Dale Jr. nella tana del leone. Nel 2008 dovra' tornare a vincere.
Si sono gia' accesi i motori delle poderose stock-car della NASCAR, per un primo assaggio della nuova e incombente stagione, in quel di Daytona per i primi test di preseason. Vediamo un po' le principali novita' avvenute da quella domenica di fine novembre quando Jimmie Johnson chiuse l'annata portando a casa il secondo titolo di campione consecutivo battendo Jeff Gordon.
Innanzitutto il nome. La serie regina, che ci era nota come Nextel Cup Series, cambia denominazione e diventa Sprint Cup Series, rimanendo in mano allo stesso colosso della comunicazione telefonica, che pero' ha voluto evidentemente promuovere un altro dei suoi marchi. Anche la serie cadetta della NASCAR, che dalla sua nascita nel 1982 era la Busch Series, non ha potuto sottrarsi al cambiamento dell'era mediatica. Da quest'anno ci si riferira' ad essa parlando di Nationwide Series.
Se Johnson e Gordon hanno dominato la stagione in pista, la storia dell'anno che ha invece dominato titoli e interesse dei media è stata naturalmente il passaggio di Dale Earnhardt Jr. al team Hendrick Motorsports. Il pilota e lo sportivo piu' popolare d'America, unico a poter beneficiare di uno status di eroe cult della serie, soprattutto per il nome che porta, è approdato al miglior team della categoria, lasciando in pratica quella che era "casa sua", ovvero il team DEI, acronimo di Dale Earnhardt Inc., la squadra fondata dal padre Dale Sr.
Per Junior ora si trattera' di guardare alla nuova stagione trovando il giusto bilanciamento tra l'avere quanto di meglio ci sia disponibile in fatto di materiale e la pressione che ne deriva. Di fatto il figlio del grande "The Intimidator" non potra' accampare scuse e dovra' presentarsi spesso in Victory Lane, luogo che tra l'altro non visita dall'ormai lontano maggio 2006 quando vinse a Richmond. Correra' con il numero 88, invece del suo ormai leggendario 8 che è rimasto di proprieta' DEI, e che sara' sulla vettura di Mark Martin.
Dopo la firma di Dale Jr. si è mosso di conseguenza il resto del mercato. Per fargli spazio al team Hendrick hanno lasciato libero Kyle Busch, approdato ad un altro team di primo livello, il Joe Gibbs Racing, dove guidera' la vettura n.18 appartenuta a JJ Yeley, che a sua volta si è accasato al team Hall Of Fame Racing, di proprieta' di Troy Aikman e Roger Staubach, sulla macchina n.96, che era di Tony Raines, rimasto al momento senza un volante.
Le top storylines del 2008
Dopo la strada aperta da Juan Pablo Montoya, prosegue l'invasione della NASCAR da parte di piloti provenienti dalle ruote coperte, evento mai verificatosi prima, che continua ad alzare il livello di interesse della categoria anche al di fuori dei confini americani. Dario Franchitti, vincitore dell'ultima Indianapolis 500, sara' su una Dodge, compagno di Montoya al team Ganassi, mentre per Sam Hornish Jr. il team Penske schierera' una terza vettura, oltre alle due abituali per Kurt Busch e Ryan Newman.
Anche Jacques Villneuve si è fatto contagiare dalla mania NASCAR, e dopo il discreto debutto a Talladega lo scorso ottobre, il campione del mondo F1 1997 e vincitore a Indy nel 1995, provera' l'avventura di una stagione intera, sempre al volante della Toyota Camry #27 del Bill Davis Racing. Altro nome proveniente dalla IRL è Patrick Carpentier che siedera' nell'abitacolo della Dodge Avenger #10 del Gillette Evernham Motorsports.
Tra i costruttori chi ha fatto una mossa, se non per cercare lo scacco matto, quanto meno per cercare una buona posizione di vantaggio è la Toyota. I giapponesi hanno realizzato al volo che la stagione del debutto non prometteva molto di buono, e gia' a meta' annata, come anticipato anche qui su PlayIt, sondavano la possibilita' di fornire la loro Camry ad un top team per aumentare le possibilita' di stare ai piani alti. Alla fine il Joe Gibbs Racing ha accettato la sfida di lasciare la storica Chevrolet per dedicare le proprie energie sulla new entry della categoria. La Toyota guadagna cosi' un tris di piloti eccellenti, Tony Stewart, Denny Hamlin e Kyle Busch, considerato che solo al team Hendrick possono dirsi allo stesso livello.
Al contrario l'omonimo proprietario, Joe Gibbs, rientrato in pianta stabile ad occuparsi della squadra dopo aver terminato la seconda carriera di allenatore con i suoi storici Washington Redskins, trovera' subito altro stress che lo attende. Chi riuscira' a fermare un carattere come quello di Stewart se la vettura non si rivelera' abbastanza competitiva per vincere? Preoccupazione anche in casa Ford. La casa di Detroit rischia seriamente di vedere insidiata la posizione di seconda forza.
La Chevrolet è inavvicinabile, lo scorso anno ha vinto 26 corse su 36, ed anche avendo perso il team di Gibbs, puo' contare su Hendrick, DEI e Richard Childress Racing, un lineup inarrestabile. A Detroit le fortune saranno legate ad un solo team, il Roush Fenway Racing, che schiera si 5 Ford Fusion, per Matt Kenseth, Greg Biffle, Carl Edwards, oltre a Jamie McMurray e al giovane David Ragan ma che potrebbero non bastare per contrastare gli assalti della Dodge, che ha dalla sua tre ottimi team come Chip Ganassi Racing, una vittoria con Montoya, Penske South, due centri di Kurt Busch e Evernham Motorsports, con Kasey Kahne che dovra' tornare su standard accettabili dopo una stagione da dimenticare, e dei sopraccitati giapponesi.
Novita' anche in campo regolamentare. Durante i pit stop i meccanici del lato esterno della vettura dovranno accompagnare la gomma smontata dalla macchina fino al muretto, invece di abbandonarla per riportarla dopo la ripartenza dell'auto. Finalmente i piloti non appartenenti alla top 35 degli owner points e che quindi non hanno il posto garantito in griglia ma devono lottare per qualificarsi, potranno giocarsela piu' alla pari scendendo in pista dopo tutti gli altri, in modo da venire meno condizionati dalle condizioni atmosferiche e quindi della pista.
Sempre piu' febbrile quindi l'attesa per la prima bandiera verde, che come sempre sara' quella della Daytona 500 edizione numero 50 del prossimo 17 febbraio. Qualche dubbio sull'operato della NASCAR pero'. Si passa definitivamente alle COT che verranno utilizzate in tutte le corse, ma che non hanno mai disputato un evento sulla velocissima pista della Florida. Una sola gara su di un superspeedway nel 2007, quella di Talladega in ottobre, che faceva anche parte della Chase, dove emersero dubbi sulla spettacolarita' della corsa, con i piloti che viaggiavano spesso in single line, lamentandosi di problemi di bump drafting, quando si sarebbe potuto testare il nuovo modello nell'appuntamento di luglio in notturna a Daytona.
Motivo in piu' che rende intrigante l'attesa per il via. Intanto inizieremo a capire qualcosa con il Budweiser Shootout, gara esibizione il 9 e poi con i Gatorade Duels, le manche di qualificazione il 14. Finalmente si comincia. Let's go racing boys!