Al Unser sr ed Al Unser jr ad Indianapolis nel 1983
Gli Unser hanno vinto la Indy 500 nove volte, oltre ad innumerevoli altre gare e sette campionati Indycar. Al sr, Bobby ed Al jr compongono quindi una delle famiglia da corsa più vittoriose, a cui vanno aggiunti i patriarchi Louis (9 volte vincitore della Pikes Peak) e Jerry (il primo Unser a qualificarsi per la Indy 500), e i discendenti Johnny e Robby.
La famiglia Unser detiene numerosi record, come ad esempio il fatto di essere la famiglia con più componenti presenti al via nella storia di Indianapolis, ben 6. Al e Bobby sono poi gli unici due fratelli ad averla vinta, ed Al e Al jr gli unici padre e figlio a riuscirci.
Dopo Jerry jr (che morì sempre ad Indianapolis durante le prove libere dell'edizione del 1959, l'anno seguente il suo esordio) il secondo Unser a disputare la 500 Miglia di Indianapolis fu Bobby, il terzo figlio di Jerry sr.
Nato nel 1934 a Colorado Springs, Bobby ha iniziato la sua carriera nelle corse sterrate, vincendo la sua prima Pikes Peak al'età di 22 anni. Da quel giorno, Bobby diventerà il re della celebre corsa in salita del Colorado, vincendola ben tredici volte. Da sempre aveva sviluppato una grande propensione per ogni genere di corse e di velocità in generale, come testimonia anche il fatto che sin da giovane imparò persino a guidare gli aerei, per poter giungere più rapidamente nelle varie località in cui doveva correre.
La prima apparizione ad Indianapolis fu nel 1963, e la prima vittoria nel 1968. Bobby dominò quella corsa, restando in testa per ben 127 giri, ma nonostante ciò la vittoria se la dovette sudare fino all'ultimo, a causa di un problema al cambio che lo rallenterà , dopo l'ultimo pit stop a 16 giri dalla fine, facendolo scivolare al terzo posto.
Nella sua carriera, finita nel 1982, riuscirà a vincere la Indy 500 altre due volte, nel 1975 e nel 1981, risultando uno dei due piloti capaci di vincere la 500 Miglia in tre decadi differenti. Nel 1981 fu protagonista di uno dei finali più controversi della storia della Indy 500, quando la vittoria gli fu tolta e poi riassegnata addirittura cinque mesi dopo a causa di una controversia per un sorpasso in regime di bandiere gialle.
Quando Bobby si ritirò, nel 1982, aveva vinto due campionati USAC-CART e 35 gare, quinto di ogni tempo. Bobby era noto anche per la sua la sua verve nelle interviste, ed una sua frase è spesso citata: “Nessuno ricorda chi ha finito al secondo posto, a parte colui che è finito secondo.”
Il più piccolo dei figli di Jerry, Al (nato nel 1939), fece il suo esordio ad Indy nel 1965. Anche lui aveva seguito le orme di padre e fratello, ed aveva vinto la Pikes Peak nel 1964 e nel 1965. La prima qualificazione ad Indy fu rocambolesca: Al ruppe infatti il motore durante la prima giornata di qualifiche, restando a piedi, ed allora AJ Foyt decise generosamente di dare una possibilità a questo giovane rookie dandogli la sua macchina di riserva.
Al Unser si qualificò penultimo e terminò quella sua prima Indy 500 nono. Nel 1970 vinse la sua prima 500 Miglia, dominando la gara a mani basse, guidando in testa per 190 giri su 200. Nel 1971 riuscì nel back to back, il quarto pilota (su cinque totali) a riuscirci, restando in testa per più di metà corsa.
Il tentativo di Al Unser di diventare il primo (ed unico) a vincere la Indy 500 tre volte consecutivamente fu vanificata quando terminò secondo alle spalle di Mark Donohue nel 1972. La terza vittoria giunse nel 1978, ancora una volta dominando la corsa (121 giri percorsi in testa). In quello stesso anno divenne il primo ed unico conducente a vincere la Triple Crown, le tre 500 Miglia in calendario (Indianapolis, Pocono, Ontario) nello stesso anno. Nel 1985 vinse il suo terzo campionato, dopo aver sostituito al team Penske l'infortunato Rick Mears e battendo suo figlio, Al Jr, di un solo punto.
Nel 1987, il team Penske schierava per tutto il campionato tre vetture, per Mears, Danny Ongais e Danny Sullivan. Al Unser era a piedi. Durante la prima settimana di prove libere, Ongais si schiantò contro il muro, rimediando una grave commozione cerebrale e venendo dichiarato non idoneo a guidare. Roger Penske chiamò Al Unser a rimpiazzarlo.
Sia la nuova vettura Penske PC16 che il nuovo motore Chevy-Ilmor erano però inutilizzabili, e Penske decise di rispolverare una March-Cosworth (la stessa combinazione di telaio e motore che aveva vinto le precedenti quattro Indy 500) dell'anno precedente, che si trovava esposta allo Sheraton Hotel nella città di Reading, Pennsylvania, dove aveva sede la squadra. Al Unser sr si qualificò ventesimo.
Dopo che diversi favoriti furono messi ko dalle difficili condizioni della pista, Big Al (come viene chiamato Al Unser sr, in contrapposizione a suo figlio Al Unser jr, chiamato Little Al) conquistò la leadership al giro 183 e, cinque giorni prima del suo quarantottesimo compleanno, vinse la sua quarta Indy 500, risultando il più anziano vincitore della corsa (togliendo il primato al fratello).
Nel 1992 rimpiazzò nuovamente un pilota infortunato, Nelson Piquet, terminando terzo. Nel 1993 guidò la corsa per 15 giri, portando a 644 il numero di giri percorsi in testa, record per la 500 Miglia.
Nel 1994 cercava la sua ventottesima qualificazione, con un piccolo team con un budget ridotto, ma dopo aver avuto notevoli difficoltà a raggiungere una buona velocità per tutta la prima settimana di prove, il 17 maggio annunciò il suo ritiro. Chiuse la sua carriera con tre campionati e 39 gare Indycar vinte (terzo ogni epoca). Dal momento del suo ritiro è rimasto nel giro delle corse come consulente e coach driver per la Indycar.
Il terzo Unser a vincere ad Indianapolis è stato il figlio di Al Unser sr, Al Unser jr. Dopo aver esordito coi kart e con le sprint car, Little Al fece il suo debutto nella CART nel 1982. In quello stesso anno corse la sua prima Pikaes Peak, che vinse l'anno dopo, anno in cui debuttò invece ad Indianapolis.
Little Al divenne presto una delle stelle del campionato CART, finendo secondo nel campionato nel 1985, perdendo da suo padre per un solo punto. Dopo numerosi piazzamenti (quarto nel 1986, terzo nel 1987, secondo nel 1988), riuscì a vincere il titolo nel 1990. Nel 1986 aveva vinto anche la 24 Ore di Daytona. Nel 1989, fu sul punto di vincere la sua prima 500 Miglia di Indianapolis, lottando nei giri finali ruota a ruota con Emerson Fittipaldi, finché a due giri dalla fine i due si toccarono con il risultato che Unser finì a muro e Fittipaldi vinse la gara.
L'appuntamento con la vittoria fu rimandato al 1992, quando sconfisse Scott Goodyear per appena 4 centesimi di secondo, l'arrivo più ravvicinato della storia di Indy. Nel 1994 fu assunto anche lui dal team di Roger Penske, per formare una sorta di "Dream Team" con Fittipaldi e Paul Tracy ed i nuovi, potentissimi motori Ilmor-Mercedes. Little Al vinse la sua seconda Indy 500, dopo aver ereditato la leadership nel finale da Fittipaldi, che finì a muro mentre stava per doppiarlo. Grazie a 8 vittorie su 16 gare, quell'anno vinse anche il campionato.
Nel 1995 finì secondo in campionato dietro Jacques Villeneuve, ma l'anno fu macchiato dalla terribile onta della mancata qualifica ad Indianapolis, primo campione in carica a fallire l'obiettivo.
Non potendo più utilizzare i motori Ilmor-Mercedes, entrambi i piloti Penske, Unser e Fittipaldi, soffrirono di una enorme instabilità aerodinamica, e cercarono la qualificazione anche con altre vetture (Lola e Reynard) acquistate da altri concorrenti, fallendo comunque entrambi la qualificazione.
Da allora iniziò la sua parabola discendente, lasciò il team Penske e continuò a correre nella CART per qualche anno prima di tornare ad Indianapolis (e alla neonata IRL) nel 2000, con il team Galles, con cui in passato aveva vinto campionato ed Indy. Nel 2007 ha disputato la sua ultima Indy 500, con il team di AJ Foyt. La fine della sua carriera è stata accelerata anche da numerosi problemi personali, aggravati dall'alcolismo da cui fatica ancora ad uscire.
Oltre ai tre principali protagonisti, ed oltre al loro fratello e zio Jerry jr , hanno disputato la 500 Miglia di Indianapolis altri due Unser: Johnny (figlio di Jerry jr) ha partecipato cinque volte, Robby (il più giovane dei figli di Bobby) due volte, oltre ad aver vinto otto volte la Pikes Peak. Da rimarcare anche l'esperienza della sorella di Robby, Jeri, che ha seguito anche lei le orme dei suoi familiari, disputando numerose edizioni della Pikes Peak, dove è stata nominata Rookie of the Year nel 1998 e più tardi, nel 2003, ha fatto segnare il record per veicoli a motore elettrico.
Per il futuro invece si stanno affacciando due nuovi Unser: Jason, ventisettenne nipote di Al Unser, si è dato da fare con le sprint car, e Al III, ventiseienne figlio di Al Unser jr, che corre attualmente nella Indy Lights e potrebbe presto esordire nella Indycar.
In una intervista del 2007, Al III ha indicato la prima vittoria ad Indianapolis di suo padre, nel 1992, come il suo ricordo preferito.
“Quello fu un momento così intenso”, ha detto. “Non vedo l'ora di arrivare in pista e vincere la mia Indy 500.”