La Chase sara' un affare tra Gordon (#24) e Johnson (#48)
Per tanti di solito la pazienza ha un limite. Quella di Jeff Gordon invece è durata abbastanza da portarlo nella Victory Lane a Talladega, giocando in pratica in difesa e attendendo pazientemente lo svolgersi degli eventi. La doppietta del team Hendrick, con Jimmie Johnson secondo, ha confermato la superiorita' della squadra nelle gare con le COT, come era accaduto la scorsa primavera quando i due avevano dominato le prime cinque gare con il nuovo modello di vettura.
Ma questa volta la vittoria non è venuta tanto dalla superiorita' tecnica, quanto da una strategia imposta dalle circostanze. Per la prima volta le COT dovevano affrontare un Superspeedway, tracciato sul quale viene imposta da regolamento la restrizione della potenza, tramite una flangia all'ammissione. Questo succede solo su due piste, Daytona e appunto Talladega.
Con solo due giorni di test fatti in settembre sulla pista dell'Alabama, il piu' lungo tracciato della NASCAR con le sue 2,66 miglia, la situazione poco chiara su come si sarebbe comportata la nuova vettura una volta che ci fossero 43 macchine in gruppo, in termini di maneggevolezza e bump drafting, ha portato alla decisione al team Hendrick di aspettare e vedere l'evolversi della corsa, cercando cosi' anche di evitare il classico "Big One".
In effetti gia' dopo le qualifiche la griglia si presentava un po' scombussolata nei valori, con quasi tutti i piloti obbligati a tentare la qualifica davanti, con Michael Waltrip e la Toyota in pole position ad esempio, e il debuttante Jacques Villeneuve sesto, grazie ad assetti da qualifica, mentre tutti i Chasers dietro con il migliore Tony Stewart appena 21esimo.
Dopo i primi giri il duo del Joe Gibbs Racing Hamlin-Stewart comandava la corsa, con alle spalle Kyle Busch e altri Chasers erano in risalita, confermando che la qualifica pessima era solo dovuta alla configurazione gara delle vetture. Ma con il passare dei giri vedendo sempre Gordon e Johnson attorno al 34-36esimo posto, incominciavano i dubbi. Ma che combinano quei due? Problemi per loro? Stewart davanti finendo in queste posizioni avrebbe recuperato in classifica fino a portarsi in testa, e una proiezione del genere sembrava preludere una battaglia sempre piu' infuocata per il titolo.
La strategia di attesa diventava pero' chiara passata la meta' corsa, passate le esplosioni dei motori di Jeff Burton e Martin Truex Jr., quando all'appello mancava solo il "Big One". A 43 giri dalla fine la Dodge di Bobby Labonte che dalla linea alta cadeva improvvisamente verso l'interno della curva 4 andando a colpire Kyle Busch, scatenava la carambola multipla tipica di Talladega, con il duo Hendrick ben piazzato indietro, pronto a passare indenne.
Con Johnson a comandare la fila interna, seguito da Gordon, e Stewart a capeggiare quella esterna gli ultimi intensi ed elettrizzanti giri diventavano una vera e propria battaglia di scacchi, con una sola mossa a disposizione per ognuno. Ed è uscita la lezione di Jeff Gordon, che nell'ultimo giro, sul rettilineo opposto, ha fatto la sua mossa decisiva, uscendo dalla scia del proprio compagno per piazzarsi davanti a Stewart che stava sopraggiungendo, guadagnando il draft che lo ha proiettato davanti a tutti.
Ha vinto cosi', armato di pazienza, viaggiando in fondo per tre quarti di gara e uscendo con una mossa da scacco matto degna dei migliori esperti russi del gioco, fredda e inappellabile. Con la vittoria numero 80 in carriera, Gordon diventa cosi' leader all-time nelle vittorie sui Superspeedway con 12, superando ancora una volta il grande Dale Earnhardt, di cui aveva gia' superato il numero di vittorie totali, fatalmente proprio qui a Talladega lo scorso aprile, dove ora ha anche vinto piu' di tutti, 6 volte. Come cantavano i Lynyrd Skynyrd? Sweet Home Alabama!