Rivoluzione nel mondo del motociclismo USA…
Prima o poi, qualcosa bisognava fare.
Il modo, può non piacere. Il tempismo, altrettanto. Una scelta impopolare dettata da propositi ambiziosi, senza ascoltare l'opinione degli addetti ai lavori e di chi, negli ultimi 20 anni, ha investito soldi e speso una vita per rendere il motociclismo americano qualcosa di diverso, un universo unico nel suo genere in grado di ammaliare spettatori e sponsor.
Preso il timone del Motociclismo USA in seguito all'accordo dello scorso mese di marzo con l'AMA Pro Racing (la federazione motociclistica americana), il Daytona Motorsports Group (DMG), ma sarebbe meglio dire la Famiglia France, ci ha messo quaranta giorni per cambiare vent'anni di storia di questa disciplina.
Quaranta giorni: non uno di più, uno di meno.
Un dinamismo incredibile per un paddock rimasto fermo e conservatore di decisioni ormai obsolete. La voglia di cambiamento c'era da parte di tutti, ma nessuno voleva rischiare, prendere una decisione in grado di scontentare molti pur tenendo conto del bene comune visto in prospettiva.
C'è voluta la famiglia France, i responsabili della NASCAR, uomini di successo che hanno visto nel motociclismo una gallina dalle uova d'oro abbandonata a sè stessa.
Il Daytona Motorsports Group ha annunciato i cambiamenti (leggi rivoluzione) per l'AMA Superbike dal prossimo anno: nuove classi, regolamenti, format nel weekend di gare. Tutto nuovo, o quasi.
Cancellate l'AMA Superbike conosciuta, apprezzata e/o criticata di questi anni, vedete il futuro con curiosità . Tre classi inedite più una serie di contorno.
Via le attuali motociclette, dentro dei modelli accattivanti e di successo nel mercato di serie. La rivoluzione parte da qui, da 5 uomini responsabili del DMG che hanno studiato in tempi-lampo quel che sarà il futuro del motociclismo USA, seguendo precisi dettami della famiglia France.
Filosofia del “Turning Point”: deve esserci un punto di svolta, nessun legame col passato, si cambia tutto. Più che cercare di avvicinarsi a MotoGP e World Superbike, si deve collaborare (naturalmente…) con la NASCAR, proprio per battere le due serie di riferimento del motociclismo a livello mondiale.
Una caratterizzazione del Road Racing da rafforzare ed esportare nei prossimi anni. Si deve vedere nelle serie sotto egidia DMG come un universo assestante del motociclismo americano: guardi le loro gare, e vedi qualcosa di diverso rispetto a quanto puoi vedere in Europa.
Così hanno pensato i vertici DMG, così hanno deciso. Imposto. I colloqui con i quadri delle filiali statunitensi delle case del Sol Levante nel South Carolina dello scorso mese sono serviti a poco. Non si è trattato di un'occasione per incontrarsi, parlare, discutere. E' stato il momento in cui il Daytona Motorsports Group ha informato Honda, Yamaha, Kawasaki e Suzuki delle proprie scelte. In anticipo di qualche settimana rispetto a quanto è stato ufficializzato nel corso del weekend di Barber, secondo appuntamento dell'AMA Superbike 2008.
Non vi è ancora un regolamento tecnico definitivo. Si hanno i punti che caratterizzeranno i weekend DMG/AMA su pista dei prossimi anni.
Vi piace l'AMA Superbike? La Supersport, la Formula Xtreme, magari anche la Superstock? Non ci saranno più. Non in questa forma, ma con differenti modalità e regolamentazioni.
La classe regina si chiamerà Daytona Superbike. Le moto si conosceranno come Daytona Superbike. Il main event sarà riconosciuto con il nome dello speedway dove è nata la NASCAR e dove la famiglia France è diventata la più potente ed influente nel motorsport americano.
Le Daytona Superbike non saranno più a 1000 c.c.: nessun legame con il Mondiale o con qualsiasi altro campionato nazionale delle iper-sportive da 1 litro di cilindrata. Parleremo di moto basate sulle Supersport presenti sul mercato di media cilindrata, a 2, 3 e 4 cilindri.
Un via di mezzo tra l'attuale Supersport e la Formula Xtreme, un minestrone di moto, marchi e piloti, preferibilmente professionisti, certamente non più “dilettanti allo sbaraglio” come si sono visti negli ultimi anni, doppiati dopo pochi giri e spesso concause di incidenti e/o giudici di gare, sporadicamente, avvincenti.
Merito della licenza-1 indirizzata ai professionisti dei manubri, resa obbligatoria per chi vuole correre nelle Daytona Superbike. Moto più facili, più sincere, soprattutto meno costose. Andate in un concessionario multi-marca degli States, e potete vedere almeno 10 marchi in grado di offrire almeno un modello per competere in questa categoria. DMG ha fatto i nomi di Aprilia, BMW, Buell, Ducati, Honda, Kawasaki, KTM, Suzuki, Triumph e Yamaha.
Non saranno presenti in forma ufficiale? Poco importa. DMG vuole creare nelle squadre attualmente presenti delle iper-strutture seguendo quanto accaduto nella NASCAR, dove i nomi di Rick Hendrick, Joe Gibbs o Jack Roush sono conosciuti da grandi e piccini. Proprio loro, in particolare Gibbs, potrebbero interessarsi a questo campionato, allargando le proprie monumentali strutture aprendosi alle due ruote. Gibbs lo ha già fatto nel Supercross, potrebbe farlo anche nel motociclismo su pista.
E le case? Sono in subbuglio, come naturale che sia.
Anni di investimenti gettati alle ortiche. Un mercato, quello delle 1000cc, destinato a sparire in prospettiva negli States. Non ci saranno più legami tra le squadre americane ed i reparti corse in Giappone. Si dovrà far “tutto in casa”, lavorando in proprio per degli investimenti che, al momento, non portano a niente di buono.
Ad una delle quattro sorelle giapponesi interessa più vender una 1000 c.c. rispetto ad una 600 c.c.: rappresenta il concetto tecnologico più avanzato in vendita, punta di diamante della produzione di serie.
Adesso non sarà più così. Suzuki ha minacciato il ritiro: comprensibile, tenendo conto che nessuno come la casa di Hamamatsu ha investito in questi anni nell'AMA Superbike così tanto con risultati eccellenti (ormai si può parlare di “imbattibilità ” delle GSX-R di Spies, Mladin e Tommy Hayden).
Ducati era intenzionata a rientrare con la nuova 1098, si penserà su due volte prima di preparare una 848 in versione “Daytona Superbike”, anche se gli eccellenti risultati di Pegram nella Formula Xtreme hanno portato una ventata di ottimismo in merito.
Le altre tre case (Honda, Yamaha e Kawasaki) ci saranno in griglia nel 2009: lo hanno confermato ufficiosamente, d'altronde i loro modelli sono già protagonisti tra Supersport e Formula Xtreme, perchè non lo dovrebbero essere anche nella nuova “Superbike”?
Vedremo nelle prossime settimane, quando conosceremo ulteriori dettagli sul regolamento delle Daytona Superbike, il meccanismo di equiparazione delle motociclette in pista (difficile da confrontare sul piano cronometro una Honda CBR 600RR rispetto ad una Buell XBRR), il nome del monofornitore di pneumatici e carburante (si parla di Pirelli e Sunoco) deciso dal Daytona Motorsports Group.
Per il momento conosciamo pochi punti ed il format dei weekend di gara, dove le Daytona Superbike saranno affiancate dalla Red Bull Rookies Cup (monomarca dedicato ai giovanissimi in sella a delle KTM 125), le nuove “LiterBike” (praticamente le attuali Superstock, ma più vicine alla serie) ed il “SunTrust Moto-ST Championship”.
Campionato creato, promosso e portato al successo proprio dalla Famiglia France: guarda caso.