Super Bowl XLII: tutto pronto!

Si accendono le luci, si alza il sipario: arriva il Super Bowl!

Ormai ci siamo, l'attesa è quasi terminata, la distanza che ci divide dal kick off del Super Bowl edizione numero 42 si assottiglia sempre di più. Si è parlato molto in questi giorni, come ogni anno di questo periodo, di pronostici, statistiche e cabale riguardanti la Partita, quella con la "P" maiuscola, ma saranno ovviamente i protagonisti che domenica scenderanno in campo a dare un esito definitivo alla stagione 2007, ai nostri pensieri e alle speranze dei tifosi rimasti in corsa.

Come finirà ? Partiamo da un semplice presupposto: se è vero, com'è vero, che i Patriots erano pronosticati sino alla finale già  dallo scorso luglio e che, in molti casi, l'idea di una stagione da imbattuti ha accarezzato tutti, chi prima chi dopo, con buon anticipo sull'arrivo di dicembre, è anche vero che nessuno aspettava i NY Giants dall'altra parte della barricata. Niente di che, ma una dimostrazione, fondamentale, di come questo sport, non solo questo ma questo in particolare, rifiuti i pronostici scontati. Difficile, a settembre, indovinare le due finaliste, una è quasi sempre sbagliata, spesso entrambe; anche se a dispensare queste previsioni, magari in modo estremamente ragionato e ricco di motivazioni, sono i guru d'oltreoceano che, grazie alla rete, non hanno (quasi) più segreti nemmeno per noi.

Nessuno, dicevamo, aveva previsto i Giants. Si parlava di Dallas, di Green Bay, ognuna con la propria bella storia alle spalle; in Afc, invece, era l'incontro tra i Colts e i Patriots, la tanto attesa rivincita di una delle sfide più classiche dei playoff del nuovo millennio, la ciliegina che la Nfl ci stava preparando. Saltata pure quella. Semplicemente perché le partite si giocano sul campo, poi si discutono a parole e non il contrario: in nessun caso. Un discorso banale, per carità , ma che merita di essere ripetuto ogni volta, alla nausea, per far capire a tutti che le parole dovrebbero stare al loro posto e la qualità  che viene esibita sul campo di volta in volta non può essere anticipata. Anche se l'adagio secondo cui si vivono sempre tre partite (quella prevista, quella reale e quella ripensata dopo il fischio finale) ha sempre un suo fascino e coinvolge ogni sorta di tifoso e appassionato.

Detto questo è facile capire come sia abbastanza inutile sbilanciarsi oggi a favore di New England. Certo, vista l'esperienza, le capacità  tecnico-tattiche, una free agency guidata alla perfezione dalla dirigenza, ci era stata presentata una squadra che difficilmente avrebbe fallito l'approdo al Super Bowl. Che poi, loro, abbiano voluto sorprenderci con un 16-0 in stagione mietendo, una dopo l'altra, illustri vittime tra i detentori di incredibili primati, beh, questa è un'altra storia.

Di fatto il campo ci ha detto altro, ossia che i Giants sono stati in partita contro New England all'ultima di campionato, sono stati a lungo in vantaggio e solo due dettagli (una mancata copertura su Randy Moss in due identici giochi chiamati uno dopo l'altro e l'intercetto a Eli Manning, con palla leggermente alta) hanno permesso ai Patriots di portare a casa la vittoria numero sedici.

Questa sarà  però una gara diversa, e non si venga a dire che, tutto sommato, i Giants non hanno nulla da perdere per cui saranno psicologicamente più "leggeri". Paradossalmente hanno meno da perdere proprio i Patriots, che hanno moltissimi giocatori già  titolati in campo e molte più chance di ritentare l'impresa nell'arco dei prossimi anni di quante non ne abbiano i Giants, perlomeno per quanto hanno dimostrato società  e coaching staff nelle ultime stagioni.

Quella dei Giants sembra la classica occasione che capita una volta nella vita e la squadra di New York ha tutte la carte in regola per essere, in caso di sconfitta, l'ennesima delusa dell'anno che segue la partecipazione a una finalissima. Dubitiamo che l'assenza di pressione che può colpire la vittima predefinita in eventi meno "pesanti" di un Super Bowl la farà  da padrona nella testa dei ragazzi della Grande Mela. La pressione c'è, perché il Super Bowl, un evento di queste dimensioni, provoca inevitabilmente pressione e perderlo rischia di rimanere un rammarico che difficilmente abbandona un atleta.

Ai playoff, contano i valori reali di un team e, tra questi, esperienza e capacità  di reagire alla pressione e agli errori. Diciamo la verità : per quanto perfetti, questi Giants, hanno affrontato due formazioni che, per buona parte del roster, non avevano grandissimo feeling coi playoff e che, in totale, vi contavano una partecipazione negli ultimi due anni (quella di Dallas, uscita subito a Seattle un anno fa). Tampa era semplicemente inferiore a NY.

I Patriots sono, all'opposto, la squadra per eccellenza dei playoff: dal 2001 a oggi hanno saltato una sola volta la post season e, quando ne sono stati protagonisti, sono finiti tre volte su cinque a vincere il titolo, perdendo due gare e sommando un record di 14-2 comprese le gare di quest'anno. Certo, nemmeno per loro sarà  una partita semplicissima dal lato psicologico. Randy Moss e Donte' Stallworth, per fare due nomi, non hanno mai vinto l'anello, e questo titolo rappresenterebbe comunque una meta storica perché porterebbe alla ripetizione di un evento che solo Miami riuscì a compiere tanti, troppi anni fa. La pressione, in queste gare, non manca e non mancherà  mai, e davvero fatichiamo a credere che i Giants non avranno nulla da perdere e che il loro motto possa essere il sanremese (di chiambrettana memoria) "comunque vada sarà  un successo" è la cosa più lontana dai nostri pensieri in questo momento.

E' fuori discussione che New England sia, nel complesso, superiore ai Giants, ma New York è giunta fino all'ultimo atto partendo praticamente sempre da sfavorita, violando campi come quello del Texas Stadium e del Lambeau Field e sbagliando quasi nulla nell'esecuzione dei giochi. Non saranno cabale e ricorsi storici a fare la differenza, ma quello che sul campo New York riuscirà  ad opporre all'avversario. Del resto, New England, non ha mai dominato un Super Bowl, li ha vinti tutti e tre con un solo field goal di scarto e due è riusciti a strapparli proprio nei secondi finali. I Giants, arrivati sino a un passo dalla meta, giocheranno per vincere, convinti di potercela fare, perché questo è il loro momento, non tra un anno, non tra due. Questo. E da perdere non c'è il nulla, ma il Super Bowl.

Questi Patriots sembrano i migliori di sempre, anzi, lo sono di sicuro, anche se il limite di età  superato da molte delle colonne portanti della difesa può essere il punto su cui Tom Coughlin dovrà  cercare di far maggior forza per tentare di scardinarlo. Il possesso palla contro Green Bay (oltre i 40 minuti) è stata la chiave della gara nella Frozen Tundra, ma quegli episodi che hanno rischiato di far precipitare, comunque, i Giants, non dovranno essere concessi a New England, a partire dai fumble di R.W. McQuarters.

Tom Brady esce da una pessima prestazione contro San Diego, e questo lascia supporre che non sbaglierà  una seconda partita consecutiva, anche se si parla di una gara del tutto particolare. Al Media Day di martedì Plaxico Burress ha "garantito" la vittoria dei suoi, come Joe Namath prima del Super Bowl III, più di Joe Namath, dando anche il risultato finale: 23-17. Eccessi di chi si deve caricare, supponenza poco gradita dai coach che non sanno mai quanto un giocatore cerchi di provocare l'avversario e caricare sé stesso e quanto, all'opposto, sia (troppo) convinto di avercela già  fatta.

Di fatto, cliccando su Nfl.com, è facile intuire come molta gente sia convinta delle possibilità  dei Giants; martedì, su 80000 votanti e più, il 49% dava vincente New York. Mercoledì il 50%, quando a votare erano stati oltre 150000 utenti. Insomma, credere nei pronostici, nelle previsioni, è dura, ma anche pensare che una stagione Nfl sia stata scritta con così tanto anticipo lo è; la sorpresa è dietro l'angolo, i Giants sono chiamati all'ennesima impresa, i Patriots a scrivere la storia di proprio pugno. Per entrambe non sarà  facile e noi, come ogni spettatore neutrale, ci auguriamo che ci venga offerta una bella partita. Comunque finisca, ci sarà  una incredibile storia da raccontare lunedì mattina.

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