La partenza dell'AMA Superbike 2008 a Daytona: dal prossimo anno saranno protagoniste le 600cc?
Prendete la NASCAR.
Serie di successo, leader tra le competizioni motoristiche americane (e secondo sport più seguito d'America), un carrozzone impegnato ogni weekend negli speedway del Nuovo Continente che ha arricchito tutti, dal team owner della squadra campione all'ultimo dei meccanici di una squadra che puntualmente fallisce la qualificazione.
Prendete la NASCAR, la sua filosofia e tutto ciò che ne consegue, immaginatela a due ruote.
Questo ha pensato la famiglia France e tutti i responsabili del Daytona Motorsports Group, società multi-milionaria che dopo il monopolio delle corse automobilistiche made in USA (NASCAR, Grand-Am, oltre che la proprietà di 20 tracciati sul suolo americano) ha preso in dote anche il motociclismo, grazie all'accordo dello scorso febbraio con l'AMA Pro Racing, la federazione motociclistica americana.
Il DMG gestirà /organizzerà tutte le manifestazioni siglate AMA, mettendo il proprio becco nelle tematiche sportive e finanziarie, di rafforzamento e promozione del prodotto, che si tratti di Road Racing (AMA Superbike) o di Offroad (National e, in parte, Supercross).
Un fatto epocale che ha provocato malumore e perplessità degli addetti ai lavori del motociclismo yankee.
Cosa farà la famiglia France? Crederà (e punterà ) davvero nelle due ruote o abbandonerà questo universo al proprio destino?
Dubbi, leciti, che hanno trovato una pronta smentita nel corso del primo appuntamento stagionale dell'AMA Superbike a Daytona. Il responsabile del Daytona Motorsports Group, Roger Edmondson, ha intrattenuto giornalisti e team manager in una consueta conferenza stampa di rito, annunciando (in parte) i programmi e le ambizioni per il futuro.
Due punti da evidenziare.
Primo, la volontà , nel prossimo triennio, di creare un vero e proprio “Universo del motociclismo americano”, in grado di contrastare il duopolio a livello globale di MotoGP e World Superbike. Rafforzamento a livello nazionale (e ci sarà tanto lavoro da fare, vista l'enorme fetta di pubblico persa nell'ultimo lustro), promozione a livello mondiale per replicare, in un certo senso, il fenomeno NASCAR.
Punto primo chiarito: la famiglia France ci crede e lavorerà per il bene del motociclismo americano. Passiamo ora al secondo: novità regolamentari. Dal 2009 grandi cambiamenti, nel format del weekend di gare e sotto il piano tecnico.
Il dominio Suzuki-Yoshimura di questi anni non si ripeterà , perchè il DMG sta già pensando a correttivi per rendere avvincente e competitiva una serie, l'AMA Superbike, alla ricerca di una nuova identità .
Un intento comune, con un annuncio al seguito da parte del buon Edmondson: tempo 90 giorni, ed il regolamento per i prossimi anni sarà stilato. Senza se e senza ma: bisogna lavorare sul futuro adesso, evitando di perdere tempo prezioso in chiacchiere e fraintendimenti di vario genere e tipo.
Novanta giorni non sono trascorsi, siamo ad un mese o poco più, eppure il DMG ha già preso pesanti e rivoluzionarie decisioni. Di propria iniziativa, sentendo poco e… male l'opinione degli addetti ai lavori, di chi è in questo sport da decadi e chi ha dedicato la propria vita. Parliamo e trattiamo solo indiscrezioni, ma molto, molto vicine a quella che è l'oggettiva realtà dei fatti.
La scorsa settimana nel South Carolina i responsabili del Daytona Motorsports Group sono volati in… missione per incontrare i vertici delle filiali americani delle case costruttrici di Suzuki e Yamaha (mercoledì) nonchè Honda e Kawasaki (giovedì).
Presenti a queste riunioni Roger Edmondson, Colin Fraser, Roy Jansen, Bill Syfan e Tom Bledsoe, quest'ultimo finora impegnato nel mondo NASCAR. Obiettivo: trovare una comunione di intenti e stilare una prima bozza del regolamento 2009, oltre che discutere del nuovo format di gara. DMG con le proprie idee, le case con una visione conservativa, ma con una convinta apertura al dialogo.
Si chiude la missione in South Carolina, e tutti, ma proprio tutti, escono perdenti. Il dialogo non c'è stato: i responsabili DMG, stando alle indiscrezioni dei bene informati ai fatti, volevano imporre il proprio pensiero. Il viaggio non è stato definito per trovare un accordo con le case: Edmonson e soci hanno incontrato i responsabili “comunicando” quel che faranno dal prossimo anno. Senza possibilità di replica.
Naturali polemiche al seguito, case in subbuglio e addetti ai lavori interdetti. Guerra aperta tra la famiglia France ed il Motociclismo USA, da disputarsi nello stesso paddock tra chi ha il potere e chi dovrà decidere se vale ancora la pena credere (ed investire ingenti capitali) in questa specialità .
Come si è arrivati a tutto questo? E' davvero così “drammatica” la situazione?
Vediamo punto per punto quali sono le prospettive in ottica 2009 ed il progetto, rivoluzionario, della famiglia France.
Punto 1, il format di gare.
Il DMG dal 2009 a questa parte vuole ridurre le categorie presenti in ogni weekend, cambiando anche radicalmente le stesse e portando in dote un campionato già sotto la propria egidia, il SunTrust Moto-ST Championship, ovvero una serie con moto bicilindriche stradali adattate alla pista, con varie classi per una griglia competitiva e varia, spaziando dalle Ducati 848 e 1000SS alle Buell, senza scordarci di Aprilia Tuono e tante altre.
Il Moto-ST prenderà il posto della Formula Xtreme, doppione nella filosofia e doppione anche della Supersport, per un regolamento che non ha mai convinto. Via la FX, via probabilmente anche la Superstock. E la Supersport. Come? Sì, stando alle indiscrezioni in merito sarà così. Anzi, c'è di più: la Superbike non si disputerà più con le… Superbike da 1000cc, bensì con delle 600cc evolute pur mantenendo un legame con la serie.
Una volontà , per una risposta delle case costruttrici vicina al tragicomico. Prima una risata, quasi a non credere in questa loro ferma intenzione, poi un “Really?” piazzato lì come giusto che sia, fino alla minaccia di ritiro. Secondo la loro visione delle corse e dei piani commercial-sportivi, giustamente.
Le Superbike 1000cc rappresentano una grande fetta del mercato, e sono i modelli di punta per quanto concerne marketing ed immagine-prestigio delle stesse case. Togliere la possibilità di vederle correre in pista, uguale perdita di clienti. Senza più le 1000cc, inoltre, si chiuderà il legame con i reparti corse delle case-madre, con tutto ciò che ne consegue.
Ma perchè il DMG punta su questo rivoluzionario regolamento?
Passiamo così al punto 2: la famiglia France, come detto, vuole creare un universo americano del motociclismo da esportare, seguendo quanto di buono realizzato nell'ultimo decennio in NASCAR.
Per questo si sta già utilizzando, per l'AMA SBK che verrà , la terminologia di “MoT”, ovvero le “Moto of Tomorrow” sulla falsariga di quanto accaduto in NASCAR Sprint Cup, con le “CoT”, “Car of Tomorrow”, che hanno cambiato il mondo delle Stock-Car nell'ultimo biennio.
Le nuove “MoT”, secondo gli intenti DMG, saranno delle 600cc, con pochi costi di gestione (previsto anche un “tetto al budget” per le case costruttrici), monogomma, monocarburante, aperte non solo alle attuali Supersport. Con le “MoT” l'AMA SBK tornerà a veder in calendario la 200 miglia di Daytona, dopo che negli ultimi anni per ragioni dettate dalla sicurezza (ma non solo) si è puntato sulle Formula Xtreme.
Le nuove “Superbike 600cc” viaggeranno di pari passo con le moto protagoniste nel Moto-ST, che stando al parere di molti rappresentano davvero il “main event” del nuovo format di gare, con la famiglia France che vuole puntare su queste “Stock Bike” per un ritorno alle origini affascinante del quale, tuttavia, non c'era tutto questo bisogno.
Più che “Moto of Tomorrow” ed un'evoluzione, un'involuzione, un dejavù di quanto accaduto 20 anni or sono, con le prime Superbike scese in pista negli speedway di mezza America e poi esportati, con successo, a livello globale dai Flammini con il campionato del mondo. Ritorna la filosofia del “Race on Sunday, sell on Monday” (corrono di domenica, le compri lunedì), una rivoluzione dai mille risvolti con altrettante polemiche.
Non finirà qui, anzi, siamo solo agli inizi di un lungo e complicato cambiamento epocale. Il motociclismo americano è ad una svolta: una rivoluzione per un paddock storicamente conservativo, ma con ragioni pienamente condivisibili. Come andrà a finire?