolarmente difficile: l’US Open di Las Vegas, al di là  del dominio di Stewart, non aveva offerto responsi credibili sui valori in campo, ed in più i “big” durante l’inverno non si erano praticamente mai scontrati. Stewart ha vinto gli US Open e a Bercy (imbattuto con Yamaha), Reed il titolo SX australiano (con 6 vittorie su 7 gare).

E gli altri? Il solido, esperto e sempreverde James Windham ha preferito limitare gli impegni, così come “The Next Big Thing” Ryan Villopoto, finalmente al debutto tra i grandi della 450 completando così il poker de “I fantastici quattro” del Supercross.

Promosso dalla Kawasaki proprio per rimpiazzare Stewart, il californiano classe ’88 rientrava di tra i pretendenti al titolo secondo i bookmakers, con inevitabili paragoni con altri eccellenti “rookie” del passato come McGrath (l’unico a vincere il titolo al debutto nella top class) o Carmichael. “RV” ha preferito comunque mantenere un profilo basso sino alla prima heat, quando ha conquistato una vittoria tanto facilitata dalla sfortuna di Reed (“chiuso” dal nuovo team-mate Mike Alessi al via) quanto legittimata dalla partecipazione di piloti come Ferry, Windham o Short.

Tuttavia per lo scontro con Stewart (vincitore della propria batteria) si è dovuto attendere il “Main Event”, dove lo stadio degli Angeli ha dato luogo ad una rappresentazione… dell’inferno.

Abbassato il cancelletto di partenza, James Stewart porta a casa l’Hole- dando immediatamente la sensazione di poter scappare. “Bubba” in men che non si dica porta a più di un secondo il vantaggio sugli inseguitori, salvo veder da dietro spuntare Chad Reed, scattato benissimo facendosi largo tra Ferry e Grant. L’australiano è una furia, in un lampo diventa l’ombra della blue Yamaha #7: secondo giro, in prossimità  del traguardo, Reed passa Stewart tra lo stupore del pubblico! Tutto secondo copione: grande spettacolo, i duellanti in piena bagarre. All’appello manca Ryan Villopoto, forse ancora “acerbo” per la top class: brutta partenza, pesante errore al quarto giro quando, nel tentativo di recuperare dalla ottava piazza, sbaglia ritrovandosi a terra. Ripartirà  13° per poi chiuder quinto, lontano da quel podio che risultava l’obiettivo minimo.

Senza Villopoto, con un Kevin Windham spento più che mai (addirittura 16° sul traguardo del primo giro), la corsa vive doverosamente sul confronto tra Stewart e Reed. La coppia di testa viaggia a passo spedito con un ritmo forsennato (2” meglio rispetto agli “umani”): troppo. Al sesto giro Stewart decide di far scattare il proprio “click” mentale che nel recente passato mise in difficoltà  Ricky Carmichael: repentino cambio di ritmo per lasciar di sorpresa l’avversario di turno. Tutto sembra filar liscio per “Bubba”, che passa Reed guadagnando subito metri preziosi, dando la parvenza di poter scappare.

Questione di un minuto o poco meno, perché al settimo giro capita il primo sensazionale colpo di scena: serie di whoops, Stewart rallenta in ingresso e Reed, incolpevole, lo centra in pieno. Ruota posteriore della Yamaha #7 contro l’anteriore della Suzuki #1, urlo di stupore in coro del pubblico, entrambi a terra! Provano subito a ripartire, ma passano tutti: Grant, Short, Ferry, Tedesco, Voss, Alessi. Riparte Reed, qualche difficoltà  in più per Stewart che si rialza e… boom, Windham lo centra in pieno!

Secondo colpo di scena per una trentina di secondi di ordinaria follia, per una Anaheim che sembra vivere in un universo parallelo dove gli “underdog” hanno la loro rivincita con gli interessi. Dei quattro protagonisti attesi non ce n’è più nessuno, tutti a terra, tutti fuori gioco per la vittoria, dove il grande favorito è adesso un esordiente, Josh Grant, che come miglior risultato all’attivo ha solo qualche podio nella Lites (la ex-125).

Stewart dopo aver tentato l’impossibile per riavviare la propria YZ450F si dirige verso il “box” Yamaha, rispondendo a monosillabi alle domande della televisione: successivamente ammetterà  il proprio errore, ovvero una marcia sbagliata che gli ha spezzato il ritmo non consentendo a Reed di poter evitare il disastro.

A proposito dell’australiano, nonostante una ruota anteriore dalla convergenza rivedibile, riesce a recuperare fino al terzo posto finale alle spalle di Andrew Short, ma davanti alla coppia Kawasaki-Monster composta da Tim Ferry e Ryan Villopoto.

La vittoria, come detto, va ad un sorprendente Josh Grant, già  definita come “The biggest upset” nella storia del Supercross, nonostante un brivido al penultimo passaggio, quando ha toccato una balla di fieno di delimitazione del tracciato portandosela dietro con la ruota posteriore.

Ventidue anni di Los Angels, Grant ad Anaheim era all’esordio nella classe regina, dopo aver maturato un discreto 2008 tra le “Lites” con la Honda del Geico Powersport Team. Secondo nella “heat” dominata da Stewart, Josh ha saputo vincere facendosi trovare al posto giusto al momento giusto, scoppiando in lacrime all’esposizione della bandiera a scacchi.

Commozione per lui, emozione per i componenti del team di Joe Gibbs, formato da sole due stagioni a questa parte per volontà  dello stesso Coach dei Redskins della NFL, desideroso di raddoppiare la partecipazione nel motorsport dopo i successi maturati nella NASCAR. Una vittoria per un team privato, per un pilota debuttante, una vittoria semplicemente incredibile, come dichiarato dallo stesso Joshua Grant.

Durante la corsa non ho avuto tempo nemmeno per controllare la tabella di segnalazione: ero troppo stupito nel ritrovarmi subito in testa. Solo nel finale, dopo che ho toccato quello striscione, mi sono impaurito e ho dato uno sguardo: ho visto 18 giri, ed in quel momento ho ringraziato Dio… E’ una vittoria incredibile, non mi sarei mai immaginato di chiudere nemmeno a podio o nei primi cinque. Se devo dare una spiegazione per questa vittoria, lo devo ringraziando i miei meccanici, perché mi hanno fatto sentire in poco tempo come in una famiglia. Per le prossime gare adesso non penso a nulla, guardo solo round per round sperando di vivere altre emozioni simili

Josh Grant comanda la classifica con 25 punti, mentre il grande atteso, James Stewart Jr, è fermo a quota zero, ma guarda avanti…

Sono partito bene, ho preso l'hole-shot ma ho visto da dietro Reed che mi seguiva. Ho commesso qualche errore e così l'ho lasciato passare prima di riprendere il mio ritmo: quando ci sono riuscito ho commesso un errore in ingresso delle whoops, sbagliando marcia. Reed mi ha colpito nel posteriore e siamo caduti: mi ha ricordato un pò quanto accaduto a Toronto nel 2006. Purtroppo non son riuscito a riprendere la gara dopo il crash con Windham, ma adesso penso già  a Phoenix

L’episodio citato da “Bubba” ha avuto una dinamica ed un epilogo simile, con Stewart penalizzato involontariamente da Reed, il quale nel dopo gara di Anaheim era visibilmente amareggiato.

Senza dubbio abbiamo imparato molto con questa gara: adesso siamo consapevoli di esser veloci e di poter vincere. Purtroppo c'è stato quel contatto con Stewart, ma come ritmo ero il più competitivo, mi sentivo di poter vincere ma tant'è, è andata così. Chiuder terzo è positivo per il campionato, adesso a Phoenix punto al massimo risultato

.

E se lo dice Chad Reed, storico “maestro della regolarità “, vuol proprio dire che quest’anno l’AMA Supercross sarà  davvero un campionato esplosivo, a cominciare dal prossimo round a Phoenix del 10 gennaio, dove Josh Grant si presenterà  al mondo intero quale leader della classifica generale, vivendo di fatto una settimana da sogno nell’incubo de “I fantastici quattro”.

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